sabato
16 Agosto 2025

Covid, in provincia 66 nuovi casi

I dati aggiornati al 29 aprile

Per il territorio provinciale di Ravenna oggi si sono registrati 66 casi: si tratta di 34 maschi e 32 femmine; 29 asintomatici e 37 con sintomi; 65 in isolamento domiciliare e 1 ricoverato. Nel dettaglio: 32 da contact tracing; 23 per sintomi; 11 per test volontario. I tamponi eseguiti sono stati 2000. Oggi la Regione non ha comunicato decessi. Sono state comunicate 111 guarigioni. I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 29137.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 368.045 casi di positività, 979 in più rispetto a ieri, su un totale di 31.944 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,1%.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 38,2 anni.

Sui 401 asintomatici, 283 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 38 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 25 con gli screening sierologici, 5 tramite i test pre-ricovero. Per 50 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 167 nuovi casi, seguita da Reggio Emilia (157) e Modena (153); poi Rimini (127), Parma (94), Forlì (70), Ravenna (66); quindi Cesena (51), Piacenza (43), Ferrara (34) e, infine, Imola (17).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 17.740 tamponi molecolari, per un totale di 4.389.651. A questi si aggiungono anche 14.204 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.852 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 311.535.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 43.651 (-1.889 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 41.653 (-1.847), il 95,4% del totale dei casi attivi.

Si registrano 16 nuovi decessi: 4 a Bologna (4 uomini di 68, 72, 81 e 87 anni), 4 a Modena (2 uomini di 78 e 83 anni e 2 donne di 74 e 99 anni), 2 a Parma (2 uomini di 81 e 83 anni), 2 in provincia di Forlì-Cesena (1 uomo di 57 anni e 1 donna di 73 anni), 1 a Piacenza (1 uomo di 75 anni), 1 a Reggio Emilia (1 uomo di 85 anni) e 1 a Rimini (1 uomo di 56 anni). Figura tra i decessi anche un uomo di 72 anni, residente fuori dall’Emilia-Romagna ma diagnosticato dall’Ausl di Parma. Non risultano decessi in provincia di Ferrara e di Ravenna.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.859.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 234 (-16 rispetto a ieri), 1.764 quelli negli altri reparti Covid (-26).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 24 a Parma (-4), 27 a Reggio Emilia (-4), 35 a Modena (-1), 61 a Bologna (-3), 11 a Imola (invariato), 24 a Ferrara (-2), 12 a Ravenna (invariato), 5 a Forlì (-1), 7 a Cesena (+1) e 18 a Rimini (-2).

Ristori regionali a bar e ristoranti: inviati i bonifici a 741 imprese in provincia

La Camera di Commercio ha gestito i pagamenti: contributi fino a duemila euro per un totale di 1,7 milioni

Ristorante 3 2Sono 741 i pubblici esercizi della provincia di Ravenna – bar e ristoranti – che hanno ricevuto il bonifico dalla Camera di Commercio incaricata di distribuire i ristori stanziati dalla Regione Emilia-Romagna, fino a duemila euro per ogni azienda per un totale di 1,7 milioni. Le aziende richiedenti risiedono per la maggior parte nel capoluogo (42 percento), seguono poi Faenza (24), Lugo (21) e Cervia (13) e sono costituite per il 56 percento da bar e per il 44 percento da ristoranti.

Al momento sono stati inviati i bonifici alle aziende in regola con il pagamento degli oneri contributivi (Durc). Le imprese ammesse al finanziamento erano 861: quelle non in regola hanno già ricevuto da Viale Farini apposita comunicazione per far si che tutto si concluda entro il 31 maggio prossimo, data oltre la quale il contributo non potrà più essere liquidato.

«Il nostro obiettivo era quello di dare una risposta efficace e veloce alle nostre imprese, stremate da incertezze e chiusure, e l’abbiamo mantenuto – così Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna –. Moltissime nostre imprese ancora lottano con un calo della domanda e con una produzione che non riprende».

Ora la Camera di Commercio si prepara a gestire il nuovo bando della Regione che prevede ulteriori aiuti per 13 milioni a sostegno di discoteche e sale da ballo, palestre, cinema, imprese culturali, spettacolo viaggiante, ambulanti delle fiere, attività di gelateria, pasticceria e altre attività da asporto e ristorazione.

