Torna la Festa Artusiana: nove giorni di eventi tra cultura e gastronomia

A Forlimpopoli dal 24 giugno al 2 luglio una manifestazione «popolare nel senso più profondo del termine». Al via una collaborazione con Chef To Chef

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Forlimpopoli, città natale di Pellegrino Artusi, rende omaggio al gastronomo considerato il padre della cucina italiana con nove giorni di incontri, show cooking, laboratori e spettacoli insieme ai protagonisti della cultura gastronomica nazionale. La Festa Artusiana che non si è mai fermata nemmeno durante il periodo della pandemia, è giunta quest’anno alla XXVII edizione, in programma dal 24 giugno al 2 luglio: «Negli ultimi anni alle considerazioni sulle ragioni per cui organizziamo la manifestazione si sono sempre affiancate anche quelle sull’opportunità di farla per la concomitanza con condizioni difficili, prima per la pandemia, poi per la guerra in Ucraina ed ora per l’alluvione che ha devastato la Romagna a metà di maggio – dichiara la sindaca di Forlimpopoli, Milena Garaviniin realtà oggi più che mai siamo chiamati ad impegnarci per la sua realizzazione e la sua riuscita per almeno due ragioni, oltre che per il suo carattere identitario rispetto alla città. Innanzi tutto perché la Festa da sempre è una occasione di promozione per le aziende della filiera produttiva e distributiva del mondo agro-alimentare, con particolare riferimento alla cultura gastronomica domestica. Non fare la festa significherebbe quindi privare i nostri produttori e ristoratori di un’opportunità per testimoniare la loro resilienza e lo straordinario impegno con cui si stanno già apprestando a ripartire. Dall’altra parte la convivialità, “la tavola” come momento per stare insieme – che è l’elemento trainante della Festa – ha rivelato proprio durante l’alluvione la sua forza irriducibile».

L’intera organizzazione della festa verte infatti sul concetto di un “filo artusiano” capace di unire epoche e generazioni, parlando a tutto il territorio regionale, ed esprimendo quest’anno più che mai segnali di solidarietà e vicinanza agli agricoltori e ai ristoratori più colpiti dal disastro ambientale che ha recentemente vessato la Romagna. Quest’anno infatti i produttori avranno accesso gratuito all’area del mercato, dove potranno vendere i loro prodotti e le varie eccellenze regionali e verrà fornito uno spazio gratuito anche a tre ristoranti alluvionati del forlivese: Agriturismo a ‘Ca Nostra (Sarsina), Podere Le Campore (Predappio) e Osteria I Tre Faggi (Meldola), come segno di vicinanza e ausilio alla ripartenza e al ritorno alla normalità.

«Si tratta di un evento popolare nel senso più profondo e radicato del termine – precisa Garavini – una Festa nata ventisette anni fa quasi per “scommessa”, con la volontà di creare un’identità artusiana intorno alla figura di Pellegrino. Negli anni poi la Festa ha continuato a crescere, fino a diventare non solo un evento fortemente atteso da cittadini e turisti, ma anche l’occasione di aiutare in maniera concreta il nostro territorio».

L’edizione 2023 segna inoltre un punto di svolta rispetto alle ultime edizioni costrette a subire gli inevitabili limiti imposti dalla pandemia: tra le novità di quest’anno, il ritorno del mercato ambulante e dei ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Forlimpopoli, oltre che all’inedita collaborazione con Chef To Chef, associazione gastronomica diretta da Massimiliano Poggi e che vede Massimo Bottura come vicepresidente, presente con due stand per tutta la durata della manifestazione (uno con i ristoratori e uno con i produttori).

Durante i nove giorni di festa, oltre agli spazi permanenti dedicati al mercato e alla ristorazione, sono previsti spettacoli a tema gastronomico e show cooking, incontri culturali a tema gastronomico con professori universitari, medici, esperti e divulgatori e una serie di Aperitivi Letterari che apriranno ogni giornata di festival dall’interno di Casa Artusi. A rimarcare la natura popolare e inclusiva della manifestazione, l’attenzione dedicata ai più piccoli, che troveranno tra le vie di Forlimpopoli laboratori dedicati, una Mattoncinoteca con giocattoli da costruzione a tema culinario, busker e lo storico palco nel fossato della Rocca che ospiterà ogni sera spettacoli per bambini. Sarà inoltre possibile visitare il Museo Archeologico della città per tutto il tempo della manifestazione, anche tramite visite guidate.

Il programma completo degli eventi è a questo link.

Tra gli appuntamenti più attesi di tutte le edizioni, l’assegnazione del Premio Marietta e del Premio Artusi. Il primo è dedicato a Maria (Marietta) Sabatini, governante di Pellegrino Artusi che, insieme al cuoco Francesco Ruffilli, ha assistito per tutta la vita l’intellettuale, contribuendo in prima persona al successo del famoso manuale di cucina. L’idea del Premio Marietta nasce dalla volontà di premiare tutte “le Mariette di oggi”, ovvero quei cuochi non professionisti che si distinguono però per passione, esperienza e talento. Quest’anno, il premio è stato assegnato a Stefano Pransani, del Mulino Pransani di Sogliano al Rubicone per aver continuato l’attività del mulino di famiglia, già attivo agli inizi del 900, con un progetto di sviluppo che ha messo al centro la macinazione, lenta e il i rispetto della biodiversità. A Cettina Vincenzino è stato invece conferito il premio “Marietta ad honorem”, riconoscimento dedicato a coloro che consacrano il loro tempo alla scoperta, alla tutela e alla cultura delle risorse umane del territorio. Vincenzino, siciliana d’origine e tedesca di adozione, viene premiata per la straordinaria opera di divulgazione della cucina italiana, amata, conosciuta, praticata, raccontata e fotografata. In diverse pubblicazioni ha raccontato, secondo lo stile artusiano, tradizioni locali e regionali tradotte in diverse lingue.

Il vincitore del premio Artusi, consegnato ad un personaggio che, a qualsiasi titolo, si sia distinto per l’originale contributo dato alla riflessione sui rapporti fra uomo e cibo, verrà svelato solo durante i giorni della Festa.

«Siamo profondamente emozionati per l’inaugurazione di questa edizione – conclude Garavini – con il ritorno a pieno regime dopo gli anni di pandemia, la voglia e la necessità di dimostrare vicinanza e segnali di normalità ai nostri produttori locali, la moltitudine di eventi e la contaminazione con medicina, letteratura, storia, sport e arte».

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