Ultimi giorni di apertura al pubblico per la mostra ravennate allestita nell’ambito del progetto “Acknowledging the differences”
Finissage (domenica 25 novembre) al Museo Nazionale di Ravenna (via San Vitale, 17) per la mostra curata da Giovanni Gardini (mentre la scelta degli artisti è di Paola Babini) intitolata “Italy – Korea, Art & Culture Acknowledging the differences”, nella cornice della Sala della Tinazzara. Organizzata da Capit Ravenna e Bomnamu Art Seoul, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e il Museo Nazionale di Ravenna, la mostra è l’occasione per vedere l’arte di giovani artisti coreani e italiani a confronto.
L’obiettivo dell’ambizioso progetto Acknowledging the differences, nato nell’ambito della collaborazione tra Capit Ravenna e Bomnamu Art, è costruire un ponte tra due penisole, quella coreana e lo Stivale, distanti geograficamente ma con molte sorprendenti analogie. «Per farlo – spiega il curatore Gradini – si è scelto di abbattere le barriere linguistiche con la forza delle immagini, del colore, della materia, nel tentativo di andare oltre la superficiale fascinazione che Italia ed Estremo Oriente esercitano reciprocamente».
Le sperimentazioni di Dae Chul Lee e Jun Young Kang si discostano maggiormente dalla tradizione, mediante la scelta di materiali innovativi e con una forte componente materica, che crea un originale connubio tra scultura e pittura. Ettore Frani si esprime attraverso una pittura poetica e potente, in equilibrio tra forma e contenuto, tra luce ed ombra, mentre nelle tele di Federica Giulianini i contrasti si attenuano in un cromatismo delicato che cattura le vibrazioni della natura. Le ceramiche di Luca Freschi indagano l’alterità della figura umana, la memoria personale e collettiva. Sara Vasini, mosaicista e scultrice, presenta un’installazione dal titolo The bell jar, ispirata al libro di Sylvia Plath.