domenica
17 Agosto 2025

Sindacati contro la manovra De Pascale: «Falsa partenza»

Cgil, Cisl e Uil manifestano «rammarico e delusione» dopo l’annuncio degli aumenti di Irpef, ticket, Irap e bollo auto

9

«Siamo sorpresi dalla conferenza stampa della Regione sulla manovra 2025, una uscita che giudichiamo sbagliata e irrispettosa di un confronto con le parti sociali, mai iniziato, che si profilava molto delicato, soprattutto nel momento in cui per finalità anche condivisibili si finisce per mettere le mani nelle tasche dei cittadini».

In una nota congiunta, i tre sindacati confederali – Cgil, Cisl e Uil – criticano la decisione della Regione e del presidente Michele de Pascale di aumentare Irpef, ticket, Irap e bollo auto in Emilia-Romagna.

«Le cinque priorità indicate dalla Regione (sanità, non autosufficienza, messa in sicurezza del territorio, Tpl e casa) sono condivisibili nei titoli e conformi a nostre rivendicazioni di lunga data – si legge nella nota inviata alla stampa -, ma vanno analizzate e contestualizzate. Tuttavia sul piano delle entrate e della leva fiscale avremmo avuto bisogno di approfondimenti tecnici e politici, premessa della costruzione di affidamenti condivisi, collegando l’aumento di tassazione al valore della salvaguardia del nostro sistema sanitario e sociosanitario. Per noi è fondamentale preservare i principi di equità e progressività del sistema, avendo cura che i costi e gli investimenti non gravino sulle tasche di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati che già sostengono oltre l’80% della fiscalità generale e faticano ad arrivare a fine mese. I soldi vanno presi prima di tutto dalle tasche di chi ne ha di più. Dobbiamo manifestare rammarico e delusione per una falsa partenza del confronto, sbagliata nel metodo e, nel merito, incompleta nei contenuti della proposta».

Concita De Gregorio tra teatro e giornalismo: «La qualità del racconto vince sempre»

La nota giornalista all’Alighieri. «Nel mio reportage da Ravenna avevo capito che De Pascale avrebbe fatto carriera»

Concita De Gregorio

«Sarebbe bello se, al nostro funerale, avessimo la possibilità di arrivarci da vivi, per avere l’occasione di proferire noi stessi l’ultima parola».

Lo dice la celebre giornalista (e scrittrice) Concita De Gregorio (in estrema sintesi: a Repubblica dal 1990 al 2008, poi direttrice de L’Unità dal 2008 al 2011, e rientrata a Repubblica come editorialista) nella cartella stampa di presentazione di Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale, spettacolo tratto dal suo omonimo libro atteso il 15 febbraio al teatro Alighieri di Ravenna.

«Un’ultima cosa – dice De Gregorio – è una ricerca intima e personale che mi ha condotta nel corso della vita ad appassionarmi alle parole e alle opere di alcune figure luminose del Novecento – donne spesso rimaste all’ombra di qualcuno (da Vivian Maier e Lisetta Carmi, ndr). Ho studiato il loro lessico fino a “sentire” la loro voce, quasi che le avessi di fronte e potessi parlarci. Ho avuto infine desiderio di rendere loro giustizia. Attraverso la scrittura, naturalmente. La drammaturgia è stato un lavoro di montaggio che dà vita a cinque quadri in successione: le donne prendono parola in scena, a teatro, subito prima di uscire di scena, nella vita. Come se un momento prima di sparire potessero voltarsi verso il pubblico: “Ah. Resta un’ultima cosa da dire”».

Come si concretizza la collaborazione con la cantautrice Erica Mou, che sarà con lei in scena?
«Ho chiesto a Erica Mou, una voce magnifica al servizio di una scrittura pura, di dare vita sul palco a un’anima infantile e arcaica insieme: i suoi canti popolari, le sue ninne nanne fanno da controcanto e accompagnano le ultime parole di queste cinque donne con le prime che una bambina sente quando viene al mondo».

Com’è stato il suo impatto con il teatro, nella tournée di questo spettacolo?
«In molti si stupiscono, ma in realtà è tutta la vita che faccio teatro, pur senza farne occasione di dibattito pubblico. Ho studiato teatro, ho scritto per il teatro e non ho mai smesso di farlo. Poi è successo che sono stata invitata a mettere in scena queste invettive che avevo scritto per il mio libro e ho deciso così di salire sul palco in prima persona, ma è come se ci fossi sempre stata».

Come si legano il mondo del teatro e quello del giornalismo?
«Il giornalismo innanzitutto per me è un mestiere, quello che mi ha dato da vivere. Credo che in entrambi i campi serva però la stessa attitudine, quella dell’ascolto. Sin da piccola amavo ascoltare le storie degli altri. E mi continua ad affascinare il poterle osservare e capirle. Che è anche un modo per assistere al teatro del mondo. Piano piano, col tempo questo è diventato un lavoro ma non è mai venuta meno la passione di ascoltare le storie. Fino a quando ho capito che anche io potevo raccontarle e credo che la ragione per cui lo faccio sia per curare un mio bisogno, una mia incertezza esistenziale. Altro legame tra i due mondi è il ritmo, la scrittura ha un suono, ogni testo deve avere anche una sua musicalità».

In questi anni il giornalismo è diventato sempre più social, come si approccia a questo aspetto del suo mestiere?
«Uso i social pochissimo, solo come veicolo per quello che faccio. Non ho una vita social, non scrivo per i social come invece stanno facendo tanti miei colleghi giornalisti, sono una nativa analogica che non ha cambiato le sue abitudini».

La carta è destinata a morire?
«Non penso. Credo che anche in questi tempi social la qualità del racconto vinca sempre. Tanti altri mezzi avrebbero dovuto morire, ricordo che si cantava “Video Killed the Radio Star” ma poi le previsioni non si sono avverate. Certo, i giornali di carta hanno avuto una grande contrazione, ma più per una questione economica e di tempo. Vincono la gratuità e la velocità del giornalismo online, ma non credo che questo sancirà la fine per i libri e i giornali. Ci sarà sempre una nicchia di mercato se si coltiva la qualità del racconto».

Lei ha in qualche modo “scoperto” il sindaco Michele de Pascale, nel 2018, in uno dei suoi reportage da Ravenna per la Rai (a questo link).
«Non vincerò mai il Pulitzer, ne sono consapevole, ma credo invece di avere un grande talento nel riconoscere chi ha talento, chi può diventare “qualcos’altro”. È successo con Michela Murgia, per esempio. E poi in politica con Elly Schlein, con Pippo Civati. In quella serie di reportage, che credo siano la cosa più bella che ho fatto in tv – perché ho vissuto quei posti -, sono felice di aver riconosciuto in De Pascale qualcosa di più di quello che era allora, di aver capito che avrebbe fatto carriera».

Dov’è finita la sinistra? Si intitolava così, quella serie di reportage…
«Credo sia dove si devono tutelare i diritti delle persone, i diritti di tutti. In questo senso credo non si possa non essere di sinistra. Nella destra, in questo campo, continuo a non trovare alcuna risposta».

La Romagna piange il gastronomo Graziano Pozzetto

Abitava a San Pietro in Campiano. Era stato tra i fondatori di Slow Food. La nostra intervista

Graziano Pozzetto

Cordoglio in tutta la Romagna per lo scrittore e gastronomo Graziano Pozzetto, morto all’ospedale di Ravenna dopo diversi giorni di ricovero a causa di una grave malattia.

Nato a San Biagio di Argenta nel 1942, Pozzetto abitava a San Pietro in Campiano. Divulgatore appassionato e ricercatore di cultura gastronomica, massimo esperto di cucina emiliano-romagnola, ha dato alle stampe una trentina di volumi e partecipato a migliaia di incontri tra gastronomia e convivialità. È stato tra i fondatori storici di Slow Food.

A questo link una nostra interessante intervista di alcuni anni fa a cura di Fausto Piazza.

Pozzetto era vedovo, lascia il figlio Alessandro.

Manodopera e agricoltura, Coldiretti: «Basta con il sistema click day, non funziona»

L’associazione di categoria chiede di superare il sistema che è andato in overbooking per le quote ridotte di lavoratori regolarizzabili da Paesi extra Ue

LavoroAgricolturaLa Coldiretti Ravenna chiede di abbandonare il meccanismo del cosiddetto click day per la presentazione delle domande per lavoratori subordinati stagionali extracomunitari per il settore agricolo. «Il sistema non risponde né alle esigenze del mondo produttivo né alle legittime attese di chi cerca un impiego».

La normativa di riferimento è nota come Decreto flussi che fissa il numero massimo (chiamato quote) di cittadini stranieri provenienti dal Paesi extra Ue che ogni anno possono fare ingresso in Italia dall’estero per lavorare. Nel decreto vengono previste quote di ingresso distinte per i lavoratori stagionali, i lavoratori autonomi e i lavoratori subordinati non stagionali.

L’invio da parte di un datore di lavoro, italiano o straniero regolarmente residente in Italia, della richiesta di nulla osta per l’assunzione di un lavoratore extracomunitario rappresenta il momento di avvio dell’intera procedura.

Il 12 febbraio è stato il click day per la presentazione delle istanze del Decreto flussi 2025, relativo alle domande per lavoratori subordinati stagionali per il settore agricolo: overbooking per le 110mila quote previste a livello nazionale.

«Troppo esigue per far fronte a tutte le esigenze agricole del territorio, tanto che sono andate ‘bruciate’ in pochi minuti – afferma Coldiretti Ravenna – è dunque giunto il momento di assumere una gestione diretta dei flussi, sfruttando i passi importanti fatti con la revisione dell’ultimo decreto, con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali».

«Oltre alle dotazioni numeriche, un altro grave problema – spiega il direttore provinciale di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – è rappresentato dal fatto che non tutti gli occupati richiesti risultano poi effettivamente disponibili quando serve; infatti, nel 2024, secondo una stima Coldiretti, della quota gestita direttamente dalle associazioni datoriali agricole ne era arrivato solo il 70%, mentre nel 2023 la percentuale era stata addirittura di appena 1/3».

«Con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali, prosegue Coldiretti, si andrebbero ad evitare i fenomeni fraudolenti, ma – prosegue l’Associazione agricola – serve lavorare anche sui consolati, dove tropo spesso si creano dei ‘colli di bottiglia’ sull’invio delle domande, poi difficile da evadere in tempi brevi. Un passo importante è arrivare a sanare le tante posizioni di irregolarità, nate anche a causa delle anomalie e delle incertezze dei click day, con stagionali che hanno preso parte alle attività di raccolta ma che non sono poi rientrati nei propri Paesi per evitare di perdere l’opportunità di essere impiegati ancora.

Coldiretti assieme a Filiera Italia, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e E4Impact, ha già messo in campo un progetto per la reperibilità di manodopera qualificata, partito da Egitto, Marocco e Costa d’Avorio. L’obiettivo è formare i lavoratori direttamente nei Paesi d’origine, superando l’idea che l’agricoltura abbia bisogno solo di braccianti, attraverso una formazione specialistica che punti a creare anche, ad esempio, piloti di droni o altre figure professionali capaci di padroneggiare gli strumenti di Agricoltura 4.0.

I poliziotti che si schierarono contro i nazifascisti e aiutarono gli ebrei

Presentati due volumi storici della collana “Fecero la scelta giusta” curata dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno

 

La collana di volumi storici intitolata “Fecero la scelta giusta”, curata dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, si arricchisce di due nuove opere: “I poliziotti che si opposero al nazifascismo” e “I poliziotti che soccorsero gli ebrei”. La presentazione si è tenuta ieri, 13 febbraio, a Roma a Montecitorio alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Le pubblicazioni fanno parte del Progetto Memoria: «Frutto di un approfondito lavoro di ricerca storica – si legge in una nota del dipartimento –, mirano a restituire alla memoria collettiva l’impegno silenzioso e spesso rischioso di funzionari, agenti e dipendenti civili dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza durante il periodo dell’occupazione nazifascista in Italia. Nonostante le difficoltà del contesto storico, molti di loro disobbedirono agli ordini impartiti, parteciparono attivamente alla lotta di Liberazione e salvarono vite umane, sottraendo al loro drammatico destino gli ebrei perseguitati dal nazifascismo, anche a costo di mettere in pericolo la propria vita».

