martedì
26 Agosto 2025

«Le etichette di quelle bibite riducono il corpo della donna a oggetto sessuale»

La denuncia della Casa delle Donne di Ravenna all’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria

Bottle Pinup 1La Casa delle Donne di Ravenna ha segnalato l’azienda Eurofood all’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria per le etichette delle bibite gassate a marchio Abbondio, «sperando che venga preso qualche provvedimento».

«Pur evocando lo stile anni 50 delle pin-up, icone dei calendari del tempo – si legge in una nota della Casa delle Donne – ne alterano il femminile sensuale e l’erotismo discreto per riprodurre immagini femminili volgari e provocanti che riconfermano modelli oggettivizzanti del corpo femminile».

«Queste immagini risultano offensive  e rimarcano la tendenza pubblicitaria, ormai tanto discussa e criticata da diventare obsoleta, di ridurre i corpi umani a oggetto sessuale da abbinare a prodotti commerciali in modo incongruo e pretestuoso», scrivono ancora dalla Casa delle Donne.

«Purtroppo l’assuefazione a questi abbinamenti non desta, come dovrebbe, disapprovazione nei consumatori e occorrono ancora azioni di richiamo al rispetto dei codici etici della pubblicità rispettosa del corpo delle donne».

La denuncia è arrivata grazie alla segnalazione dell’ex assessora Giovanna Piaia e di Lia Randi.

Il 20 giugno riapre Mirabilandia. Ma questa estate resterà chiuso il parco acquatico

Mascherine, percorsi obbligati e segnaletiche: nuove regole per il parco della Standiana

Eurowheel LowMirabilandia apre sabato 20 giugno, con le nuove regole imposte dai protocolli anti coronavirus.

Seguendo le indicazioni della IAAPA, l’organizzazione internazionale di riferimento per l’intero settore, e della Regione Emilia-Romagna il parco ha adottato misure straordinarie per la ripartenza.

Ora Mirabilandia è pronta, «dopo aver lavorato nell’ultimo periodo senza sosta per adattarsi alla nuova normalità – si legge in una nota del parco –, con misure come la definizione di nuove modalità di fruizione delle attrazioni, la regolamentazione degli ingressi e delle singole file, le adeguate sanificazioni, l’obbligo di indossare mascherine per staff e visitatori, l’organizzazione degli spettacoli, i distanziamenti all’interno delle aree e l’accesso ai punti ristoro e shop».

Regole sanitarie dettagliate, «per un divertimento sereno per ogni fascia di età». All’interno del Parco saranno presenti anche steward, adeguatamente formati, «che si occuperanno di regolare i flussi e quindi il contingentamento di ingressi e singole aree, per offrire ai visitatori i più alti standard di tutela della propria salute».

Per evitare assembramenti, si incentiveranno le modalità di prenotazione online e sono stati studiati percorsi obbligati e segnaletiche adeguate a favorire i corretti spostamenti. In tutte le aree saranno inoltre presenti dispenser con igienizzanti.

Completamente rinnovata la programmazione degli show. Arriva al Pepsi Theatre (con sedute opportunamente distanziate), la magia del musical “Il Mago di Oz”. Immancabile l’appuntamento con lo stunt show più acclamato d’Europa, “Hot Wheels City: la nuova sfida”. Ad allietare gli ospiti in piazza della Fama ci saranno anche gli spettacoli “Hook Rock”, per farsi travolgere dall’onda rock del famoso pirata e dei suoi amici, e “The Wild West Show”con atmosfere Far West dove due ladri saranno smascherati dalle ballerine del saloon.

«Quest’anno il lungo lockdown ha reso l’apertura di Mirabilandia ancora più attesa – dichiara il direttore generale di Mirabilandia, Riccardo Marcante –. Siamo impegnati a garantire un divertimento sano e sicuro, perché siamo convinti che bambini, ragazzi e adulti meritino occasioni di svago in assoluta spensieratezza, dopo l’esperienza che tutti abbiamo vissuto».

«Volendo offrire a Mirabilandia un intrattenimento di alto livello, come facciamo da 28 anni, abbiamo deciso di rimandare alla prossima estate l’apertura di Mirabeach – continua Marcante –. Il nostro Parco acquatico richiederebbe mesi di lavoro per organizzare una riapertura che garantisca i più alti standard di sicurezza, che arriverebbe a stagione quasi conclusa. Mirabilandia è comunque pronta ad accogliere i propri visitatori con ancora più voglia di regalare tante ore liete e spensierate, dopo mesi difficili».

La stagione 2020 di Mirabilandia prenderà il via sabato 20 giugno (dalle 10 alle 22) e si concluderà martedì 2 novembre.

