martedì
30 Dicembre 2025

Auto contro il guard-rail in autostrada, feriti due bambini di 2 anni e 5 mesi

Feriti anche due adulti a bordo della vettura. Le quattro persone non sono in pericolo di vita

Due bambini di due anni e cinque mesi hanno riportato ferite in un incidente stradale avvenuto ieri, 29 dicembre, sul raccordo dell’autostrada A14 bis all’altezza dell’uscita di Bagnacavallo. I piccoli viaggiavano con due familiari, una donna di 40 anni e un uomo di 26, a bordo di una Opel Corsa rossa: la vettura è finita contro il guard-rail per ragioni al vaglio della polizia stradale di Forlì intervenuta sul posto per i rilievi. Non risultano coinvolti altri veicoli. Erano circa le 19 quando l’incidente si è verificato. I due adulti hanno riportato lievi ferite, più gravi quelle dei piccoli ma non sono in pericolo di vita. Sono stati tutti trasportati al pronto soccorso di Cesena.

«Un cammino di speranza»: il 31 dicembre torna la marcia della pace a Ravenna

Sesta edizione del percorso che partirà dal carcere per fare tappa alla Caritas e in varie piazze della città, terminando a Santa Maria Maggiore

Marcia Per La PaceLa pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica” è questo il tema della sesta edizione della Marcia per la Pace di Ravenna e 53esima edizione a livello nazionale che si svolgerà martedì 31 dicembre dalle 15. L’evento desidera essere un momento di condivisione tra le diverse realtà e confessioni religiose della città per affermare un valore universale così importante. L’appuntamento è promosso dall’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia in particolar modo dall’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, con il patrocinio del Comune e la collaborazione di numerosissime realtà, che invitano tutta la cittadinanza a partecipare.

Il percorso prevede la partenza alle 15 dalla Casa Circondariale di Ravenna, via Port’ Aurea n. 57 per fare tappa successivamente alla Caritas Diocesana di Ravenna-Cervia di piazza Duomo, come luogo e simbolo di accoglienza, in piazza San Francesco, cuore del dialogo tra religioni diverse che professano in città, alla Chiesa di San Carlino, concessa in uso dalla Diocesi alla comunità ortodossa moldava (e quindi simbolo del cammino ecumenico in città), in piazza del Popolo, centro della vita cittadina e istituzionale, per terminare a Santa Maria Maggiore, dove prenderà la parola l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni.

Il tema di quest’anno come sempre è indicato dal papa e papa Francesco, nel suo messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale della pace che si festeggia il primo gennaio 2020 scrive: “La guerra, lo sappiamo, comincia spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio. Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoismo e dalla superbia, dall’odio che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, ad escluderlo e cancellarlo. La guerra si nutre di perversione delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della differenza vista come ostacolo; e nello stesso tempo alimenta tutto questo”.

Il corteo sarà presieduto dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni e un rappresentante dellamministrazione comunale e sono stati invitati a partecipare rappresentanti di tutte le fedi religiose presenti a Ravenna, associazioni, movimenti e gruppi e rappresentati delle associazioni di categoria.

I Repubblicani attaccano: «Dalla Lega al Pd, la crisi dell’offshore ha molti padri»

I Dem attaccati dagli alleati del Pri ma anche dagli avversari del M5S: «Trivelle da bloccare per sempre». La Lega: «Bonaccini patetico»

Stefano Ravaglia, segretario comunale del Pri e candidato alle elezioni regionali, non fa sconti al Pd: la crisi dell’offshore ha molti responsabili. «Il declino del settore Oil & Gas e la relativa diminuzione degli occupati riguarda molte aziende e molti lavoratori del nostro territorio»

Una crisi quello di questo settore di cui Ravenna è una delle capitali mondiali «che ha molti padri: dal Governo giallo-verde che ha messo all’indice “le trivelle”, a quello attuale in cui un PD troppo timido non riesce a fare sentire la propria voce in materia; il “gretismo” imperante fa di tutti i combustibili e materie prime fossili, un unico calderone senza distinguere quelle, come il gas naturale di cui il nostro mare e il nostro territorio sono ricchi che possono essere una transizione a basso profilo ambientale, verso la green economy. In questo modo si segna in maniera irreversibile l’economia legata a questa preziosa materia prima, senza sfruttare il know how che ne potrebbe derivare verso la riconversione».

