Una non-recensione dello spettacolo partecipato, seconda tappa della trilogia dedicata alla Divina Commedia. In scena fino al 14 luglio
A differenza di due anni fa, sai un po’ più cosa aspettarti e allo stesso tempo i ricordi della seconda cantica sono più sfumati (e intanto pensi che per il 2021 sarà davvero necessario un ripasso della Commedia, in previsione del Paradiso). Insomma, la sfida è più ardua, le aspettative alte e quindi senti il vago timore di poter restare deluso mentre ti rechi alla tomba del Sommo, da dove di nuovo ricomincia tutto per un cammino, questa volta, verso l’alto. E infatti sei presto costretto a volgere lo sguardo in alto lungo il percorso che questa volta attraversa piazza San Francesco, e il portico che per decenni hai evitato ogni volta che ti era possibile per i miasmi da latrina all’aperto, e percorre poi via Guaccimanni.
Lungo la strada, tra palcoscenici montati per le serate estive in piazza, biciclette gialle e le auto parcheggiate, guardi in alto alla ricerca di quelle voci soavi che da balconi e terrazze accompagnano il corteo, mentre la tua guida Marco Martinelli, insieme ad Ermanna Montanari a cui è affidata la parte più poetica del racconto, non esita a declamare Dante al megafono. E a un certo punto senti pure l’odore di incenso. Quanto di più sacro e insieme di più desacralizzante, insieme.
Ok, puoi rilassarti a questo punto, la magia del rito laico, della “preghiera” nel recitare il nostro Dante, quello che qui noi abbiamo accolto da esule offrendogli quello che nessun altro gli aveva garantito prima, si sta ripetendo. E non puoi peraltro fare a meno di notare che il pubblico intorno a te sembra molto giovane, ci sono anche tanti ragazzini che il Purgatorio nemmeno l’hanno studiato a scuola. Eppure sono lì, camminano, scandiscono i divini versi, ignorando i rumori della città che attorno, incredibilmente, continua a vivere.
E alla fine, quando a certificare l’avvenuta purificazione arriva Greta, pensi che gli autori dello spettacolo dal Sommo Poeta sembrano aver imparato la stessa lezione del poeta irlandese Seamus Heaney che diceva qualcosa come: “Dante mi ha insegnato che nella poesia ci posso mettere anche la Land Rover parcheggiata davanti a casa mia”. Martinelli e Montanari, intanto, di sicuro ci stanno mettendo dentro un’intera città.
PURGATORIO
Chiamata Pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri
ideazione, direzione artistica e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Matteo Gatta, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Marco Montanari, Gianni Plazzi, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli, Alessandro Renda
e i cittadini della Chiamata Pubblica
musiche Luigi Ceccarelli in collaborazione con Giacomo Piermatti e Vincenzo Core
e con gli allievi della scuola di Musica Elettronica e di Percussione del Conservatorio Statale di Musica “Ottorino Respighi di Latina e con la partecipazione di Simone Marzocchi
spazio scenico e costumi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano-Scuola di Scenografia e Costume coordinati da Edoardo Sanchi e Paola Giorgi in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera-Milano
regia del suono Marco Olivieri
disegno luci Fabio Sajiz
direzione tecnica Enrico Isola e Fagio
cori polifonici Canterini Romagnoli Pratella-Martuzzi diretti dal maestro Matteo Unich, Cappella Musicale della Basilica di San Francesco diretto dal maestro Giuliano Amadei, Coro Ludus Vocalis Voci bianche diretto dalla maestra Elisabetta Agostini, Coro Novello in…canto diretto dalla maestra Elisabetta Agostin, Coro casa della Carità diretto dal maestro Matteo Unich, Coro polifonico Ludus Vocalis diretto dal maestro Stefano Sintoni, Coro Giovani voci dell’ ISSM G. Verdi di Ravenna diretto dalla maestra Diana D’Alessio, Coro Teen Voices diretto dalla maestra Catia Gori, Coro Libere Note diretto dalla maestra Catia Gori, Libenter Cor.
coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Ravenna Festival/Teatro Alighieri
in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro