Nei giorni scorsi – alla presenza della presidente dell’Asp della Romagna Faentina, dei Comuni soci, e della segreteria provinciale Cisl (Cgil e Uil sono invece contrari) – è stato sottoscritto il protocollo d’intesa che accompagna la costituzione della nuova società consortile “Primula s.c.a.r.l.“, frutto del percorso di co-progettazione avviato nel 2023 (secondo l’articolo 55 del Codice del Terzo Settore).
L’intesa appena sottoscritta definisce, in maniera condivisa, i princìpi fondamentali alla base della nuova gestione dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani non autosufficienti, «unendo l’obiettivo dell’innovazione organizzativa alla piena tutela dei diritti del personale coinvolto e alla salvaguardia della qualità dei servizi», si legge in una nota inviata alla stampa dall’Unione.
Tra i punti salienti dell’accordo c’è il distacco funzionale del personale pubblico senza perdita di status o trattamento economico; la continuità occupazionale per il personale somministrato; l’introduzione di criteri di equità sociale nella definizione delle rette attraverso l’Isee e la strutturazione di un sistema stabile di relazioni e di confronto con le sigle sindacali a piena tutela dei lavoratori.
Il presidente dell’Unione della Romagna Faentina, Massimo Isola, sottolinea: «Siamo soddisfatti di aver utilizzato uno strumento amministrativo innovativo come la co-progettazione, che ha permesso a due realtà di confrontarsi a lungo. Questo dialogo si è poi esteso alle organizzazioni sindacali, con cui si è aperto un dibattito importante per offrire tutte le rassicurazioni possibili, in particolare nei confronti del personale dell’Asp della Romagna Faentina. Il Protocollo sottoscritto chiarisce alcuni punti fermi per le amministrazioni coinvolte, a tutela di valori per noi fondamentali: il mantenimento del presidio pubblico all’interno della nuova società, la conservazione del nostro patrimonio di competenze e l’impegno per un servizio socioassistenziale di alta qualità».
«Con la firma di questo Protocollo – dichiara Chiara Donati, presidente di Asp della Romagna Faentina – diamo forma a un progetto ambizioso che tiene insieme innovazione, coesione sociale e rispetto per le persone. Abbiamo scelto la strada del dialogo, della trasparenza e della corresponsabilità, certi che solo così si possa costruire un nuovo modello di welfare territoriale capace di rispondere in modo sostenibile e qualificato ai bisogni della popolazione anziana».
Il Protocollo segna un passaggio fondamentale in un processo che ha visto coinvolti tutti i livelli istituzionali e aperto un dibattito con le realtà sociali del territorio, «ribadisce la volontà di garantire un presidio pubblico efficace all’interno della nuova società, assicurando controllo, qualità e continuità nella gestione dei servizi», termina la nota dell’Amministrazione.
Contrari alla nascita della nuova realtà sono i sindacati Cgil e Uil, che sottolineano come si sia concretizzata la scelta di creare «un soggetto pubblico privato, che gestirà gli anziani non autosufficienti finanziati da risorse pubbliche erogati in strutture residenziali non accreditate. Le motivazioni di tale azione vengono giustificate dagli amministratori della Romagna Faentina, come la necessità di chiudere un servizio in perdita per evitare che la Corte dei Conti, dopo tre bilanci consecutivi in rosso, intervenga adducendo una mala gestione. Tale ipotesi viene smentita da un semplice esercizio contabile che, proprio quest’anno, le amministrazioni della Romagna Faentina adotteranno ponendo in anticipo nei bilanci i fondi per sostenere il servizio, anziché porre le medesime risorse a fine anno, creando così delle uscite non previste».
Nel corso del 2024 i sindacati, prima unitariamente, si sono opposti sia a livello locale che regionale a tale operazione «che può avere come conseguenza di cedere in tutta l’Emilia Romagna un ulteriore pezzo della sanità pubblica al privato. Tanto che la passata giunta Bonaccini, quasi a fine mandato, aveva deliberato una normativa (la 1638 del luglio 2024) che conteneva al suo interno il divieto di finanziare società di tale natura. Però, con un colpo di spugna, il 7 di luglio scorso, la giunta De Pascale ha emesso una nuova delibera, che sospende quella precedente e che cancella una parte della contrattazione sociale fatta con i sindacati negli ultimi anni».
L’altra spaccatura si crea a livello locale dove, a differenza di quanto sta accadendo a livello regionale con i sindacati ancora unitari, «la Cisl (che aveva già avallato in Unione, l’operazione) si è dichiarata disponibile a firmare un documento nel quale non solo si accetta ma si decreta di non chiamare al tavolo Cgil e Uil per il futuro, non solo su Primula, ma anche su diverse materie della contrattazione sociale, da sempre materia di discussione tra sindacati più rappresentativi del territorio e le amministrazioni della Romagna Faentina. Mentre accade tutto ciò, i Comuni della Romagna Faentina fanno quello che non avevano mai fatto negli ultimi anni, aumentano del 10% i costi dei posti non accreditati e guarda caso dei posti che gestirà il nuovo soggetto Primula».
«Cgil e Uil – continua la nota inviata alla stampa – non si piegheranno alla logica, sempre più diffusa e ormai abbracciata dalla destra e da una parte della cosiddetta sinistra politica, secondo cui il pubblico deve arretrare e il privato avanzare. Una logica che, sotto la copertura retorica dell’inefficienza del pubblico, maschera precise responsabilità gestionali e scelte politiche che hanno portato al fallimento del modello pubblico, per poi giustificarne lo smantellamento. Non accettiamo questa deriva, non ci rassegniamo e continueremo a chiedere un radicale ripensamento delle scelte in atto, per tutelare l’interesse pubblico, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e la qualità dei servizi per le persone più fragili. Ora il percorso concretamente passa alle organizzazioni sindacali di categoria che cercheranno di costruire le migliori condizioni di trattamento per i lavoratori e le lavoratrici di Asp portando anche quelli della cooperazione e i somministrati al medesimo livello».