Il 9 maggio l’Alighieri riapre con due concerti di Muti e i Wiener Philharmoniker

Anteprima del Ravenna Festival. Il maestro sarà protagonista anche il 12 settembre a conclusione delle celebrazioni dantesche

RiccardoMuti Ph Terry Linke«Siamo qui e crediamo nel messaggio della musica», ha detto Riccardo Muti in occasione del concerto di Capodanno, di fronte al Musikverein vuoto. Cinque mesi più tardi il Maestro e i Wiener Philharmoniker sono di nuovo insieme e, per la prima volta quest’anno, di fronte al pubblico: accade a Ravenna, prima destinazione della tournée che proseguirà a Firenze e Milano.

Domenica 9 maggio due concerti riapriranno le porte del Teatro Alighieri per l’anteprima della XXXII edizione di Ravenna Festival, accogliendo ciascuno 250 spettatori; i programmi musicali saranno accomunati dall’esecuzione di Calma di mare e viaggio felice di Mendelssohn, ma alle 17 il concerto si completerà con la Sinfonia n. 4 di Schumann, alle 20 con la Sinfonia n. 2 di Brahms.

L’evento è reso possibile dal sostegno di Eni, al fianco del Festival come partner principale anche per questa nuova edizione, il cui programma sarà svelato sabato 8 maggio, il giorno precedente i concerti all’Alighieri. Dopo tutto, nell’anno in cui il Festival promette una vera dedica d’amore a Dante, sarà proprio il Maestro a guidare la sua Orchestra Cherubini e il Coro del Maggio a Ravenna nel concerto solenne che il 12 settembre concluderà le celebrazioni nazionali per il VII centenario della morte del Poeta, raggiungendo poi Firenze e Verona per unire in musica le tre città dantesche.

«Con la grande musica Ravenna è ancora una volta nella vetrina nazionale e internazionale – sottolinea il sindaco Michele de Pascale – Nel 2020 i concerti dal vivo in Italia sono ripartiti dalla nostra città e oggi Ravenna è stata scelta per aprire la tournée dei Wiener. Ancora una volta il Maestro Muti ci rende immensamente onorati e orgogliosi e lo ringrazio per la generosità che sempre dimostra nei confronti di Ravenna e dei ravennati. Questo concerto è un appuntamento di grande prestigio che caratterizza, insieme con tutti gli eventi e le inaugurazioni per il VII centenario, un mese di maggio culturalmente ricchissimo. Ravenna è pronta a mettere a valore tutte le eccezionali energie culturali e artistiche che esprime».

Prevendite concerti Wiener Philharmoniker dalle ore 9 di venerdì 30 aprile.

Info e prevendite lun-sab 9-13 tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org  (Biglietteria del Teatro aperta solo su appuntamento).

Biglietti da 40 a 130 euro.

Anche a Ravenna si può diventare “mentori” di giovani migranti

Il progetto “Fianco a fianco” per sostenere ragazze e ragazzi arrivati in Italia come minori non accompagnati

Francesco E ModouAiutare ragazzi stranieri a sentirsi parte integrante della nostra comunità. È questo lo spirito del progetto “Fianco a fianco: cittadini insieme a giovani migranti”, promosso da Refugees Welcome Italia e sostenuto da Unicef, in collaborazione con il Comune di Ravenna. L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere ragazzi e ragazze, arrivati in Italia come minori non accompagnati, nel delicato passaggio all’età adulta, affiancando loro dei mentori, ossia dei volontari che possano aiutarli nel loro percorso di crescita personale ed inclusione sociale.

Oltre l’80% dei minorenni non accompagnati che arriva nel nostro Paese ha un’età compresa fra i 16 e i 17 anni. Si tratta, quindi, di adolescenti che, anche dopo il raggiungimento della maggiore età, continuano ad avere bisogno di aiuto. Le reti di supporto professionale sono fondamentali, ma anche quelle informali possono essere di sostegno e complementari: attraverso la figura dei mentori, il progetto si propone di mobilitare la società civile affinché abbia un ruolo attivo nel facilitare i processi di integrazione di migranti e rifugiati.

Dopo i primi due anni di sperimentazione a Palermo, dove sono stati realizzati 50 abbinamenti (matching), “Fianco a fianco” arriva, nel 2021, anche a Ravenna, nell’ambito del programma Child Guarantee dell’Unione europea, di cui Unicef è responsabile per l’Italia, che ha l’obiettivo di garantire i diritti fondamentali a minori a rischio esclusione sociale.

Un mentore è un cittadino che, gratuitamente, sceglie di affiancare un giovane migrante (mentee), costruendo una relazione di fiducia e mettendo a disposizione le proprie risorse – sociali, relazionali, professionali. I mentori e i mentees saranno accompagnati dai facilitatori di Refugees Welcome Italia, cioè da attivisti che agevoleranno l’instaurarsi della relazione. Aver compiuto 25 anni, essere incensurati, avere un domicilio sul territorio e un’adeguata disponibilità di tempo sono i prerequisiti per diventare mentori; essere arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati, avere un’età compresa tra i 18 e 21 anni, oppure tra i 18 e i 25 se si è una giovane madre con bambino senza una rete familiare, sono quelli dei mentees. Per candidarsi, basta collegarsi al sito di Refugees Welcome Italia (https://refugees-welcome.it/fianco-a-fianco/)

Un supporto nella gestione delle questioni burocratiche, un aiuto nella ricerca del lavoro, una persona con cui semplicemente chiacchierare o fare una passeggiata sono le attività previste dal progetto, per un periodo che varierà in base ai tempi, alle necessità e alle risorse messe in campo dai singoli.

A Ravenna, in particolare, il progetto «Mentoring» costituisce un pezzo importante dell’Albo delle famiglie accoglienti, un’iniziativa del Comune che mira a coinvolgere la cittadinanza, in diverse forme, sul tema dell’accoglienza. L’Albo include famiglie affidatarie, persone che offrono il loro tempo per il supporto diurno a minori e adulti, tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati e anche le famiglie e gli individui dei progetti di «Refugees Welcome»: da chi accoglie nella propria casa, per sei mesi, un migrante a chi si offre, appunto, come mentore di un giovane migrante.

I sindacati festeggiano il Primo Maggio tra chi vaccina al Pala De André di Ravenna

In diretta streaming su Facebook. E al concertone partecipano gli Extraliscio di Mauro Ferrara

“L’Italia si cura con il lavoro” è lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per la Festa dei lavoratori che, purtroppo, anche quest’anno sarà condizionata dalla pandemia e dalle normative atte a prevenire i contagi.

In occasione del Primo Maggio, i sindacati confederali territoriali – pur dovendo rinunciare ai tradizionali appuntamenti nelle piazze e nei parchi del territorio – vogliono mandare un messaggio di vicinanza a tutti le lavoratrici e i lavoratori e per farlo hanno scelto un luogo simbolo dell’attuale battaglia contro il Covid.

Sabato primo maggio, i segretari generali territoriali di Cgil, Cisl e Uil – rispettivamente Marinella Melandri, Roberto Baroncelli e Carlo Sama – si ritroveranno al Pala De Andrè di Ravenna in segno di vicinanza al personale che, ogni giorno, garantisce le vaccinazioni per proteggere i cittadini dal virus. Assieme al sindaco Michele de Pascale e a Raffaella Angelini, direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna, i sindacati celebreranno l’importante ricorrenza che sarà accompagnata da una diretta streaming (a partire dalle ore 11) sulle pagine social delle organizzazioni dei lavoratori.

Concertone e iniziative nazionali

Mauro Ferrara Extraliscio
In primo piano Mauro Ferrara sul palco con gli Extraliscio a Sanremo

A livello nazionale dalle 16,35 alle 19 e dalle 20 alle 24 torna in diretta su Rai 3 il Concertone del Primo Maggio. L’evento ospiterà le riflessioni dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, le testimonianze di lavoratrici, lavoratori e pensionati. Tra gli artisti che si esibiranno, anche gli Extraliscio, con il cantante lughese Mauro Ferrara.

Federico Gaio, tennista professionista: «La mia vita da nomade. Sinner? Un fenomeno»

Il faentino è l’undicesimo italiano nel ranking mondiale in un momento d’oro per il movimento azzurro. «Obiettivo top 100»

Federico GaioÈ un momento d’oro per il tennis italiano che, trainato dal fenomeno Sinner (19esimo al mondo a 20 anni non ancora compiuti), per la prima volta si ritrova con dieci atleti nella top 100 del ranking Atp. E il primo tennista del nostro Paese a inseguire i suoi dieci più celebrati colleghi è un faentino, unico emiliano-romagnolo tra i primi 400 al mondo (sui 28 italiani presenti).

