giovedì
26 Giugno 2025
Delta del Po

Ortazzo-Ortazzino al Parco per 516mila euro, ora servono lavori per 200mila euro

I 481 ettari dell'oasi protetta a sud della foce del Bevano sono diventati di proprietà pubblica grazie a un'accordo stragiudiziale tra l'ente e la società privata che li deteneva. Un anno fa il Parco aveva fatto una valutazione di 437mila euro. Nell'area A vivono due branchi di lupi che stanno riducendo la presenza dei daini

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IMG 2703L’oasi naturale protetta Ortazzo-Ortazzino, che si estende nel comune di Ravenna sulla costa adriatica tra la foce del torrente Bevano e l’abitato di Lido di Classe, è diventata di proprietà pubblica. Una delle aree più preziose dal punto di vista ecologico e della biodiversità è stata acquisita dall’ente del Parco del Delta del Po grazie a un accordo con la società immobiliare che la possedeva. Il Parco ha acquisito i 481 ettari che ricadono nelle zone chiamate A e B per 516mila euro. La zona C, circa 70 ettari, restano di proprietà privata, ma per l’intera estensione dei tre comparti permangono vincoli rigidi che impediscono qualunque intervento di cementificazione. Lo stanziamento per l’acquisizione è stato così ripartito: 95mila euro dal Comune di Ravenna, 166mila dal Parco e 255mila dalla Regione.

L’acquisizione consentirà ora di avviare interventi di miglioramento idraulico, necessari per garantire la funzionalità ecologica dell’area, e azioni di conservazione attiva previste dal Piano Territoriale del Parco e dagli strumenti di gestione del sito Natura 2000. Tra le priorità, la ristrutturazione del sistema idraulico, la tutela delle praterie umide e aride e la reintroduzione di specie vegetali e animali per il riequilibrio ecologico. Serviranno circa 200mila euro. Per lo sfalcio dei prati, operazione che i tecnici del Parco definiscono necessaria per la conservazione della biodiversità vista l’assenza di animali erbivori che possano sostituire il trincia-erba, verrà fatto un bando per individuare il gestore.

Questa mattina, 7 aprile, a sancire simbolicamente l’avvenuta acquisizione dell’area, una visita ufficiale delle autorità nell’oasi: l’assessora regionale a Parchi, Gessica Allegni; il sindaco e l’assessore di del Comune, Fabio Sbaraglia e Igor Gallonetto; la presidente e il direttore del Parco del Delta del Po, Aida Morelli e Massimiliano Costa.

Il direttore Costa mette in chiaro gli usi futuri degli spazi appena divenuti di proprietà pubblica: «Non è previsto il libero accesso, i cancelli resteranno chiusi. La zona A è la più tutelata e non è consentito alcun tipo di accesso. La zona B può essere utilizzata in occasioni di eventi speciali, con accessi limitati e controllati, piccoli gruppi in zone limitate e solo se ci saranno eventi di rilievo».

L’area fu oggetto di un tentativo di lottizzazione tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del Novecento, poi bloccato per ordine della magistratura. Da allora gli enti locali hanno più volte tentato di acquistarla, data anche la previsione di acquisizione introdotta dal Piano Territoriale del Parco del Delta del Po, senza mai trovare la disponibilità del proprietario. Nell’ottobre del 2022, il liquidatore della proprietà privata, la società Immobiliare Lido di Classe, ha manifestato l’intenzione di vendere l’area a un altro soggetto privato e la vendita si è perfezionata nel marzo 2023 per 580mila euro (per le tre zone A, B e C).

IMG 2727L’ente Parco ha espresso la volontà di far valere il proprio diritto di prelazione (ai sensi della Legge Quadro sulle Aree Protette 394/91) per le zone A e B, le uniche per cui era possibile avanzare il diritto di prelazione: la proposta del Parco era di 437mila euro, rifiutata dalla controparte che chiedeva un milione di euro in virtù di un preliminare di vendita con una società ferrarese. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, il Parco ha quindi avviato un’azione legale per il riscatto dell’area, che ha portato a un’intensa fase di trattative con la nuova proprietà, soprattutto sul metodo da applicare per la valutazione delle aree. È stato raggiunto un accordo stragiudiziale, caldeggiato dal giudice per evitare il trascinamento del contenzioso per le lunghe, per l’acquisto del sito al prezzo di 516 mila euro. L’operazione è stata formalizzata lo scorso 2 aprile. I dirigenti del parco assicurano che 1.200 euro all’ettaro è un prezzo, non solo congruo con i valori medi agricoli dettati dalla Regione, ma anche vantaggio per il valore naturalistico del sito.

L’Ortazzo-Ortazzino è un’area di pregio per l’elevata naturalità rappresentata dalla successione di spiagge, dune, pinete, macchie e stagni costieri. Per questo motivo la parte settentrionale dell’Ortazzino è classificata come zona A di tutela integrale del Parco del Delta del Po, una delle due uniche aree a così elevato livello di protezione dell’intero Delta, inclusa anche la porzione ricadente in Veneto (l’altra è il bosco allagato di Punte Alberete). Data la sua importanza, l’area è inoltre inclusa nel sito Natura 2000 IT4070009, protetto dall’Unione Europea ed è zona umida Ramsar di importanza internazionale.

IMG 2694Il Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna è uno dei più importanti ecosistemi d’Europa, un territorio modellato dall’acqua che si estende per 55mila ettari tra le province di Ravenna e Ferrara. Istituito nel 1988, il Parco custodisce un patrimonio naturale straordinario, dove ambienti umidi, boschi planiziali, dune fossili e saline si intrecciano in un equilibrio unico, dando vita a una biodiversità eccezionale. Qui trovano rifugio oltre 350 specie di uccelli, accanto a circa 60 specie di pesci, 14 di anfibi e 16 di rettili. Anche la fauna terrestre è particolarmente ricca, con 61 specie di mammiferi. A testimoniare l’incredibile varietà ambientale del Parco, vi è infine la sua flora, che conta oltre mille specie censite.

Tra gli animali presenti nell’oasi anche il lupo. Il nucleo ambientale della polizia locale ne ha censiti due branchi per un totale di circa 15 esemplari. Si sono stabilizzati nella zona A anche grazie alla disponibilità di daini. La presenza del lupo ha quindi ridotto la popolazione dei daini che in passato si era tentato di ridurre con interventi di prelievo. Secondo il Parco di recente sono stati contati circa 400 daini, in calo per il secondo anno di fila dopo anni di aumenti costanti.

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