Bici condivise: la rivoluzione asiatica Obike è finita, ora ci prova un ravennate

L’avventura dei velocipedi giallogrigi è durata un’estate. La flotta di 4.800 mezzi è stata rilevata da Fulvio Tura che progetta il ritorno ma solo con un contributo pubblico: «Il servizio da solo non si sostiene. Ma piace agli albergatori»

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A Cervia uno dei tre depositi delle 4.800 bici Obike ora passate a Fulvio Tura (foto dal sito Rimini 2.0)

La rivoluzione asiatica è durata una sola stagione. Le bici gialle e grigie di Obike, compagnia di Singapore, diffuse in tutta la riviera romagnola, sono state ritirate ad ottobre quando l’azienda che aveva lanciato il servizio è fallita (qui l’intervista al referente italiano). Non è detto, però, che le biciclette non si rivedano presto in strada: Fulvio Tura, che lavorava in partnership con l’azienda e si occupava delle manutenzione, ha deciso di rilevare la flotta di biciclette, ora dislocata in tre magazzini (uno a Cervia, altri due nel Riminese), composta da 4.800 mezzi a due ruote.

ObikeTura da un ventennio lavora con il bike sharing: è stato lui ad inventare “C’entro in bici”, il progetto che portò le biciclette pubbliche a Ravenna e poi in altre 130 località italiane. Quando sul mercato sono arrivati i colossi asiatici, il sessantenne imprenditore ravennate ha deciso – anziché arrendersi – di appoggiare con la sua esperienza il primo esperimento di bike sharing su larga scala lanciato in Romagna. Nel frattempo, però, è scoppiata la bolla e quasi tutte le grandi compagnie hanno chiuso i battenti (al momento in Italia ne opera una sola).

Obike CerviaPer Tura, una nuova svolta: «Insieme ad una società italiana, la Duratel Srl che si occupa di gestione di grossi stock, ho deciso di rilevare la flotta di biciclette. Ora voglio fare ripartire il servizio ma servirà il contributo delle amministrazioni comunali». Per Tura il fatto che nemmeno colossi internazionali siano riusciti a creare un’economia efficiente dimostra che «da solo, il bike sharing non è sostenibile». I numeri locali sembrano interessanti: in tutta la Romagna i viaggi totali da aprile a settembre 2018 sono stati 326.892 con ogni bici che nei mesi di punta che faceva circa 24 viaggi (24,5 a luglio; 23,5 ad agosto). Il giorno di Ferragosto sono stati fatti 5.567 viaggi, ma il picco è stato il 6 luglio, giorno della Notte Rosa, quando i viaggi sono stati 5.796. Le riparazioni effettuate ammontano a 3.162, a cui vanno aggiunte diverse altre operazioni connesse che porta il totale degli interventi della società di Tura a 19.211.

BiciIl lavoro, in altre parole, non è mancato ma per ripartire con un servizio che – dice Tura – «è stato molto apprezzato» serve l’interessamento degli enti pubblici. Non sarebbe una novità: a Bologna e a Padova il Comune ha dato un contributo ai privati quantificabile rispettivamente in 130 e 200 euro a bicicletta. A Ravenna però, ad esempio, si attende ancora l’introduzione delle bici verdi del progetto promosso dalla Regione (ne parlammo due anni fa). «La mia idea è quella di un contributo inferiore, 80 euro a bicicletta, all inclusive. Le amministrazioni mi dicono di quanti mezzi hanno bisogno e io li fornisco, occupandomi poi della gestione e della manutenzione».

Bici Per HoteluSe così fosse, si abbasserebbero anche le tariffe: «Penso a una tariffa giornaliera di 2 euro che diventerebbe di 3 nel caso si tenga la bici per tre giorni per arrivare a 5 euro per otto giorni. Mi sembra giusto che ci siano prezzi più bassi rispetto a prima se il pubblico darà il suo contributo. Credo che un servizio del genere in Romagna serva e che si potrebbe coinvolgere anche Start, che in fondo è l’azienda di trasporto pubblico». Dalle parole di Tura emerge che, in questo momento, si è in una fase interlocutoria con i Comuni. Chi si è mostrato interessato sono invece gli albergatori: «Con loro il discorso è più avanzato. Ho già raccolto 32 adesioni e molti sono clienti della scorsa gestione. Diciamo che sarebbe un buon risultato confermarne un centinaio rispetto ai 118 dello scorso anno. Sono ottimista perché il servizio è molto gradito. Il nuovo servizio si chiama +Bike e le bici degli alberghi saranno riconoscibili dall’etichetta rossa». Ci sarà da ripensare all’App: «Mi piacerebbe coinvolgere MyCicero, quella con cui attualmente si paga la sosta in molte città della Romagna».

Per quanto riguarda la cauzione di cinque euro, che lo scorso anno era stata versata con la vecchia App, riaverla non sarà semplice: «Io ho rilevato le biciclette, non la società – spiega Tura –. Credo che in Romagna non sarà un grosso problema perché Obike l’aveva eliminata, su mio suggerimento, poco dopo l’entrata in funzione del servizio. In Asia hanno qualche problema in più, anche perché chiedevano 49 dollari…».

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