Il Ravenna Fc deve pagare 32mila euro di tassa rifiuti e 429mila euro di bollette

La società di calcio Ravenna Fc non ha pagato le bollette di luce e acqua e la tassa rifiuti (Tari) dello stadio di casa per dieci anni. Debito totale di circa mezzo milione di euro, il creditore è il Comune. L’assessore spiega che è stato un difetto di comunicazione tra uffici pubblici

Stadio Benelli RavennaPer dieci anni la società di calcio Ravenna Fc non ha pagato le bollette di luce e acqua e la tassa rifiuti (Tari) per lo stadio Bruno Benelli che ha in concessione dal Comune. Per luce e acqua da agosto 2013 a dicembre 2022 il Ravenna Fc, come già emerso di recente, ora deve versare 429mila euro. Ma ora è noto anche il debito Tari, appreso dalla stessa società giallorossa che ha risposto a una nostra richiesta: 32mila euro. Se si tiene conto che manca ancora il conto del 2023 di luce e acqua, si può considerare un debito totale che arriva a mezzo milione di euro. Ed è un debito verso la pubblica amministrazione, quindi in buona sostanza verso la collettività.

Per luce e acqua il creditore dei giallorossi infatti è il Comune di Ravenna e non le aziende Hera e Edison che non hanno mai staccato le utenze proprio perché i pagamenti sono sempre stati saldati dall’amministrazione pubblica che era formalmente intestataria delle fatture.

72616358 2465255540256239 5000896689230315520 NSecondo la prassi, le utenze degli impianti sportivi ravennati di proprietà comunale dovrebbero essere intestate ai rispettivi concessionari (di fatto tutte le strutture sportive sono date in gestione a società sportive che pagano un canone). Quando il vecchio Ravenna fallì nel 2012, e ancora non c’era un nuovo soggetto per il calcio cittadino, le utenze del Benelli passarono al Comune. La nuova compagine societaria sportiva, nata dopo il crac e ora in procinto di cedere le quote al gruppo Cipriani, non subentrò al posto del Comune nell’intestazione delle utenze (solo il gas risulta intestato al club calcistico). In pratica non venne fatta la cosiddetta “voltura”, una procedura nota a chi abbia mai avuto per le mani un immobile, anche un semplice appartamento. Situazione analoga per la tassa sui rifuti: non è stata dichiarata la posizione Tari a carico della società nata nel 2012.

Ravenna Fc e Comune hanno sottoscritto da poco un piano di rientro del debito di luce e acqua spalmato sui prossimi sei anni con 36 rate bimestrali a cominciare dal prossimo 1 gennaio: il totale di 429mila euro è dato dai 328mila euro di credito a cui sono stati aggiunti Iva e interessi. «La Tari sarà pagata a termini di legge», fanno sapere dal Ravenna Fc.

Stadio Benelli TribunaPer la tassa rifiuti c’è da tenere in considerazione un possibile risvolto giudiziario sul lato comunale. È un tributo locale che prevede una prescrizione di cinque anni. Questo determina il fatto che non potranno essere incassati gli importi oltre tale periodo e che, a meno di un riconoscimento e versamento da parte del Ravenna Football Club, tali importi non incassati potrebbero rappresentare un danno erariale per il Comune. Su questo aspetto vuole avere maggiori informazioni il consigliere comunale Gianfilippo Nicola Rolando (Lega) che ha inviato una comunicazione al collegio dei revisori dei conti del Comune per le valutazioni e azioni di sua competenza.

È stato il leghista a rendere nota all’opinione pubblica il 10 settembre scorso la circostanza dei mancati pagamenti. Il Comune ha mosso la prima contestazione al Ravenna Fc con una Pec il 13 giugno scorso ma non ne ha dato notizia agli organi di stampa.

La dirigenza giallorossa ha commentato la vicenda  delle bollette con un comunicato a fine settembre: “Lo scopo primario della scrivente società è sempre stato quello di tutelare il patrimonio calcistico cittadino nel migliore dei modi, occupandosi in prevalenza di sport e degli aspetti tecnici e gestionali connessi, con la ferma volontà di rimanere totalmente estranea alle dinamiche di natura politica. Tutti coloro che hanno agito a favore di Ravenna Football Club 1913 sono stati mossi da massima trasparenza e buona fede. Una volta emersa la situazione su segnalazione dell’amministrazione comunale, la società si è immediatamente attivata per rimuovere il problema sino ad allora rimasto sconosciuto”.

È inevitabile notare che, anche conteggiando solo acqua e luce senza gli interessi, si tratta di una media di 30-35mila euro di costi all’anno che non sono mai stati messi a bilancio dal Ravenna Fc e che avrebbero inciso sui risultati finali. Gli ultimi quattro bilanci hanno chiuso tutti in perdita, il quintultimo era in utile di 19mila euro.

Secondo quanto risulta a Ravenna&Dintorni, la questione bollette sarebbe emersa a Palazzo Merlato solo a gennaio 2023 grazie a una perdita di acqua nella zona degli spogliatoi dello stadio. In municipio è arrivata una fattura di Hera da settemila euro ed è stata una sorpresa per tutti. Come è potuto accadere che per dieci anni il Comune non si sia accorto di niente?

Giacomo Costantini, assessore comunale dal 2016 e titolare della delega Sport dal 2021, spiega la genesi dell’errore: «Le utenze degli impianti sportivi sono abitualmente intestate ai rispettivi concessionari. A causa del fallimento del Ravenna nel 2012 le utenze dello stadio furono “volturate” al Comune per non interrompere i contratti». E poi è rimasto tutto così. «Provo a sintetizzare la procedura – continua Costantini –. Per il Comune avere in carico le utenze dello stadio, così come quelle di una scuola o di un ufficio, significa che la prassi dei pagamenti non è seguita dall’ufficio responsabile del contratto di gestione, in questo caso l’ufficio Sport, bensì dall’ufficio del provveditorato che segue centinaia di utenze. Nel 2013 fu dato tempo per la voltura delle utenze, dando per scontato che il passaggio ci fosse stato. Gli attori del 2013 sono poi cambiati da entrambe le parti e il fatto che gli uffici che governano il contratto sono diversi da quelli che verificano i pagamenti ha favorito tale errore. Un errore sul controllo determinato da un lato dall’alternarsi di intestazioni delle volture e dal consistente numero di contatori in gestione e dall’altro lato dal rapporto continuativo con i gestori».

CostantiniL’assessore assicura che esistono tutte le procedure necessarie negli uffici comunali per accertare errori del genere anche qualora imputabili solo a distrazioni: «Del mancato pagamento delle utenze dello stadio ce ne siamo accorti internamente ben prima degli articoli comparsi sulla stampa (ma il Comune non l’ha reso noto alla stampa, ndr). Da quando ho la delega allo Sport ho stabilito che all’avvicinarsi della scadenza di ogni concessione venga effettuata una severa prassi di controllo sulla gestione uscente del bene comunale, sia che si rinnovi la concessione sia che passi ad un altro soggetto. Infatti da gennaio 2023 abbiamo iniziato a fare tutte le verifiche sulla concessione del Benelli che scadrà il 31 dicembre 2023».

Il mancato adempimento del subentro nelle utenze non è una condizione sufficiente per la decadenza della concessione dello stadio: «A seguito della contestazione dell’ufficio è stato riconosciuto il debito e poi sottoscritto un accordo per il piano di rientro».

Legittimo chiedersi se possano essere sfuggite altre situazioni come quella del Benelli: «È praticamente impossibile – assicura l’assessore – perché o l’impianto/edificio è in uso al Comune e quindi ne paga le utenze o le concessioni sono intestate a privati che per forza devono volturare dal precedente concessionario».

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