«Con Battiato eravamo come fratelli. Artista unico, un vero monumento»

Parla lo storico collaboratore Angelo Privitera, protagonista degli omaggi al cantautore del Ravenna Festival. Dopo la presentazione l’1 luglio del libro fotografico di Roberto Masotti, il 2 concerto con la Messa Arcaica e le Canzoni Mistiche a Ravenna e il 12 con Over And Over Again a Cervia

Franco Battiato Angelo PriviteraUn anno o poco più è passato dalla scomparsa di una delle personalità più complete della musica italiana tutta, e non solo, a suo modo anche più singolari, sfaccettate, e diremmo anche più iconiche. Ravenna Festival ricorderà l’opera, e di conseguenza l’inscin- dibile figura umana, di Franco Battiato con diversi appuntamenti, primo in ordine cronologico (venerdì 1° luglio alla Sala Corelli del Teatro Alighieri, ore 18), la presentazione dell’ultimo libro, intitolato Franco Battiato, nucleus, del fotografo ravennate Roberto Masotti, scomparso di recente, autore anche di altri due volumi fotografici postumi, uno su John Cage e l’altro su Keith Jarret, tutti editi da seipersei

Il giorno dopo, 2 luglio, al Pala De André di Ravenna, andrà in scena il primo dei due omaggi musicali, con l’esecuzione della Messa Arcaica da parte dell’Orchestra Maderna e del Coro della Cattedrale di Siena, con ospite Juri Camisasca. Direzione di Guido Corti; direttore del coro Lorenzo Donati. Mezzosoprano Cristina Baggio.
La stessa sera, nella seconda parte, si potranno ascoltare le Canzoni mistiche, nell’interpretazione di Alice – la cui carriera è stata indelebilmente illuminata dall’astro di Battiato – e di Simone Cristicchi.

Il 14 luglio ci si trasferirà all’Arena dei Pini di Milano Marittima, in occasione del concerto dal titolo Over And Over Again, un’antologia di brani dell’autore ideato dal tastierista Angelo Privitera, uno dei più stretti collaboratori di Battiato, nonché amico fraterno, presente anche nella serata al De André.

Franco Battiato Roberto Masotti

Il libro fotografico su Battiato uscito postumo con la firma del fotografo ravennate Roberto Masotti, scomparso recentemente

«Io e Franco – ci racconta – ci siamo conosciuti nel 1985: lui abitava ancora a Milano e io andavo spesso a trovarlo a casa sua. Poi, nel 1988 rientrò in Sicilia e così la nostra collaborazione sfociò nel sentirci come due fratelli. Il nostro reciproco affetto era smisurato: quando suonavamo dal vivo, bastava uno sguardo per capirci. Anche la nostra formazione era molto simile: studi al conservatorio, passione per la musica pop e una grande attrattiva per l’elettronica».

Ci può dire qualcosa sulla Messa Arcaica?
«È una vera e propria Messa, con tutte le sue cinque parti, Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei. Dura circa 40 minuti: fu ese- guita la prima volta nel 1993, nella Basilica di Assisi. La suonammo per l’ultima volta nel settembre del 2017 a Catania. Erano almeno 15 anni che non la eseguivamo e quello fu l’ultimo concerto di Franco».

E di Over And Over Again cosa può anticipare?
«È il concerto che sto portando in giro in questo periodo. In realtà lo avevo pensato in occasione dei 40 anni de La voce del padrone, ma dopo quel terribile 18 maggio del 2021, lasciai perdere. Ora, anche su sollecitazione della sua famiglia, ho ripreso quell’idea iniziale. Non è stato facile scegliere le canzoni da proporre in concerto: quando suonavo con Franco, selezionavamo insieme la scaletta dei concerti. Ora, senza lui, mi sento in grande imbarazzo. Comunque posso dire che ci saranno “L’ombra della luce”, “L’oceano di silenzio”, “La cura”, “Voglio vederti danzare”, tutti i brani che hanno fatto la sua storia d’autore. E ci sarà anche un pezzo strumentale, “Luna indiana”, tratto da L’era del cinghiale bianco. Sarà un vero e proprio viaggio musicale: con me sul palcoscenico ci saranno il cantautore Fabio Cinti, molto vicino a Franco negli ultimi tempi, e il Nuovo Quartetto Italiano, il quartetto d’archi col quale abbiamo lavorato tantissimo. Ogni canzone sarà accompagnata da un video realizzato da diverse persone; persone che hanno vissuto Battiato e che hanno voluto regalargli un pensiero. Tra loro, il giornalista Vincenzo Mollica».

Qual è l’eredità più importante che ci ha lasciato Franco Battiato?
«Un musicista da cui abbiamo ereditato tantissimo: da quando non è più tra noi, si parla continuamente di lui. Ci ha lasciato tanto culturalmente. Franco era uno che si interessava di tante cose, cercava, scopriva strade diverse. Insieme abbiamo suonato dappertutto e spesso in luoghi speciali, dall’India a Los Angeles, da Londra al Libano. Seguiva il pensiero filosofico di Gurdjieff; è stato anche il primo artista ad esibirsi davanti al Papa. Dico sempre che Battiato è un autentico monumento. È stato un artista unico, completo, a 360 gradi: ha scritto diverse opere, una messa, un balletto e ha diretto vari film, composto musiche per cinema e teatro; dipingeva anche. E non dimentichiamoci che era una persona molto ironica, divertente: raccontava sempre un sacco di barzellette. Molti lo consideravano distante… Invece era una persona buona, cordiale, di animo profondamente gentile».

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