I volumi si compongono di 700 pagine, ampiamente illustrate, e intendono offrire una prima, ma approfondita, panoramica sulle attività e sui profili sugli appartenenti alla polizia che tra il 1943 e il 1945 si schierarono contro i nazisti e i fascisti e collaborarono con la Resistenza, aiutando tra l’altro in molti modi anche gli ebrei in pericolo. Tale materia per la sua densità è stata suddivisa in due volumi, uno dedicato ai poliziotti che si opposero ai nazifascisti e l’altro a quelli che soccorsero gli ebrei.

Le due pubblicazioni possono essere richieste all’indirizzo email: segreteria.poliziamoderna@poliziadistato.it a fronte di una donazione minima di 25 euro a volume, a favore del Piano Marco Valerio del Fondo di Assistenza del personale della Polizia di Stato che sostiene la cura delle malattie pediatriche gravi dei figli minori dei dipendenti della Polizia di Stato.

Si cercano ingegneri o architetti per la ricostruzione post alluvione e tornado

Bando di concorso dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna per due posizioni a tempo determinato. Domande entro il 25 febbraio

Traversara 20 9 TerL’Unione dei Comuni della Bassa Romagna cerca due tecnici esperti in ingegneria e/o architettura da impiegare nella ricostruzione pubblica e privata conseguente gli eventi calamitosi 2023 e 2024, alluvioni e tornado, e in particolare la progettazione tecnica inerente la manutenzione e/o realizzazione di opere e lavori edili.

Entro le 9.30 del 25 febbraio si può presentare domanda al bando per un’assunzione a tempo determinato, pieno o part-time. Per partecipare al concorso è necessario utilizzare la piattaforma www.inpa.gov.it. Requisito necessario una laurea in ingegneria, scienze dell’architettura o scienze e tecniche dell’edilizia.

La selezione si terrà giovedì 27 febbraio alle 8.30 nel Salone Estense della Rocca di Lugo. La prova sarà orale e verterà sulla conoscenza della disciplina dei contratti pubblici e delle principali ordinanze della Protezione civile e del Commissario straordinario in merito alla ricostruzione post alluvionale, indicate nel bando di concorso.

Tutte le informazioni per partecipare ai bandi, i calendari delle prove, i requisiti necessari, nonché l’elenco delle materie di studio e il modulo per compilare la domanda sono disponibili sul sito www.labassaromagna.it, nella sezione «Impiego nella Pa».

Per ulteriori informazioni, contattare il Servizio Personale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ai numeri 0545 38327 oppure 0545 38328.

 

Cisl: in 12 anni aumento del 132 percento per i canoni di affitto in provincia

Partendo dai dati del portale Idealista, il sindacato inquilini (Sicet) ha calcolato le variazioni in Romagna: «Situazione insostenibile». La soluzione attraverso 5 proposte tra cui lotta all’evasione fiscale, più edilizia pubblica, limiti agli affitti turistici

Bagnacavallo 2I canoni di affitto delle case in provincia di Ravenna sono più che raddoppiati negli ultimi dodici anni, passando da 9 euro al metro quadrato nel 2012 a 20,95 nel 2024. Una crescita del 132 percento. L’informazione è contenuta in un’analisi dettagliata dell’evoluzione dei canoni di locazione in Romagna elaborata dall’Osservatorio Cisl sulla base dei dati forniti da Idealista. L’analisi è stata presentata nel corso del quarto congresso territoriale del Sicet, il sindacato inquilini case e territorio.

L’assemblea dei delegati riunitasi a Cesena oggi, 14 febbraio, ha confermato Luca Giacobbe alla guida. Giacobbe sarà coadiuvato in segreteria da Roberta Triossi e Monica Mariotti.

Foto SICETA Forlì-Cesena la crescita dei canoni è stata più contenuta, da 8,97 a 11,03 nello stesso periodo. Rimini registra il balzo più significativo con un incremento da 11,48 a 25,64, trainato dalla forte domanda di affitti brevi e turistici.

