Il marchio della nota discoteca di Milano Marittima è sotto sequestro nell’ambito di un’intricata vicenda di passaggi di quote. L’ex gestore ha 1,5 milioni di debiti
Il curatore, il commercialista Claudio Colatorti di Ravenna, ha tutti gli interessi perché si torni prima possibile a ballare in viale Romagna: la cessione del Pineta con un contratto di affitto d’azienda consentirebbe di avere introiti nell’interesse dei creditori da soddisfare (l’istanza di fallimento per Andromeda è stata presentata dalla francese Moet & Chandon per 50mila euro di champagne non pagato).
Allo studio di Colatorti erano già pervenute alcune manifestazioni di interesse dopo la divulgazione delle vicende sulla stampa e ora potranno essere valutate a tutti gli effetti, grazie alla decisione presa oggi, 20 marzo, dal tribunale di Ravenna. Il giudice civile Piervittorio Farinella ha sciolto la riserva e confermato il sequestro eseguito il 3 marzo con il cambio delle serrature e la chiusura del locale alla vigilia della prima serata annunciata per la stagione primaverile.
Il giudice ha confermato il sequestro respingendo le ragioni sostenute da Hdp22 e concesso a Andromeda 60 giorni di tempo a partire da oggi per avviare la causa con cui chiedere la definitiva restituzione del Pineta per due ragioni: il mancato pagamento dei 47mila euro pattuiti o la frode in danno dei creditori per un prezzo non congruo. Hdp22 sostiene che la cifra sia corretta perché oltre a quella era prevista l’assunzione di debiti della Andromeda.
Le travagliate vicende del locale che ha segnato gli anni d’oro della località non finiscono qui. Fra una settimana è in calendario l’udienza per decidere sulla richiesta di sfratto avanzata dalla società Romagnola srl proprietaria dell’immobile. La Hdp22 vanta un debito di 140mila euro di affitto non pagato (su 350mila di canone annuo).