domenica
24 Agosto 2025

Si schianta con l’auto nella notte in centro a Fusignano, muore 52enne

Si presume che la vettura, andata completamente distrutta, viaggiasse ad alta velocità su via Santa Barbara. FOTO

Mortale FusignanoUn uomo di 52 anni ha perso la vita questa notte, poco dopo l’una, in centro a Fusignano, in via Santa Barbara, carambolando con l’auto, un’utilitaria Suzuki SX4, prima contro un albero, poi contro il muro di cinta di una casa, per finire la sua corsa fra la sede stradale e la pista ciclabile del viale.

Secondo i primi rilievi l’auto avrebbe imboccato ad alta velocità la rotonda fra via Santa Barbara e via Garibaldi in direzione di via Repubblica, l’uomo alla guida avrebbe perso il controllo del veicolo che si è schiantanto violentemente con il lato sinistro contro un pino, andando completamente distrutta. L’impatto ha svegliato gli abitanti della zona che hanno immeditamente dato l’allarme. Sul posto sono arrivati subito mezzi di soccorso del 118, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della stazione di Lugo, ma il 52enne, imprigionato nell’abitacolo, era esanime e i soccorritori non potuto fare altro che constatarne il decesso. Ai Caraibinieri il compito di definire l’esatta dinamica e le cause dell’incidente.

Le immagini dell’auto distrutta nello schianto a Fusignano (foto Massimo Argnani)

Influenza, vaccinazione raccomandata (e gratuita) a tutti i bambini fino a 6 anni

E poi a partire dai 60 anni. Lo prevede la circolare del ministero

Vaccino Antinfluenzale 2014 700x357La vaccinazione antinfluenzale per la prossima stagione invernale, è raccomandata a tutti i bambini da 6 mesi a 6 anni e agli anziani a partire dai 60 anni di età. Per queste categorie, oltre a quelle già previste, si prevede la gratuità del vaccino. Lo prevede la circolare del ministero della Salute per la stagione influenzale 2020-21.

L’estensione della raccomandazione è prevista a causa dell’emergenza COVID-19, “al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce d’età di maggiore rischio di malattia grave”.

Nella prossima stagione influenzale, si legge nella circolate ministeriale “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021”, «non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e SarCov2. Pertanto, si rende necessario ribadire l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Covid-19 e Influenza. Vaccinando contro l’influenza, inoltre – sottolinea il ministero – si riducono le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e gli accessi al pronto soccorso».

Riferendosi quindi ai bambini – per i quali attualmente la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata in particolari condizioni o se affetti da particolari patologie – la circolare rileva come «stante l’attuale situazione pandemica, non esistono le condizioni per condurre uno studio pilota teso a valutare fattibilità ed efficacia in pratica della vaccinazione influenzale fra i 6 mesi e i 6 anni». Per questo, il ministero rimanda alla bibliografia a oggi disponibile su protezione di comunità ed efficacia della vaccinazione influenzale in età pediatrica, «che mostra – si sottolinea – l’opportunità di raccomandare la vaccinazione in questa fascia di età, anche al fine di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani nell’attuale fase pandemica».

Inoltre, «al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce d’età di maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni», mentre attualmente la gratuità era prevista a partire dai 65 anni. (Ansa.it)

A Cotignola il primo impianto in Italia di un nuovo dispositivo per valvole mitrali

Per la riparazione dopo infarto miocardico. La novità permette di evitare un nuovo intervento

AttachmentA Maria Cecilia Hospital di Cotignola, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, è stato eseguito il primo impianto in Italia (il secondo in Europa) di un nuovo dispositivo per la riparazione delle valvole mitrali cardiache danneggiate da infarto miocardico.

«Nei pazienti che vengono operati quando la valvola mitrale è stata danneggiata da infarto miocardico vi può essere la necessità di un nuovo intervento dopo alcuni anni perché la valvola stessa può variare la sua forma nel tempo – spiega il dottor Alberto Albertini, responsabile del reparto di Cardiochirurgia a Maria Cecilia Hospital –. Questo nuovo dispositivo, attraverso un sistema di controllo da remoto, può modificare la sua forma adattandosi alle variazioni della valvola mitrale senza necessità di un nuovo intervento».