Conclude Ravaglia: «Il comportamento schizofrenico dell’attuale Governo è rappresentato poi dalla conferma dell’IMU sulle piattaforme off shore di cui il principale beneficiario sarà il bilancio statale e non gli enti che le ospitano nel loro territorio.Solo i Repubblicani in questi anni hanno difeso il comparto senza se e senza ma e nella campagna elettorale regionale in corso, sarà un tema costantemente di attualità nella nostra agenda perché se come dice il presidente Bonaccini che convintamente sosteniamo, “solo il lavoro dà dignità ai cittadini”, il primo impegno deve essere la salvaguardia di chi è già occupato e la difesa delle competenze per creare nuovi posti di lavoro».

Sull’altro fronte arriva l’attacco di Simone Benini, candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione: «Bonaccini in tour a Ravenna parla di sbloccare le trivelle in Adriatico. Alla faccia della lotta ai cambiamenti climatici, degli applausi per i ragazzi Fridays for Future e la salvaguardia dell’eco-sistema marino».

Continua il pentastellato: «Bonaccini, rivolgendosi a quei sindacalisti che chiedono di riaprire le trivelle, si è anche vantato dicendo: “Noi, col governo Gentiloni avevamo portato avanti un lavoro per tornare agli investimenti sull’upstream”, pensando di guadagnare voti. Il M5S al governo invece ha detto basta. Dunque, il candidato di Pd e altre liste che dell’ambiente dovrebbero fare una bandiera mostra la sua vera faccia: quella fossile. Ecco perché il Movimento 5 Stelle corre da solo alle elezioni regionali. Meglio soli che male accompagnati. Grazie al Movimento 5 Stelle al governo nazionale, dal marzo 2019 abbiamo imposto uno stop a nuove trivellazioni (ora contestato pure dalla Lega) e in Finanziaria siamo riusciti a moltiplicare per 25 i canoni per le concessioni, che passano da 57 euro a chilometro quadrato a 1481 euro al chilometro quadrato. Non venivano toccati dal 1998! Quella contro le trivellazioni marine e terrestri, è una battaglia che il Movimento 5 Stelle porterà sempre avanti. Più forza al Movimento 5 Stelle, più forza a rinnovabili ed efficienza energetica e tutela di mare e territorio».

Sul tema interviene anche la Lega, con Jacopo Morrone e Samantha Gardini: «“E’ patetico Stefano Bonaccini che, a Ravenna, promette ai lavoratori e al comparto Oil&Gas che il Governo si interesserà di loro in un futuro indeterminato. Parole vane da cui emerge che né Bonaccini, né il Pd ravennate possono influenzare il governo giallorosso, che ha penalizzato questo settore, mettendo in ginocchio l’economia ravennate. Come emerge dai licenziamenti collettivi già annunciati. Bonaccini pensa alle elezioni del 26 gennaio, il resto non conta. Sta girando come una trottola per la regione promettendo opportunità e risorse a tutti. Ma non potrà mantenere gli impegni presi. E’ evidente. Bonaccini ha governato per cinque anni ma ha lasciato a piedi molti territori. Non ha entrature a Roma come si evince dalle batoste che il Conte bis ha inflitto a settori trainanti dell’Emilia Romagna, dalle attività petrolifere, al packaging al saccarifero. Plastic tax e sugar tax influiranno pesantemente sull’economia della nostra regione, ma Bonaccini preferisce sorvolare su questi problemi che potrebbero far sorgere seri interrogativi nel suo elettorato. Per non parlare della cosiddetta svolta green. Un altro tranello storico della propaganda di Bonaccini. Indaghi un organo terzo sui siti inquinati e ci dica il candidato del PD come intende risolvere, per esempio, il problema dello smaltimento dei rifiuti speciali che sta gravando di costi insostenibili e di incertezze le aziende coinvolte. Uno dei tanti aspetti irrisolti dello smaltimento rifiuti in regione».

