In scena all’Alighieri l’attore Stefano Accorsi
La selezione delle sette novelle messe in scena spazia dalla leggerezza dell’episodio di Calandrino, beffato dai suoi più astuti compagni, alle storie più drammatiche di Elisabetta da Messina e dei suoi crudeli fratelli e dell’amore soffocante di Tancredi per la figlia Ghismunda.
«Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo, le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte», sottolinea Baliani, che poi in una nota continua: «Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi a essere appestata è l’intera società. Ne sentiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le conventicole, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce».
Lo spettacolo è la seconda tappa di un percorso intrapreso da Accorsi e Baliani sui “Grandi italiani” iniziato con l’Orlando furioso di Ariosto e che proseguirà con Machiavelli.
Sabato 11 aprile alle 17.30 si terrà al ridotto dell’Alighieri l’incontro ad ingresso gratuito con Stefano Accorsi e gli altri attori della compagnia condotto dal giornalista Matteo Cavezzali e un gruppo di studenti del suo laboratorio di storia del teatro del Liceo Scientifico “Oriani”.
Info tel. 0544 249244.