«Questi dati sono allarmanti – ha commentato Giacobbe –. L’aumento dei canoni di locazione sta mettendo a rischio la qualità della vita di migliaia di famiglie, lavoratori e studenti. È necessario intervenire con urgenza per calmierare i prezzi e garantire il diritto alla casa per tutti. Il fenomeno degli affitti brevi ha ridotto l’offerta di alloggi disponibili per i residenti, portando a un aumento dei canoni e creando una distorsione del mercato immobiliare. Molti pensionati, che un tempo potevano permettersi un appartamento vicino al centro, stanno ora affrontando il rischio di dover lasciare la propria città per trasferirsi in zone meno costose».

Giacobbe ha sottolineato come la crisi abitativa sia diventata una vera e propria emergenza sociale: «La situazione è diventata insostenibile, le famiglie non riescono più a far fronte ai costi degli affitti, i lavoratori che arrivano da fuori non trovano alloggi a prezzi accessibili e gli studenti sono costretti a rinunciare a studiare nelle nostre città. Dobbiamo agire subito per invertire questa tendenza».

Il sindacalista ha poi evidenziato le difficoltà incontrate negli ultimi anni, aggravate dagli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio, e ha ribadito l’impegno del Sicet nel tutelare i diritti degli inquilini e nel promuovere politiche abitative più eque e sostenibili. «Abbiamo assistito a scene di vera disperazione dopo l’alluvione. Molti inquilini si sono trovati senza casa e senza aiuti concreti. Abbiamo fatto il possibile per assisterli, ma è evidente che serve un impegno maggiore da parte del Governo, delle istituzioni e dei proprietari».

Il Sicet di Romagna, consapevole della gravità dell’emergenza abitativa che affligge il territorio, propone un pacchetto di interventi mirati per affrontare le diverse problematiche che contribuiscono a questa crisi:

  • Regolamentazione degli affitti brevi turistici per evitare che questa forma di locazione, pur importante per l’economia locale, vada a compromettere l’offerta di alloggi a lungo termine per i residenti;
  • Rilancio dell’edilizia residenziale pubblica (Erp) con un piano di investimenti significativo per il recupero degli alloggi ERP sfitti e per la costruzione di nuove case popolari;
  • Sostegno alle famiglie in difficoltà con misure concrete di sostegno economico per le famiglie che non riescono a pagare l’affitto, come contributi diretti, agevolazioni fiscali e interventi per prevenire la morosità incolpevole;
  • Lotta all’evasione fiscale nel settore degli affitti che è un problema serio e va combattuto con determinazione rafforzando i controlli e promuovere la regolarità contrattuale, per garantire maggiore equità e trasparenza nel mercato degli affitti;
  • Coinvolgimento delle associazioni degli inquilini, dei proprietari e gli enti locali, per ricercare di soluzioni condivise attraverso accordi territoriali possibili a favorire la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili e promuovendo pratiche di locazione responsabili.

Inaugurato il negozio Jysk, la catena danese di arredo casa cerca personale

Il punto vendita in via Faentina tra Obi e Famila è l’ottavo in regione

Inaugurazione ufficiale stamani, 14 febbraio, per il nuovo punto vendita a Ravenna di Jysk, catena danese che vende “tutto per la casa” ponendosi come alternativa a Ikea. Il negozio in via Faentina a Fornace Zarattini, tra Famila e Obi, è l’ottavo del brand in Emilia-Romagna e il 97esimo in Italia (cento entro la primavera). Per il negozio ravennate si cerca personale da assumere: le posizioni aperte sono vice store manager e diversi sales assistant. Fino al 19 febbraio sono previsti sconti su più di duemila articoli all’interno della selezione di prodotti per la casa, tra cui mobili, tessile per la casa, decorazioni, guanciali, materassi e completi letto. Il parco commerciale comprende anche Mediaworld e Arcaplanet e appartiene alla società Sogeicom di Treviso.

