Nonostante la ripresa le imprese a Ravenna continuano a diminuire: -1,77 per cento

Per la Camera di Commercio si tratta di un andamento «molto negativo» che incide anche sulla media regionale. Andamento positivo solo nell’ultimo trimestre

ImpreseRipresa solo negli ultimi tre mesi, perché a guardare i dati annui degli ultimi dodici mesi le imprese registrate sono state 2.026, 713 in meno rispetto al 2016. Sono i dati della Camera di commercio che prendono in considerazione i primi nove mesi dell’anno. Al 30 settembre 2017  le imprese erano 39.508. Si tratta di 887 unità in meno rispetto alla stessa data dell’anno passato. Negli ultimi 12 mesi sono state registrate 2.026 nuove iscrizioni a fronte di 2.739 cancellazioni, il che ha determinato un saldo negativo di 713 unità.

Nel corso del 2016 – specifica la Camera di Commercio – si è osservata una crescita anomala delle cessazioni dovuta ad una operazione straordinaria di ripulitura del registro che ha comportato la cancellazione nel mese di novembre di 543 imprese fallite da oltre dieci anni. Anche tenendo conto di questo intervento, comunque,, il tasso di variazione su base annua risulta molto negativo, pari al -1,77%. Il tasso regionale è influenzato dal dato negativo di Ravenna e di alcune altre province e risulta pari a zero All’opposto, a livello nazionale nel periodo settembre 2016 settembre 2017 si conferma la crescita del numero delle imprese con un tasso di variazione positivo pari al +0,62%.

I dati positivi per la provincia  vanno cercati nel terzo trimestre 2017 il saldo tra iscrizioni e cessazioni in provincia di Ravenna, sempre al netto delle cessazioni di ufficio, è risultato positivo: le iscrizioni superano le cancellazioni di 72 unità, producendo un tasso di crescita trimestrale pari al +0,18%.

Per quanto riguarda la forma giuridica, nell’ultimo anno tutti i tipi di società sono in calo e la maggior parte delle imprese iscritte all’albo (55,3 per cento) è rappresentato da ditte individuali. I settori produttivi che soffrono di più sono commercio (-294 esercizi, pari al 3,4%), edilizia (-153, -2,6%) e industriale (-152, -4,4%). Bene invece le imprese dei servizi, sia quelli creditizi e assicurativi (+10 unità, pari all’1,4%) sia quelli alla persona(+66 unità, pari al +2,3%). Nel commercio soffrono alimentari e abbigliamento mentre crescono i rivenditori di auto (+24 unità).

Per quanto riguarda le aree geografiche, , tutti i territori della provincia registrano una flessione. In particolare nell’area della Bassa Romagna si registrano -244 imprese, pari al -2,4%; nella Romagna faentina -212 unità (-2,4%) e nell’area di Ravenna -431 unità, pari al -2,0%). Nel comprensorio di Ravenna, che raccoglie oltre la metà delle imprese provinciali (il 52,5%), la diminuzione interessa principalmente il comune di Ravenna che perde 364 imprese (-2,3%), va meglio per il il comune di Cervia le cui imprese si riducono di 44 unità (-1,1%).

Le imprese artigiane calano -0,9 per cento) così come le imprese femminili, 83 in meno dello scorso anno.  Le imprese femminili rappresentano il 20,7% del totale delle imprese provinciali. Il loro peso è leggermente cresciuto negli ultimi due anni mantenendosi di poco superiore alla media regionale (20,5%) e inferiore a quella nazionale (21,8%).

Anche in questa fase si conferma positivo il saldo delle imprese con titolare straniero o a maggioranza dei soci straniera. Al 30 settembre 2017 sono iscritte 4.419 imprese straniere nel Registro imprese di Ravenna: 94 in più rispetto alla stessa data dello scorso anno (+2,2%). La percentuale di imprese straniere sul totale è in crescita continua ed ha raggiunto l’11,2%, allineandosi alla media regionale e mantenendosi più elevata di quella nazionale (9,6%).

Al 30 settembre 2017, sono 2.703 le imprese giovanili registrate a Ravenna. Negli ultimi 12 mesi il loro numero ha subito una pesante flessione di 173 unità pari al -6,0% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Ciò si giustifica principalmente con la perdita dei requisiti per la definizione di “giovanile” ovvero il superamento della soglia dei 35 anni da parte di soci e titolari. Infatti il saldo tra iscrizioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi è positivo pari a +245 unità.  I giovani investono soprattutto nel turismo, nel settore creditizio e assicurativo, nel commercio e nelle costruzione.

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