«Sicurezza, green economy e innovazione: così ripartirà il settore turistico»

 

Abbiamo chiesto un intervento sul tema del “dopo” coronavirus anche ad Andrea Accardi, direttore del settore hospitality alle terme di Punta Marina. Il resort, con 29 camere a servizio dello stabilimento, registra circa novemila pernottamenti all’anno, che coinvolgono solo una parte delle 35mila presenze annue registrate dalle terme (che raggiungono un fatturato annuo da 4,2 milioni di euro con circa 80 persone impiegate).

Accardi

Andrea Accardi, direttore del settore hospitality delle Terme di Punta Marina

Mi è stato chiesto di dare la mia idea o previsione sul come sarà il dopo per il comparto del turismo e dell’hospitality. Purtroppo non ho la sfera di vetro, però siamo tutti chiamati a immaginare un mondo nuovo oggi e a costruirlo domani. L’emergenza Covid, in tutta la sua violenza e velocità, ci ha detto che siamo frangibili, per natura umana ma non solo, anche per errori e scelte fatte negli ultimi 30 anni. Basta guardare le statistiche suddivise per province ed è lampante notare come le aree che hanno estirpato la sanità di prossimità e territorio a favore di una concentrazione in grandi strutture abbiano avuto la funzione di detonatore dell’epidemia. Altri territori invece hanno lavorato bene negli anni e il risultato si vede.

Quello della sicurezza e quindi della salute sarà un valore fondamentale nel mondo di domani. Un valore che entrerà a far parte nel “paniere” di scelte per una persona che dovrà decidere dove passare un periodo di vacanza. La sicurezza sarà un paradigma su cui declinare molte delle scelte e delle offerte. Toccherà anche il settore turistico e soprattutto dell’hospitality, trasporti e ristorazione. Adeguarsi alle nuove necessità, linee guida e richieste del pubblico sarà una sfida molto difficile, importante e anche molto costosa. Le imprese italiane non hanno mai avuto paura di investire o scarsa fiducia nel futuro e quindi lo faranno ancora una volta anche grazie agli strumenti finanziari del Governo. Il timing di tutto questo processo però sarà fondamentale: progetti da sviluppare e finanziamenti accessibili al momento giusto. Un binomio che dovrà essere messo in moto, acceso, da una tempistica adeguata da parte delle amministrazioni pubbliche per concedere le necessarie autorizzazioni.

Molto cambierà e quindi tutti dovranno adeguarsi. È probabile che i viaggi di lavoro caleranno molto perché le aziende si vorranno adeguare al rischio sfruttando il più possibile le tecnologie e mettere in condizione un proprio dipendente di fare una riunione a Milano al mattino e a Los Angeles al pomeriggio senza muoversi dalla propria sede. Abbasserà il rischio, limiterà le spese di trasferta e impatterà di meno sul pianeta in termini di produzione di CO2. Il fatturato di hotel portato dal corporate potrebbe calare ma potrebbero essere richiesti nuovi servizi come la disponibilità di una postazione per video conferenza già settata sulle varie piattaforme con condivisione di schermo per poter effettuare riunioni o formazioni a distanza.

L’altro grande tema sarà l’impatto ambientale. Dopo le epidemie di Marburg, Ebola, Sars e ora Covid abbiamo capito che la contiguità fra uomo e animale e un disequilibrio in questo rapporto può essere deleterio per il genere umano. La deforestazione, l’agricoltura intensiva e lo sfruttamento delle risorse hanno portato l’uomo a un contatto troppo vicino con la fauna selvatica e lo spillover di patogeni impattanti sull’uomo è la conseguenza. La green economy spero fortemente subisca una accelerata definitiva e l’impatto ambientale di un territorio o di una struttura possa influire sulla scelta di chi vorrà andare in vacanza. Tra un hotel-plastic free e una offerta tradizionale è probabile che la prima risulterà vincente e questo approccio riguarderà tutto. Non solo la singola struttura o servizio ma come un territorio si adeguerà a queste richieste.

Sicurezza, linee guida e protocolli, basso impatto ambientale, servizi innovativi potrebbero essere le direttrici che regoleranno i flussi turistici nel prossimo futuro.

Andrea Accardi

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