In stazione con un coltello di 24 cm, persone spaventate barricate nel McDonald’s

Un 25enne ha rubato un utensile da cucina da un esercizio pubblico della zona: obiettivo delle sue minacce un altro uomo che è stato ferito lievemente

Foto ColtelloArmato con un coltello da cucina con una lama di 24 cm, rubato da un pubblico esercizio, un uomo di 25 anni ha seminato il panico alla stazione ferroviaria di Ravenna nella serata del 12 febbraio. Il giovane ha cercato di introdursi nel McDonald’s con intenzioni minacciose verso un altro uomo. Alcuni clienti e personale del fast food si sono barricati all’interno del locale per proteggersi.

L’obiettivo delle minacce è poi uscito dal ristorante ed è stato raggiunto e colpito dall’aggressore, sotto gli occhi dei passanti in attesa alla fermata dell’autobus.

L’intervento di alcuni agenti della polizia locale, allertata da chi aveva visto il 25enne aggirarsi in strada con l’arma, ha evitato conseguenze peggiori. L’aggressore ha opposto resistenza, aggredendo gli operatori e procurando a uno di loro lesioni giudicate guaribili in dieci giorni, ma è stato arrestato. Sono in corso indagini per stabilire le ragioni del comportamento del 25enne nordafricano che ora si trova in carcere a Ravenna.

Mobilità in centro: ecco cosa cambia per Ztl, aree pedonali, permessi e sosta

Il Comune ha fatto il punto sulle nuove regole per gli accessi. Parte la campagna informativa. Da aprile attive le telecamere di controllo a quattro varchi di accesso alle zone traffico limitato

Controlli Polizia Locale E Alcol TestA Faenza arrivano nuove regole per la mobilità e l’accesso alle zone a traffico limitato (Ztl) e alle aree pedonali del centro storico. Parte una campagna informativa in vista dell’entrata in vigore delle novità. Tra queste l’attivazione in aprile delle telecamere a controllo di quattro varchi di accesso alla Ztl.

MOB6La Ztl è un’area nella quale è possibile accedere e circolare solo in una determinata fascia oraria. L’area pedonale, invece, è una porzione di centro storico nella quale la circolazione dei veicoli è completamente vietata, salvo deroghe per specifiche categorie di mezzi.

COSA CAMBIA:

  • dopo un periodo di sperimentazione diventano definitive alcune aree pedonali (via Pistocchi, vicolo Pasolini, via Bertolazzi, corso Mazzini fino a via Fanini, via Torricelli fino a via Zuffe, vicolo Sant’Antonio, via Marescalchi, via Barilotti);
  • attivazione in aprile delle telecamere di controllo in quattro varchi di accesso alla Ztl (via Severoli angolo con via Cavour, corso Saffi angolo con via Manfredi, via Pascoli angolo con via Fiera, via XX Settembre angolo con via Naviglio), nella fase di “pre-esercizio” saranno presenti agenti della polizia locale;
  • estensione degli orari di accesso nell’area pedonale per residenti e commercianti: ora il passaggio è consentito tutti i giorni, salvo eventi o mercati, con l’eccezione delle piazze;
  • nuovi parcheggi per residenti con abbonamento “Residenti” in via XX Settembre, via Severoli, via Nazario Sauro;Fase di “pre-esercizio” con controllo della Polizia Locale senza sanzioni.
  • istituzione di una whitelist per accedere alla Ztl per autobus, Ncc, taxi, disabili, veicoli elettrici, con un portale per l’inserimento delle targhe;
  • gli stalli per la sosta lungo via XX Settembre (nel tratto tra via Naviglio e corso Garibaldi), quelli di via Severoli (tra via Zanelli e via Pistocchi) e di via Nazario Sauro saranno esclusivamente dedicati, con apposita segnaletica, ai residenti titolari di abbonamento della sosta.

