Siccità in regione: servono già 36,7 milioni di euro per rispondere alle criticità

L’Emilia-Romagna ha presentato la richiesta dello stato di emergenza nazionale. L’Autorità distrettuale del fiume Po ha disposto alcune misure per consentire l’uso idropotabile in provincia di Ravenna

Foto ADBPo Fiume Po Sissa Trecasali PR

Il porticciolo di Torricella, nel comune di Sissa Trecasali (Parma), sul fiume Po, visto dal drone aereo del giornalista Marco Epifani

La Regione Emilia-Romagna ha presenta al governo la richiesta dello stato di emergenza nazionale per il perdurare e l’aggravarsi della siccità. La richiesta ufficiale è stata firmata e inviata ieri, 29 giugno, dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e al capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

Dalla ricognizione, emerge un fabbisogno di oltre 36,7 milioni di euro per rispondere alle criticità, comprese le proposte di intervento formulate nelle ultime ore da Consorzi di Bonifica, Comuni e servizi tecnici regionali.

Le opere più urgenti e le misure di assistenza alla popolazione, per quanto riguarda l’idropotabile, ammontano a 11 milioni, con più di 4 milioni e 200 mila euro di già in corso o di prossimo avvio tra fornitura di acqua con autobotti, scavo di pozzi, posa di nuove condotte e di sistemi di pompaggio.

Altri 2 milioni e 700 mila euro circa afferiscono all’irriguo e, per oltre 1 milione, fanno riferimento a progettualità già in atto o in partenza: impianti di pompaggio, installazione di elettropompe e dragaggi della sezione di presa degli impianti, per fare qualche esempio.

Va aggiunta poi una quota di quasi 23 milioni di euro – la maggior parte (16 milioni e mezzo) sull’idropotabile – per interventi di riduzione del rischio residuo, da attuare nel medio termine e dunque non finanziabili con la prima fase dello stato di emergenza.

Si tratta comunque di opere non previste, a oggi, in altri percorsi di finanziamento attivi e strettamente legate alla risoluzione delle criticità.

A seguito di quanto emerso dalla seduta dell’Osservatorio crisi idriche odierno, l’Autorità distrettuale del fiume Po, al fine di sostenere le portate del Po nel tratto di valle per assicurare l’uso idropotabile della Provincia di Ferrara, della Provincia di Ravenna e della Provincia di Rovigo; e per contrastare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee, comunica che sono state definite le seguenti misure: riduzione del 20 percento dei prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dell’ultima settimana; aumento dei rilasci dai grandi laghi alpini (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda) pari al 20 percento rispetto al valore odierno; verifica da parte della Regione Piemonte (con particolare riguardo al bacino del Toce) e della Regione Valle d’Aosta della possibilità di rilasci aggiuntivi giornalieri dagli invasi idroelettrici, in analogia a quanto già effettuato in Regione Lombardia e nella Provincia autonoma di Trento.

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