Quel cruciale “1989”, una riflessione tra pubblico e privato, storia e filosofia

Sul secondo libro della ravennate Maria Paola Patuelli «post comunista e femminista tardiva»

1989 Paola PatuelliDifficile definire il secondo libro di Maria Paola Patuellli intitolato 1989 Metamorfosi del rosso. È un racconto che si snoda partendo dai diari dell’autrice degli anni che precedono e seguono quel fatidico momento della storia del Novecento. Edito da Pendragon, il libro è una sorta di memoir dove l’elemento autobiografico si intreccia con i linguaggi della politica, della filosofia, della storia e della letteratura.
A questo si aggiunga la geografia personale dell’autrice che tocca le grandi capitali dell’Occidente, come Parigi, Londra, New York, Venezia, ma arriva fino al giardino della casa di Glorie. Un filo di pensieri dove convivono Gorbaciov e il sindaco D’Attorre, dove trovano posto Eraclito e Nietzsche, Arendt e Hobsbawm sempre attualizzati, riletti, reinterpretati.
Basti dire che a proposito del noto storico che definì il ‘900 il secolo breve, Patuelli scrive in realtà: «Il Novecento non è mai stato breve e sembra non finisca mai. Come se fossimo, oggi, in un prima ed eterno presente, che indietreggia ma poi torna e ritorna su se stesso».

Classe 1947, figlia di un partigiano, ex docente di filosofia al Liceo Classico (e non mancano gli aneddoti in proposito), Patuelli è da sempre una figura di riferimento dell’attivismo politico nel senso più ampio del termine in città e in questo libro ci racconta dubbi e tentativi, sconfitte (come la manifestazione in piazza in memoria di Falcone) e riflessioni.
Si definisce «Post comunista e femminista tardiva» e ci racconta la ricerca continua verso un politico che non si scinde mai dal piano etico. Generale e personale, mondiale e locale si intrecciano per interrogarci sul senso di termini come “fedeltà politica”, “spinta all’individualismo”, per una lettura critica e insieme appassionata di come la sinistra sia finita in rivoli dopo il 1989.

Ci racconta della fatica del fare politica fuori dai partiti e nell’associazionismo, ma ci fa conoscere – con parsimonia e rigore – anche il suo privato, il rapporto con il compagno di una vita e con il padre. Voce mai accomodante nel dibattito cittadino, parlandoci del 1989 e dintorni ci pone peraltro una domanda che in epoca Covid è diventata ancora più stringente: «È possibile pensare a una democrazia diversa da quella occidentale? Che recuperi la sua vitalità che quasi sempre un nuovo inizio richiede?». «Non ho riposta», dice l’autrice. Chiamandoci a continuare la ricerca.

SABBIONI BILLB SYBY 18 03 – 07 04 24
SAFARI RAVENNA BILLB 14 03 – 03 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24