Si tratta di Federico Gaio, 29 anni compiuti da poco, professionista dal 2009 e al momento numero 136 del ranking (un anno fa era 124, suo miglior piazzamento in carriera).

Lo abbiamo intervistato all’indomani della bella vittoria contro il francese Paire (35 al mondo) al Torneo Godò Atp di Barcellona, dove poi è stato eliminato ai sedicesimi di finale. In questi giorni è invece arrivati fino agli ottavi al Challenger di Roma.

Federico Gaio In AzioneFederico, partiamo dall’inizio. Quando hai iniziato a giocare a tennis?
«A 5 anni, grazie alla passione di mia madre. Ho iniziato, come molti a Faenza, al centro estivo. Da lì non ho mai smesso, iniziando a fare sul serio dopo le medie, quando sono entrato nel centro federale di Tirrenia».

Quando hai capito che il tennis sarebbe diventato il tuo lavoro?
«Da ragazzo pensi solo a giocare, al divertimento. Poi ogni anno che passa incominci a sperarci, consapevole delle difficoltà. Nel 2009, con il primo punto conquistato nel ranking Atp, sono entrato davvero nel tennis che conta».

Com’è la vita del tennista?
«Sei un nomade, nel vero senso della parola. Dai 13 anni in poi mi sono sempre allenato e quasi mai nella mia città. Diciamo che in un anno normale a Faenza ci passo 2-3 settimane in tutto. Con una di trentina di tornei all’anno, prendi in continuazione voli, sei sempre fuori: il tuo armadio è una valigia, la tua casa un hotel».

Ma ti senti anche un privilegiato?
«Certo, perché sono riuscito a fare dello sport che amo un lavoro. È una grande soddisfazione».

E come riesci a conciliare la vita privata?
«Non è facile. Devi trovare una persona che ti capisca. Io, per esempio, sono fidanzato con una hostess (una cabin manager spagnola, ndr), che capisce bene cosa significhi essere sempre in viaggio».

Cosa conta di più nel tennis: talento, sacrificio o fortuna?
«Un po’ di fortuna ci vuole sempre. Ma credo che l’impegno e il metodo siano fondamentali, la costanza, credere in un progetto. Sono pochi i tennisti ad avere la fortuna di saltare le varie tappe e arrivare direttamente al top».

I momenti più difficili e i più belli della carriera?
«Ci sono tanti momenti belli, a partire dalle vittorie dei tornei (Gaio in singolare ha vinto 4 tornei challenger, l’ultimo lo scorso anno, a Bangkok, ndr). Sono importanti soprattutto nei momenti difficili, quando quasi hai pensato di mollare e invece ripensando alle soddisfazioni capisci che non ti sta certo andando tanto male…».

Un anno fa hai raggiunto il punto più alto nel ranking Atp. Obiettivi?
«L’obiettivo è quello di entrare nella top 100. Purtroppo una volta raggiunto il 124esimo posto è arrivata la pandemia e tutto si è fatto più difficile. Adesso è più complicato scalare il ranking, la federazione ha impostato un punteggio tenendo conto anche di chi magari in questo periodo preferisce non fare troppi tornei».

Ecco, arriviamo alla pandemia. Come l’hai vissuta?
«Oggi il calendario è tornato quasi normale, anche se molti tornei fanno fatica a sostenersi senza il pubblico, ma per noi atleti è ripartita una sorta di routine. Durante il lockdown dell’anno scorso invece è stata dura, alcuni miei colleghi dichiarano di sentirsi tuttora stressati. Io fortunatamente ho una casa grande, con giardino, e non posso lamentarmi, ma non poter frequentare il circolo, allenarsi, per mesi, quando lo fai da tutta la vita, è stato davvero pesante».

Tornando al tennis giocato, hai potuto partecipare anche ai quattro tornei più prestigiosi, quelli dello Slam. Qual è il tuo preferito?
«Finora ho potuto disputare le qualificazioni, riuscendo a entrare nel tabellone principale solo a New York. Il mio obiettivo è ora proprio quello di poter entrare nel tabellone principale di tutti e quattro gli Slam. Il mio preferito è quello australiano, organizzato davvero bene. E poi sarà che l’Australia mi piace molto e arrivare lì in gennaio, quando in Europa è ancora inverno, è molto piacevole».

