L’organizzazione Essere Animali aveva filmato i maltrattamenti in un allevamento nel Ravennate: «Pene troppo blande»
Un fotogramma del video girato da Essere Animali
L’organizzazione animalista Essere Animali informa che si è svolta al Tribunale di Ravenna l’ultima udienza del processo a carico di un operatore di un allevamento di mucche situato nel Ravennate, imputato per il reato di maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.).
All’indagato è stata concessa la “messa alla prova”, misura che consente di non avere conseguenze penali a fronte di un’ammissione di responsabilità, e dovrà svolgere 120 ore di lavori di pubblica utilità.
I fatti risalgono al 2016, quando un investigatore sotto copertura di Essere Animali filmò con una telecamera nascosta i comportamenti violenti nei confronti delle mucche allevate per la produzione di latte.
Le immagini vennero diffuse anche in un servizio al Tg1 e furono consegnate, assieme a una denuncia, al Gruppo Carabinieri Forestali di Ravenna. Le successive indagini hanno consentito di risalire all’autore delle violenze sulle mucche, nei cui confronti la Procura della Repubblica ha formulato l’accusa di maltrattamento di animali perché “per crudeltà e senza necessità, sottoponeva ad inutili sofferenze e sevizie due mucche di razza frisona, utilizzando sulle medesime bastoni metallici, una grossa chiave inglese ed oggetti contundenti”.
Comminata anche una sanzione amministrativa di 3.098 euro al titolare dell’allevamento per diverse irregolarità nel registro dei trattamenti sanitari degli animali allevati.
Il risultato non soddisfa Essere Animali, costituitasi parte civile al processo. «Da un lato sono state ammesse le violenze, segno che le indagini negli allevamenti sono uno strumento fondamentale per smascherare i maltrattamenti sugli animali – dichiara il responsabile dell’ufficio legale dell’organizzazione, Alessandro Ricciuti –. Ma le pene per questi reati sono troppo blande, da tempo chiediamo una riforma delle leggi sulla protezione degli animali, che preveda tra le altre cose di inasprire le pene per i reati di maltrattamento verso gli animali».
Tamponi negativi per gli alunni di altre sei classi e per tutto il personale, tranne due insegnanti
Circa due terzi dei componenti di una classe della scuola media Randi di Ravenna sono risultati positivi al Covid. L’istituto ha quindi attivato la didattica a distanza per la classe coinvolta, mentre la scuola è regolarmente aperta, anche perché la stragrande maggioranza delle persone (bambini, ragazzi, insegnanti, personale Ata) sottoposte a tampone in questi giorni è risultata negativa.
Abbiamo fatto chiarezza su quanto avvenuto a scuola con il dirigente scolastico, Mirco Banzola.
Tutto è nato dalla segnalazione di una positività lo scorso 23 ottobre, quella di un’insegnante. Di conseguenza l’Ausl ha sottoposto a tampone i ragazzi delle cinque classi che aveva frequentato la professoressa nei giorni precedenti. Circa 150 test effettuati tra allievi e personale direttamente a scuola, che non hanno portato ad alcuna positività.
Nel frattempo è però emersa, dall’attività di screening dell’Ausl, la positività di un altro docente. Da qui la necessità di effettuare nuovi tamponi: a una cinquantina tra insegnanti e personale Ata, oltre agli allievi di altre due classi. Dai nuovi test è emersa la positività di circa due terzi degli alunni di una delle due classi coinvolte e quella di un altro solo alunno, fratello di uno dei contagiati dell’altra classe.
«Si tratta di bambini, come ha verificato l’Ausl, che si frequentano molto anche fuori da scuola – commenta il preside –. Le misure prese nell’istituto invece funzionano, tanto che ne è stata disposta la regolare apertura. Su sette classi testate, di fatto sei sono risultate tutte negative. Ringrazio le famiglie per la disponibilità e lancio un nuovo appello a seguire tutte le misure anti Covid, anche fuori dalle scuole. Il virus circola rapidamente».
Le nomine del vescovo, che conferma anche il direttore della Caritas
Don Federico Emaldi
Nuovi parroci per diverse parrocchie del litorale. L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, ha nominato parroco di San Massimiliano Kolbe a Lido Adriano don Silvio Ferrante, classe 1963 (ordinato presbitero nel 1990) che finora ha retto le parrocchie di Savio, Lido di Savio e Lido di Classe. Succede a don Marco Cavalli, primo parroco del Lido che ha retto la parrocchia per più di 40 anni fino all’aggravarsi delle sue condizioni di salute e alla morte, avvenuta sabato scorso all’ospedale di Ravenna.