 

All’ospedale di Lugo chiude un’area Covid. E torna l’ambulatorio Urgenze Pediatriche

L’area al pianterreno capace di 30 posti letto riservata ai contagiati da coronavirus torna alla sua funzione di Medicina Interna

Ospedale Corsia 680x365 CRiparte l’attività dell’Ambulatorio Urgenze Pediatriche dell’Ospedale “Umberto I” di Lugo.

Verrà ripristinata da lunedì prossimo, primo giugno, in questa prima fase con orario mattutino 8-14, per tutti i giorni della settimana. Questa graduale ripresa dell’attività, che era stata sospesa a seguito dell’emergenza Covid 19, verrà svolta da un medico dell’unità operativa di Pediatria di Ravenna-Faenza-Lugo diretta dal dottor Federico Marchetti e da due infermieri.

Le attività prevedono la visita in regime di pronto soccorso con eventuale uso della diagnostica laboratoristica o di immagini nei casi necessari. Il primo accesso dei piccoli pazienti avverrà da Pronto soccorso generale, e laddove vi sia necessità di osservazione breve, al momento restano invece operativi i presidi di Ravenna e Faenza.

«Si tratta di un modello di ripresa di attività innovativo – spiega il dottor Marchetti – che coniuga nel modo più efficace possibile l’assistenza ospedaliera con quella della medicina territoriale. Molto importante è dunque il ruolo dei pediatri di famiglia del territorio».

Intanto vi sono anche altre situazioni in evoluzione presso l’Ospedale di Lugo, che comunque resterà operativo sul tema Covid. A seguito del minor impatto che l’infezione da nuovo coronavirus sta avendo sulla popolazione, nei giorni scorsi ha chiuso l’area Covid che era situata al pianterreno, capace di 30 posti letto e che, adeguatamente predisposta e sanificata, torna alla sua funzione di Medicina interna.

L’esame di maturità in presenza? Impossibile realizzarlo nella massima sicurezza

Servirebbero aule da 40 mq, nemmeno fossimo a Hogwarts. E basterà una poco rassicurante autocertificazione per verificare lo stato di salute degli studenti, quando sappiamo che alcuni di loro sono state vittime del Covid

Esame MaturitaA pochi giorni dalla fine della scuola – proseguita con la didattica a distanza – e a un mese esatto dall’inizio degli esami di maturità, il Ministero della Pubblica Istruzione ha emanato l’ordinanza in cui ha chiarito lo svolgimento della prova d’esame in presenza e le misure di sicurezza da adottare per lo svolgimento in sicurezza.

I tempi sono stretti, anzi strettissimi, per espletare la procedura completamente diversa da tutte le tipologie degli esami precedenti: sono tre anni consecutivi che l’esame di stato è stato rivoltato ogni volta come un calzettino ma, come ogni tornata, i docenti si sono riadattati, hanno riprogrammato obiettivi e percorsi, tirato fuori prove dal cappello a misura delle richieste del Ministero, giunte sempre alla fine dell’anno scolastico quando la programmazione stava terminando.

Ma in tempi di Covid-19 l’emergenza giustifica la Ministra Azzolina che, però, poteva fare qualcosa di meglio: ispirarsi ad esempio in modo più stringente al senso pratico di quei latini di cui ama così spesso citare le parole. Deciso – per fortuna – che gli esami delle scuole medie avverranno a distanza per via telematica, rimangono in ballo 1 milione fra studenti e accompagnatori coinvolti negli esami di maturità – questi i dati stimati dal dottor Miotto della Protezione civile che collabora al Miur – insieme a 70.000 docenti e dirigenti scolastici, senza contare il personale di segreteria, i collaboratori scolastici, i tecnici di laboratorio necessari allo svolgimento delle prove. I numeri sono tali da far tremare polsi e vene ma l’idea della Ministra è che l’esame vada comunque fatto in presenza perché i dati epidemiologici sono positivi, anche se si riferiscono ad un periodo precedente alla fine della fase 2.

Il secondo motivo per la Ministra è che la prova di maturità costituisce “un passaggio alla vita adulta” che tutti si ricordano. Peccato che anche gli esami di laurea siano una prova decisiva della vita e che ancora adesso tutti siano fatti rigorosamente a distanza e con un numero molto più basso di persone.

Peccato ancora che nelle interviste la Ministra abbia più volte utilizzato la parola “test” per questi esami di maturità, definendola esplicitamente una prova che ci darà il tasso di efficacia del ritorno a scuola a settembre, come se fare da cavie sia il sogno principale dei lavoratori della scuola e di ogni studente poco più che maggiorenne.

