X
    Categoria: economia

«Giù la disoccupazione, su il Pil» Confindustria vede la ripresa

Il presidente degli Industriali fornisce stime provinciali per 2015
e 2016. E sul porto è in arrivo lo studio commissionato a Nomisma

Segno positivo per il Pil e tasso di disoccupazione in calo: lo scenario provinciale di Ravenna visto dall’osservatorio di Confindustria sembra imboccare la strada della ripresa economica. I numeri li fornisce il presidente Guido Ottolenghi in occasione della tradizione conferenza di fine anno: «Per quanto riguarda gli scenari economici della provincia di Ravenna, si prevede per quest’anno un’inversione di tendenza del Pil con una piccola ma significativa variazione di segno positivo pari allo 0,6 percento, tendenza che dovrebbe migliorare nel corso del 2016 con un +1,5 percento. È atteso un calo del tasso di disoccupazione provinciale: dopo il 9,2 percento del 2014, nel 2015 il dato dovrebbe abbassarsi all’8,6 percento, per arrivare, secondo previsioni di Prometeia, al 7,6 percento dell’anno prossimo; ciò a fronte di una disoccupazione regionale che sarebbe del 7,8 per il 2015 e del 6,9 per il 2016».

L’incontro con i giornalisti è stata l’occasione per ribadire ancora una volta un concetto caro a Ottolenghi: la necessità di arginare l’influenza dei cosiddetti comitati del no nelle scelte delle amministrazioni. Lo spunto di riflessione è offerto dai referendum di diverse regioni, non l’Emilia Romagna, per abolire alcuni articoli dello Sblocca Italia, che consentirebbero di riprendere la ricerca e l’attività estrattiva di idrocarburi. «Se, per interessi spesso di visibilità personale o di parte, diamo ascolto solo ai comitati del no, presto saremo un Paese senza risorse. Spero vivamente che il governo, ma anche tutti gli enti locali, si assumano le necessarie responsabilità e consenta le attività estrattive. Naturalmente, ma questo per le nostre imprese è scontato, nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza. È molto apprezzabile che su questa linea a Ravenna vi sia un’unità di intenti che va dalle Istituzioni, ai sindacati, alle imprese e, aggiungo, alle migliaia di famiglie che vi lavorano». Sul tema il presidente degli Industriali punta il dito contro certe contraddizioni: «È contradditorio che, in molti ambienti, si discuta con preoccupazione di Eni, di Versalis o di Saipem, quando si pensa che siano a rischio posti di lavoro. E contemporaneamente, quando tutto va bene, siano additati come i colpevoli di subsidenza e inquinamento, e non si creino le migliori condizioni perché possano continuare ad investire qua». C’è poi il noto caso Matrix a Conselice, definito un pessimo biglietto da visita per qualunque forma di marketing territoriale: «Quando un’attività è autorizzata, ha fatto investimenti e rispetta le leggi, non è giusto pretenderne la cancellazione. Nessuno, se vuole godere del diritto alla propria proprietà e al proprio lavoro, può negarlo al vicino. Se oggi caccio il mio vicino domani qualcuno caccerà me».

Non poteva mancare il tema del porto nell’articolato discorso di Ottolenghi (scaricabile dal link in fondo alla pagina il testo integrale). Sugli escavi si è consumato negli ultimi mesi uno scontro velonoso che ha visto via Barbiani contropporsi strenuamente all’Autorità portuale guidata da Galliano Di Marco: «Il porto ha assoluto bisogno di una guida rispettata nell’ambiente portuale, che eserciti buon senso, che faccia quel che dice e dica quel che fa. Al contrario secondo noi in questi ultimi tre anni abbiamo assistito a una progettualità, legata all’escavo dei fondali, illogica, contradditoria e sempre mutevole. La parabola degli escavi sta tra gli annunci del 2012, che l’escavo sarebbe cominciato in pochi mesi e che se non si avviava Di Marco avrebbe subito e coerentemente rassegnato le dimissioni, le successive complicazioni, determinate anche dalla amministrazioni locali e da diverse interpretazioni della normativa e delle autorizzazioni della normativa, il progetto “unico e senza alternative” del 2014, l’alternativa con le casse di colmata sui moli di agosto del 2015, che secondo l’AP si poteva fare senza VIA, e la constatazione successiva che occorresse una VIA e un minimo di consenso della cittadinanza». Per smarcarsi dalle accuse di fare solo disfattismo, Confindustria annuncia un momento importante: «Non ci siamo limitati ad esprimere i nostri dubbi. Abbiamo quindi affidato a Nomisma uno studio sullo sviluppo competitivo del Porto di Ravenna che ci aiuti ad identificarne le potenzialità in un settore, quello del trasporto marittimo, che a livello mondiale ha continuato a crescere malgrado tutto. Se questi anni hanno spaccato la comunità portuale e allontanato le Istituzioni e i cittadini dal porto per la inconcludenza e conflittualità del processo, per i sospetti sempre alimentati che ognuno si muovesse per interessi inconfessati mentre il solo custode del bene pubblico era l’Autorità Portuale, noi speriamo che questo studio, che non è un progetto, ma che inquadra diverse possibili soluzioni sia progettuali che collocamento dei fondali, offra la possibilità di un dibattito più serio e sereno e di una rinnovata unità di intenti del nostro territorio per avere un porto efficiente e moderno che porti benessere alla Romagna». Il 18 dicembre sarà presentato pubblicamente.