Calcio, i conti del Ravenna Fc: 182mila euro di perdite dopo 4 bilanci in rosso

L’analisi degli ultimi quattro bilanci del Ravenna Fc. Capitale sociale azzerato per una parziale copertura. Utilizzata una deroga Covid per rinviare il costo degli ammortamenti che avrebbe aumentato il passivo di altri 323mila euro. E ancora non è stato inserito il debito da quasi mezzo milione di euro per dieci anni di bollette non pagate

INFOGRAFICAChiusura in rosso per quattro stagioni consecutive, perdita totale arrivata a 182mila euro, scadenze Iva non rispettate in passato per cui è in corso un graduale ravvedimento, uso delle deroghe Covid ancora in vigore per sospendere gli ammortamenti che altrimenti avrebbero aggiunto altri 323mila euro alla perdita portandola oltre 500mila euro. È una sintesi sommaria dei bilanci della società di calcio Ravenna Fc negli ultimi quattro esercizi, dall’1 luglio 2019 al 30 giugno 2023 (due campionati tra i professionisti di serie C e due tra i dilettanti di serie D). Ma una fotografia più reale dei conti del club deve considerare anche un debito di altri 500mila euro per dieci anni di bollette non pagate che ancora non compare in alcun bilancio perché emerso solo nelle recenti settimane.

Contributi pubblici e trattative per la cessione
I bilanci e le visure societarie sono documenti accessibili pubblicamente a pagamento alla Camera di Commercio. Quelli del Ravenna Fc li abbiamo scaricati e sfogliati, con la preziosa collaborazione di un commercialista, per far parlare i numeri. La società giallorossa (la gestione attuale è nata nel 2012 in seguito a un fallimento) è il punto più alto del calcio provinciale con un settore giovanile di qualche centinaio di tesserati. Si tratta di una realtà che beneficia anche di contributi pubblici: l’attuale gestione, nata dopo il fallimento del 2012, ha ricevuto dal Comune di Ravenna un totale di circa 900mila euro per la gestione dello stadio. E ora al centra di una trattativa che cambierà la proprietà: da luglio diventerà del nipote di Raul Gardini.

Foto Di Filippo Venturi

Foto di Filippo Venturi

2022-2023
Il 20 novembre scorso l’assemblea dei soci del Ravenna Fc (114 i soggetti titolari di quote) si è riunita a Imola nello studio del notaio Federico Tassinari e ha approvato il bilancio chiuso al 30 giugno 2023 (l’esercizio delle società sportive va dall’1 luglio al 30 giugno e non ricalca l’anno solare). La perdita dell’esercizio 2022-2023 (serie D) è stata di 28mila euro (a sommarsi ad altri 153mila accumulati nei tre esercizi precedenti). I ricavi totali sono stati 1,191 milioni di euro: le voci più consistenti sono 745mila euro di proventi pubblicitari e sponsor, 122mila euro di concessioni, 70mila euro dal botteghino per le partite, 62mila euro di premi per valorizzazione di calciatori e 52mila euro per cessioni di giocatori. Il totale dei costi è stato 1,198 milioni. Nella nota integrativa al bilancio vengono dettagliate esplicitamente solo alcune voci e sono quelle più consistenti: 40mila euro di indumenti e 43mila di vitto e alloggio per la prima squadra, 65mila euro per il settore giovanile tra indumenti e gestione. Il presidente della società Alessandro Brunelli, alla nostra domanda, ha risposto che gli stipendi dei calciatori valgono circa il 60 percento del totale dei costi.

2021-2022
Chiusa sul campo con un secondo posto in classifica in serie D dove il Ravenna era appena retrocesso, l’annata 2021-2022 per i conti giallorossi ha segnato 110mila euro di perdita. I debiti dell’anno sono stati 760mila euro di cui la voce più consistente (450mila) per finanziamenti bancari con un mutuo da 365mila euro aperto nel corso dell’esercizio. La seconda voce è stata 180mila euro verso i fornitori che potrebbero essere voci del passato visto che i debiti maturati nel corso dell’esercizio sono stati 390mila euro e risultano pagati. I ricavi della stagione 2021-2022 sono stati 940mila euro di cui 500mila da pubblicità, centomila dal contributo annuale del Comune per la compartecipazione alle spese di gestione dello stadio, 85mila dalle gare e 60mila da valorizzazione e trasferimenti di giocatori.

2020-2021
Quello che ad oggi è l’ultimo campionato giocato dal Ravenna in serie C cominciò con un rigido protocollo federale per tutti i professionisti per fronteggiare i rischi pandemici: partite senza pubblico, un tampone ogni quattro giorni e un test sierologico ogni quindici per tutto il gruppo squadra (in totale 40 persone, circa novemila euro al mese di spese inattese). Il costo dell’annata arrivò a 1,973 milioni di euro: servirono 100mila euro per vitto e alloggio in campionato e vennero assegnati 180mila euro al settore giovanile. Nei ricavi di quell’anno ci fu un milione di contributi dalla Lega Pro, 200mila euro di valorizzazione e cessione giocatori, 23mila euro per diritti tv. A fine anno la perdita fu di 54mila euro (una parte coperta subito e il resto di 43.789 euro portati al nuovo esercizio) che non comportò la perdita di oltre un terzo del capitale sociale perché il 15 luglio 2021 ci fu un aumento da 71mila a 138mila mediante conversione di riserva da versamenti in conto capitale.