Hub chirurgico della Romagna e polo di Alta Specialità per la Cardiochirurgia, la struttura di Cotignola è uno dei centri a maggior volume nella chirurgia della valvola mitrale con oltre 25 anni di esperienza: ogni anno Maria Cecilia Hospital tratta circa 250 pazienti applicando le tecniche più innovative di riparazione valvolare mitralica.

Si stima tuttavia che nel 30% dei pazienti, operati per una insufficienza mitralica dovuta ad un infarto miocardico, vi sia la necessità di intervenire nuovamente sulla medesima valvola cardiaca nel corso dei successivi 10 anni.

Il nuovo dispositivo ideato da un’azienda francese viene innestato durante l’operazione post infartuale con una tecnica mininvasiva: si tratta del primo device per l’annuloplastica della valvola mitrale che può essere modificato in maniera percutanea per adattarsi alla valvola riparata in ogni momento dopo l’impianto, più volte nel corso di mesi e anni a seguire e mentre il cuore batte, evitando così la necessità di reintervento.

Coronavirus, ancora “doppio zero” a Ravenna. 17 nuovi casi in regione, asintomatici

I contagiati delle ultime 24 ore in Emilia-Romagna sono stati individuati grazie allo screening

Coronavirus LaboratorioDall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.877 casi di positività, 17 in più rispetto a ieri, tutti relativi a persone asintomatiche, individuate attraverso l’attività di screening regionale.

I tamponi effettuati sono 5.436, che raggiungono così complessivamente quota 347.146. A questi si aggiungono 2.427 test sierologici.

Le nuove guarigioni sono 180, per un totale di 21.198:  il 76% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 2.512 (-176 rispetto a ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi (5 giugno) sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.193 (oltre l’87% di quelle malate), -126 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 38 (-11). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 281 (-39).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 21.198 (+180): 619 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 20.579 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 13 nuovi decessi (alcuni dei quali relativi ai giorni scorsi, per i qualisi attendeva l’esito rispetto alla causa di morte da Covid-19): due uomini e undici donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna i decessi sono arrivati a 4.167. Per quanto riguarda la provincia di residenza, 2 si sono avuti in quella di Piacenza, 2 in quella di Parma, 3 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Bologna (nessuno nell’Imolese), 2 a Ferrara. Nessun decesso nelle province di Modena, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e da fuori regione.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.498 a Piacenza (+2), 3.547 a Parma (+7), 4.956 a Reggio Emilia (dato invariato), 3.924 a Modena (+2), 4.645 a Bologna (+1); 398 a Imola (+1); 998 a Ferrara (+1). I casi di positività in Romagna sono 4911 (+3),di cui 1.028 a Ravenna (dato invariato), 944 a Forlì (dato invariato),781 a Cesena (+1) e 2.158 a Rimini (+2). /

Gelaterie, alimentari, piadinerie: più suolo pubblico per recuperare i posti persi

Ordinanza del sindaco De Pascale. Soddisfatte Cna e Confartigianato

AlmaIl coronavirus, con le necessarie misure di contenimento della sua diffusione, come il distanziamento sociale, previste dai diversi Dpcm e dalle ordinanze della Regione Emilia-Romagna, ha portato alla riduzione dei posti a sedere all’aperto e il divieto di utilizzo di quelli interni, per il consumo di bevande e cibi, delle attività artigianali e commerciali di prodotti alimentari. Con una apposita ordinanza il sindaco Michele de Pascale permette da oggi, in via temporanea fino al 31 ottobre 2020, il recupero dei posti preesistenti consentendo l’ampliamento della superficie di occupazione del suolo pubblico.

Viene superato, in questa fase, quanto previsto dal regolamento vigente di un massimo di 3 tavoli e relative sedie per le aree in centro storico e la superficie massima di 25 metri quadrati per le attività nella restante parte del territorio comunale. In questo modo sarà possibile il recupero all’esterno dei posti previsti per il consumo all’interno dei locali, ora non utilizzabili.

«La ripresa economica – afferma il sindaco – passa anche da queste semplici disposizioni. L’eccezionalità della situazione deve dare risposte tangibili e immediate. Ciò permetterà non solo ai titolari delle attività di poter contare su misure concrete che contribuiscano al rilancio, ma anche a cittadini e turisti di poter vivere la nostra città in sicurezza e, non ultimo, di vivacizzare strade e piazze».