Nella parrocchia di Savio, a Lido di Savio e a Lido di Classe arriverà don Federico Emaldi (49 anni, ordinato nel 2001), Rettore del Seminario e finora parroco di Pinarella e Tagliata.
Don Mario Di Massimo
Novità anche per San Pier Damiano perché l’attuale parroco don Mario di Massimo (classe 1964, ordinato nel 1990) andrà a sostituire don Emaldi nelle parrocchie di Pinarella e Tagliata. Mentre non è stato designato l’amministratore parrocchiale per la parrocchia della Darsena.
L’arcivescovo ha nominato amministratore parrocchiale di San Rocco don Paolo Szczepaniak, fino alla designazione del nuovo parroco
A Cervia arriverà come collaboratore pastorale don Maurizio Venturini (finora in servizio ad Argenta) mentre Milano Marittima entra nell’unità pastorale con Malva e avrà come amministratore parrocchiale, padre Virgilio Andrucci.
L’arcivescovo ha anche ufficialmente nominato Maicol Lucchi e Francesca Ghetti direttori del Centro Missionario diocesano, Annalisa Marinoni come referente del Servizio diocesano Tutela Minori e Maria Teresa Fabbri come addetta all’ascolto nel medesimo Servizio.
Alla Caritas resta direttore don Alain Gonzalez Valdès, vicario parrocchiale a San Biagio mentre Daniela Biondi è nominata vicedirettore, oltre che coordinatrice del Centro d’ascolto
Don Lorenzo Rossini, parroco di San Giuseppe Operaio è il nuovo direttore della Biblioteca e dell’Archivio diocesano
Infine, don Pietro Parisi, vicario parrocchiale a Ponte Nuovo, è il nuovo assistente spirituale dell’Unitalsi e del Movimento apostolico Ciechi.
Si terrà domani, venerdì 30 ottobre, alle 16.30 e non più, come precedentemente annunciato, sabato 31, la manifestazione «pacifica e apolitica» contro le misure anti Covid del nuovo Dpcm organizzata a Ravenna da alcune scuole di danza e che vorrebbe riunire tutto il mondo dell’arte.
L’appuntamento è in piazza del Popolo, anticipato di un giorno su richiesta della questura, per evitare assembramenti.
L’uomo è caduto e si è infortunato a una gamba non riuscendo più a muoversi e il cellulare non aveva segnale
Un infortunio a una gamba non gli permetteva di muoversi e la mancanza di segnale non gli permetteva di usare il telefonino, solo il cane fedele gli ha tenuto compagnia scaldandolo nelle tre notti passate all’addiaccio in un dirupo. È la disavventura vissuta da un 57enne di Ravenna, uscito la mattina del 25 ottobre per andare a tartufi sulle colline tra Brisighella e Modigliana e ritrovato solamente nel pomeriggio di oggi, 28 ottobre. L’uomo è provato e scosso ma tutto sommato in buone condizioni. L’uomo, originario di Alfonsine ma residente a Ravenna, è stato ritrovato con un infortunio alla gamba alla chiesa di Casale, presso Modigliana in via Tramonto in fondo a un rio laterale. Al campo base al momento del ritrovamento con tutti i soccorritori e la famiglia del disperso era presente anche il sindaco che, insieme alla giunta esprime gratitudine e i più vivi complimenti a tutte le forze dell’ordine che instancabilmente hanno lavorato alle ricerche.
In vendita i biglietti con kit della merenda. Poi arriverà un link…
Le prove dell’evento all’Almagià, con il supporto di Les Bompart Produzioni.
Esperimento all’Almagià di Ravenna, dove sabato 31 ottobre alle 17 si terrà la festa di Halloween prevista nel cartellone de Le Arti della Marionetta, nonostante il Dpcm che impone la chiusura a tutti gli spazi per spettacoli.
L’evento si terrà infatti in streaming, con la possibilità di partecipare attivamente per i bambini (invitati quindi a truccarsi e travestirsi), sulla piattaforma Zoom, come una sorta di grande videoconferenza.
Per partecipare bisognerà comprare i biglietti come sempre, in vendita all’Almagià la mattina di sabato 31 dalle 10 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 15. Al momento del ritiro del biglietto verrà consegnato un “ kit di Halloween “ necessario per seguire la diretta e anche la merenda offerta da Famila. Sarà quindi sufficiente scaricare l’applicazione Zoom (gratuita) sul device (computer, tablet, cellulare) e aspettare un link di accesso che verrà inviato via e-mail e che sarà attivo solo a partire dalle 16.50 di sabato 31.
A causa dei posti limitati della piattaforma è obbligatoria la prenotazione, telefonicamente al 392 6664211 o via e-mail a compagnia@teatrodeldrago.it, se possibile entro il 30 ottobre.
Sostituisce il precedente del 1925. Introdotto il cosiddetto Daspo urbano
Il vicesindaco Fusignani
Il consiglio comunale ha approvato il “Regolamento di polizia urbana” con 25 voti favorevoli (tra cui anche Cambierà, Gruppo Alberghini e Samantha Gardin e Nicola Pompignoli della Lega Nord, mentre gli altri due consiglieri del Carroccio si sono astenuti), 1 voto contrario (Ravenna in Comune) e 7 astenuti.
Il regolamento, che sostituisce il precedente del 1925, è stato presentato dal vicesindaco con delega alla Sicurezza, Eugenio Fusignani. Si tratta dello strumento con il quale l’Amministrazione comunale disciplina i comportamenti di cittadini e visitatori con la finalità di tutelare la sicurezza urbana, la convivenza civile e, più in generale, la tranquillità delle persone.
Il testo si compone di 41 articoli suddivisi in quattro titoli «ed è uno strumento di promozione della sicurezza urbana quale bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro della città», si legge in una nota del Comune.
Le azioni volte a favorire il rispetto della legalità, la coesione sociale e la convivenza civile si integrano ad interventi di riqualificazione e recupero delle aree o dei siti più degradati, all’eliminazione dei fattori di marginalità sociale e di esclusione, alla prevenzione dei fenomeni antisociali e di inciviltà.
In particolare nel Titolo II, dedicato alle norme di comportamento, «sono inseriti – si legge nella nota di presentazione del Comune – gli interventi per prevenire e contrastare le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi; i comportamenti che danneggiano il patrimonio pubblico e privato; l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili; i comportamenti che possono offendere la pubblica decenza, ecc. Il documento, che accoglie linee di indirizzo prima regolamentate da ordinanze, individua le aree particolarmente sensibili del territorio comunale dove sarà possibile applicare misure quali il cosiddetto Daspo urbano, ovvero l’ordine di allontanamento».
Il documento, al quale la commissione n. 1 “Affari istituzionali, partecipazione e sicurezza”, presieduta da Samantha Tardi (CambieRà) ha lavorato per circa un anno, è stato approvato con l’inserimento di numerosi emendamenti che hanno reso il testo più completo, presentati anche in corso di seduta e che hanno ricevuto il parere tecnico di ammissibilità del comandante della Polizia locale, Andrea Giacomini.
«Il nuovo Regolamento di polizia urbana – afferma il vicesindaco con delega alla Sicurezza, Eugenio Fusignani – presenta due importanti elementi di natura politica. È un documento utile a tutta la città, ai suoi cittadini e alle imprese che, pur nel difficile momento che stiamo vivendo, possono trovarvi, una volta superata questa crisi socio-sanitaria, uno strumento che tutelerà ai massimi livelli il decoro e la sicurezza che diventano condizioni determinanti per il rilancio della città. Secondo elemento è il contributo da parte di tutti i gruppi consiliari durante un lungo percorso di confronto che ha portato ad un apprezzamento diffuso. L’obbiettivo non era apporsi medaglie al petto, ma il bene della città attraverso il decoro, la tutela del suo patrimonio e soprattutto quella dei suoi abitanti. Quindi, è giustificato il lungo confronto, partito dalla maggioranza, che ha fatto proposte non per una sola parte politica, ma per l’intera città, poi esteso alla commissione, che ha svolto un importante lavoro, alle istanze sociali e, infine, al consiglio comunale. C’è stato il concorso di tutti e non c’è stato un gruppo politico che non abbia dato un contributo che ha rafforzato la proposta iniziale».
«Il regolamento – continua Fusignani – è stato pensato sulla scorta del decreto Minniti, poi diventato legge 48, che ha introdotto degli strumenti in capo alle amministrazioni comunali consentendogli di mettere mano ai vecchi regolamenti di polizia urbana. Pur nella complessità dell’obbiettivo il percorso è stato rallentato anche perché nell’ultimo anno ci sono stati un cambio di Governo, con la possibilità che cambiassero le basi sulle quali modificare il regolamento, e la pandemia. Questi stop, fortunatamente, non hanno impedito di arrivare all’approvazione che, per la delicatezza dell’argomento, è stata preceduta da un lavoro puntuale perché ogni singolo articolo ha meritato riflessioni su riflessioni. Il risultato finale è un regolamento equilibrato grazie proprio al lavoro collegiale. Un esempio è l’articolo 29, quello sull’utilizzo delle toilette dei pubblici esercizi per il quale è stato determinante il concorso del tavolo delle imprese, che ha fatto salvo il principio che tali toilette sono comunque a disposizione di cittadini e turisti, ma con tutele reali per gli operatori che vedono preservata la qualità del loro lavoro e della propria attività. Questa è la sintesi emblematica di come il confronto con le istanze sociali della città riesca a produrre effetti positivi per tutti».
«Il nostro compito – conclude Fusignani – era di evitare di cadere nella trappola di una deriva sicuritaria o, dall’altro lato, lassista. Siamo, invece, riusciti tutti insieme a scrivere un regolamento che tiene insieme, in perfetto equilibrio, le esigenze di rispetto della legalità con gli aspetti sociali e umanitari che sono tipici della nostra comunità e di una società moderna che si deve confrontare con l’apporto di altre culture. Manteniamo la nostra tradizione di città accogliente, attenta agli aspetti sociali e umanitari, ma ferma nel rispetto della legalità. Una tradizione millenaria che, non a caso, ci ha visto anche capitale di imperi e lo sarà anche in questa occasione, perché credo che questo strumento, non copiato da altre realtà, ma studiato e pensato apposta per Ravenna introduca elementi di modernità che faranno scuola nel Paese».
In Romagna resteranno attivi fino al 24 novembre 12 mezzi aggiuntivi
Ressa sugli autobus a Ravenna in questi giorni di ripresa della scuola, in una foto postata sui social
Garantire i trasporti in sicurezza sui bus dell’Emilia-Romagna per tutta la durata del servizio: dall’attesa alle fermate, alla salita a bordo, durante il viaggio e fino a fine corsa.
L’assessore regionale ai Trasporti e Mobilità, Andrea Corsini, ha incontrato in video-conferenza tutti i prefetti del territorio per un quadro della situazione e per chiedere interventi puntuali al fine di scongiurare ogni forma di assembramento alle fermate e sui mezzi.
«Abbiamo chiesto uno sforzo ulteriore alle Prefetture per potenziare i controlli alle fermate che, in alcune città, hanno registrato episodi di assembramento legati, in particolar modo, all’uscita dalle scuole – spiega Corsini al termine dell’incontro –. La Prefettura di Bologna ha proposto di definire un piano di controlli condiviso tra Polizia locale e Forze dell’ordine dopo un’analisi di Anci, Upi e Aziende Tpl. Controlli che, oltre a bus e fermate, saranno allargati anche alle ‘zone calde’ del territorio dove si concentrano molte persone come i mercati e gli ipermercati. In questo modo siamo convinti che agendo sul potenziamento dei mezzi, con gli 80 reperiti da privati che si aggiungono ai 270 in circolazione dalla ripresa dell’anno scolastico, e rafforzando i controlli per dissuadere ogni comportamento scorretto, potremo continuare a garantire la necessaria tranquillità di viaggio a studenti e lavoratori».
«E di nuovo ribadisco la necessità di fare ognuno la propria parte – chiude l’assessore -: rispettare le distanze sociali anche quando si sale e si scende dai bus, indossare bene la mascherina e igienizzare le mani, sono comportamenti che possono fare da barriera al virus permettendoci di continuare a svolgere le nostre attività quotidiane».
Nei giorni scorsi la Regione, nel corso del tavolo di monitoraggio con Aziende e Agenzie Tpl, pur nella incertezza dell’impatto del nuovo Dpcm sulla mobilità degli studenti tra didattica a distanza e possibile modifica delle fasce orarie, ha confermato il potenziamento dei mezzi.