2019-2020
La serie C si fermò in inverno per la pandemia. I giallorossi giocarono la 27esima giornata su 38 il 23 febbraio (ko 1-0 a Trieste) e tornarono in campo a fine giugno per i playout poi persi contro Fano. Il bilancio di quell’anno chiuse in sostanziale pareggio: perdita di 370 euro (utile di 19mila euro l’anno prima nella stessa categoria). Dalla Lega arrivarono 750mila euro, la pubblicità ne fruttò 330mila e 135mila la valorizzazione dei giocatori. «La serietà e la trasparenza gestionale da sempre alla base della società – si legge nella nota integrativa – hanno consentito la riammissione al professionismo». Il presidente Alessandro Brunelli rilasciò una dichiarazione che a maggior ragione rende doverosa la lettura dei conti: «Essere una società trasparente e con i conti a posto ha un valore che in situazioni come queste vale più, se non quanto uno spareggio vinto». L’attenzione alle casse giallorosse è sempre stata un vessillo agitato con orgoglio da Brunelli, commercialista tra i soci fondatori di un importante studio di consulenza.

Foto Di Filippo Venturi

Foto di Filippo Venturi

Sospensione ammortamenti
Un aspetto importante degli ultimi quattro bilanci del Ravenna Fc è il legittimo ricorso, già accennato, a una deroga introdotta ai tempi del Covid e poi prorogata già due volte che consente la sospensione degli ammortamenti. Di fatto si posticipano voci di costo. L’ammortamento infatti è un procedimento utilizzato per spalmare il costo di un bene nei vari esercizi in cui sarà utilizzato, cioè si calcola quanta parte del costo totale del bene è di competenza di ogni anno, facendo una previsione stimata degli anni di utilizzo con una valutazione aziendale. Il Ravenna usufruisce di questa deroga per il terzo bilancio di fila (al momento il legislatore non ha disposto altre proroghe). In quello chiuso lo scorso giugno la quota che sarebbe stata imputata a bilancio sarebbe stata 125.776 euro, al 30 giugno 2022 sarebbe stata 113.855 euro e l’anno precedente sarebbe stata 83.727 euro. In totale 323mila euro che avrebbero gravato sulla perdita. Ma anche corretto dire che senza Covid forse i bilanci avrebbero avuto performance migliori. Se non arriveranno ulteriori proroghe, al bilancio del 30 giugno 2024 bisognerà inserire gli 84mila euro sospesi dal 2021.

Bilanci “malati” di Covid
L’altra questione importante per dare il giusto peso ai numeri dei bilanci è che le quattro stagioni in esame cominciano appena sei mesi prima dell’esplosione della pandemia. Insomma è la fotografia del calcio pandemico. Quindi aumenti di spese sanitarie (ad esempio il ricorso massiccio ai tamponi nel 2020) e riduzioni di incassi (partite a porte chiuse). Un dato è significativo: le spese sanitarie della stagione 2019-2020 sono state 52mila euro, nell’ultima stagione sono state un decimo.

Foto Di Filippo Venturi

Foto di Filippo Venturi

Dov’è il debito delle bollette?
Nell’ultimo bilancio non è stato messo a costo il debito verso il Comune di Ravenna per 460mila euro per bollette non pagate. La circostanza non è menzionata nemmeno nella nota integrativa tra i fatti di rilievo sopraggiunti dopo la chiusura del bilancio. «Non è inserito nel rispetto del principio di competenza», ha risposto il presidente Brunelli.

La pubblicità rende di più in D
Il confronto della voce di entrata da proventi pubblicitari e sponsorizzazioni nei quattro bilanci sfogliati mette in mostra una curiosità: il valore dell’ultima stagione, 745mila euro, è il più alto degli ultimi quattro campionati. In generale c’è stato un crescendo continuo nonostante la retrocessione dalla C alla D: 380mila euro nel 2019-2020 (C), 485mila nel 2020-2021 (C), 515mila nel 2021-2022 (D). «Non conta tanto la categoria – ha chiarito ancora Brunelli –: tutti coloro che hanno accompagnato il nostro percorso lo hanno fatto con spirito di solidarietà».

Mancati pagamenti Iva
Dai documenti risultano scadenze Iva non pagate nelle annualità 2017, 2019 e 2020 per un totale di circa 50mila euro. Di cui ventimila sono stati pagati nel corso della stagione 2021-2022 insieme ai 17mila euro di imposta dell’esercizio. Altri 43mila euro di Iva a novembre 2022 non sono stati versati.

Parziale copertura delle perdite
All’ultima assemblea dei soci il presidente Brunelli ha portato all’attenzione la questione perdite arrivate a 182mila euro. Il capitale sociale di 138mila euro e diecimila euro di riserve sono stati utilizzati per una parziale copertura della perdita che è scesa quindi a 33.600 euro.

Capitale sociale ricostituito
Il capitale sociale è stato quindi ricostituito al minimo di legge (10mila euro) mediante nuovi conferimenti in denaro facoltativi offerti ai soci in proporzione alle quote possedute. Ventisei soci, tra cui lo stesso presidente Brunelli e la direttrice Claudia Zignani, hanno scelto di non partecipare alla sottoscrizione uscendo dalla compagine sociale. I soci assenti all’assemblea potranno esprimere la propria volontà in merito alla sottoscrizione o meno di nuovo capitale entro 30 giorni.

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