venerdì
12 Settembre 2025

Emergenza coronavirus: si potrà pagare il bollo auto entro il 30 giugno

Senza costi aggiuntivi. Lo ha deciso la giunta dell’Emilia-Romagna

Bollo AutoLa tassa auto in scadenza a marzo e aprile 2020 potrà essere pagata entro il 30 giugno, senza nessun aggravio di costi.

Lo ha deciso la giunta regionale dell’Emilia-Romagna.

«La Regione ha la possibilità di agire direttamente su questa tassa – ha spiegato l’assessore al Bilancio Paolo Calvano – e dunque abbiamo deciso di procrastinarne il pagamento per risparmiare ai contribuenti un ulteriore motivo di difficoltà, soprattutto in considerazione delle ripercussioni che stanno già subendo non solo sotto l’aspetto sanitario ma anche dal punto di vista economico e sociale. Sono giorni e settimane difficili. Questa misura agevola cittadini e imprese coinvolti nell’emergenza Covid-19, in analogia con le norme nazionali che hanno prorogato i pagamenti delle imposte statali al 31 maggio».

Covid-19, un club di tifosi del Bologna ha donato duemila euro all’ospedale di Lugo

L’iniziativa dei sostenitori rossoblù per acquistare attrezzature nel nosocomio che verrà convertito per il ricovero di pazienti infetti dal coronaviru

Il Bologna Club Romagna, associazione con sede a Bagnacavallo che riunisce i tifosi della squadra rossoblù, ha fatto una donazione di duemila euro all’ospedale di Lugo che si appresta a essere riorganizzato in Covid Hospital, struttura dedicata all’accoglienza degli infetti da coronavirus con cento posti letto come prima sistemazione. L’iniziativa si inserisce tra le tante che i cittadini stanno portando avanti a sostegno della sanità pubblica nell’emergenza sanitaria (qui tutte le informazioni per chi volesse fare donazioni).

La Pubblica Assistenza mette a disposizione ambulanze per pazienti Covid-19

E lancia l’appello alla cittadinanza: «Stiamo esaurendo le scorte di mascherine»

PA Ambulanza CovidLa Pubblica Assistenza continua ad essere in prima linea in questa fase così delicata per tutta la nazione. I volontari e gli operatori lavorano senza sosta al fianco del personale medico per cercare di fornire un supporto quantomai indispensabile non solo nel territorio provinciale, ma anche al di fuori dei confini romagnoli.

Da diversi giorni la Pa di Ravenna ha allestito alcune ambulanze appositamente per il trasporto di casi conclamati di Covid-19. Mezzi di soccorso all’interno dei quali si è prestata particolare attenzione all’isolamento del vano sanitario, quello adibito ad ospitare il paziente, rispetto al vano guida dove prende posto l’autista dell’ambulanza e all’esterno. «Tale allestimento – si legge in una nota della Pubblica Assistenza –, unito ad alcune precauzioni che in questa fase si rendono assolutamente necessarie come l’utilizzo secondo norma di tutti i Dispositivi di Protezione Individuale, garantisce un livello di sicurezza fondamentale per gli operatori, il personale sanitario e tutta la popolazione. Senza dimenticare la necessaria decontaminazione, approfondita e scrupolosa, effettuata su ogni mezzo al termine di ogni singolo servizio».

PA DecontaminazioneUna di queste ambulanze allestite per il trasporto di pazienti Covid-19 è stata messa a disposizione nei giorni scorsi dell’Ospedale di Piacenza ed è stata impegnata nel trasporto di degenti dal reparto di rianimazione del nosocomio emiliano ad altre strutture della zona limitrofa. A guidare l’ambulanza un autista della Pubblica Assistenza di Ravenna, affiancato da personale medico e infermieristico dell’area vasta dell’Ausl della Romagna.

Inoltre, un mezzo della Pa è stato messo a disposizione del personale del 118 per gli interventi al di fuori del contesto Coronavirus ai quali è necessario anche ora prestare la massima attenzione, così come altre ambulanze, anch’esse allestite per l’emergenza Covid-19, stanno invece operando, con autista e soccorritore per le dimissioni e i trasferimenti in zona.