Tutti gli 80 bus privati reperiti per rafforzare le corse resteranno attivi fino al 24 novembre, anche in caso di prevedibile calo dell’utenza.
In particolare, a Bologna sono stati messi in circolazione oggi 8 bus e altri 7 sono pronti a partire nei prossimi giorni, a Ferrara sono già attivi 3 bus e altri 2 si aggiungeranno in settimana. Piacenza completerà in settimana la messa in circolazione di tutti gli 8 mezzi previsti, mentre a Parma circolano già i 12 bus aggiuntivi. A Reggio Emilia 7 macchine sono già su strada e le restanti 5 a inizio novembre, situazione analoga a Modena con 7 mezzi già circolanti e 5 che saranno immessi a breve. Infine, in Romagna tutti i 12 bus sono già operativi.
In provincia di Ravenna nel bollettino di oggi, 28 ottobre, sono registrati 96 nuovi casi di Covid: 44 maschi e 52 femmine; 60 asintomatici e 36 con sintomi; 86 in isolamento domiciliare e 10 ricoverati. Nel dettaglio: 66 da contact tracing; 22 per sintomi; 6 per test volontari; 2 per categorie professionali.
Il bollettino regionale di oggi, 28 ottobre
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 50.494 casi di positività, 1.212 in più rispetto a ieri, su un totale di 21.376 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti passa così dal 6,6% di ieri al 5,7% di oggi.
Dei nuovi contagiati, sono 582 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,3 anni.
La situazione dei contagi nelle province vede quella di Modena con 280 nuovi casi, poi Bologna (222), Reggio Emilia (171), Rimini (114), Ravenna (96), Piacenza (91), Parma (75). Poi la provincia di Ferrara (57), l’Imolese (37), Cesena (36) e Forlì (33).
I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 18.230 (1.153 in più di quelli registrati ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 17.112 (+1.072 rispetto a ieri), il 93,8% dei casi attivi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 119 (+16 rispetto a ieri), 999 quelli in altri reparti Covid (+65).
Sul territorio, le 119 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 10 a Piacenza (+2 rispetto a ieri), 12 a Parma (-1), 6 a Reggio Emilia (+1), 16 a Modena (+5), 43 a Bologna (+4), 4 a Imola (+1), 6 a Ferrara (+1), 4 a Ravenna (-1), 7 a Forlì (+2), 3 a Cesena (+1) e 8 a Rimini (+1).
Purtroppo, si registrano 14 nuovi decessi: 4 in provincia di Ravenna (una donna di 91 anni e 3 uomini di 78, 90 e 91 anni, tra cui anche i due anziani della casa di riposo di Alfonsine di cui avevamo già scritto), 3 in provincia di Bologna (3 uomini di 73, 82 e 95 anni), 3 in provincia di Parma (3 uomini di 72, 88 e 89 anni), 2 in provincia di Modena (2 uomini di 80 e 81 anni), 1 in provincia di Reggio Emilia (un uomo di 85 anni) e 1 in provincia di Ferrara (un uomo di 91 anni). Dall’inizio dell’epidemia i morti complessivi in Emilia-Romagna sono 4.593.
Le persone complessivamente guarite salgono a 27.671 (+45 rispetto a ieri).
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 6.567 a Piacenza (+91, di cui 2 sintomatici), 5.420 a Parma (+75, di cui 53 sintomatici), 7.789 a Reggio Emilia (+171, di cui 119 sintomatici), 7.090 a Modena (+280, di cui 174 sintomatici), 9.647 a Bologna (+222, di cui 90 sintomatici), 943 casi a Imola (+37, di cui 27 sintomatici), 2.366 a Ferrara (+57, di cui 29 sintomatici); 2.653 a Ravenna (+96, di cui 36 sintomatici), 2.172 a Forlì (+33, di cui 25 sintomatici), 1.671 a Cesena (+36, di cui 22 sintomatici) e 4.176 a Rimini (+114, di cui 53 sintomatici).
In seguito a verifica sui dati comunicati nei giorni passati, sono stati eliminati 3 casi (1 Modena, 1 Bologna, 1 Forlì) in quanto giudicati non Covid-19
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto ristori.
«Vale complessivamente oltre 5 miliardi – ha commentato il premier Giuseppe Conte – che saranno usati per dare risorse immediate a beneficio delle categorie» penalizzate dall’ultimo Cdm.
I ristori a fondo perduto «arriveranno sul conto con bonfico dell’agenzia delle entrate, è il modo più efficace, confidiamo che a metà novembre chi ha aderito alla prima edizione potrà riceverlo, subito dopo anche gli altri».
I contenuti principali del decreto sono quelli di cui si è parlato negli ultimi giorni. Il più importante è la riedizione del contributo a fondo perduto per le attività chiuse o con orario ridotto dopo l’ultimo dpcm adottato dal governo. I bar riceveranno il 150% di quanto ricevuto con il primo indennizzo a fondo perduto, quello del decreto Rilancio arrivato prima dell’estate. I ristoranti il 200%, il doppio. Mentre le discoteche, che da agosto non hanno mai riaperto, arriveranno al 400%. Confermato anche il limite massimo dell’indennizzo, pari a 150 mila euro.
Per i lavoratori dello sport c’è un indennizzo di 800 euro, per gli stagionali del turismo e i lavoratori dello spettacolo si arriva a 1.000.
Per la cassa integrazione vengono introdotte sei settimane aggiuntive da utilizzare entro la fine di gennaio. Sempre alla fine di gennaio viene prorogato il blocco dei licenziamenti introdotto all’inizio della pandemia.
Da febbraio in poi, salvo nuove modifiche, non potrà licenziare solo chi in quel momento starà usando la cassa integrazione.
Confermata anche la cancellazione della seconda rata dell’Imu, che scade il 16 dicembre, per tutte le attività chiuse o limitate nell’orario dall’ultimo dpcm. Per chi paga un affitto scatta invece un credito d’imposta di tre mesi, con l’importo che può essere dedotto dalle tasse future oppure girato al proprietario.
Gli importi che verranno erogati tramite il Dl Ristori sono “significativi”, ha aggiunto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «L’importo medio per i ristoranti fino a 400.000 euro di fatturato – ha detto a titolo esemplificativo – è di 5.173 euro», per quelli fino a un milione di fatturato, 13.920 euro quelli fino a cinque milioni di fatturato e 25.000 euro per quelli oltre i cinque milioni. «Per sale da concerto e teatri l’importo per la fascia più bassa sarà circa 5.000 euro, per quella media di circa 13.900 euro», fino a 30.000 euro medi per i fatturati maggiori.
«Ci sono anche i tassisti e i titolari di noleggio con conducente tra le categorie destinatarie dei ristori stanziati dal Governo nel Decreto approvato oggi a sostegno delle attività chiuse o danneggiate dalle ultime misure anti Covid»: così la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli al termine del Consiglio dei ministri. «Taxi e Ncc hanno giustamente rappresentato in un incontro presso il Mit che l’attività, se pure non sospesa, lo sarà di fatto dopo le 18, considerate le chiusure del dpcm. Potranno così usufruire di un indennizzo pari al 100 % di quanto hanno ottenuto con il dl Rilancio dell’aprile scorso». (ANSA.IT)
In Emilia-Romagna quasi 130 ricoveri in un giorno, 10 in terapia intensiva
Sono 96 i nuovi casi di Covid accertati in un solo giorno a Ravenna, il dato più alto mai registrato dall’inizio della pandemia. Su 96 nuovi casi ci sono 46 asintomatici e 7 nuovi ricoverati, di cui uno in più in terapia intensiva (in provincia al momento i pazienti sono cinque).
Per un dato più a lungo termine, dalla Provincia informano che a ieri (26 ottobre) le persone completamente guarite ammontavano a 1.656 (28 delle quali nell’ultima settimana, su 2.557 contagiati complessivi), mentre i pazienti ancora in malattia (casi attivi) erano 686 (346 in più rispetto al 19 ottobre); di questi pazienti 49 sono ricoverati e 637 in isolamento domiciliare, di questi ultimi 351 asintomatici e 286 con sintomi compatibili con tale regime.
Il bollettino regionale, aggiornato alle 12 del 27 ottobre Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 49.285 casi di positività, 1.413 in più rispetto a ieri, su un totale record di 21.401 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti passa così dal 9,5% di ieri al 6,6% di oggi.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente, tra i nuovi positivi 314 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 288 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,4 anni.
