venerdì
03 Ottobre 2025
sciopero pro Palestina

Oltre 7mila persone in corteo per dire basta al genocidio: traffico in tilt per i blocchi stradali

Da piazza del Popolo alla darsena di città. Poi una parte del corteo è andata oltre il percorso autorizzato fino a bloccare il ponte mobile

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Ravenna torna in strada contro il genocidio in Palestina e al fianco della Global Sumud Flotilla. L’avevano promesso da Usb (Unione sindacati base) durante lo sciopero generale del 22 settembre: «Se toccheranno la Flotilla siamo pronti a bloccare di nuovo tutto». E così, dopo la partecipata fiaccolata di ieri sera (2 ottobre), oggi un nuovo corteo per le vie della città in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil oltre che Usb: oltre settemila cittadini, secondo fonti qualificate, si sono dati appuntamento in piazza del Popolo alle 9. Alle 9.30 il fiume umano è sceso lungo via Diaz diretto alla darsena di città, inneggiando alla libertà della Palestina tra cori e striscioni (qui il video-resoconto della mattinata).

Tanti gli studenti in marcia ma c’è anche chi, con i capelli bianchi, indossa una bandana rossa con scritto “partigiani sempre”. Lungo via Rocca Brancaleone sono in tanti a sostenere il corteo da finestre, balconi, o dalle stesse mura della Rocca, dove alcuni attivisti si sono arrampicati indossando la bandiera palestinese.

Sul ponte di Teodorico, che scavalca la ferrovia, una sosta autorizzata ma prolungata, che ha lasciato spazio ai primi interventi: «Abbiamo quasi raddoppiato in numeri – incitano i rappresentanti di Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa) -. Questa è la dimostrazione che quando vogliamo abbiamo la forza per cambiare la realtà. Abbiamo fatto vedere quanto Ravenna è forte e schierata». Al megafono, l’ex candidata sindaca Marisa Iannucci prosegue: «Ragazzi, avete studiato il nazismo a scuola: a volte ci capita di chiederci cosa avremmo fatto noi durante il nazismo, e allora chiediamoci cosa fare ora, durante il sionismo?».

La fine del corteo era prevista nel piazzale della darsena di città in testa al Candiano, nei pressi del Moro di Venezia, dove i rappresentanti di Filt-Cgil hanno messo in risalto il ruolo del porto: «Il porto di Ravenna deve essere un luogo di accoglienza e rifugio. Non è il posto giusto per far transitare armi. L’obiettivo finale è l’embargo totale verso Israele».

Mentre erano in corso gli interventi promossi da Cgil, poco prima delle 12, una grande parte di manifestanti si è riversata su via Darsena, guidata dalle associazioni sindacali Usb e Sgb. Cgil, invece, si dissocia dall’episodio. Dopo aver superato il cordone delle forze dell’ordine il nuovo corteo non autorizzato ha proseguito verso il passaggio a livello di via Candiano dove è stato fermato dalle sbarre ferroviarie. Al grido di “Bella Ciao” i manifestanti hanno fatto quindi dietro-front su via Trieste, bloccando il traffico per diverse decine di minuti e lasciando in coda lungo via Darsena e via Trieste decine di veicoli.

Infine, intorno alle 13, mentre il presidio principale si scioglieva tra Darsena e via Trieste, una piccola parte dei manifestanti (circa 150) si è diretta lungo via Cavalcoli verso il ponte mobile, per ripetere il sit-in avvenuto anche durante le scorse proteste. Dopo un breve scambio con le forze dell’ordine, gli ultimi manifestanti si sono seduti sul ponte, e tra cori e bandiere c’è stato il tempo per un ultimo appello: «Oggi alle 18 al porto di Ravenna arriverà una nave della Zim – avverte un’attivista –. Probabilmente caricherà armi che non ha potuto imbarcare a Venezia a causa dei blocchi. Noi saremo lì per un boicottaggio».

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