«L’Ausl in ritardo per le attività ordinarie. Le strutture private già operative»

L’attacco della Cgil, che chiede non venga ulteriormente “stressato” il personale sanitario

Coronavirus OspedaleA quasi un mese di distanza dalle indicazioni di riapertura della Regione, l’Ausl Romagna ha comunicato – rivela in una nota la Cgil di Ravenna – che le attività ordinarie saranno di nuovo operative, con gradualità, solo a partire da questa settimana.

«Nonostante da tempo fossero note le modalità di riavvio – commenta Marinella Melandri, della segreteria della Cgil di Ravenna – è mancata, da parte dell’Ausl, la programmazione tempestiva e la predisposizione dei piani per la riapertura, anche nei settori non coinvolti direttamente dalla gestione dell’emergenza covid-19, mentre le strutture private sono già operative».

Secondo la Cgil, i ritardi del settore pubblico produrranno diverse conseguenze: «Ogni giorno di ritardo equivale a centinaia di prestazioni non erogate – spiega Marinella Melandri -. Ci chiediamo con quali modalità e tempistiche potranno essere recuperate. A Lugo dove finalmente il Pronto Soccorso è stato dotato di un’attrezzatura radiologica, la ripresa dell’attività chirurgica generale, urologia e ginecologia, avverrà non prima dell’8 giugno mentre le attività ambulatoriali sospese riprenderanno prima nelle strutture private che nel pubblico. Di fronte all’esigenza di recuperare le prestazioni sospese, ci saremmo aspettati che questo avvenisse con un pronto recupero delle capacità produttive della struttura pubblica e un suo potenziamento e non destinando ingenti risorse economiche all’acquisto di prestazioni dal privato».

«Non vorremmo – continua la sindacalista – che le conseguenze della mancata programmazione, che inciderà negativamente sulle esigenze dei cittadini, fosse affrontata ricorrendo al blocco o limitando le ferie estive dei professionisti già profondamente provati dall’emergenza coronavirus. Il sindacato aveva già chiesto a metà maggio che l’Ausl realizzasse nel più breve tempo possibile il ripristino delle attività ordinarie all’interno delle strutture pubbliche, attraverso l’urgente riprogrammazione delle attività chirurgiche e il riavvio immediato delle attività ambulatoriali e di diagnostica per immagini al fine di non procrastinare oltre il necessario i tempi d’attesa dell’utenza. Per affrontare i prossimi impegni sarà necessario utilizzare a pieno le potenzialità produttive della sanità pubblica. Il privato convenzionato potrà ampliare il proprio contributo e sarà di supporto in questa prima fase, recuperando successivamente la sua funzione integrativa e sussidiaria. Le strutture pubbliche dovranno recuperare una dimensione di più ampia di copertura dei bisogni strutturali della popolazione, in linea con le indicazioni generali espresse dal governo durante la gestione della crisi sanitaria».

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