L’ordinanza consente alle attività artigianali e commerciali di prodotti alimentari, come gelaterie, pasticcerie, piadinerie, ecc., di ampliare l’occupazione esistente oppure richiederne una ex-novo, “compatibilmente con le norme e prescrizioni relative alla sicurezza, in particolare previste dal codice della strada, al fine di permettere l’utilizzo delle sedute previste all’interno ed un corretto distanziamento delle sedute poste all’esterno, anche in deroga ai limiti dimensionali previsti dal vigente regolamento comunale”. Il numero massimo di sedute “non potrà eccedere quanto autorizzato in precedenza internamente ed esternamente e la tipologia degli arredi dovrà rispettare quanto indicato nel regolamento specifico”.

Soddisfatte Cna e Confartigianato, che avevano chiesto l’ordinanza e ora in una nota congiunta «esprimono il proprio ringraziamento in particolare al Sindaco Michele De Pascale e all’Assessore Massimo Cameliani, per un provvedimento che va nella direzione di salvaguardare lo street food e dare pari dignità a un settore importante per l’accoglienza al pari della ristorazione».

Le Province al premier: «Accelerare i tempi per poter aprire le scuole in settembre»

De Pascale (Upi): «Rischiano di essere impraticabili il 50 percento delle Superiori»

Chairs Classroom College Desks 289740Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha scritto in veste di presidente dell’Upi (Unione delle Province Italiane)  al presidente del Consiglio Conte e alla ministra dell’Istruzione Azzolina per chiarire alcune urgenze per la riapertura delle scuole superiori.

«Tutte le istituzioni e il mondo della scuola si muovono per un obiettivo comune: la riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado con la didattica in presenza, per assicurare agli studenti il diritto all’istruzione in piena sicurezza. È una priorità su cui serve trovare al più presto soluzioni.

La tempistica per dare il via agli interventi di messa in sicurezza degli edifici deve essere accelerata, per non trovarci nella condizione di dovere risolvere il problema dell’apertura delle scuole nei primi quindici giorni di settembre.

Le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico e del rapporto del Comitato per la riapertura, poi, dovranno essere strettamente aderenti alla realtà effettiva delle scuole italiane o rischiano di non essere praticabili e di impedire, di fatto, la riapertura del 50% delle scuole superiori, quelle costruite prima del 1976 soprattutto nelle grandi aree urbane, che sono situate in palazzi antichi e non hanno spesso né palestra né Aula Magna.
È del tutto evidente che in queste strutture non possono essere applicate norme rigide di distanziamento fisico, o non saranno considerate agibili.

A questo dobbiamo aggiungere la mancanza di risorse per Province, Città metropolitane e Comuni, destinate espressamente agli interventi per la riapertura delle scuole, senza le quali gli enti gestori non possono avviare alcun tipo di opera. Chiederci di utilizzare a questo scopo i pochissimi fondi oggi riservati alla messa in sicurezza delle scuole, quelli cioè che a fatica dopo anni abbiamo ottenuto per impedire che i solai cadano sulle teste degli alunni, non è praticabile né comprensibile.
Il Decreto rilancio prevede un fondo di 1 miliardo, 400 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021: almeno i 400 milioni del 2020 devono essere espressamente indirizzati a Province, Città metropolitane e Comuni agli interventi per la ripresa dell’anno scolastico».

Ravenna, dal 26 al 29 giugno feste di fine anno scolastico con il Teatro delle Albe

Per gli studenti di quinta elementare e terza media del territorio comunale

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Un momento del Purgatorio del Teatro delle Albe

Il Comune di Ravenna in questi giorni sta lavorando, in collaborazione con Ravenna Teatro con la regia degli attori della non-scuola del Teatro della Albe, per organizzare un momento di incontro e saluto di fine anno scolastico in spazi aperti e giardini, con gli studenti all’ultimo anno dei cicli scolastici, elementari e medie.

«Stiamo preparando una sorpresa – dichiara il sindaco Michele de Pascale – lo faremo nel segno del teatro, organizzeremo un momento collettivo per tutte le classi che finiscono il loro corso, rispettando naturalmente le disposizioni necessarie di sicurezza e distanziamento. Sarà l’occasione per ritrovare nuovamente i propri amici e compagni di classe, per celebrare insieme il ritorno alla socialità e alla condivisione di momenti di festa e per fare la foto di classe che quest’anno purtroppo è mancata».

L’idea è quella di incontrare i ragazzi, le ragazze, e tutto il mondo della scuola nelle giornate di venerdì 26, sabato 27, domenica 28 e lunedì 29 giugno con iniziative diffuse su tutto il territorio comunale.

