Arie di Buenos Aires a Lugo con il Quinteto Astor Piazzola

Giovedì 15 luglio sul palco del Pavaglione l’omaggio al compositore argentino del “Nuevo Tango”

Quinteto AP2 Ph Cristian Welcomme

Quinteto Astor PIazzolla (foto Cristian Welcomme)

Nessuno ha mai suonato la musica di Astor Piazzolla meglio di lui. Ma se esiste qualcuno in grado di ricreare lo spirito del Nuevo Tango, quello è il Quinteto Astor Piazzolla, che da oltre vent’anni fa rivivere il lascito del compositore argentino, suonandone gli arrangiamenti autografi e riscoprendo brani dal suo sterminato catalogo – un laboratorio permanente che proietta nel futuro un’eredità musicale che sembrava irripetibile.

Continua così, giovedì 15 luglio, alle 21.30 al Pavaglione di Lugo, l’omaggio di Ravenna Festival per il centenario della nascita di Piazzolla: in programma alcuni dei più grandi capolavori strumentali (OblivionLibertangoRomance del diabloAdios NoninoSoledadMichelangelo 70, Milonga del Angel e l’Inverno e la Primavera dalle Cuatro Estaciones Porteñas) accostati a brani di più rara esecuzione, come Revirado, dedicato alla memoria di Edith Piaf, o il Concerto per bandoneón e orchestra Aconcagua, una delle vette virtuosistiche raggiunte dallo strumento principe del Tango.
Per l’occasione, il Quinteto sarà accompagnato dall’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” diretta da Andrés Juncos.

L’ensemble preferito da Astor Piazzolla era il quintetto formato da bandoneón, violino, pianoforte, chitarra elettrica e contrabbasso, “un’equilibrata riduzione della grande orchestra, cinque voci in cui si deve sentire tutto,” sosteneva il compositore. Nel 1960 Piazzolla fondò il suo Quintetto, che divenne rapidamente il suo organico preferito nel processo di creazione del suono del Nuevo Tango. I musicisti che lo accompagnavano erano tutti esecutori di altissimo livello.
Un’esperienza esaltante, durata fino al 1978, quando Piazzolla lasciò l’Argentina per l’Europa, ma proseguita fino al 1988, con un’altra formazione analoga.

Moltissimi capolavori di Piazzolla sono nati pensando alle cinque parti di un quintetto, il cui protagonista è sempre il bandoneón, strumento di origine tedesca diffusosi in Argentina attraverso i migranti europei. Nel 1979 Piazzolla gli dedicò un concerto in tre movimenti di classica ispirazione (con alternanza di tempi veloce-lento-veloce) che l’editore Aldo Pagani ribattezzò Aconcagua (la vetta più alta del Sud America) giudicandolo il culmine dell’opera di Astor.
Nel concerto si potranno ascoltare anche capolavori come Libertango (“un inno alla libertà, un luogo nuovo e pieno di idee”, lo definì la Bbc alla prima esecuzione) e Adios Nonino, scritto di getto nel 1959 alla notizia della morte improvvisa del padre, don Vicente, familiarmente chiamato Nonino.

Info e prevendite: 0544 249244 o consultare il sito del Ravenna Festival

L’appuntamento sarà anche in streaming dal 24 luglio al 24 agosto su ravennafestival.live

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