Peccato che i docenti coinvolti negli esami siano per la maggior parte individuati nella categoria dei lavoratori “fragili” dallo stesso Decreto Italia perché ormai “grandicelli”, ovvero dai 55 anni in su. Quelli che – si consigliava – dovessero lavorare a distanza se le condizioni di lavoro lo permettevano, come si è fatto fino ad ora.

Peccato che non si trovino i presidenti di commissione d’esame nonostante l’appello dei direttori regionali ai dirigenti scolastici e la riapertura dei termini delle domande. In qualche modo si farà, anche se un fattore a discapito non è solo l’età – quasi tutti i presidenti appartengono alla categoria dei grandicelli, alcuni già in pensione – ma anche la responsabilità – quanto civile e penale? – che si assumono assieme ai Dirigenti nella verifica dell’applicazione del protocollo sulla sicurezza prima dell’insediamento della commissione. Distanziamento fisico e igiene sono le formule di contrasto al Covid-19 inserite nel protocollo diffuso assieme all’ordinanza degli esami ma il documento pone tali dubbi da spingere la Flc-Cgil di Ravenna a richiedere con urgenza degli incontri con i dirigenti scolastici per verificarne le condizioni e probabilmente richiedere misure più stringenti.

Il senso di responsabilità a cui ha fatto appello la Ministra più volte rivolgendosi al personale della scuola è talmente cromosomico nei docenti che pochi si sono preoccupati di richiedere maggiori garanzie: dato il sacrificio di medici e infermieri – citati a paragone più volte dalla Ministra – ora si chiede ai lavoratori della scuola di fare altrettanto. Tutto andrà bene anche per loro, Ministra?

Sull’igiene delle mani ormai abbiamo capito e le scuole hanno già predisposto dispenser a pioggia. Le scuole daranno mascherine ai docenti e ai presidenti di commissione ogni giorno ma non i guanti, perché “basta l’igiene”. Non così a studenti e accompagnatori a cui basterà una mascherina portata da casa, anche fai da te. In virtù di una pensata geniale, agli studenti verrà concesso il diritto di abbassare la mascherina durante il colloquio, se lo vogliono: non so se esiste una Madonna degli starnuti e della tosse ma per certo diventerà l’avvocata di tutti i docenti d’Italia che a lei si rivolgeranno per impedire alle famose particelle in sospensione di superare le soglie dei dispositivi in dotazione (che, sappiamo, non difendono chi le porta). Ma basterà stare in una stanza arieggiata, dice il documento tecnico.

A due domande importanti poste dai giornalisti però, la Ministra non ha mai risposto: la prima sull’ampiezza delle aule entro cui posizionare da un minimo di 8 a un massimo di 10 persone – tanti sono i partecipanti all’esame contando sei prof, il presidente, il candidato, l’eventuale accompagnatore e un docente di sostegno per i ragazzi che ne hanno diritto – con una distanza minima di 2 metri l’una dall’altra. Facendo qualche calcolo a mente, le aule dovrebbero essere ampie circa una quarantina di metri quadri, una notizia che affascina perché sospettiamo che la Ministra possieda una bacchetta magica: Hogwarts infatti ha quelle aule, le scuole italiane no.

A Ravenna non tutti gli istituti possono contare su aule magne e palestre o su laboratori (sempre che siano svuotabili) che comunque non sarebbero in numero sufficiente per almeno 4 commissioni di media. E la soluzione affascinante degli esami all’aperto cozza con la necessità di avere computer per i docenti e per il candidato durante l’esame.

La sanificazione prevista dal Ministero è solo a fine giornata, scelta non condivisa dalle aziende che da tempo seguono le scuole in tema di sicurezza: il consiglio che hanno dato è quello di disinfettare i dispositivi utilizzati ad ogni cambio di candidato, togliendo e mettendo pellicole protettive, un’operazione che dovrebbe essere fatta in sicurezza dai collaboratori scolastici.

Un ultimo consiglio giunto dai laboratori di medicina del lavoro di Ravenna alle scuole del territorio è l’ipotesi di verificare in modo certo la positività al test Covid-19, almeno del personale scolastico e prima degli esami, sempre su base volontaria.

Alla Ministra e al suo staff basta un’autocertificazione individuale da parte degli studenti e dei loro accompagnatori: oggi non ho la febbre, negli ultimi 14 giorni non sono stato in quarantena e non ho avuto contatti con persone malate per quanto ne sia a conoscenza. Quel “per quel che ne so” non tranquillizza, anche alla luce di notizie purtroppo certe di alcuni studenti che recentemente sono stati vittime del Covid e stanno superando il periodo di quarantena. Viceversa, altri ragazzi invece presentano patologie importanti per cui una esposizione al Covid potrebbe essere anche letale, ma a meno che non siano ricoverati in un ospedale il protocollo non prevede per loro alcuna esenzione dalla presenza.

