venerdì
27 Giugno 2025
musei

Da Lucio Fontana a Mimmo Paladino: la nuova grande mostra del Mar di Ravenna

Una celebrazione della rinascita dell'arte musiva in città, nel centenario della nascita della Scuola di Mosaico

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Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1952, olio su tela, vetri e buchi, 51.7x48.5, © Fondazione Lucio Fontana, Milano by SIAE 2024
Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1952, olio su tela, vetri e buchi, 51.7×48.5, © Fondazione Lucio Fontana, Milano by SIAE 2024

La nuova grande mostra del Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna (in via di Roma), rientra nell’ambito del centenario della nascita della Scuola di Mosaico. L’appuntamento è dal 12 ottobre al 12 gennaio con “I’m a Mosaic! – Da Severini, Sironi, Fontana a Paladino, Plessi e Samorì”, mostra a cura di Paola Babini, Giovanna Cassese ed Emanuela Fiori, organizzata con il Mar da Comune e Accademia di Belle Arti.

«Una collaborazione – commenta Fabio Sbaraglia, assessore a Cultura e Mosaico del Comune di Ravenna – che, oltre a riconoscere il protagonismo della nostra Accademia nel panorama culturale, riannoda i fili di una storia, del novecento e del mosaico a Ravenna, che proprio sulla scorta dell’attività della scuola, ha rinsaldato e rilanciato l’identità tra il mosaico la nostra città».

Il concept narrativo della mostra è stato il risultato del lavoro corale da parte del comitato scientifico, composto da Paola Babini, Maria Rita Bentini, Roberto Cantagalli, Alberto Giorgio Cassani, Giovanna Cassese, Fabio De Chirico, Emanuela Fiori, Giovanni Gardini, Daniele Strada e Daniele Torcellini con il contributo di Chiara Pausini.

La mostra, realizzata anche grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, ripercorre quindi attraverso un viaggio nell’arte contemporanea del XX secolo, la storia della Scuola di Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna nell’anno del suo centenario. Un percorso che porta il visitatore alle origini della rinascita del mosaico avvenuta a Ravenna negli anni Venti e poi alla fine degli anni Cinquanta del ‘900.

Il percorso della mostra, articolata in sezioni, ripercorre le tappe della rinascita del mosaico legata all’affermazione della pittura murale e alla decorazione architettonica, passando poi in rassegna gli artisti più importanti che si sono confrontati con questa antica tecnica nel corso del secolo scorso fino ad arrivare agli esiti più originali dell’oggi: dalle opere di Gino Severini, Achille Funi e Mario Sironi, protagonista della rinascita della pittura murale negli anni Venti, passando per le originali creazioni di Lucio Fontana fino ad arrivare alla Transavanguardia con Enzo Cucchi, Sandro Chia e Mimmo Paladino,  e al contemporaneo più stretto, con le installazioni di Fabrizio Plessi e diverse importanti opere di alcuni dei più noti artisti dei nostri giorni come Nicola Samorì, Ugo Marano e Aldo Mondino.

Anche  l’allestimento curato da Studio MACRO Macchine Narrative di Lucca dal taglio cronologico e in dialogo con la sezione permanente del Mar dedicata al Mosaico Contemporaneo, intende accompagnare il visitatore nello sfaccettato mondo dell’arte musiva contemporanea attraverso opere, personaggi e artisti, risorse multimediali e apparati didascalici capaci di fare il punto, a cento anni dalla nascita della Scuola di Mosaico di Ravenna, sull’importante eredità di un patrimonio che ancora oggi costituisce la ragione e il motore del lavoro di tanti artisti che continuano a reinterpretare l’idea di mosaico e la sua arte viva.

Con circa 100 opere la mostra si propone, quindi, come un affascinante percorso per tornare alle origini della rinascita del mosaico; «il titolo stesso della mostra – spiegano i curatori – vuole essere una dichiarazione dell’emancipazione storica del mosaico dall’arte pittorica, dalle limitazioni della “tecnica” e l’affermazione di una autonomia forte e di una complessità fatta di singolarità, relazioni e forza espressiva. Il punto esclamativo vuole essere programmatico per lo slancio verso il futuro della Scuola di Mosaico dell’Accademia di Ravenna come del resto anche lo stesso slancio incarnato dall’opera di Carlo Pasini Arc-en-ciel del 2012, scelta come immagine guida dell’esposizione».

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