«Ravenna Teatro, Marco Martrinelli e Ermanna Montanari – spiega Laura Redaelli, responsabile della non scuola del Teatro delle Albe – hanno accettato con gioia di essere coinvolti nell’ideazione della festa di fine di anno per le classi quinte e terze delle scuole elementari e medie, un rito che vuole essere simbolo della possibilità del ricominciare. L’idea è quella di lavorare con i ragazzi sulla poesia, con i versi potenti del Majakovskij di Eresia della felicità e del coro del Purgatorio delle Albe dedicato ai poeti, in cui a quelle di Dante si univano le parole di Etty Hillesum, Walt Whitman o Emily Dickinson, parole che ci parlano della possibilità della bellezza e della forza dell’amore e della compassione. Ma mescoleremo a queste anche testi poetici più legati alla situazione attuale, tra cui quelli di Marco Martinelli o Mariangela Gualtieri, scritti durante il lockdown. Lavoreremo per arrivare a un’azione corale, seguendo la dinamica del corifeo e del coro, che si svolgerà all’aperto, in spazi che avranno come scenografia i banchi scolastici, come appunto nel Purgatorio del Teatro delle Albe. Un vero momento di festa, legato alla poesia e ai versi, legato al ricominciare e alla speranza».

Per partecipare all’evento sarà obbligatoria la prenotazione, che avverrà in forma telematica. Le modalità organizzative verranno comunicate nel coso della prossima settimana.

Gli incontri – assicura il Comune – avverranno in condizioni di sicurezza, garantendo il distanziamento sociale, con ingressi contingentati e controllati, nel massimo rispetto delle normative vigenti.

 

Il ponte Teodorico verrà demolito negli ultimi tre fine settimana di giugno

Dall’8 giugno verrà chiuso. Ecco le modifiche alla viabilità

Ponte Teodorico OggiCominceranno a Ravenna lunedì 8 giugno, come annunciato nei giorni scorsi, i lavori per la realizzazione del nuovo ponte Teodorico, da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), con un proprio investimento da oltre 9 milioni di euro, nell’ambito degli accordi sottoscritti con il Comune di Ravenna, l’Autorità Portuale e la Regione Emilia Romagna per migliorare l’accessibilità ferroviaria all’area portuale.

Il nuovo ponte migliorerà e renderà più sicura anche la viabilità comunale, grazie a un percorso pedonale su un lato dello stesso e uno ciclabile sull’altro.

La demolizione del vecchio ponte Teodorico è programmata negli ultimi tre fine settimana di giugno (13/14, 20/21 e 27/28) durante i quali il traffico ferroviario sarà parzialmente sospeso sulle linee Castelbolognese–Ravenna, Ferrara–Ravenna e Faenza–Ravenna e i treni sostituiti con autobus, rispettivamente, fra Lugo e Ravenna, fra Alfonsine e Ravenna e fra Russi e Ravenna. I dettagli su orari e percorsi dei bus sostitutivi per le specifiche giornate d’interruzione della linea, saranno consultabili sui siti internet delle compagnie ferroviarie o nelle biglietterie.

Dall’8 giugno il ponte sarà chiuso alla viabilità comunale, fino alla conclusione dei lavori, prevista per dicembre.

Il traffico verrà completamente interrotto dalla circonvallazione alla Rotonda dei Goti, in corrispondenza della Rocca Brancaleone, fino all’incrocio con via Arbe, e anche nel tratto iniziale di via Darsena.

Per consentire ai mezzi che proverranno dalle zone di via Chiavica Romea – via delle Industrie di raggiungere via Darsena – via Candiano, il senso di marcia di via Teodorico sarà temporaneamente invertito e lungo la stessa via Teodorico sarà realizzata una pista ciclabile provvisoria. Per rendere più fluida la circolazione sarà inoltre realizzata una rotonda provvisorie all’incrocio tra via Antico Squero e via Darsena e il tratto di via Antico Squero compreso tra via Teodorico e la nuova rotatoria provvisoria sarà a doppio senso di circolazione.

Inoltre, conseguentemente all’interruzione della circolazione sul tratto della circonvallazione alla rotonda dei Goti sopra citato, i veicoli provenienti da via San Gaetanino potranno soltanto girare a destra in via di Roma o a sinistra in via Sant’Alberto ma non proseguire dritto nella circonvallazione alla rotonda dei Goti.

Le deviazioni saranno opportunamente segnalate e indirizzeranno verso i percorsi della circonvallazione esterna, che è il percorso alternativo principale – da considerare in via prioritaria, per evitare di creare fenomeni di congestione nelle strade centrali della città – oltre al quale viene consentita in via temporanea e sperimentale la svolta a sinistra da via Carducci a via di Roma. Il varco Sirio tra le due vie rimarrà attivo con funzione di monitoraggio e sospensione dell’attività sanzionatoria; i punti maggiormente critici della zona verranno monitorati dalla Polizia Locale. L’andamento dei flussi di traffico a seguito della chiusura del cavalcaferrovia sarà costantemente monitorato in tutti i punti sensibili e qualora necessario saranno presi altri provvedimenti, per rendere la circolazione la più fluida e sicura possibile ed evitare l’insorgenza di situazioni di potenziale pericolo per la circolazione.

Per le deviazioni delle linee del trasporto pubblico locale www.startromagna.it

L’ex commissario regionale per il Covid: «Non c’era bisogno del lockdown totale»

Venturi: «Sono più efficaci chiusure mirate in alcuni focolai particolarmente aggressivi»

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Sergio Venturi

«Se dovessi rifare un lockdown domani, non lo rifarei come l’abbiamo fatto. Non si può chiudere un intero paese quando non ce n’è alcun bisogno». Parola di Sergio Venturi, ex commissario all’emergenza coronavirus dell’Emilia-Romagna. Per Venturi, sono più efficaci lockdown «mirati in alcuni focolai particolarmente aggressivi». Insomma, «conviene intervenire nel piccolo, questa è la lezione che abbiamo imparato quest’inverno».

Venturi, che in Regione è stato anche assessore alla Sanità, ne ha parlato durante una lunga diretta organizzata dai Giovani democratici dell’Emilia-Romagna. Zone rosse ristrette, dunque, come quelle che la Regione ha deciso per arginare il contagio a Piacenza, a Rimini e a Medicina.

Il “rammarico” confidato da Venturi è proprio che non si sia deciso da parte del Governo di includere una parte del piacentino nella zona rossa della vicina Codogno, primo focolaio conclamato dell’epidemia in Italia. Ma «quelle di Rimini e Medicina sono state decisive per evitare che diventassimo una seconda Lombardia», rivendica l’ex commissario, a proposito della chiusure ulteriori in quelle zone. Blindando Medicina, in particolare «abbiamo evitato che Bologna diventasse Bergamo».

Però, «non ha senso la zona rossa dell’Italia. In alcune regioni – ricorda – abbiamo avuto solo qualche centinaio di casi, poteva avere senso impedire gli spostamenti da regioni molto ‘impestate’ alle altre, ma disturbare il regolare interscambio tra le regioni del sud mi è sembrato un po’ eccessivo». In questo senso, nonostante le differenze politiche, «mi è stata simpatica la presidente della Regione Calabria quando ha detto perchè non poteva aprire i ristoranti all’aperto. Questa è una lezione da prendere».”

In ogni caso, sottolinea Venturi tornando sulle conseguenze economiche drammatiche del lockdown, «ho molto rispetto decisioni prese in quelle settimane, da chiunque. Lo ha fatto non immaginando di prendere decisioni sbagliate. Ma sarebbe tragico se non imparassimo da ciò che è accaduto». Comunque, sottolinea in un altro passaggio della diretta, »non ci potremo più permettere una chiusura così prolungata».

Ora, auspica Venturi, «sarebbe bello se in autunno ci presentassimo ‘puliti’, se i mesi estivi ci servissero ad arrivare a zero contagi. Vorrei che ci arrivasse anche la Lombardia, in modo da farci trovare preparati ad una eventuale ricomparsa del virus».

Infine, Venturi torna sul disastro delle case protette, dove si sono verificati tanti contagi e tanti decessi: il sistema è a suo avviso da ricostruire. Gli anziani, fa notare, «si sono ammalati nelle case protette dove c’erano medici e infermieri più che nelle loro case con le badanti». Perciò «dobbiamo ripensare l’assistenza ad anziani con strutture più piccole e tutte le politiche che sono dentro la sanità». (Dire.it)

Riaperte in totale sicurezza le Terme di Punta Marina. Disponibili test sierologici

Cure TermaliAttivi gran parte dei poliambulatori per visite e cure, eccetto quelle inalatorie collettive e caldo-umide

Dopo i decreti ministeriali e la recente ordinanza regionale che ha fissato i protocolli per la riapertura degli impianati termali ha ripreso l’attività di cura, assistenza sanitaria e per il benessere anche le Terme di Punta Marina.