PA Ambulanza Covid2Tra questi anche i trasporti di pazienti da e per l’Ospedale Umberto I di Lugo, anche con il servizio di “taxi sanitario”, che da giorni è in fase di riorganizzazione come Covid Hospital a integrazione dell’Ospedale S. Maria delle Croci di Ravenna. Un servizio simile è quello che, sempre la Pubblica Assistenza, sta svolgendo grazie all’utilizzo di un pulmino, anch’esso allestito per l’emergenza, utilizzato per il trasporto dei nuclei familiari. «A tali compiti – sottolinea la Pubblica Assistenza –, che i volontari stanno assolvendo con il massimo impegno a fronte anche del rischio per la propria salute, si aggiungono poi le altre attività ordinarie come i servizi di trasporto sanitario di emergenza, quello assistito e quello non assistito, oltre ai servizi di guardia medica e ambulatoriali svolti direttamente o in collaborazione con le strutture pubbliche».

A fronte di questa intensificazione delle attività, la Pubblica Assistenza di Ravenna sta esaurendo tutte le scorte di Dpi, Dispositivi di Protezione Individuale, e per questo motivo chiede a cittadini, studi professionali e aziende di mettere a disposizione, se possibile, questo materiale.

È possibile sostenere la Pubblica Assistenza Città di Ravenna anche con un versamento sull’IBAN  IT14A0627013181CC0810004858 o attraverso una delle diverse modalità indicate sul sito dell’organizzazione (link diretto: http://www.pubblicaassistenza.ra.it/donazioni-covid-19/).

Per contatti: Pubblica Assistenza Città di Ravenna ODV, Via Meucci n. 25 Ravenna, Tel. 0544.400777, mail info@pubblicaassistenza.ra.it.

Dallo Ior arriva il gel igienizzante per l’Oncologia dell’ospedale di Lugo

In poche ore raggiunto l’obiettivo della prima campagna di raccolta fondi della piattaforma insiemeachichura.it

Gel IgienizzanteSono bastate poche ore per raggiungere l’obiettivo della prima campagna di raccolta fondi della piattaforma insiemeachicura.it, nuovo portale di crowdfunding completamente gratuito dedicato alle strutture sanitarie lanciato nei giorni scorsi dall’Istituto Oncologico Romagnolo.

Aperto per rendere protagoniste della propria crescita le Oncologie del territorio a vantaggio dei tanti pazienti che si curano al loro interno, in questi giorni di emergenza il sito si è riconvertito per accogliere e far fronte a tutte le esigenze di ciascun reparto ospedaliero.

La prima campagna lanciata sulla piattaforma ha coinvolto l’Ospedale “Umberto I” di Lugo, ed è stata un autentico successo. La raccolta fondi è stata creata dalla dottoressa Vanna Verità, coordinatrice dell’Oncologia della struttura, che richiedeva il potenziamento della fornitura di gel antisettico per le mani a disposizione del personale e dei pazienti.

«In questo momento è di fondamentale importanza ridurre al minimo la possibilità di sviluppare un’infezione correlata alle procedure sanitarie», si legge nel progetto: a maggior ragione laddove i malati risultano spesso immunodepressi, dunque soggetti maggiormente a rischio di complicazioni relative al contagio da coronavirus.

Come detto sono bastate poche ore per raggiungere e superare l’obiettivo di 500 euro, grazie alla generosità di 20 donatori. Di lì ad alcuni giorni lo staff del dottor Claudio Dazzi si è visto recapitare 20 flaconi da 500 ml di gel antisettico per le mani, per poter minimizzare in questo delicato periodo i rischi relativi all’emergenza sanitaria.

«La velocità con cui è stato conseguito l’obiettivo può sembrare sorprendente, ma in verità personalmente non mi stupisce – afferma il direttore generale Ior, Fabrizio Miserocchi – sebbene mai come in questo periodo abbiamo riscoperto il valore della solidarietà e della vicinanza, il territorio di Lugo si è sempre contraddistinto per la sensibilità e la determinazione con cui si rende parte attiva della nostra mission. Sapere di aver dato una piccola mano affinché il dottor Dazzi e il suo staff possano portate avanti l’eccellente lavoro che svolgono quotidianamente accanto ai nostri pazienti, garantendo loro il massimo livello possibile di sicurezza, è per noi motivo di grande soddisfazione. Il portale insiemeachicura.it in fondo è nato proprio per questo: per dare eco e visibilità alle necessità concrete dei reparti che sono in prima linea, di modo da rispondere a tali esigenze in tempi rapidi. Stiamo ricevendo altre richieste da altre strutture sanitarie: cercheremo di replicare il successo e di fare il possibile per dare a tutti un riscontro».

“Fumetti nei musei”: ecco gratis quello con il Mausoleo di Teodorico

Il monumento ravennate protagonista della campagna del ministero firmata da Giuseppe Palumbo

Mausoleo Di TeodoricoÈ il Mausoleo di Teodorico di Ravenna il protagonista della storia a fumetti oggi (23 marzo) gratuitamente online per la campagna #ioleggoacasa, firmata dal fumettista Giuseppe Palumbo per “Fumetti nei Musei”.

S’intitola “16 possibili usi di un Mausoleo” e, come del resto numerose altre storie a strisce della collana, è la narrazione di un tempo sospeso, un tempo più che mai attuale soprattutto in questi giorni.

La collana conta 51 albi ambientati nei musei italiani e, per regalare ai ragazzi ogni giorno un viaggio diverso, in questo momento di grande difficoltà, il Mibact grazie a Coconino Press Fandango e ai suoi autori rende disponibili online tutti i fumetti a rotazione.

L’iniziativa offre a tutti, grandi e piccoli, la possibilità di leggere gratuitamente online i fumetti e invita gli italiani a trascorrere il tempo al grido di #ioleggoacasa, campagna nata nell’ambito del più ampio battage #iorestoacasa, un modo divertente di avvicinarsi al patrimonio culturale nazionale con linguaggi differenti, più affini alle sensibilità di bambini e ragazzi. I fumetti sono normalmente distribuiti nei singoli musei coinvolti nel progetto, offerti gratuitamente ai ragazzi che partecipano alle attività educative, alle visite guidate e ai laboratori museali. In una situazione come quella attuale però, in cui le scuole sono chiuse e anche i musei non possono avvalersi della versione cartacea per la didattica, il digitale è di grande aiuto.

Ogni domenica saranno pubblicati online, tutti insieme, sei fumetti. Dal lunedì fino alla domenica successiva si potrà leggere, per 24 ore, una di quelle sei storie. E così via, a rotazione.

Ecco il link dove è disponibile il fumetto gratuitamente fino alle 11.30 di domani: issuu.com/coconinopress

Gli educatori delle scuole e dei centri diurni: «Rispettate la nostra dignità»

Lettera aperta a sindaco e consiglio comunale: «Ci venga riconosciuto e retribuito al 100 percento il monte ore complessivo dei servizi»

Chairs Classroom College Desks 289740Educatori ed educatrici dei servizi scolastici e dei centri diurni di Ravenna (quelli delle cooperative private) scrivono a sindaco, giunta e consiglio comunale per chiedere «il rispetto della nostra dignità».

«Vogliamo sia riconosciuto il lavoro di ognuno di noi al 100 percento – si legge nella lettera aperta –, così come la rispettiva retribuzione che già risulta essere bassa. Non chiediamo assistenzialismo, bensì offriamo disponibilità per un progetto educativo fattibile e organizzato con la scuola da attivare a distanza, volto a mantenere i rapporti professionali interrotti causa forza maggiore dal 23 febbraio».

«Nello spirito e nella sostanza – si legge nella lettera –, appunto di solidarietà comunitaria, sono molte le attività a distanza che noi educatori, preparati e formati, saremmo in grado di garantire, tipo: videochiamate, interrelazione tra insegnanti di sostegno ed educatori per progetti di ulteriore rafforzamento della didattica a distanza, tutoraggio on line attraverso dispositivi come pc e telefono, registrazioni di videolezioni, attività di consigli per i genitori, videochiamate ai propri utenti mantenendo così una continuità educativo-relazionale, video dimostrazioni di attività fattibili per gli utenti».

«Riteniamo che in un momento così ad alto rischio di contagio per tutta la popolazione, la didattica e la presenza relazionale pur a distanza, sia l’unica praticabile in piena sicurezza, cosa che non può essere garantita in un servizio di tipo domiciliare. Questa considerazione non ci lascia indifferenti, al contrario ci sentiamo lacerati ed affranti, ma ad oggi non esistono reali garanzie di sicurezza; di questo ne è testimonianza il personale medico ed infermieristico che, pur operando quotidianamente con tutti i presidi si ammala perché privo di tutela effettiva per sé e per gli altri, senza calcolare poi il rischio di essere portatori sani pur in maniera inconsapevole».

