Alluvione, Legambiente: «Stop cemento» Il vicesindaco: «Si specula sul dramma»

Intanto il Consorzio Bonifica al lavoro: 1,4 milioni per 21 interventi
urgenti di messa in sicurezza della rete scolante provinciale

Per dare una spiegazione alle alluvioni del 5-6 febbraio sui lidi ravennati, Legambiente indica due temi in discussione da tempo: «Le estrazioni di idrocarburi possono accentuare il fenomeno della subsidenza e quindi aumentare il rischio di inondazioni sempre più gravi e ancora oggi si prendono in considerazione interventi di urbanizzazione a due passi dal mare, invece di interrogarsi su come decementificare la linea di costa».

La sezione regionale dell’associazione ambientalista, a proposito di quanto accaduto, parla di «realtà prevedibile già da tempo che in futuro non può far altro che peggiorare» e rivolge accuse alla politica «che continua a mettere la testa sotto la sabbia, ignorando non solo l’urgenza di piani straordinari di prevenzione ma anche la stessa piena applicazione del piano di gestione integrata delle zone costiere approvato dalla Regione ormai dieci anni fa». Secondo Legambiente la difesa della costa non è al centro dell’agenda amministrativa nel modo in cui la sua urgeza richiederebbe: «A giudicare dalle esternazioni dei politici locali infatti, le principali esigenze delle zone costiere sarebbero quelle di una nuova autostrada, la Orte Mestre, e della prosecuzione delle estrazioni di idrocarburi sotto costa».

A queste critiche replica Giannantonio Mingozzi, vicesindaco di Ravenna: «Di fronte al dramma della costa sconvolta si specula sui danni della mareggiata puntando ancora il dito contro le estrazioni e perfino contro l’autostrada Orte-Mestre. Il vento a 40 nodi, le onde di sei metri, il mare che non riceveva a Legambiente proprio non interessano, dal momento che il loro obiettivo è solo quello di continuare a far credere che subsidenza e mareggiate siano il frutto delle estrazioni e che la ricerca di idrocarburi ponga a rischio l’intera economia della costa e la salvaguardia dell’ambiente». E così il numero due di Palazzo Merlato difende nuovamente il progetto autostradale: «La Ravenna-Mestrenon c’entra proprio nulla e potrebbe invece migliorare l’afflusso turistico verso la nostra costa».

In parallelo alle polemiche sulle cause delle alluvioni, proseguono i lavori per il ripristino dei danni causati dal maltempo sul territorio non solo costiero. È stato inviato all’agenzia regionale di protezione civile un primo elenco delle opere urgenti da eseguire sulla rete scolante e sugli impianti del distretto di pianura del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale: il personale è già all’opera sui primi sei interventi di somma urgenza resi necessari dalla fase critica dell’emergenza per 275/300mila euro e sono quindici le ulteriori opere urgenti da realizzare nel corso delle prossime settimane, per oltre un milione di euro.

Il costo complessivo delle ventuno opere è di 1,4 milioni di euro, così suddiviso in base ai comuni in cui i lavori si stanno svolgendo e si dovranno svolgere: Ravenna 410mila euro, Conselice 340mila, Lugo 241mila, Bagnacavallo 185mila, Alfonsine 165mila, Cotignola 50mila, Imola 12mila. La più significativa tra le quindici opere previste nelle prossime settimane (200mila euro) è relativa al ripristino dell’argine destro del Canale di bonifica in Destra di Reno in località Mandriole, nel comune di Ravenna. Nello stesso comune è previsto un altro intervento per proteggere l’entroterra dalle mareggiate a Casal Borsetti.

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