«Il 3 giugno, in ritardo di due mesi sulla data di apertura prevista abbiamo riaperto la stagione per quel che riguarda le cure termali – commenta il direttore Andrea Accardi –. La struttura in realtà non ha chiuso del tutto durante il lockdown perché abbiamo continuato ad erogare prestazioni urgenti e non differibili, soprattutto nel campo della riabilitazione neuromotoria, come da direttiva Ausl».

Per quanto riguarda le cure termali specifiche, le prestazioni offerte hanno alcune limitazioni: non verranno erogate le cure inalatorie collettive e le inalazioni caldo-umide, mentre verranno regolarmente erogate le cure inalatorie con device monouso come l’aerosol, le docce nasali e le ventilazioni polmonari. Nessuna restrizione invece è prevista per cure vascolari, dermatologiche ed idrokinesiterapia.
Inoltre, va sottolineato, è già possibile prenotare il test sierologico per il virus Sars-Cov2 per rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM.

Accardi
Andrea Accardi, direttore delle Terme di Punta Marina

«Per riaprire in totale sicurezza abbiamo stilato protocolli e piani di autocontrollo condivisi con tutti gli stabilimenti termali italiani grazie al lavoro di FoRST (la Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale, ndr) – precisa Accardi –. Protocolli e procedure molto importanti e che hanno preso in considerazione tutte le procedure della struttura: dai flussi interni alle modalità di sanificazione, dal controllo della temperatura alle unità trattamento aria.
Abbiamo strutturato questo genere di procedure e protocolli per offrire i nostri servizi in sicurezza e perché crediamo fortemente che il contenimento della diffusione del virus sia responsabilità di tutti nelle nostre azioni quotidiane.
Fina da subito abbiamo notato una grande consapevolezza nelle persone e una sostanziale ampia collaborazione da parte degli utenti nell’applicazione delle norme e questo è per noi di grande supporto. Mi preme sottolineare che abbiamo notato un importante spirito di comunità in questo senso Sono stati rimodulati gli spazi di attesa e prestazioni con estensione degli orari di apertura al fine di consentire l’esecuzione di visite e trattamenti in tutta sicurezza con adeguati distanziamenti fisici grazie al notevole sviluppo volumetrico della nostra struttura.
Poniamo molta attenzione nella informazione preventiva in modo che l’utente arrivi alle terme già preparato così da rispettare le disposizioni che la nostra azienda ha messo in campo per la sicurezza di tutti: dipendenti ed utenti».

«Ci siamo preparati molto bene a questa nuova modalità di lavoro e l’accuratezza che abbiamo posto ai dettagli ci fa sentire piuttosto sereni rispetto alle modalità di erogazione del servizio – sottolinea il direttore Andrea Accardi –. Il picco di emergenza ci auguriamo tutti sia passato ma spero ci abbia lasciato la consapevolezza della necessità di investimenti importanti nella sanità di territorio e prossimità. Le epidemie potrebbero diventare una possibile costante in considerazione della interconnesione del mondo e della consegunete velocità di trasmissione. Ciò che è successo deve lasciare un insegnamento importante su come vanno impegnate le risorse e su come approntare e gestire dei piani di emergenza».

Calcio giovanile, Savarna e Sant’Alberto uniscono le forze e nasce Romagna Accademy

Dai 5 ai 16 anni. Con anche un pullmino per i più distanti

“L’importante non è vincere, è imparare!”. Con questo slogan nasce una nuova società sportiva calcistica con l’intento di creare un settore giovanile che riunisca le storiche esperienze del Savarna e del Sant’Alberto.

Si chiama Romagna Accademy e per i fondatori la prerogativa principale è dare la possibilità a bambini e bambine di crescere calcisticamente in un contesto sano, basato sul rispetto di tutti i protagonisti.

Romagna Accademy vuole “arruolare” bambine e bambini dai 5 anni fino alla categoria “allievi” (16 anni), partendo dal settore giovanile già in essere a Savarna e a Sant’Alberto. I campi di gioco saranno quelli dei rispettivi paesi e grazie alla disponibilità di un pullmino si cercherà anche di aiutare i bambini più distanti nel trasporto verso i campi.