Un test almeno per il personale, per quanto non metta al riparo da eventuali ricadute, potrebbe accertare che hic et nunc – citando Azzolina – stanno tutti bene e che forse tutto andrà bene.

Ravenna, nuovo defibrillatore in via Berlinguer. A disposizione 24 ore al giorno

Promotori dell’iniziativa Ravenna Farmacie e lo studio medico Omega

Attachment (20)Un nuovo defibrillatore è stato installato a Ravenna in viale Berlinguer, all’esterno della Farmacia comunale 1, grazie all’importante contributo di Bcc Banca di Credito Cooperativo ravennate forlivese e imolese di Ravenna.

Alla breve cerimonia inaugurale erano presenti, oltre all’assessore al Decentramento, Gianandrea Baroncini, a Giuseppe Benini presidente comitato locale BCC, Maurizio Martini capo area BCC di Ravenna e Piero Roncuzzi componente dello stesso comitato locale BCC, la presidente e la direttrice generale di Ravenna Farmacie, rispettivamente Bruna Baldassarri e Barbara Pesci, e Stefano Falcinelli in rappresentanza dei medici della medicina di gruppo “Omega” situato sopra la farmacia.

«Sono particolarmente felice di questo nuovo strumento a servizio della collettività per una Ravenna sempre più cardio protetta – afferma l’assessore Baroncini – e ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno contribuito e che si impegneranno alla manutenzione. Donazioni come queste servono proprio a sensibilizzare ulteriormente la popolazione sull’importanza della cardio protezione oltre ad offrire strumenti all’avanguardia e di immediato utilizzo, in grado di ridurre drasticamente i rischi in caso di arresto cardiaco».

Il controllo e la manutenzione verranno garantiti con la collaborazione di Ravenna Farmacie e dello studio medico associato “Omega” di viale Berlinguer 36, promotori dell’iniziativa, che con personale opportunamente formato, garantirà anche una presenza costante per ampie fasce orarie, un fattore importante di sicurezza in caso di necessità di utilizzo. Il defibrillatore sarà a disposizione 24 ore su 24. La scelta della donazione e della collocazione non sono state casuali.

Infatti, la normativa regionale vigente indica proprio le farmacie fra i luoghi strategici in grado di consentirne l’uso alla popolazione; in particolare nell’area in questione sono presenti molte attività commerciali, uffici pubblici, il mercato cittadino e tante altre attività che comportano una presenza notevole di cittadini.

Cia: «Regione e Governo considerino gli agriturismi per i centri estivi dei bambini»

L’appello dell’associazione di categoria per sostenere le oltre 150 attività in provincia di Ravenna

LavoroAgricolturaDal 18 maggio anche le aziende agrituristiche e le fattorie didattiche cercano di ripartire. In provincia di Ravenna sono rispettivamente 121 e 36 (a livello romagnolo sono 372 e 83).  E tramite la sezione romagnola della Confederazione italiana agricoltori (Cia) si candidano per «un ruolo strategico anche per quel che riguarda l’accoglienza dei bambini e l’attività didattica».

Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna e Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde Emilia Romagna, ricordano che agriturismi e fattorie didattiche sono pronte a rispondere, per loro stessa natura, alle esigenze dei bambini e di tanti genitori che per l’emergenza Coronavirus devono far fronte a nuove necessità organizzative della vita familiare: «Chiediamo che gli specifici protocolli regionali e le linee guida nazionali tengano conto di questa importante risorsa rappresentata dagli agriturismi e dalle fattorie didattiche, pronte a realizzare progetti e a collaborare anche con organizzazioni ed enti del Terzo Settore per incrementare e qualificare i servizi educativi estivi».

Cia Romagna apprezza lo sforzo della Regione, che ha stanziato circa due milioni di euro a fondo perduto per gli agriturismi al fine di contenere gli effetti del lockdown e ha prorogato i bandi da sette milioni di euro del Psr per la riqualificazione e l’ampliamento delle strutture.

Il Comune di Ravenna “rimborsa” le associazioni culturali danneggiate dal Covid-19

Via libera dalla giunta per un sostegno per oneri imprevisti e riduzione dei ricavi

Teatro Alighieri Ph ZAN#513Produzioni annullate, spettacoli completamente rimodulati, eventi posticipati: il Covid-19 ha stravolto i progetti che il vivace mondo culturale di Ravenna aveva programmato e il blocco per un periodo di tempo così prolungato e della durata al momento non prevedibile ha creato importanti problemi anche economici.