COSA NON CAMBIA:

  • chi possiede un permesso Ztl, Area Pedonale o abbonamento “Residenti” non deve fare nuove richieste: il permesso resta valido fino alla scadenza;
  • chi abita, ha un negozio o un posto auto privato in una “nuova” area pedonale, se aveva già il permesso per Ztl, sarà automaticamente convertito ad Area Pedonale, senza presentare nuove richieste;
  • nessuna modifica alle tariffe dei permessi e degli abbonamenti;
  • nessun cambiamento per l’estensione e gli orari delle Ztl;
  • le categorie di permessi R (residenti), S (attività economiche e commerciali), G (garage/posti auto) restano invariate;
  • permessi temporanei come T (giornalieri), AP-T (orari in Area Pedonale), C (cantieri, traslochi) e H (ridotta capacità di deambulazione) restano in vigore.

Livia Santini e la “medicina narrativa”. «Ma la nostra rassegna in ospedale è ferma»

La docente e volontaria culturale: «I benefici per operatori e pazienti sono scientificamente dimostrati. Ora sta alla politica muoversi»

SantiniInsegnante di inglese all’Its Morigia-Perdisa di Ravenna, Livia Santini è nota in città per il suo impegno negli anni come “volontaria culturale” e le varie iniziative di cui è ed è stata promotrice. Tra queste c’è “Riaminaziona letteraria” che si è svolta all’Ospedale Santa Maria delle Croci tra il 2015 e il 2020, una rassegna che ha portato nel luogo di cura autori, filosofi, comici, cantanti in circa 120 appuntamenti. Un’idea innovativa per cui oggi Santini viene chiamata a partecipare a convegni nazionali e internazionali dedicati al tema del benessere dei pazienti e al potere curativo della parole. E da qui la docente ha preso spunto per la tesi sperimentale che ha appena discusso all’università Tuscia per conseguire (con il massimo dei voti) la sua terza laurea.

Santini, ci racconta in poche parole quanto c’entra Ravenna nella sua tesi e cosa ha potuto dimostrare?
«Per la tesi sono partita dall’esperienza di “Rianimazione letteraria”, ma poi ho lavorato confrontando i dati emersi in svariate ricerche scientifiche in giro per il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti al Nord Europa, che hanno sperimentato gli effetti possibili della medicina narrativa sul personale ospedaliero e sui pazienti. E gli esiti sono tutti concordi: i gruppi a cui sono state “somministrate” esperienze di ascolto letterario o scrittura creativa hanno avuto benefici che non sono stati rilevati nei gruppi di controllo».

Che tipo di benefici? E su quali pazienti in particolare?
«Nel personale medico è calato il tasso di burnout ed è aumentata l’empatia, nelle persone ammalate si è registrata una minore difficoltà nell’affrontare la malattia, in particolare quella mentale».

Per lei una conferma di ciò che da tempo va dicendo…
«In realtà si tratta di pratiche avviate già negli  anni Ottanta, in particolare da Ernesto Cardenal in Nicaragua, ma di certo le centinaia di articoli che ho avuto modo di analizzare rappresentano un dato incontrovertibile, scientificamente dimostrato. Usciamo quindi dall’alveo delle possibili opinioni sul tema».

Allora perché “Rianimazione letteraria” non si fa più a Ravenna?
«Noi ci siamo resi disponibili a ricominciare, aspettiamo una chiamata che però non sta arrivando. Interrompemmo la rassegna per il Covid, ci fu poi chiesto di aspettare che la situazione tornasse completamente alla normalità. Oggi andiamo solo in Pediatria, per letture ai più piccoli. Anche del tavolo inter-istituzionale nato nel 2019 con l’obiettivo di far diventare Ravenna un polo per la medicina narrativa non si è fatto più nulla. Immagino stia alla politica muoversi, se interessata».

Intanto vi stanno chiamando altrove…
«Sì, paradossalmente ci chiamano altrove, in altre regioni per creare “Rianimazione letteraria” lì ma stiamo temporeggiando perché il nucleo lo vorremmo sempre nella nostra città, ma lo “esporteremo” di certo, anche perché se nel 2015 eravamo dei pionieri, ora la nostra idea sta viaggiando e viene replicate con diverse declinazioni anche in altri ospedali».