«L’idea di creare una società nuova in questo clima, in cui non si sa bene come il calcio uscirà dal periodo pandemia, soprattutto quello giovanile, è una sfida molto ardua –  dichiara Mirko Pretolani, presidente Romagna Accademy –, ma che se dovesse risultare vincente, ci renderà estremamente orgogliosi e felici».

Info: www.romagnaaccademy.it  e pagina su Facebook romagnaaccademy.

Mascherina obbligatoria e prezzi ridotti: ecco il Ravenna Festival post pandemia

Eventi all’aperto, in caso di pioggia a Ravenna si trasloca dalla Rocca al teatro Alighieri ma solo per i primi duecento spettatori (rimborso per gli altri). A Lugo una prima assoluta con Bollani

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La conferenza di presentazione del Ravenna Festival 2020

Biglietteria solo online, prezzi da 5 a 40 euro, obbligo di mascherina per il pubblico anche negli eventi all’aperto (300 posti alla Rocca Brancaleone e allo stadio di Cervia, 500 al Pavaglione di Lugo), in caso di pioggia a Ravenna si userà il teatro Alighieri ma solo per i primi duecento spettatori che hanno comprato i ticket. Sono alcuni dettagli organizzativi e logistici della prossima edizione del Ravenna Festival, la prima post pandemia. Apertura, come già noto, il 21 giugno alla Rocca con il concerto diretto dal maestro Riccardo Muti. La presentazione del programma (chiusura il 31 luglio, qui il programma completo) si è tenuta stamattina, 5 giugno, al teatro Alighieri.

Le principali notizie riguardo il cartellone, che nonostante le difficili circostanze organizzative si presenta ampio e di notevole rilievo artistico e culturale, sono: la conferma del Concerto dell’Amicizia, dedicato alla Siria (a Ravenna e nel parco archeologico di Paestum), la programmazione di altri due concerti sinfonici, oltre ai tre diretti dal Maestro Muti, appuntamenti con solisti della classica del calibro di Beatrice Rana, Mario Brunello, Nikolay Khozyainov, Filippo Gorini. Poi la danza con etoiles soliste ma anche con passi a due (sul palco solo danzatori che fanno coppia non solo nell’arte ma anche nella vita), tre spettacoli teatrali, due proiezioni cinematografiche con musica dal vivo. E diverse presenze artistiche di spicco come Sergio Castellitto, Isabella Ferrari, Neri Marcorè, Vinicio Capossela, Giovanni Sollima, Accademia Bizantina…

L’edizione 2020 si svolgerà anche a Cervia e Lugo. Nella località costiera è confermata la rassegna di incontri a trebbo nell’arena allo stadio dei Pini (300 posti) con personaggi di varie competenze: fra tutti, visto il momento storico, non può che spiccare la virologa Ilaria Capua. Al Pavaglione lughese (500 posti) invece una prima assoluta: Stefano Bollani presenta la rivisitazione di Jesus Christ Superstar. Poi Maria Grazia Cucinotta e Brunori Sas.

Come detto, gli eventi saranno all’aperto e lo staff non può che fare gli scongiuri contro il maltempo. Il sovrintendente Antonio De Rosa ha assicurato che il Festival farà ogni sforzo possibile per garantire lo svolgimento degli appuntamenti. A Ravenna in caso di pioggia ci si sposterà al teatro Alighieri ma solo per duecento spettatori (limite imposto dalle norme del Governo per gli eventi al chiuso): troveranno posto quindi quelli che hanno comprato i primi biglietti, per gli altri il rimborso. A Lugo invece, dove i posti venduti sono di più per lo spazio offerto dal quadriportico (la legge stabilisce un massimo di mille persone), si proverà a spostare l’evento allungando il calendario.
Insomma, the show must go on, a qualunque costo…

Le prevendite per tutti gli spettacoli si aprono giovedì 11 giugno alle 10: sarà possibile acquistare i biglietti esclusivamente online sul sito ufficiale o telefonicamente contattando la Biglietteria del Teatro Alighieri (tel. 0544 249244). I posti disponibili per ogni evento sono 300 alla Rocca Brancaleone, 300 a Cervia e 500 a Lugo. È possibile acquistare un massimo di due biglietti per persona. Chi ha acquistato biglietti prima della sospensione delle vendite e dell’annuncio del nuovo programma deve rivolgersi alla biglietteria per il rimborso tramite voucher.

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