Per cercare di rispondere in maniera concreta alle realtà con le quali sono in corso le convenzioni con l’Amministrazione comunale, per le attività culturali e di spettacolo dal vivo, la giunta ha approvato una delibera per favorire la loro operatività per l’anno 2020. In particolare un sostegno per gli oneri imprevisti e significativi riguardanti la ripresa delle attività in condizioni di sicurezza, la riduzione dei ricavi dalla vendita di biglietti e dalle mancate sponsorizzazioni, assicurando la possibilità di riprogrammare e rimodulare le attività che beneficiano di contributi comunali adattandole alle nuove circostanze determinate dall’emergenza Covid-19.

«Durante questa emergenza – afferma il sindaco Michele de Pascale – abbiamo continuato a lavorare per tutelare la nostra comunità culturale. Era un impegno che ci eravamo presi fin da subito, come scritto in una lettera inviata a inizio aprile alle numerose realtà del nostro territorio così attive. Alle innovazioni organizzative introdotte negli ultimi anni, volte a favorire solidità, coesione e continuità dei tanti enti e associazioni nostri partner, ora segue un sostegno significativo al sistema culturale, perché lo ritengo essenziale per la ripartenza dell’intera città. È il momento di stare al loro fianco e restituire quella sensibilità che gli operatori culturali ci dimostrano da sempre. Per tornare a vivere tutti insieme la fascinazione che gli spettacoli dal vivo offrono».

«La delibera è il frutto di un proficuo confronto con gli enti convenzionati – è la considerazione dell’assessora alla Cultura, Elsa Signorino –, che hanno dato prova in questo difficile momento di grande creatività, capacità narrativa e adattabilità. In sintonia con il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo e la Regione Emilia-Romagna siamo riusciti ad attivare un intervento necessario in loro sostegno».

La delibera intende adottare per l’anno in corso significative nuove indicazioni in favore dei soggetti convenzionati per i quali era stata approvata a febbraio scorso una spesa complessiva di oltre 650mila euro per il 2020: Emilia Romagna Concerti, La Corelli, E Società cooperativa, ST/ART, Associazione Musicale Angelo Mariani, Associazione Culturale Bronson, Il Lato Oscuro della Costa, Orchestra da Camera di Ravenna, Accademia Perduta-Romagna Teatri, Cantieri Danza aps, Teatro del Drago, Associazione culturale Nanou, Associazione culturale ErosAnteros, Associazione Amici della Capit, Associazione Ravenna Cinema e Associazione cultuale Mikrokosmos.

In fase di rendicontazione, saranno ritenuti ammissibili: i costi sostenuti per attività annullate del tutto o in parte, qualora la mancata o parziale attuazione siano imputabili agli effetti delle misure adottate in seguito all’emergenza Coronavirus; tutte le spese direttamente correlate alla realizzazione delle attività di produzione e distribuzione e all’organizzazione di eventi con modalità diverse, come ad esempio il pagamento di diritti e delle licenze d’uso dei contenuti per la trasmissione su differenti canali multimediali come quelli digitali terrestri, web, social, ecc; tutte le spese impreviste sostenute per la ripresa delle attività in condizioni di sicurezza.

Le variazioni sostanziali dei programmi di attività che sono conseguenza delle misure adottate in seguito all’emergenza sanitaria non devono essere inviate e/o approvate preventivamente, ma dovranno essere documentate e motivate solo in fase di rendicontazione e non daranno luogo a revoche o rideterminazione del contributo, sempre che rispettino le finalità previste nel progetto presentato. I soggetti organizzatori di eventi che non possano riprogrammare nell’arco dell’anno la manifestazione, né con le modalità previste, né con modalità diverse e si trovino pertanto costretti ad annullare l’edizione 2020, devono comunicarne l’annullamento entro il 15 giugno. In considerazione dell’eccezionalità determinata dal protrarsi dell’emergenza da Covid-19, sono ammesse variazioni anche sostanziali al programma di attività presentato, fermo restando il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto.

«I beneficiari dei contributi – si legge nella nota del Comune – devono comunicare e concordare con l’amministrazione le nuove date per gli eventi in modo da evitare sovrapposizioni ed è concesso di rimodulare i progetti e trasferirne una parte, in relazione agli eventi che non è possibile realizzare nella corrente annualità, nell’anno successivo, comunicando le variazioni all’amministrazione entro il 15 giugno 2020. Il Comune si riserverà di trasferire le somme relative nel 2021, compatibilmente con le disponibilità e gli stanziamenti di bilancio».

La faentina Santandrea (ex Cevico) è la presidente del consorzio Vini di Romagna

È la prima donna nella storia del Consorzio e succede a Giordano Zinzani, che lascia dopo quattro mandati triennali consecutivi

Ruenza Santandrea 2L’assemblea annuale dei soci del Consorzio Vini di Romagna – che dal 1962 riunisce cantine, aziende vinicole e produttori per tutelare la produzione romagnola – ha  eletto il cda per il triennio 2020-22 e come presidente è stata nominata all’unanimità la faentina Ruenza Santandrea, nome noto nel panorama vinicolo regionale, nazionale ed europeo per gli importanti incarichi ricoperti in questi ultimi quindici anni nel settore. Santandrea è la prima presidente donna nella storia del Consorzio e succede a Giordano Zinzani, che lascia dopo quattro mandati triennali consecutivi.

Faentina, classe 1954, sposata, con due figli e due nipoti, Ruenza Santandrea prima di ricoprire il ruolo di Presidente del Gruppo Cevico e delle società controllate dal 2005 al 2017, svolgeva attività professionale soprattutto come consulente di direzione e di sindaco revisore, collaborando alla costituzione di importanti consorzi del mondo produttivo. Durante la presidenza di Cevico, è anche responsabile del settore vino nazionale dell’Alleanza delle Cooperative, lanciando Vivite, il festival del vino cooperativo, e promuovendo il coordinamento europeo cooperativo del vino con francesi e spagnoli.

«Consapevole di andare a ricoprire questo importante ruolo in un momento storico decisamente complicato per il vino romagnolo, e non solo, spero nell’impegno di tutti per dare nuovo slancio al nostro settore – dichiara la neo presidente Santandrea –. Tutti possono fornire il proprio contributo e assieme dobbiamo iniziare a ragionare, da subito, su quali azioni e quali strategie mettere in campo per promuovere i nostri vini, figli di un territorio ricco di cultura, tradizioni, gastronomia. Ringrazio quindi per la fiducia espressa dal cda nei miei confronti e adesso al lavoro, uniti e compatti. Solo così riusciremo a valorizzare i nostri prodotti, ben oltre il Covid-19».

Ad affiancare la Santandrea nei lavori del Consorzio Vini di Romagna saranno i riconfermati vice presidenti Scipione Giuliani (Poderi dal Nespoli, Civitella di Romagna) e Mauro Sirri (Celli, Bertinoro) e il nuovo Consiglio d’Amministrazione formato da: Francesco Bordini (Villa Papiano, Modigliana), Silvia Casali (Tenuta Casali, Mercato Saraceno), Fabio Castellari(Cantina di Faenza, Faenza), Andrea Achille Emiliani (Agrintesa, Faenza), , Riccardo Maraldi (Caviro, Faenza), Roberto Monti (Cantina Forlì-Predappio, Forlì), Alessandro Morini (Poderi Morini, Faenza), Marco Nannetti (Terre Cevico, Lugo), David Navacchia (Tre Monti, Imola), Alberto Perdisa (Insia – Palazzona di Maggio, Ozzano dell’Emilia), Enrico Prugnoli (Cantina Sociale di Cesena, Cesena), Daniele Rossi (Cantina dei Colli Romagnoli, Faenza), Sandro Santini (Tenuta Santini, Coriano), Roberto Sarti (Caviro, Faenza), , Matteo Vingione (Cavim, Sasso Morelli).

Covid-19, zero nuovi contagi ma un altro morto (un 61enne) in provincia di Ravenna

 

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.627 casi di positività, 16 in più rispetto a ieri. 3.714 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 301.568. Le nuove guarigioni sono 157 (19.546 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 3.998 (-148).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 27 maggio, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 3.461, -112 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 78 (-2). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 459 (-34).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 19.546 (+157): 1.181 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 18.365 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 7 nuovi decessi: 5 uomini e 2 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.083. I nuovi decessi riguardano 1 residente nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Reggio Emilia, 2 in provincia di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 in quella di Ravenna (un 61enne, informano dalla Provincia, “con patologie pregresse”). Nessun decesso tra i residenti nelle province di Parma, Modena, Forlì-Cesena, Rimini e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.469 a Piacenza (4 in più rispetto a ieri), 3.483 a Parma (+5), 4.934 a Reggio Emilia (+1), 3.900 a Modena (+1), 4.575 a Bologna (+2); 393 le positività registrate a Imola (nessun caso in più), 986 a Ferrara (nessuno in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.887 (+3 in più), di cui 1.023 a Ravenna (nessun caso in più), 942 a Forlì (nessun caso in più), 777 a Cesena (nessun caso in più), 2.145 a Rimini (+3).

La Regione lancia una campagna con le “nuove sane abitudini” della “post emergenza”

Dalle mascherine ai guanti, all’insegna di tre concetti chiave

Mascherina Sanitaria Chirurgica ImgL’utilizzo delle mascherine, il rispetto del distanziamento, la consuetudine dell’igienizzazione. Sono alcune delle “Nuove sane abitudini” su cui punta la campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna e del Sistema sanitario regionale, pensata e realizzata per garantire la salute dei cittadini nella fase post emergenza Covid-19, caratterizzata dalla ripresa delle attività sociali ed economiche.

La campagna, che parte oggi (27 maggio) e si svilupperà in due fasi fino a luglio, ha l’obiettivo di dare indicazioni e informazioni, ma anche di chiedere ai cittadini di continuare a mantenere i comportamenti, responsabili e corretti, adottati durante l’emergenza. Non più eccezioni, ma “nuove sane abitudini”, necessarie per evitare che azioni sbagliate possano portare a una ripresa dei contagi.

Tre i concetti chiave proposti dal servizio sanitario regionale: “non dimentichiamo quanto abbiamo acquisito”, “impariamo a proteggerci” e “ripartiamo”; sui primi due si articola la prima fase della campagna con le 10 regole da rispettare. Alla seconda fase è affidato invece il concetto di “ripartenza”, intesa nelle sue diverse espressioni e ricadute sulla comunità regionale: su questo, in pochi giorni sarà pronto uno spot per tv e radio.

Già oggi parte invece la campagna web e social, con una sezione on line – https://nuovesaneabitudini.it/ – un carousel di 10 illustrazioni e altrettante clip video sulle sane abitudini da adottare, oltre a una locandina riassuntiva delle 10 azioni, materiale che sarà distribuito e disponibile nelle strutture sanitarie, negli Urp, negli spazi pubblici, in farmacie e studi medici, e diffuso attraverso diversi altri canali.

Ecco le “buone abitudini”, con le relative descrizioni a cura dell’ufficio stampa della Regione.

Mantieni almeno un metro di distanza: il distanziamento fisico è uno dei modi più sicuri per proteggere sé stessi e gli altri. È importante rispettare la distanza con tutti, conoscenti e sconosciuti, sintomatici e asintomatici, con maggiore riguardo per le persone più fragili (come anziani, immunodepressi, cardiopatici).

Lava spesso le mani: usa acqua e sapone (per almeno 40 secondi) oppure sfrega le mani con un gel idroalcolico (per almeno 20 secondi) facendo attenzione a pulire a fondo e in modo completo le mani. È necessario ripetere l’operazione molte volte nell’arco della giornata, soprattutto dopo aver maneggiato oggetti toccati da altre persone o potenzialmente esposte al virus.

Non toccarti il viso: non toccarti occhi, naso, bocca se non dopo esserti opportunamente lavato le mani. Meno ci si tocca il volto, più si riducono le possibilità di contagio. Per questo, ad esempio, non ci si deve assolutamente toccare il viso dopo essersi sistemati la mascherina che si sta indossando.

Indossa i guanti solo se necessario: le mani, opportunamente e frequentemente lavate, garantiscono una protezione superiore rispetto all’uso dei guanti che, oltre ad aumentare il rischio di contagio, diventano rifiuti plastici di difficile smaltimento. Nella quotidianità, lavare spesso le mani è più sicuro che indossare i guanti.

L’uso dei guanti, invece, è raccomandato sempre per chi lavora a contatto con persone malate (ad esempio negli ospedali, ambulatori, residenze sanitarie o nell’assistenza a casa) e nel settore della distribuzione di alimenti (alimentari, ristorazione, mense).

Indossa la mascherina: in Emilia-Romagna è obbligatorio l’uso della mascherina (chirurgica monouso o in tessuto lavabile): all’aperto se non si può mantenere la distanza di un metro; nei locali pubblici, inclusi i mezzi di trasporto. Occorre utilizzare mascherine chirurgiche o in tessuto lavabile.

Indossa correttamente la mascherina: igienizza le mani prima di indossarla; copri sempre e completamente naso e bocca; non toccare la parte frontale durante l’uso o per toglierla; buttala quando è umida o deteriorata; se è lavabile, riponila in un sacchetto prima di detergerla.

Usa la piega del gomito quando tossici o starnutisci: se devi tossire o starnutire, copri la bocca e il naso servendoti della piega del gomito e non della mano. L’uso della mano favorisce la trasmissione di eventuali germi a superfici, oggetti o altre persone a te vicine.

Arieggia spesso i locali: cambia frequentemente l’aria nei locali in cui passi del tempo e prediligi le attività all’aria aperta. In questo modo respiri aria più pulita e con minore concentrazione di germi.

Pulisci e disinfetta le superfici: puoi igienizzare le superfici e rimuovere la presenza di germi, lavandole con normali detersivi e disinfettandole con prodotti a base di alcool etilico al 70% o candeggina opportunamente diluita (ipoclorito di sodio 0,1%).

In caso di sospetto contagio, stai a casa e avverti il medico: se compaiono sintomi come febbre, tosse, difficoltà respiratorie, vomito o diarrea oppure se hai avuto un contatto stretto con una persona positiva al Covid-19, avverti immediatamente il tuo medico curante o la guardia medica e segui attentamente le istruzioni che ti saranno fornite.

Mare, il “navetto” per il ponte del 2 giugno sarà operativo dalle 9 alle 22

In vista del weekend e del ponte festivo del 2 giugno sono stati definiti gli orari del servizio gratuito Navetto Mare dai parcheggi gratuiti di via Trieste e di via del Marchesato per il litorale di Marina di Ravenna e da quello di via Trieste per il litorale di Punta Marina Terme.

Orari: sabato 30 dalle 14 alle 22, mentre da domenica 31 a martedì 2 giugno compreso l’orario sarà esteso dalle 9 alle 22.

Il traghetto circolerà invece tutti i giorni dalle 5 alle 00.30.

La capienza dei bus è ridotta, in osservanza delle disposizioni per il contenimento del contagio da Covid-19 e vige l’obbligo di mascherina per l’accesso a bordo. In caso di code di attesa, il Comune invita la cittadinanza a dare la precedenza alle utenze più deboli.

«L’Ausl in ritardo per le attività ordinarie. Le strutture private già operative»

L’attacco della Cgil, che chiede non venga ulteriormente “stressato” il personale sanitario

Coronavirus OspedaleA quasi un mese di distanza dalle indicazioni di riapertura della Regione, l’Ausl Romagna ha comunicato – rivela in una nota la Cgil di Ravenna – che le attività ordinarie saranno di nuovo operative, con gradualità, solo a partire da questa settimana.

«Nonostante da tempo fossero note le modalità di riavvio – commenta Marinella Melandri, della segreteria della Cgil di Ravenna – è mancata, da parte dell’Ausl, la programmazione tempestiva e la predisposizione dei piani per la riapertura, anche nei settori non coinvolti direttamente dalla gestione dell’emergenza covid-19, mentre le strutture private sono già operative».

Secondo la Cgil, i ritardi del settore pubblico produrranno diverse conseguenze: «Ogni giorno di ritardo equivale a centinaia di prestazioni non erogate – spiega Marinella Melandri -. Ci chiediamo con quali modalità e tempistiche potranno essere recuperate. A Lugo dove finalmente il Pronto Soccorso è stato dotato di un’attrezzatura radiologica, la ripresa dell’attività chirurgica generale, urologia e ginecologia, avverrà non prima dell’8 giugno mentre le attività ambulatoriali sospese riprenderanno prima nelle strutture private che nel pubblico. Di fronte all’esigenza di recuperare le prestazioni sospese, ci saremmo aspettati che questo avvenisse con un pronto recupero delle capacità produttive della struttura pubblica e un suo potenziamento e non destinando ingenti risorse economiche all’acquisto di prestazioni dal privato».

«Non vorremmo – continua la sindacalista – che le conseguenze della mancata programmazione, che inciderà negativamente sulle esigenze dei cittadini, fosse affrontata ricorrendo al blocco o limitando le ferie estive dei professionisti già profondamente provati dall’emergenza coronavirus. Il sindacato aveva già chiesto a metà maggio che l’Ausl realizzasse nel più breve tempo possibile il ripristino delle attività ordinarie all’interno delle strutture pubbliche, attraverso l’urgente riprogrammazione delle attività chirurgiche e il riavvio immediato delle attività ambulatoriali e di diagnostica per immagini al fine di non procrastinare oltre il necessario i tempi d’attesa dell’utenza. Per affrontare i prossimi impegni sarà necessario utilizzare a pieno le potenzialità produttive della sanità pubblica. Il privato convenzionato potrà ampliare il proprio contributo e sarà di supporto in questa prima fase, recuperando successivamente la sua funzione integrativa e sussidiaria. Le strutture pubbliche dovranno recuperare una dimensione di più ampia di copertura dei bisogni strutturali della popolazione, in linea con le indicazioni generali espresse dal governo durante la gestione della crisi sanitaria».

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