La rassegna aveva anche il merito di essere aperta pure alla cittadinanza, abbattendo la barriera tra dentro e fuori l’ospedale.
«Sì, inoltre abbiamo sempre cercato di collegare ciò che avveniva fuori dall’ospedale con la nostra rassegna, che fosse il Giro d’Italia o il mese di iniziative contro la violenza di genere. Una scelta che si inseriva anche in un’idea di città nuova, modulare, fatta di tanti luoghi dove possono accadere cose diverse, incluso l’ospedale».

Quanto costava alla collettività l’iniziativa?
«Nulla, gli ospiti sono sempre venuti gratuitamente e abbiamo ogni tanto potuto beneficiare delle donazioni di qualche azienda e della collaborazione di alcune case editrici».

Il ricordo più bello?
«Forse l’incontro con Giacobazzi, quando vedemmo pazienti e oncologici ridere ininterrottamente per due ore. E anche quando l’allora sindaco Matteucci scelse di restare fuori dall’incontro con Roberto Vecchioni per non togliere nemmeno un posto al pubblico di pazienti, un vero signore».

Non pensa che in un momento in cui la sanità è così in difficoltà, parlare di letteratura negli ospedali sia superfluo?
«Al contrario, credo che in una società che sta invecchiando e che quindi è destinata a trascorrere più tempo in ospedale, qualsiasi cosa possa umanizzare la degenza sia da incoraggiare a beneficio di tutti».

Giacobazzi Rianimazione Letteraria
Livia Santini con Giuseppe Giacobazzi nel 2019

Donazione organi: 130 espianti di cornee in provincia nel 2024, aumenta chi dice no

La responsabile provinciale dell’Associzione italiana per la donazione di organi segnala l’aumento di chi registra no alla donazione al momento del rilascio della carta d’identità

MedicsI dati diffusi dall’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (Aido) dicono che in Romagna nel 2024 ci sono stati 642 espianti di cornee (di cui 130 nel Ravennate), 15 multitessuto (7 dei quali in provincia di Ravenna), 37 organi sono stati espiantati su 65 accertamenti di morte cerebrale (rispettivamente 7 e 5 a Ravenna) e 23 gli organi donati a cuore fermo (ovvero da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti) su 25 donazioni complessive: 7 su 7 a Ravenna.

I numeri sono stati divulgati in occasione delle imminenti assemblee annuali ordinarie intermedie per i vari gruppi intercomunali di Aido. A febbraio ne sono in agenda tre. Il 15 febbraio alle 9.45 alla sala Zaccaria-Facchini di Massa Lombarda per la Bassa Romagna. Il 20 alle 21 nel complesso Cicognani a Brisighella per Brisighella-Faenza. Il 24 alle 21 nella sede del Csv Romagna per il gruppo Ravenna, Cervia e Russi. Fissata per lunedì 14 aprile alle 21, sempre nella sede del Csv Ravenna, l’assemblea della sezione provinciale. Si approveranno il bilancio consuntivo 2024 e il preventivo 2025, saranno adottati il nuovo statuto Aido e il nuovo regolamento e sarà presentato il programma dell’attività annuale di ogni sezione.

«Nell’anno da poco concluso l’attività della Rete trapiantologica italiana ha registrato i numeri più alti mai realizzati – afferma Cinzia Ghirardelli, presidente di Aido provinciale Ravenna – sia per gli organi che per le cellule staminali emopoietiche. Le donazioni di organi continuano a crescere: in Italia nel 2024 sono state 2.110 quelle effettivamente realizzate, +2,7 percento sul 2023, a partire da 3.192 segnalazioni di potenziali donatori arrivate dalle rianimazioni, +3,2 percento. Grazie a questi numeri è stato possibile realizzare ben 4.692 trapianti, 226 in più rispetto allo scorso anno. Il tasso nazionale di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone: è la prima volta che in Italia si supera quota 30, un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti europei per donazioni di organi. L’Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia per numero di donatori: 45,5 per milione».

Ghirardelli segnala che resiste il nodo rappresentato dai tassi di opposizione al prelievo degli organi: «In tutta Italia nelle rianimazioni la percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa a 29,3 percento, in lieve calo rispetto al 30,3 del 2023, e in Romagna se ne sono registrate 15, una a Ravenna. Ma è aumentato il numero di persone che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica ha scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi