sabato
13 Settembre 2025

Covid-19, altri 2 morti e 32 casi di positività in un giorno in provincia di Ravenna

La situazione aggiornata al 4 aprile. In Emilia-Romagna calano i ricoverati

Coronavirus Medici16.540 casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 608 in più rispetto a ieri; 67.075 i test effettuati, 3.393 in più. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, sabato 4 aprile, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, sono 7.166 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (214 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 358, 6 in meno. E si sono registrati 56 ricoverati in meno anche nei reparti non di terapia intensiva (3.859 oggi rispetto ai 3.915 che si contavano ieri). I decessi sono passati da 1.902 a 1.977: 75 in più, quindi, di cui 51 uomini e 24 donne.

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 2.040 (188 in più rispetto a ieri), 1.352 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 688 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 12 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 15 in quella di Reggio Emilia, 6 in quella di Modena, 10 in quella di Bologna (nessuno in territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 2 nella provincia di Ravenna, 1 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 2 in quella di Rimini. Un decesso si riferisce a un residente fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.842 (31 in più rispetto a ieri), Parma 2.201 (118 in più), Reggio Emilia 2.908 (108 in più), Modena 2.551 (53 in più), Bologna 2.127 (86 in più), Imola 302 (4 in più), Ferrara 474 (106 in più), Ravenna 688 (32 in più), Forlì-Cesena 924 (di cui 485 a Forlì, 38 in più rispetto a ieri, e 439 a Cesena, 20 in più), Rimini 1.523 (12 in più).

La Regione lo ribadisce: «Stop a bici, passeggiate, jogging o attività motorie»

In vigore la nuova ordinanza firmata dal presidente Bonaccini

Photo Of Woman Wearing Pink Sports Shoes Walking 1556710Nell’annunciare la nuova ordinanza che proroga le misure fino al 13 aprile, la Regione Emilia-Romagna in una nota inviata alla stampa sottolinea alcuni aspetti delle norme molto discussi in questi giorni.

«Ribadito il no all’uso della bicicletta o agli spostamenti a piedi se non per le sole motivazioni ammesse per gli spostamenti delle persone fisiche (lavoro, ragioni di salute o altre esigenze di primaria necessità come gli acquisti di generi alimentari). E nel caso in cui lo spostamento a piedi sia dovuto a ragioni di salute o per le esigenze fisiologiche dell’animale di compagnia, resta confermato l’obbligo a restare in prossimità della propria abitazione. Sono quindi escluse passeggiate, jogging o attività motorie di altro genere», scrive la Regione.

Itway presenta una nuova app per il monitoraggio dei pazienti affetti da Covid-19

La società ravennate continua nel progetto Smartys, con previsioni di vendite per 2 milioni di euro nel triennio

TelemedicinaItway, società ravennate (quotata in borsa) attiva nel settore della cyber security e dell’intelligenza artificiale, comunica di aver presentato, attraverso la sua controllata Be Innova, una nuova App al ministero dell’Innovazione e Digitalizzazione, nell’ambito dell’iniziativa “Telemedicina e Sistemi di Monitoraggio per il Contrasto Covid-19”.

Si tratta di una nuova soluzione digitale finalizzata al monitoraggio di singoli pazienti direttamente presso le proprie abitazioni, in grado di intercettare rapidamente eventuali segnali critici riguardo alla pandemia, «e al contempo – si legge in una nota – conferendo ai pazienti maggiore senso di sicurezza e prossimità alle strutture sanitarie».

La presentazione è stata possibile grazie alla esperienza maturata con il prodotto Smartys (Smart Monitoring & Archiving Remote TechnologY System), «frutto di importanti investimenti iniziati nel 2014 ed ancora in corso – spiegano da Itway –, nell’ambito del più ampio progetto Adapt (Accessible Data for Accessible Proto-Types in Social Sector) cofinanziato dal Miur, nell’ambito dei programmi Smart Cities and Communities and Social Innovation, progetti delineati al miglioramento dei servizi e della qualità delle comunità in cui viviamo e di innovazione sociale, grazie alla ricerca tecnologica». Smartys è un prodotto che consente di integrare i servizi forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, dalle Associazioni Assistenziali, dagli Enti no profit e dalle realtà private che operano nel settore sanitario, con un monitoraggio continuo dei pazienti direttamente presso le proprie abitazioni, «garantendo elevati standard di Cyber Security nella comunicazione e nello scambio di informazioni sensibili». Le previsioni di vendite di Smartys nel triennio 2020-2022 ammontano a circa 2 milioni di euro.

«Oggi più che mai tutti noi siamo in trincea chiamati a combattere contro la pandemia in corso – dichiara Andrea Farina, presidente e amministratore delegato del Gruppo Itway –, soprattutto nel momento in cui è richiesto ai cittadini italiani di restare a casa e non recarsi in ospedale se non per motivi molto gravi, occorre integrare e spostare il controllo operato dalla sanità pubblica, seguendo i pazienti presso le proprie abitazioni, captando rapidamente eventuali segnali critici, ed al contempo garantendo ai pazienti un maggiore senso di tranquillità e vicinanza alle strutture sanitarie. Questo può avvenire attraverso una App con tecnologie di monitoraggio da remoto dei comportamenti quotidiani e di alcuni parametri sanitari dei soggetti, combinate con i servizi di controllo attraverso strutture preposte sicure ed affidabili, disponibili a tutte le ore del giorno, tutti i giorni».

Smartys è un prodotto che consente la raccolta dei dati provenienti da sensori e dispositivi installati presso le abitazioni degli utenti, integrate con le cartelle cliniche dei pazienti detenute presso le strutture ospedaliere e di cura. «È uno strumento di supporto decisionale per l’ottimizzazione dei servizi di tele-assistenza e di tele supporto agli assistiti  con modularità ed interoperabilità dei fascicoli socio-sanitari regionali con i sistemi eterogenei utilizzati dagli enti a livello locale».

La soluzione digitale in particolare è composta da (citiamo la cartella stampa): «dispositivi indossabili, dotati di sensoristica non invasiva, utilizzabili sia in ambito domestico che non, per raccogliere dati di posizione, movimento, fisiologici e biomeccanici; App per il paziente, e per i suoi familiari, per fornire informazioni utili e raccogliere ulteriori dati non disponibili dai sensori; piattaforma con funzioni di raccolta, analisi ed elaborazioni dei dati con sistemi di controllo ed allarme utilizzati ai fini del monitoraggio integrato.

Con la patente revocata non si ferma all’alt dei carabinieri: nei guai 40enne

Dovrà motivare anche i suoi spostamenti in base al decreto anti coronavirus. Fermato dalla polizia

145300Era uscito in auto nonostante le restrizioni per il contenimento della diffusione del coronavirus e nonostante la patente revocata. Così un 40enne, giunto davanti a un posto di blocco dei carabinieri nella zona di via Zalamella, a Ravenna, ha deciso di proseguire, ignorando l’alt dei militari.

DSC 7141L’uomo è stato bloccato grazie alla sinergia tra le forze dell’ordine. I carabinieri, infatti, si sono messi all’inseguimento dell’auto – una Renault Megane – e a dare loro una mano sono state pattuglie della guardia di finanza, polizia locale e polizia di Stato. E sono state proprio le volanti della questura a rintracciare l’auto in fuga e a fermarla in via Bartolini.

Il quarantenne a bordo, residente nel forese, è stato accompagnato in caserma dai carabinieri e ora dovrà chiarire anche i motivi dei suoi spostamenti, in piena emergenza coronavirus.

Chiede l’elemosina, ubriaca, davanti al supermercato. Poi aggredisce i carabinieri

Nei guai una ragazza di 23 anni, portata in ospedale per il troppo alcol

DSC 7095Chiedeva l’elemosina davanti all’ingresso della Coop di Marina di Ravenna, senza ovviamente rispettare le misure di contenimento dell’epidemia in corso. Diversi cittadini hanno quindi allertate le forze dell’ordine e verso mezzogiorno di questa mattina (4 aprile) è intervenuta una pattuglia dei carabinieri.

Alla vista dei militari la ragazza, una nigeriana di 23 anni, si è scagliata contro di loro, aggredendone uno in particolare con calci e pugni.

La giovane è stata bloccata e poi trasportata al pronto soccorso perché totalmente ubriaca. Dovrà rispondere di condotta violenta e resistenza a pubblico ufficiale.

Ansia o stress da Covid-19: supporto psicologico per operatori sanitari e cittadini

Tutti i servizi messi in campo dalla Regione in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi e le Ausl

Coronavirus Stress Trauma Ansia 1Dalle difficoltà del personale medico, infermieristico e sociosanitario che opera in prima linea, al dolore di chi ha perso un famigliare ma anche la sofferenza di chi è solo, la gestione della paura e delle emozioniall’interno delle mura domestiche, le relazioni con figli e conviventi: sono solo alcune delle criticità che accompagnano la diffusione del coronavirus.

Per aiutare le persone che in questo periodo di emergenza sanitaria stanno vivendo un momento di ansia o di stress (date a livello nazionale in forte aumento), la Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna ha divulgato le iniziative di supporto psicologico e di gestione dello stress attivate dalle Aziende sanitarie della regione e rivolte a cittadini soli, operatori sanitari e pazienti.

«L’assenza di contatto umano, interazioni sociali, il cambiamento delle proprie abitudini o anche solo l’impossibilità di godere dell’aria aperta, possono avere delle ripercussioni negative, nel lungo periodo e nell’immediato», sottolineano la vicepresidente con delega alle disuguaglianze, Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

«I problemi psicologici non affliggono soltanto chi resta in casa, ma anche chi ogni giorno deve lasciarla per recarsi sul posto di lavoro e restarci anche più a lungo dei normali turni: medici, infermieri e tutto il personale sociosanitario stanno compiendo sforzi enormi e sono sottoposti a livelli di stress straordinari- proseguono gli assessori».

«La Regione Emilia-Romagna attraverso i servizi presenti nelle aziende sanitarie del territorio e in collaborazione con l’Ordine regionale degli psicologi si è attivata per non lasciare nessuno senza supporto psicologico, dalle consulenze online ai numeri da chiamare per chiedere aiuto gratuito e qualificato. Abbiamo voluto muoverci subito per aiutare tutti a capire su una pagina dedicata del sito della Regione a chi possono rivolgersi se hanno bisogno di aiuto. I nostri servizi sono a disposizione per chi non riesce a reggere il peso di una quotidianità stravolta dalle regole imposte per il contenimento della diffusione del contagio in attesa di superare l’emergenza e prima che gli eventi traumatici possano scardinare l’equilibrio psichico delle persone- chiudono la vicepresidente e l’assessore alle Politiche per la Salute».

Le attività di ascolto e consulenza messe in campo in Emilia-Romagna
Ogni Azienda Usl , attraverso i programmi e servizi di psicologia si è attrezzata per dare una risposta immediata all’emergenza Covid-19. Le attività messe in campo si articolano in quattro diverse linee di azione: sostegno agli operatori sanitari e sociosanitari; sostegno ai pazienti Covid e loro familiari; rimodulazione dell’attività con i pazienti già in carico ai servizi; sostegno alla popolazione generale. Si va dall’accesso telefonico diretto alle Equipe Psicosociali dell’Emergenza (EPE) per usufruire di supporto psicologico e informazioni di carattere psicoeducativo ai supporti tablet o smartphone dotati di connessione rete con indirizzo dedicato, che consente ai professionisti del Servizio di Psicologia delle Aziende Usl le video chiamate con pazienti ricoverati e loro caregiver.  Oltre alle attività più specificatamente rivolte ai consumatori e dipendenti da sostanze, per i quali alcuni Servizi per la Prevenzione e cura delle Dipendenze Patologiche (Ser.DP) dei Dipartimenti di Salute Mentale e dipendenze patologiche hanno attivato la possibilità di contattare telefonicamente e in videochiamata gli Operatori di Strada.

L’elenco è consultabile sul sito “ER Salute” Regione Emilia-Romagna a questo link

Utero e feti di cane abbandonati tra i rifiuti a Faenza, condannato un veterinario

Dovrà pagare una multa da oltre 26mila euro. Il ritrovamento un anno fa

Feto Di Cane Tra I Rifiuti 498x1024Si è conclusa nei giorni scorsi in tribunale a Ravenna, davanti al gip Janos Barlotti, la vicenda di un 50enne veterinario forlivese, dalla cui clinica era risultato provenire un utero di un cane di grossa taglia con all’interno feti di cuccioli già in avanzato stato di sviluppo rinvenuto abbandonato nel Faentino.

Il macabro rinvenimento era stato effettuato da una squadra di Hera (che poi avevano allertato la polizia locale) nel marzo del 2019, in via Corleto a Faenza, proprio davanti a una scuola dell’infanzia.

Gli agenti manfredi intervenuti avevano immediatamente messo sotto sequestro l’utero e i feti e avviato un’articolata indagine investigativa «che è terminata con un’informativa ricca di elementi oggettivi e soggettivi a carico della clinica diretta dal veterinario forlivese», si legge in una nota inviata alla stampa.

La vicenda  si è ora conclusa con una sentenza ormai divenuta irrevocabile, che ha condannato, grazie alle prove raccolte dai vigili faentini, il veterinario di Forlì a una pena di 3 mesi e 10 giorni di arresto, convertita poi in 26.334 euro di multa come da sua richiesta.

Un milione di mascherine per l’Ausl: il fornitore è l’ex parlamentare leghista Pini

L’accordo quadro prevede una fornitura minima di quasi 3,2 milioni di euro e massima di 6,3 milioni

Gianluca Pini Mascherine
Gianluca Pini (a destra) con il primo lotto di mascherine

«Le prime 1.167.200 mascherine chirurgiche sono state consegnate tra stanotte e oggi pomeriggio all’Ausl Romagna, la mia Romagna, la mia terra che soffre». Lo dichiara, con tanto di foto, su Facebook l’ex parlamentare romagnolo della Lega, Gianluca Pini. È l’azienda di cui è presidente, la Codice srl di Fusignano, ad aver infatti firmato l’accordo quadro con l’Ausl Romagna che parte da una fornitura minima di quasi 3,2 milioni di euro a un massimo di 6,3 milioni di euro (che corrispondono anche grossomodo al numero di mascherine).

Non si tratta delle cosiddette mascherine “a conchiglia” con filtro, ma di un modello a tre veli, che garantisce comunque un’ottima protezione (al 99 percento secondo i test).

Le prima 1.167.200 mascherine sono state consegnate in meno di 15 giorni, «in anticipo rispetto alle previsioni», sottolinea Pini, che sui social risponde laconicamente anche alle polemiche che sono seguite alla notizia del coinvolgimento della sua azienda. «Alla faccia di sciacalli, iene, nani e ballerine», scrive l’ex parlamentare.

La concessionaria De Stefani dona un furgone per la consegna dei farmaci a domicilio

IMG 5838La concessionaria e officina autorizzata Mercedes-Benz De Stefani di Ravenna, ha messo a disposizione un furgone Vito per potenziare il servizio pronto farmaco a Ravenna, coordinato da Auser in collaborazione con Comune e Azienda Sanitaria.

L’associazione avrà quindi a disposizione un ulteriore mezzo per poter raggiungere i cittadini più colpiti dall’emergenza in atto, rendendo ancora più efficace il lavoro dei tanti volontari che ogni giorno regalano il proprio tempo e le proprie energie.

Rispondendo ai ringraziamenti di Mirella Rossi, presidente di Auser Ravenna, Andrea Barbera della direzione commerciale De Stefani commenta: «Siamo noi che ringraziamo Auser e tutti i volontari per questo servizio, ci sono cose che contano e cose che contano un po’ meno, noi non abbiamo fatto niente di particolare, facciamo parte di questa comunità e questo era semplicemente il minimo; speriamo di ripartire prima possibile, ne abbiamo tutti bisogno».

A ringraziare De Stefano anche il sindaco Michele de Pascale.

Le visiere stampate in 3D dalla Wasp di Massa Lombarda «a chi combatte il virus»

Avviata una produzione in serie di migliaia di pezzi. Si cercano fornitori di materiale all’ingrosso

Visiera WaspLa Wasp di Massa Lombarda, nota azienda del settore della stampa 3D, ha donato in questi giorni alcune centinaia di visiere di propria produzione a «chi combatte in prima linea» il coronavirus.

«Dopo vari modelli questo è il design che abbiamo ottimizzato – scrivono dalla Wasp, postando la foto qui accanto –, si è rivelato semplice da indossare e produrre in velocità. Abbiamo così deciso di creare una fustella per avviare una produzione in serie di migliaia di pezzi».

Ora Wasp sta cercando fornitori di materiale all’ingrosso «di Pc o Pet da 0.5 a 1 mm di spessore».

«Il disegno di taglio – spiega ancora la Wasp – verrà rilasciato in open-source, il prodotto sarà acquistabile sul nostro sito per poter finanziare le donazioni. L’oggetto è semplice, funzionale, veloce. Il timing di queste operazioni, è sempre più importante».

Per qualsiasi informazione utile o richiesta: info@3dwasp.com

Gelate di primavera, «azzerate le produzioni di albicocche, kiwi giallo e susine»

La “mappa” di Coldiretti, che chiede interventi delle istituzioni per far fronte a «uno tsunami»

8067b89b D72a 46a8 8943 090f1cc66a90Dalla pianura alla collina, l’agricoltura della provincia di Ravenna è stata martoriata dalle gelate tardive. Dopo quella pesantissima di fine marzo, le ultime tre nottate sottozero hanno inferto il colpo mortale a frutteti e coltivazioni sementiere. Mentre si teme il peggio anche per vigneti e ulivi, Coldiretti Ravenna pone all’attenzione delle istituzioni la necessità di interventi a sostegno del settore, da sempre vitale per l’economia provinciale, e già fortemente compromesso nella sua redditività da cimice asiatica e coronavirus.

«Il danno è principalmente economico dato che assisteremo in pratica all’azzeramento delle produzioni di albicocche, kiwi giallo, susine e ad un forte ridimensionamento per pesche, kiwi verde, orticole, sementiere – puntualizza il presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – ma l’emergenza che ne deriverà sarà senza alcun dubbio anche sociale dato che oltre al mancato reddito aziendale, ci troveremo a fare i conti con migliaia di stagionali che non troveranno occupazione nelle fasi della raccolta che si sommeranno a quelli già assunti dalle imprese per tutte le operazioni del momento e per la diradazione, a questo punto purtroppo non più necessarie».

Dc72ae11 241a 49d9 8ef7 B1bd9b82471dColdiretti, dunque, lancia un appello alle istituzioni a tutti i livelli affinché «sostengano un comparto, quello frutticolo e in più in generale agricolo che in queste settimane difficili sta facendo tanto per la comunità garantendo i rifornimenti alimentari e la produzione della filiera agroalimentare, comparto che dopo la cimice si trova alle prese con una ‘crisi da gelo’ che rischia davvero di provocare uno tsunami economico, con tutte le ricadute occupazionali e sociali del caso».

Dal monitoraggio effettuato da Coldiretti sul territorio provinciale emerge un quadro a dir poco devastante.

Le temperature notturne, per tre notti di seguito comprese tra -2 e -5, hanno danneggiando in modo irreparabile i frutteti in piena fioritura, da Casola Valsenio a Castiglione di Cervia passando per la Bassa Romagna e ancora una volta a pagare il prezzo di questi sbalzi termici fuori stagione sono state le colture frutticole, già pesantemente provate dal maltempo della settimana scorsa con il gelo che si è abbattuto nuovamente sulle piante nelle fasi delicate della fioritura e della formazione dei frutti compromettendo la futura raccolta.

«Partendo dalla collina – scrive in una nota Coldiretti – si assiste ad una perdita del 100 percento su albicocco, pesco e kiwi giallo, del 50-70 percento sul kiwi verde, mentre solo più avanti si potranno stimare i danni sugli ulivi e sugli impianti di erba medica da seme. Già evidenti, soprattutto a Riolo Terme, sofferenze nei vigneti con germogli danneggiati. Scendendo verso Faenza e la via Emilia le percentuali non migliorano: azzerate le produzioni di pesche e nettarine, albicocche e kiwi giallo, – 70% per il kiwi verde.  La ricognizione nel territorio di Bagnacavallo: 100% dei pescheti danneggiati, stessa sorte per quelli di susine e kiwi, 90% per gli impianti di albicocchi, – 90% per quelli di pere. Tra Lugo e Massa Lombarda perso il 100% delle drupacee (pesche, albicocche, susine), danni tra 50-60% sulle pomacee (pere e mele) ma con una forte probabilità di problemi qualitativi (segni da gelo e buccia rugginosa). A Russi cancellate le produzioni di pesco, albicocco, susine con danni anche a vigneti e coltivazioni da seme. Anche a Ravenna niente da fare per la frutta e le produzioni sementiere mentre pare tenga il vigneto. Resistono anche gli impianti di noci e mandorli, comunque ancora complementari rispetto alle altre coltivazioni».

«Davanti a questa scenario desolante – conclude il presidente Dalmonte – e alle possibili ricadute occupazionali che dai campi andranno poi inevitabilmente ad allargarsi alle strutture cooperative, private e a tutto l’indotto, è evidente che si rendono necessari interventi di sostegno perché a rischiare, oggi come oggi, non è solo un settore, bensì l’economia ravennate nella sua totalità, dai produttori, ai lavoratori sino a tutto il sistema dei servizi ad essa connesso».​

Marcegaglia riapre, ma chi non se la sente può restare a casa in cassa integrazione

L’azienda ha reperito «i dispositivi di protezione individuali necessari» e «garantirà le distanze di sicurezza»

Marcegaglia Ravenna AereaLa Marcegaglia Ravenna, gradualmente, ripartirà con la propria attività. Ma chi non si sente di tornare a lavoro può stare a casa con la cassa integrazione. Lo ha stabilito un accordo, giunto nella serata di giovedì, fra la Fim Cisl, la Fiom Cgil e la Uil Uilm, assieme all’azienda.

I sindacati si erano confrontati con la Direzione aziendale visto l’approssimarsi della scadenza del 4 aprile, data che vedeva ultimarsi la fase di stop concordata in concomitanza con il decreto del governo disposto per le attività non essenziali.

La Direzione aziendale ha dichiarato l’intenzione di riprendere gradualmente una parte delle produzioni e che ne darà comunicazione ai lavoratori interessati – hanno comunicato le sigle ai lavoratori, in una nota sindacale interna -. L’azienda ha dichiarato di aver utilizzato questo tempo per reperire i dispositivi di protezione individuali necessari, che garantirà le prescrizioni previste dal Protocollo Sanitario e che nelle linee verrà garantita la distanza di sicurezza».

Venerdì si è svolto un sopralluogo degli Rls aziendali, che hanno verificato questo aspetto. Ma i sindacati hanno messo una postilla all’accordo chiuso con l’azienda di via Baiona. Laddove vi siano lavoratori che non se la sentissero di effettuare la prestazione lavorativa, questi potranno rimanere a casa. Al lavoratore basterà richiedere al proprio responsabile di essere collocato in cassa integrazione. Unica deroga per alcune strategiche posizioni, non sostituibili. «Ma questa eventualità pare al momento sventata: ci risulta – scrive Alessio Lombardi della Rsu/Rls Uil Marcegaglia – che tutte le persone che hanno fatto richiesta di poter rimanere a casa l’hanno vista accolta. Si tratta di una decina di persone, quindi l’accordo firmato con la direzione rappresenta una soluzione condivisa».

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