Gli esercenti: «Energia e materie prime, come faremo a non aumentare i prezzi?»

La Confcommercio di Ravenna stima incrementi dei costi di gestione del 100% per i bar, e del 73% per i ristoranti

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Mauro Mambelli, presidente provinciale Confcommercio e Fipe

Il caro energia sta colpendo pesantemente le imprese della ristorazione, del commercio e della ricettività che quest’anno dovranno sostenere un aumento della bolletta come mai si era visto. Con incrementi del 100 percento per i bar e del 73 per i ristoranti, secondo una stima di Confcommercio Ravenna. Che in una nota pubblicata sul proprio sito internet sottolinea come i rincari si stiano sommando alla sofferenza del periodo delle feste e alle difficoltà dovute dalla pandemia che, dal 10 gennaio – secondo un monitoraggio effettuato dall’associazione provinciale sulle imprese associate –, si trovano a dover fare i conti con un crollo della clientela.

In sostanza, secondo elaborazioni statistiche basate sugli aumenti medi a base annua, saranno pesanti quelli per i bar, la cui bolletta elettrica passerà in media da 4 a 7 mila euro per salire, con il costo del gas, da 5 a 10 mila euro in totale. I ristoranti registreranno una maggiore spesa elettrica che passerà da 7 a 12 mila euro che, con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che da 11 mila salirà fino a 19 mila euro.
Per i negozi alimentari, che usano molto l’elettricità per la refrigerazione degli alimenti, la bolletta elettrica passerà da 15 mila a 24 mila euro, mentre i costi del gas, usato per lo più per il riscaldamento dei locali, passeranno da 1.300 a 2.300 euro, con il totale che salterà così da 16 mila a 26 mila.
I negozi non alimentari avranno una bolletta energetica, fra gas ed elettricità, che passerà da 5 mila a 7 mila euro, con l’incremento maggiore dovuto all’elettricità. Per gli alberghi la spesa per la bolletta elettrica passerà da 49 mila a 79 mila euro, un aumento del 61 percento. A questo poi si aggiunge la bolletta del gas che passa da 10 mila a quasi 20 mila euro. Per un albergo tipo (con consumi di 260 mila chilowattora/anno di elettricità e 18 mila metri cubi di gas), la spesa annua passa da 59 mila a 98 mila euro.

«Questo è veramente troppo – dice Mauro Mambelli, presidente provinciale di Confcommercio e Fipe, la federazione che raggruppa i pubblici esercizi –. Da due anni stiamo lottando tenacemente con la pandemia che ancora non ci dà tregua, con le restrizioni che hanno modificato il nostro lavoro, e ora con questi aumenti del costo dell’energia davvero insopportabili per le nostre aziende. Con il raddoppo di questi costi non so se sarà possibile non applicare un aumento dei nostri prezzi (che lo ritengo sempre una sconfitta e che potrebbe portare fuori mercato tante imprese, soprattutto del settore turistico) perché, oltre a questo, dobbiamo fare i conti con l’aumento delle materie prime, con rincari anche dell’ordine del 30 percento. Se sommiamo tutto questo, diventa difficile stare sul mercato, ma non è possibile scaricare sui consumatori questi oneri, se non si vuole indebolire la dinamica dei consumi».

Secondo Mambelli quindi il caro bollette può essere affrontato solo attraverso misure strutturali nazionali. Un problema «che deve trovare soluzione – continua – perché in caso contrario, molte attività non riusciranno ad arrivare alla fine dell’anno e non per le restrizioni dovute all’emergenza epidemiologia, ma per gli importi esorbitanti delle bollette di energia elettrica e del gas e per gli aumenti di gestione dell’impresa».

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