I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 17.080 (1.315 in più di quelli registrati ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 16.043 (+1.187 rispetto a ieri), il 93,9% dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 15 nuovi decessi: 6 in provincia di Bologna (4 uomini di 76, 82, 86 e 92 anni e due donne di 85 e 95 anni), 3 in provincia di Modena (2 uomini di 86 e 87 anni e una donna di 88), 2 in provincia di Parma (2 uomini di 84 e 92 anni), 2 in provincia di Ferrara (2 donne di 88 e 95 anni), 1 in provincia di Reggio Emilia (1 uomo di 85 anni) e 1 in provincia di Forlì-Cesena (1 donna di 83 anni di Cesena). Dall’inizio dell’epidemia i morti complessivi in Emilia-Romagna sono 4.759.
I pazienti ricoverati in terapia intensivasono 103 (+10 rispetto a ieri), quelli in altri reparti Covid 934 (+118). Sul territorio, le 103 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 8 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 13 a Parma (invariato), 5 a Reggio Emilia (invariato), 11 a Modena (+5), 39 a Bologna (invariato), 3 a Imola (+1), 5 a Ferrara (invariato), 5 a Ravenna (+1), 5 a Forlì (+2), 2 a Cesena (invariato) e 7 a Rimini (invariato).
Le persone complessivamente guarite salgono a 27.626 (+83 rispetto a ieri).
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 6.476 a Piacenza (+102, di cui 12 sintomatici), 5.345 a Parma (+107, di cui 74 sintomatici), 7.618 a Reggio Emilia (+174, di cui 133 sintomatici), 6.811 a Modena (+293, di cui 122 sintomatici), 9.426 a Bologna (+312, di cui 65 sintomatici), 906 casi a Imola (+32, di cui 20 sintomatici), 2.309 a Ferrara (+64, di cui 42 sintomatici); 2.557 a Ravenna (+96, di cui 50 sintomatici), 2.140 a Forlì (+48, di cui 38 sintomatici), 1.635 a Cesena (+48, di cui 37 sintomatici) e 4.062 a Rimini (+137, di cui 48 sintomatici).
A organizzare due addette ai lavori di una scuola di danza. «Non si può accettare in silenzio»
Dopo l’evento di ieri promosso dalle palestre, sabato 31 ottobre (dalle 17.30 alle 18.30) è stata organizzata un’altra manifestazione contro il nuovo Dpcm anti Covid.
Si tratta di quella che gli organizzatori definiscono come «una manifestazione pacifica e apolitica in nome dell’Arte», nelle sue varie declinazioni, dalla danza alla musica, dal teatro al cinema. Un modo per ribadire, scrivono gli organizzatori, di una scuola di danza di Ravenna, che le discipline artistiche «non sono né secondarie né di minore importanza sia per valore economico sia per valore culturale».
Alessandra Rizzo e Michela Bulgarelli, addette ai lavori, dicono di essersi prese la responsabilità di organizzare questo evento solidale «in nome di tutte le realtà presenti a Ravenna e provincia, affinché si possa dare voce alle centinaia di persone che vivono di arte. La danza – continua la loro nota inviata alla stampa –, come il canto, la recitazione, la musica non può essere abbandonata o dimenticata pensando che con qualche sovvenzione economica venga risolto il problema».
«Nessuno di noi vuole scavalcare le decisioni dello Stato, anzi abbiamo tutti rispettato in questi mesi le svariate regole imposte e le altrettante richieste per adattare le strutture in termini economici, ma allo stesso tempo non è possibile accettare in silenzio una decisione così netta nel tagliarci le gambe per la seconda volta. Tanta, troppa gente ruota intorno a questo settore: bambini, giovani, talenti, imprenditori, società, migliaia di addetti ai lavori che non si meritano di perdere le loro passioni, il loro lavoro e di conseguenza il loro sostentamento. È una manifestazione aperta non solo a chi lavora nel settore “arte” ma vuole coinvolgere anche chi è vicino e sostiene il tema; per tale motivo, invitiamo tutti coloro che in modo educato, corretto e responsabile vogliono con la loro presenza sensibilizzare l’opinione pubblica».
Le organizzatrici avvisano inoltre che si potrà partecipare mantenendo il distanziamento e con la mascherina e invitano a portare cartelloni, magliette o bandiere «con messaggi di solidarietà».