«Chiediamo pertanto al Comune che, a fronte del nostro impegno, ci venga riconosciuto e retribuito al 100% il monte ore complessivo dei servizi senza alcuna modifica rispetto a quello originale, garantendo in questo modo il servizio riprogettato e il monte ore contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori. A tal fine il Comune potrà utilizzare le proprie risorse già stanziate in precedenza, come previsto nel contratto d’appalto e come ora prevede il decreto “Cura Italia”.
Si eviterebbe in questo modo di ricorrere al Fis, che comunque copre solo in parte la retribuzione (75% lordo con un massimale lordo di 938 euro), lasciando più risorse libere per tutti quei settori lavorativi che non avrebbero altre possibilità».

Ecco le attività ancora consentite. Vietato lasciare il comune in cui ci si trova

Nuovo decreto: sono garantite le consegne a domicilio. Non sono sospese neppure le attività professionali

Botteghe Chiuse Coronavirus4A questo link nel dettaglio tutte le attività consentite ufficialmente dal nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 22 marzo per il contenimento della diffusione del coronavirus.

Le novità riguardano principalmente le attività produttive industriali e commerciali all’ingrosso. Saranno in vigore da oggi, lunedì 23 marzo, a venerdì 3 aprile (le imprese le cui attività sono sospese per effetto del decreto potranno completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo, compresa la spedizione della merce in giacenza).

Le misure contenute in quest’ultimo decreto si sommano a quelle (riferite principalmente alle attività professionali e al commercio al dettaglio) contenute nel decreto dell’11 marzo e nell’ordinanza del ministro della Salute del 20 marzo, la cui validità, inizialmente fissata al 25 marzo, è stata prorogata al 3 aprile.

Non sono sospese le attività professinali (fatta eccezione per quelle già bloccate l’11 marzo), così come possono continuare le consegne a domicilio di ristoranti e attività gastronomiche.

Tra le novità anche il divieto rivolto a tutti di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente ci si trova, “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.

Emergenza virus, aziende: Radis impegnata a sanificare uffici e caserme

Il titolare: «Ma il settore privato è fermo. E i costi sono aumentati…»

RadisTra le aziende coinvolte in questa situazione d’emergenza, anche la ravennate Radis, da 30 anni impegnata (anche) nell’ambito della disinfestazione, disinfezione e igiene ambientale.

«In questo periodo – ci racconta il titolare, Carlo Gelosi – il settore privato è naturalmente fermo, ma abbiamo effettuato sanificazioni in uffici pubblici, caserme, impianti del settore agrindustriale. Prima della pandemia erano interventi che non si facevano, ma è evidente che per un’azienda come la nostra non basta, abbiamo una proiezione che parla di un calo del 30 percento del nostro fatturato». Realizzato anche con l’altro comparto strategico per l’azienda, quello dei legnami e degli arredi per l’esterno.

«I costi poi aumentano, anche perché nonostante fossimo già attrezzati con dispositivi di protezione per i nostri addetti, abbiamo dovuto aggiungerne altri per le disposizioni governative, a costi decuplicati rispetto al periodo pre-coronavirus». E il paradosso è che Radis avrebbe voluto anche assumere personale: «Ma in diversi non si sono neppure presentati per il colloquio, per la paura del contagio…».

Nel ravennate accertati un terzo in meno di contagiati di ieri, ma anche tre morti

I positivi diagnosticati sono 22, nel complesso in provincia toccano quota 309. Tre i guariti di oggi

Coronavirus TamponeSono “limitati” a 22 (in netto calo rispetto ai 74 di ieri) i casi postivi al Covid-19 registrati oggi domenica 22 marzo, in provincia di Ravenna.
Di questi contagi 13 riguardano donne e 9 uomini.
Quattro pazienti sono in isolamento domiciliare poichè privi di sintomi o con sintomi leggeri, 15 sono ricoverati in ospedale, ma non in terapia intensiva, mentre per gli altri 4 si sta valutando l’eventuale ricovero.
In massima parte si tratta di persone con contatti stretti già in isolamento e sorveglianza che hanno presentato sintomi nei 14 giorno di sorveglianza attiva.
Il bilancio conta anche 3 decessi, avvenuti nelle giornate di venerdì, sabato e domenica: due pazienti di sesso femminile di 85 e 87 anni ed un paziente di sesso maschile di 59 anni; tutti e tre risultavano portatori di altre patologie.

D’altra parte si registrano anche 3 ulteriori guarigioni cliniche: 2 pazienti di sesso femminile ed un uomo.
Complessivamente i casi nel ravennate sono dunque 309, confermati alle 12 del 22 marzo, così distribuiti per comune: 14 residenti al di fuori della provincia di Ravenna; 135 Ravenna; 44 Faenza; 27 Cervia; 25 Lugo; 7 Russi; 9 Alfonsine; 7 Bagnacavallo; 11 Castelbolognese; 7 Conselice; 4 Massa Lombarda; 2 Sant’agata Santerno; 8 Cotignola; 2 Riolo Terme; 2 Fusignano; 3 Solarolo; 1 Brisighella; 1 Casola Valsenio.

«Scostamenti in alto come quello di ieri – ha commentato il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, Michele de Pascale –o in basso come quello di oggi non devono deprimere o entusiasmare perché sono anche frutto di dinamiche organizzative legate allo straordinario lavoro di indagine epidemiologica che sta svolgendo il Dipartimento di Salute Pubblica di Ravenna dell’Ausl della Romagna. Il dato più importante, che ci deve dare fiducia, è il ristretto numero, per ora, di casi di cui non si conosce la ragione del contagio, rispetto invece alla stragrande maggioranza per i quali è noti o altamente probabile. Dobbiamo semplicemente perseverare nelle misure di contenimento, potenziare i servizi sanitari ed essere solidali con quanti stanno continuando a lavorare, con grande sacrificio personale e nell’interesse di tutti».

In regione 850 casi positivi in più, 101 i morti, ma calano le terapie intensive

Crescono contagiati e morti in Emilia-Romagna. Le guarigioni sono in totale 349. A Ravenna 20 casi positivi in più

Coronavirus MediciSono 7.555 casi di positività al Coronavirus accertati fino ad oggi, 22 marzo (dati registrati alle ore 12), in Emilia-Romagna. Si tratta di 850 diagnosi in più di ieri. Ammontano a 28.022 invece i campioni refertati, con 3.402 test in più sempre rispetto a ieri.  Complessivamente, sono 3.226 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (363 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 269, 4 in più rispetto a ieri.
Crescono anche i decessi, passati da 715 a 816: quelli nuovi quindi sono 101, di cui 36 donne e 65 uomini.

Le guarigioni raggiungono quota 349 (20 in più rispetto a ieri), 323 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 26 sono dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 33 residenti nella provincia di Piacenza, 22 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (di cui 1 del territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 a Forlì, 7 in quella di Rimini e si registrano 3 morti a Ravenna.
Va specificato che una delle nuove vittime, nel complesso dei deceduti, era residente fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.765 (72 in più rispetto a ieri), Parma 1.209 (195 in più), Reggio Emilia 1.167 (190 in più),  Modena 1.010 (104 in più), Bologna 674, con 64 casi in più (di questi 496 a Bologna, +49, e  178 a Imola, + 15),  Ferrara 150  (27 in più rispetto a ieri), Ravenna 309 (22 in più), Forlì-Cesena 329 (di cui 155 a Forlì, 29 in più rispetto a ieri, e 174 a Cesena, +31),  Rimini 942 (116 in più).

Intanto, da Piacenza a Rimini, continua il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Nella giornata di oggi sono stati infatti allestiti altri 149 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 3.305 a 3.454, tra ordinari (2.987, +116) e di terapia intensiva (467, +33).
In Romagna, i posti attivati raggiungono quota 490 (in particolare: 229 Rimini, di cui 35 per terapia intensiva; 100 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 73 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 24 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza).

«È positivo il fatto che, con gli ulteriori 850 casi positivi, abbiamo “consumato” solo 4 posti letto in terapia intensiva in più – commenta il commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi –;  significa che i casi sono meno gravi. Per i prossimi giorni ci aspettiamo dati più positivi. Anche oggi, purtroppo, c’è l’immenso dolore per i decessi: i numeri rispecchiano l’evoluzione della malattia, fotografano la situazione passata e non il presente, esattamente come i tamponi».

Strutture alberghiere pronte ad ospitare personale sanitario impegnato a Ravenna

Convenzione fra Comune, Ausl e associazioni di categoria del turismo per medici e paramedici non residenti

Coronavirus Personale Sanitario
foto di repertorio

Comune e Ausl hanno sottoscritto un accordo con le associazioni categoria ravennati per accogliere, nelle strutture ricettive e dell’ospitalità della città che si rendono disponibili, il personale sanitario impegnato in prima linea all’Ospedale di Ravenna nell’assistenza e cura dei malati di Covid-19.

La convenzione è stata siglata dal sindaco e dal direttore dell’azieda sanitaria con Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Confartigiato e Cna e riguarda la disponibilità di hotel, residenze turistiche, b&b, etc, in cui potere ospitare gli operatori sanitari non residenti in provincia di Ravenna

«Si tratta di una convenzione – dichiara il sindaco Michele de Pascale – che ha l’obiettivo di accogliere il personale medico e infermieristico, che in questo momento straordinario sta fronteggiando l’emergenza e che in alcuni casi si trova ad avere il proprio domicilio fuori dalla provincia. Stiamo lavorando anche su altre convenzioni per offrire accoglienza e per rispondere anche alle esigenze di altri operatori e volontari che stanno prestando il loro aiuto in questo momento di bisogno.
Ringrazio di cuore gli albergatori, gli imprenditori del turismo e le associazioni di categoria che fin da subito si sono messi a disposizione per offrire il loro contributo in questa difficile situazione.
I costi del pernottamento, che naturalmente sono stati ridotti ai soli costi vivi e di gestione – precisa il Sindaco –, verranno sostenutiti dall’ Ausl Romagna, grazie anche a fondi raccolti per questa emergenza. Anche per questo invito la nostra comunità a continuare a donare come sta già facendo con grande senso di solidarietà e generosità».

Attraverso il coordinamento della Direzione sanitaria dell’Ospedale e dell’Assessorato al Turismo del Comune di Ravenna saranno individuate le necessità e incrociate con le disponibilità delle strutture di accoglienza. La convenzione avrà validità fino al 3 aprile e sarà rinnovabile a seconda dello stato di emergenza comunicato dalle autorità. L’imposta di soggiorno sarà esentata, parificando in questo momento di emergenza il personale sanitario agli addetti di protezione civile in servizio.

A questo proposito ricordano gli estremi per effettuare donazioni all’Ausl della Romagna:
con un bonifico sul conto corrente della Azienda Usl della Romagna – Intesa San Paolo – Iban IT34W0306913298100000300064 – Tesoreria Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna precisando nella causale una eventuale motivazione per la donazione.
Si può utilizzare il modulo scaricabile dal seguente link: https://www.auslromagna.it/notizie/item/2741-donazioni-ausl-corona-truffe-modalita-ufficiali.
In aggiunta, per andare incontro a coloro che vogliano attivare vere e proprie sottoscrizioni, è stata attivata una mail dedicata, donazioni@auslromagna.it, che i promotori delle raccolte fondi sono pregati di contattare al fine di coordinare il lavoro.

 

Distrutto dal fuoco nella notte un capanno nella pialassa Baiona

Le fiamme domate con difficoltà dai Vigili del Fuoco costretti a intervenire attraverso l’acqua

Incendio Capanno BaionaVa a fuoco un capanno in valle: l’allarme è stato lanciato da alcuni automobilisti di passaggio verso le 21 di ieri sera, lungo la via Baiona. L’intervento dei Vigili del Fuoco, nella zona della pialassa Baiona vicina all’isola degli Spinaroni, è stato tempestivo ma non proprio agevole, visto che la struttura coinvolta dall’incendio era raggiungibile solo attraverso l’acqua. Grazie anche all’uso di un gommone i pompieri sono riusciti a domare le fiamme solo dopo quattro ore quando ormai il capanno era stato praticamente distrutto dal rogo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Marina Romea per i rilievi di legge e un funzionario dell’ufficio ambiente del Comune. Le cause dell’incendio sono ancora tutte da accertare, ma dalle prime ipotesi, fra cui quella di un corto circuito, sembra escluso un atto doloso.

Le foto dell’intervento dei Vigili del Fuoco (Massimo Argnani)

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi