Fit-Cisl: «Al porto non tutte le attività garantiscono tutele ai lavoratori»

Dopo la Cgil, un altro sindacato segnala i pericoli a cui sono esposti gli operatori dello scalo ravennate a causa della mancata disponibilità di mascherine

2118 Navi Al Porto«Non tutte le attività del porto di Ravenna garantiscono adeguate tutele ai lavoratori per evitare i contagi di Covid-19. Le scorte di mascherine sono praticamente esaurite». È l’affermazione di Gabriele Derosa, il responsabile sezione porti della Fit Emilia-Romagna, il sindacato della Cisl che tutela i lavoratori dei porti. Il sindacalista sostiene che «all’interno del porto di Ravenna manca il coordinamento per mettere in sicurezza l’insieme dei lavoratori che vi operano». La presa di posizione della Cisl arriva all’indomani di analoghe dichiarazioni della Cgil.

I porti rimangono aperti per quanto emanato dall’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri e le attività proseguono. «Ma in questo momento la paura, l’incubo del contagio, dilagano tra i lavoratori portuali, le aziende faticano a reperire i dispositivi di protezione individuali (Dpi) per le vie aree adeguate al contenimento dei rischi normalmente presenti durante le attività lavorative e che allo stesso tempo proteggano e contrastino la diffusione di questo nemico subdolo e invisibile».

Secondo quanto afferma la Cislm in alcune aziende portuali, i lavoratori sono costretti al riutilizzo per più turni di lavoro della stessa mascherina di Ffp2/Ffp3 «che invece andrebbe sostituita almeno alla fine di ogni giornata lavorativa».

Tra i vari Dpcm che si sono susseguiti in questi giorni, il 14 marzo è stato siglato un protocollo con una precisa serie di misure per la prevenzione, passando dalle misure da attuare in ingresso e in uscita dei lavoratori, alle modalità di accesso dei fornitori esterni e degli autotrasportatori, la rilevazione della temperatura corporea, pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro, gestione degli spazi comuni e utilizzo di idonei Dpi. «Inoltre prevede la costituzione in sede aziendale di comitati composti dai datori di lavoro, dagli Rssp, dalle rappresentanza sindacali aziendali e dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza al fine di attivare tutte le procedure necessarie e obbligatorie per contrastare la diffusione e il contagio del virus. Nelle aziende sindacalizzate, siamo riusciti ad attivare quanto prima i comitati sopra citati. Purtroppo non tutte le aziende sono sindacalizzate quindi occorre che gli organi preposti alla vigilanza effettuino continui e severi controlli per la tutela della salute dei lavoratori».

Anche Cisl afferma che, in una fase così delicata per l’oggettiva carenza di Dpi, «diventa oggi più che mai assolutamente necessario decidere quali attività far proseguire, evitando di sottoporre i lavoratori e conseguentemente le loro famiglie a rischi di contagio indiscriminati».

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