Chi erano i tuoi idoli da bambino?
«Sampras e Federer, sarà per il loro rovescio a una mano, per la loro propensione ad andare a rete, cosa che piace anche a me».

Federer tra l’altro potresti ancora incontrarlo…
«Il sogno sarebbe farlo a Wimbledon, così come sfidare Nadal a Parigi. Finora con i più grandi ho potuto solo allenarmi…».

Hai però già sfidato Sinner, cosa ne pensi?
«Sì, ci ho giocato a Ortisei nel 2019. Ho perso ai quarti 6-4 6-4 (Sinner ha poi vinto il torneo, ad appena 18 anni, ndr), ho visto subito che era un fenomeno. La maturità con cui parla, gioca e sta in campo è fuori dal normale. Gli auguro il meglio. Lui e il suo team stanno facendo il massimo e può arrivare davvero al top».

In generale è un momento d’oro per tutto il movimento tennistico italiano. C’è un motivo?
«Credo che sia il merito degli investimenti della federazione di questi anni, del fatto anche di aver portato in Italia tanti tornei di alta fascia: alzare il livello ha fatto bene a tutti. Poi il fatto che Berrettini e Fognini siano al top già da qualche anno ha portato più visibilità, che non fa mai male».

Cosa farai quando chiuderai la tua carriera?
«Sinceramente non ci ho ancora pensato. Certo il tennis è sempre stato il mio mondo e ci sono molte possibilità di proseguire in questo campo anche una volta finita la carriera».

Ravenna, un supermercato e appartamenti nell’area ex Amga degradata da anni

Via libera dal consiglio comunale. Verrà mantenuto il fabbricato di archeologia industriale «destinato a usi aggregativi»

Ex Amga RavennaIl Consiglio comunale ha approvato la delibera, e la sua immediata eseguibilità, relativa al piano di recupero dell’area ex Amga di Ravenna (tra via Venezia e via di Roma).

A presentare la delibera è stata l’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte spiegando che il piano di recupero si pone una serie di obiettivi strategici per il centro storico, «in primis la riqualificazione di un’area non fruibile da decenni e originariamente destinata ad officina del gas, che manterrà come ricordo dell’antico utilizzo il fabbricato di archeologia industriale con ciminiera che sarà destinato ad usi aggregativi».

Sarà inoltre riqualificato il tracciato delle antiche mura storiche che attraversano l’area, con un progetto di interventi in connessione con porta Serrata e con il complessivo sistema murario, e con la realizzazione di un percorso ciclo pedonale.

Il piano prevede la realizzazione di un fabbricato ad uso commerciale per 1.400 metri di superficie e 400 metri di magazzino. Sarà realizzato anche un edificio ad uso residenziale di 1.400 metri di superficie con accesso da via Venezia (la capacità edificatoria risulta ridotta di circa 1200 metri rispetto alla massima consentita).

Saranno quindi realizzati interventi per migliorare la sicurezza dell’area di porta Serrata, tra i quali la rimozione dei posti auto in via di Roma e la loro nuova realizzazione nel parcheggio di Torre Umbratica.

L’area dell’ex Amga per la prima volta sarà visibile e fruibile da tutti i lati a seguito della demolizione delle recinzioni esistenti.

Due gli elementi di variante al 2° Poc vigente che il progetto propone: la destinazione della superficie ad usi di vendita alimentari e la possibilità di un unico spazio aperto attorno all’edificio storico e alle mura, senza alcun limite fisico di separazione delle aree a standard da quelle private di uso pubblico, per valorizzare al massimo la fruizione degli spazi pubblici.

Il gruppo Lista per Ravenna, pur favorevole alla riqualificazione di un’area degradata in centro città, ha evidenziato che si tratta di un progetto impattante e che non sarà risolto il problema della viabilità.

Il gruppo Pd ha spiegato che si tratta di un’operazione in linea con gli obiettivi di valorizzazione del centro e dei suoi punti nevralgici, che potrà rivitalizzare anche il tessuto economico circostante.

Il gruppo Misto ha espresso perplessità sulla richiesta di trasformare l’intera area commerciale in rivendita alimentare.

Il gruppo Pri ha sottolineato che il progetto potrà mettere a beneficio dei turisti servizi ma anche spazi verdi, di socialità e di progettualità, e portare un valore aggiunto all’area.

 

Aule, laboratori e biblioteca in un nuovo edificio in via Sant’Alberto – VIDEO

Partiti i lavori a Ravenna per un intervento dal costo complessivo di 4,5 milioni di euro

Nuove aule, nuovi laboratori didattici e una biblioteca rinnovata, al Campus di Ravenna dell’Università di Bologna. Sono partiti i lavori per l’ampliamento del complesso edilizio universitario di via Sant’Alberto: il progetto permetterà di aumentare notevolmente gli spazi dedicati alla didattica per i corsi dell’area di Scienze, liberando così le aule attualmente utilizzate dell’Istituto Tecnico Agrario (Itas) e di Palazzo Santa Croce.

L’intervento, dal costo complessivo di 4,5 milioni di euro, prevede la costruzione di un nuovo edificio disposto su due livelli con un’estensione di circa 1.100 metri quadrati, in continuità con l’attuale plesso che ospita le aule didattiche dei corsi di Scienze, i laboratori Sartori del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, il Cirsa – Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali e il Tecnopolo.

I nuovi spazi permetteranno di dare vita a tre nuovi laboratori didattici per la chimica, un’aula-laboratorio informatico, quattro aule didattiche e una nuova biblioteca.

I lavori, che dovrebbero concludersi entro la fine del prossimo anno, comprendono anche la sistemazione dell’area verde adiacente, che sarà in parte attrezzata, oltre all’installazione di una cisterna per il recupero dell’acqua piovana e di 110 pannelli fotovoltaici per la generazione di energia sostenibile.

Sempre al Campus di Ravenna, in parallelo, sono anche partiti i lavori per la riqualificazione energetica di Palazzo Strocchi, sede del Dipartimento di Beni culturali. In questo caso, saranno realizzati specifici interventi di riqualificazione degli impianti meccanici di climatizzazione estiva, invernale e di ventilazione, oltre che di adeguamento alle normative sul contenimento dei consumi energetici.

Monumenti, a Ravenna riapre anche la basilica di San Vitale

I cinque monumenti gestiti dall’Opera di Religione dall’1 maggio saranno visitabili nei fine settimana

Galla Placidia
Turisti tra San Vitale e Galla Placidia

Saranno aperti al pubblico a partire dal primo maggio (così come quelli statali) i cinque  monumenti Unesco gestiti dall’Opera di Religione, tra cui la celebre basilica di San Vitale.

In una prima fase, per il mese di maggio la riapertura sarà limitata ai fine settimana, nei giorni di venerdì, sabato e domenica, dalle 10 alle 18.

Da sabato 29 maggio si tornerà invece all’apertura giornaliera con l’orario estivo, dalle 9 alle 19.

Come previsto dalle disposizioni governative per il contenimento dell’epidemia da Covid 19, per visitare i monumenti sarà obbligatoria la prenotazione anticipata (il sabato e la domenica almeno il giorno precedente la visita). Due i canali a disposizione dei visitatori per la prenotazione: tramite l’acquisto dei biglietti online, sul sito www.ravennamosaici.it o attraverso l’Ufficio Prenotazioni (da lunedì al sabato, tel. 0544.541688 oppure 800303999).

Covid, “solo” 642 casi in tutta l’Emilia-Romagna, di cui 78 a Ravenna

 

Sono 78 i casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore in provinicia di Ravenna (dati aggiornati alle 12 di oggi, 28 aprile). Si tratta di 44 maschi e 34 femmine; 25 asintomatici e 53 con sintomi; 77 in isolamento domiciliare e 1 ricoverato.

I tamponi eseguiti sono stati 2.023. Oggi la Regione ha comunicato 2 decessi: due pazienti di sesso maschile di 78 e 92 anni. Sono state comunicate 96 guarigioni.

I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 29.071.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 28 APRILE

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 367.071 casi di positività, 642 in più rispetto a ieri, su un totale di 29.609 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 2,1%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.874 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 308.683.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 45.545 (-2.255 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 43.505 (-2.216), il 95,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 23 nuovi decessi: 1 in provincia di Piacenza (un uomo di 75 anni); 2 nel parmense (entrambi uomini, di 70 e 74 anni); 2 a Reggio Emilia (una donna di 81 e un uomo di 64 anni); 4 nella provincia di Modena (una donna di 93 anni e 3 uomini, rispettivamente di 56, 76 e 84 anni); 6 nella provincia di Bologna (una donna di 71 anni e 5 uomini, rispettivamente di 64, 65, 73, 79 e 89 anni); 4 nel ferrarese (2 donne, di 87 e 96 anni, e 2 uomini, di 62 e 98 anni); 2 in provincia di Ravenna (entrambi uomini, di 78 e 92 anni); 2 in provincia di Forlì-Cesena (entrambi uomini, di 54 e 78 anni). Nessun decesso nella provincia di Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.843.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 250 (+4 rispetto a ieri), 1.790 quelli negli altri reparti Covid (-43).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 28 a Parma (+3), 31 a Reggio Emilia (-1), 36 a Modena (+2), 64 a Bologna (invariato), 11 a Imola (invariato), 26 a Ferrara (-1), 12 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 20 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.839 a Piacenza (+18 rispetto a ieri, di cui 12 sintomatici), 25.964 a Parma (+37, di cui 20 sintomatici), 44.416 a Reggio Emilia (+103, di cui 53 sintomatici), 62.567 a Modena (+53, di cui 24 sintomatici), 78.490 a Bologna (+129, di cui 88 sintomatici), 12.262 a Imola (+25, di cui 10 sintomatici), 22.504 a Ferrara (+58, di cui 21 sintomatici), 29.071 a Ravenna (+78, di cui 53 sintomatici), 15.868 a Forlì (+59, di cui 42 sintomatici), 18.450 a Cesena (+20, di cui 16 sintomatici) e 34.640 a Rimini (+62, di cui 32 sintomatici).

“Ricominciamo dal Primo Maggio”: il teatro Rasi riapre con una giornata di eventi

Dalle 11 di sabato tra storia, cinema e letteratura. «Un segnale di luce e speranza»

T I R E S I A S 2020
Tiresias

«Per festeggiare la riapertura dei teatri e la ripartenza delle attività in presenza del pubblico», Ravenna Teatro ha ideato un appuntamento speciale per sabato 1° maggio, Festa del Lavoro. Una densa giornata di eventi al Teatro Rasi, dalla mattina fino alla chiusura serale, che si dipanerà tra storia, teatro, cinema e letteratura

Una data simbolica, quella scelta da Ravenna Teatro per riaprire le porte del Rasi alla comunità. Una data che, come ha osservato l’assessora alla cultura Elsa Signorino durante la conferenza stampa, «riempie di emozione, perché si torna a fruire lo spettacolo nell’unico modo possibile e insostituibile, ovvero dal vivo».

«Il Primo Maggio come un segnale di luce e speranza: abbiamo scelto la festa dei lavoratori per riaprire il teatro alla città, e per far capire quanto è necessario continuare a lavorare», ha detto il direttore di Ravenna Teatro Alessandro Argnani. «In questi mesi di pandemia il teatro Rasi non è stato con le mani in mano: ha continuato a essere aperto a studiosi e artisti. Abbiamo prodotto nuovi lavori e abbiamo cercato di dare sostegno a tutte quelle realtà artistiche, giovani e periferiche, che non hanno potuto usufruire dei sostegni ministeriali, distribuendo 70 mila euro e offrendo residenze artistiche, ovvero luoghi dove poter lavorare e continuare a coltivare talenti e competenze», ha continuato Argnani. «Ora, per questa nuova fase, c’è bisogno di redistribuire le ricchezze, e noi siamo pronti a farlo. Se c’è una critica che si può muovere al ministero della cultura è proprio di questo tipo: occorre una visione culturale che vada oltre le contingenze, per pianificare un nuovo futuro artistico».

La giornata di sabato 1 maggio si aprirà alle 11 con un appuntamento speciale di Storie di Ravenna dal titolo Dei teatri e del lavoro. Protagonisti Francesco Antonelli, Elisa Emaldi, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Giovanni Mazzotti, Laura Orlandini, con le letture di Laura Redaelli e le musiche di Valerio Vigliar. Questa puntata speciale di Storie di Ravenna – immaginifico itinerario per scandagliare il passato e interrogare il presente, cercando tracce di racconto nelle archeologie e nelle icone, nelle narrazioni orali e nelle carte – sarà incentrata sulla riapertura dei teatri cittadini e la giornata del Primo maggio, festa dei lavoratori, spaziando dalla storia del Teatro Socjale di Piangipane, costruito dai braccianti, all’attività dei “pignaroli”.

