Debutta a Ravenna “Fedeli d’Amore”, polittico delle Albe per Dante morente

In scena al Rasi, dal 27 novembre al 6 dicembre, la nuova produzione di Marco Martinelli per la voce di Ermanna Montanari

Fedeli D'Amore AlbeDopo la prima nazionale nel programma del prestigioso Napoli Teatro Festival e la tappa al Teatrul Maghiar de Stat Csiky Gergely di Timisoara, arriva dal 27 novembre al 6 dicembre il debutto ravennate ne “La stagione dei teatri” della nuova creazione di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, Fedeli d’Amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri, una scrittura originale del drammaturgo e regista ravennate che riflette sulla potenza della poesia dantesca, centrata sul recitar-cantando di Ermanna Montanari.

«Avventurarsi nella selva luminosa delle opere di Dante – affermano Martinelli e Montanari – significa trovarsi di fronte a direzioni impreviste e sorprese feconde. Ecco perché, dopo il magmatico Inferno, e in attesa dell’altrettanto corale Purgatorio, che realizzeremo nel 2019 con la coproduzione di Ravenna Festival e Fondazione Matera-Basilicata 2019, abbiamo sentito la necessità di creare questa mandorla per il palco, un poemetto scenico dove una sola voce si incarica di farne suonare innumerevoli. Un concerto che evoca la morte del poeta nel 1321, per resuscitare la radicalità della sua visione etico-estetica nel tempo presente».
«In Fedeli d’Amore a parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse – raccontano gli autori –: la nebbia in un’alba del 1321, il demone della fossa dove sono puniti i mercanti di morte, un asino che ha trasportato il poeta nel suo ultimo viaggio, il diavoletto del “rabbuffo” che scatena le risse attorno al denaro, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia di Dante Alighieri, una fine che non è una fine. Ci parlano del poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato e ora è sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica, con la mente annebbiata e delirante».

Sono voci sospese tra il Trecento e il nostro presente, e la scrittura di Martinelli accetta la sfida dantesca di tenere insieme realtà politica e metafisica, cronaca e spiritualità. Amore è evocato come stella polare dei fedeli d’Amore, forza che libera l’umanità dalla violenza, che salva «l’aiuola che ci fa tanto feroci». Le voci di questo “polittico” sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari: aria, fuoco, suono, materia.

Le recite fino all’1 dicembre sono realizzate in occasione della “Trilogia d’Autunno” del Ravenna Festival e saranno sottotitolate in inglese. Musica di Luigi Ceccarelli, tromba Simone Marzocchi, regia del suono Marco Olivieri.

Sipario fino all’1 dicembre alle ore 18, in seguito alle ore 21, riposo giovedì 29 novembre e lunedì 3 dicembre.
Per info e prenotazioni www.ravennateatro.com

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