Ma i sindaci dei due capoluoghi sono contrari: «Non porterebbe vantaggi e metterebbe a rischio un sistema consolidato che già collabora»
La Corte Costituzionale ha dichiarato legittima la riforma delle Camere di Commercio, rispondendo alle questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tar del Lazio, e quindi c’è il via libera per la fusione tra Ravenna e Ferrara. I sindaci delle due città, rispettivamente Michele de Pascale (Pd) e Alan Fabbri (Lega), sono contrari: «La riforma va corretta consentendo agli enti camerali sani, che hanno bilanci in regola, di mantenere una dimensione di autonomia provinciale, necessaria per garantire maggiori garanzie ai territori».
I due sindaci ricordano che i rispettivi territori da sempre collaborano in modo naturale dal punto di vista economico e sono più che disponibili a continuare a farlo, «valorizzando i fortissimi punti di contatto, dal turismo alla cultura, dall’ambiente alla chimica, ma fondere le Camere non porterebbe alcun vantaggio e anzi potrebbe mettere a rischio gli equilibri che un sistema consolidato ha creato nel tempo».