Nel pomeriggio, alle ore 16, la proiezione di The Congo Tribunal, film dello svizzero Milo Rau, tra i più importanti registi europei contemporanei. The Congo Tribunal è stato presentato alle Giornate del cinema svizzero a Venezia 2018, dopo i passaggi di Locarno e Solothurn; questo lavoro di Milo Rau, che usa ancora una volta teatro e cinema come contenitori degli orrori dell’umanità, mette in scena un processo per i crimini di guerra compiuti durante il lungo conflitto civile in Congo, che ha causato più di 5 milioni di morti in 20 anni.

Alle ore 18 la giornalista e critica teatrale Francesca De Sanctis, storica firma de L’Unità, presenterà, in dialogo con lo scrittore e giornalista Matteo Cavezzali, il suo libro Una storia al contrario (Giulio Perrone Editore, 2020), con letture di Camilla Berardi. Quella della De Sanctis è una storia vera, personale e universale, in cui risuonano nomi come Gramsci, i maestri del DAMS di fine Novecento, e in cui si elabora la fine del quotidiano l’Unità nel 2014, che ha portato la De Sanctis a percorrere una strada “al contrario”, appunto, da assunta a precaria.

La giornata si concluderà quindi alle 20, quando sul palco del Rasi andrà in scena Tiresias, una produzione Angelo Mai/Bluemotion, con Gabriele Portoghese e per la regìa di Giorgina Pi.
Tiresias – da Hold your own/resta te stessa di Kate Tempest – ha debuttato la scorsa estate al Paolo Pini di Milano ed è stato salutato come uno degli spettacoli più interessanti del 2020. La regista romana Giorgina Pi, che il pubblico ravennate ha già potuto apprezzare nel maggio 2019 con Settimo Cielo, ha collaborato con vari artisti, tra cui Motus, Fanny & Alexander, Balletto Civile. Tiresias è il secondo affondo sulla giovane drammaturga londinese Kate Tempest dopo Wasted del 2019 e vede in scena un notevole Gabriele Portoghese, attore classe ’82 allievo di Carlo Cecchi.

Per i biglietti consigliata la prevendita (anche on line), per info: sito: www.ravennateatro.com; tel. 0544 36239 e 333 7605760, da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 18.

Confcommercio: «Riaprire anche bar e ristoranti al chiuso»

Secondo un monitoraggio dell’associazione il 40 percento dei locali non ha spazi da poter sfruttare all’aperto

Fricando TavoliniDa un monitoraggio di Confcommercio circa il 40 percento dei bar e ristoranti della provincia di Ravenna non ha potuto e non può sfruttare la possibilità di riaprire perché non dotati di spazi all’aperto per conformazione strutturale o perché ubicati su strade che non consentono di utilizzare suolo pubblico.

«Ora serve un ulteriore sforzo – afferma Mauro Mambelli, presidente Confcommercio Ravenna -, vorrei dire coraggio, per far lavorare anche i locali che non hanno la possibilità di allestire spazi all’aperto. Si pensi, ad esempio, a quelle attività che non hanno cortile interno e sono in aderenza a strade di grande traffico con un marciapiede che non consente il posizionamento di tavoli e sedie. Dopo quasi un anno e mezzo di restrizioni non si può discriminare ulteriormente la categoria dei pubblici esercizi, imponendo regole diverse per imprese dello stesso settore».

I protocolli di sicurezza sanitaria sono stringenti «e la categoria li sta applicando – assicura Mambelli -: noi chiediamo che venga consentita la riapertura anche dei locali al chiuso per non creare situazioni di diseguaglianze e rabbia e perché non c’è più tempo da perdere».

Inoltre, «per le attività che non possono ancora riaprire sono necessari indennizzi adeguati per consentire loro di superare un periodo difficile che mette in serio pericolo la sopravvivenza stessa delle imprese. Sarebbe un bel segnale per le imprese che sono esauste e che hanno bisogno di lavorare per sopravvivere, sempre nel pieno rispetto della sicurezza della nostra clientela».

 

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