L’attacco di Cgil: «Prima fase dell’emergenza al porto senza protezione complessiva»

Il sindacato denuncia la mancanza di un coordinamento per un protocollo per le attività di camionisti, terminalisti e portuali: «Oggi è assolutamente prioritario decidere quali attività far proseguire, alla luce oggettiva della mancanza di dispositivi di sicurezza»

2120 Navi Al Porto«Al porto di Ravenna la prima fase dell’emergenza coronavirus è passata senza o quasi prevenzione complessiva, ci sono delle precise responsabilità che lasceranno tracce profonde nei rapporti sociali». È l’accusa pesante che arriva dalla Cgil con una nota firmata dal segretario provinciale Costantino Ricci e dal segretario della Filt, Mauro Comi.

Il sindaco sostiene che «nonostante le richieste ufficiali dallo scorso 25 febbraio, la gestione della difficilissima situazione generale non ha visto, nel territorio ravennate, nell’ultimo mese, un preciso e concreto ruolo di coordinamento/gestione per la costruzione di un protocollo che permettesse almeno di mettere in sicurezza l’insieme delle attività lavorative portuali». I riferimenti a titolo di esempio sono camionisti, manutentori, logistica, terminalisti, portuali, marittimi.

L’ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri riduce ulteriormente l’elenco delle attività che possono proseguire. La Cgil parla di seconda fase che non deve essere gestita come la prima: «Per il porto di Ravenna, è oggi assolutamente prioritario decidere quali attività di sbarco e imbarco navi far proseguire, alla luce oggettiva della mancanza di dispositivi di sicurezza che non garantiscono la salute dei lavoratori, questo a prescindere dal Covid-19, ma in ottemperanza delle prescrizioni in essere nel porto da molti anni».

Per il sindacato la linea da seguire deve essere quella contenuta nelle prescrizioni delle filiere indispensabili, quella agroalimentare, quella farmaceutica e strettamente connesse: «Richiediamo per l’ennesima volta l’attivazione di tavoli nei quali il lavoro sia presente e possa proporre misure di intervento che garantiscano la sicurezza dei lavoratori e conseguentemente dell’intera cittadinanza. Il sindacato e i lavoratori si sono sempre assunti delle responsabilità, anche di carattere generale, e continueranno a farlo ,ma la tutela della salute prescinde da qualsiasi interesse di natura economica, e su questo saremo intransigenti».

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