Pietro Vandini, ex 5 stelle nella lista “Bonaccini presidente” in quota Italia in Comune: «Entro il 2030 si raggiungerà il picco di utilizzo dei combustibili fossili e in questo percorso il gas naturale sarà la fonte fossile di transizione. Tutti gli investimenti in ricerca ed utilizzo del gas naturale hanno un arco temporale di ammortamento che non supera i prossimi 15 anni? Se la risposta è si, allora impostare un percorso che non prevede questi passaggi è assurdo ed insensato. Se invece la risposta è no allora significa che parliamo di investimenti che nessun imprenditore farebbe o dovrebbe fare. Ipotizzare investimenti che richiedano un arco temporale maggiore per essere sostenibili significa portare inevitabilmente a sprecare milioni di euro in “stranded asset”, ovvero beni immobilizzati che rimarranno dove sono a causa della diminuzione della domanda. Questi sono i ragionamenti che deve fare la Politica senza limitarsi solo aguardare agli attuali posti di lavoro da preservare e da tutelare, ma bensì anche a quelli che potrebbero non essere creati per le generazioni future, che spesso purtroppo trovano meno spazio rispetto ai primi ma che rappresenterebbero un grido di aiuto da parte dei nostri giovani. Voglio ribadirlo nuovamente, i primi ed imprescindibili passi sono quelli disostenere con ammortizzatori sociali le criticità relative a questa crisi disettore e allo stesso tempo impostare un piano decennale che tracci chiaramente la strada da seguire».

Italia Nostra: «Il ponticello del Capanno Garibaldi gravemente usurato»

L’associazione fa notare i ferri delle armature delle due campate prossime alle rive giudicandole «totalmente inefficaci dal punto di vista strutturale»

Secondo la sezione ravennate di Italia Nostra, il ponticello in cemento armato e laterizio che supera il canale degli Staggi e conduce al Capanno Garibaldi nella Pialassa Baiona sarebbe prossimo al collasso. Le foto che pubblichiamo sono state inviate da Italia Nostra stessa. «Si possono facilmente notare – scrive l’associazione – i ferri delle armature delle due campate prossime alle rive totalmente inefficaci dal punto di vista strutturale, in quanto completamente espulsi dai travetti che costituiscono il ponte e ormai a penzoloni sulle acque del canale. In condizioni non migliori appare l’impalcato, deformato e fessurato, della campata di mezzeria: i ferri sono totalmente scoperti e corrosi e sembra proprio che il ponte resti su per miracolo, senza armature efficienti ad assorbire le flessioni dovute al peso proprio ed al transito delle persone. Le recenti acque alte potrebbero averne ulteriormente aggravato la fragilità»

Italia Nostra invita dunque il Comune «a svolgere immediatamente i rilievi del caso e, se ciò che appare sarà confermato, a chiudere quanto prima il ponte per garantire la sicurezza dei cittadini fino al ripristino del manufatto. A maggior ragione, se la tradizionale fiaccolata di Capodanno presso il Capanno Garibaldi avrà luogo anche quest’anno».

Nuovo ponte Teodorico, approvato il progetto: il cavalcaferrovia costerà 9,3 milioni

L’attuale struttura è da sostituire: serviranno 11 mesi di lavori. Ad occuparsi dei lavori saranno le Ferrovie dello Stato. Ecco come cambia il traffico

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Il nuovo ponte

 

La vigilia di Natale ha portato la notizia dell’approvazione del progetto per il nuovo ponte Teodorico, opera strategica per il traffico ravennate: si tratta del cavalcaferrovia che collega la zona della Darsena a quella del centro storico, tra il mausoleo del re ostrogoto  e la Rocca Brancaleone. Una struttura stradale nodale la cui sostituzione di certo comporterà, durante i lavori, non pochi disagi agli automobilisti. La sostituzione si rende però necessaria anche perché, come si può notare scorrendo la relazione generale del progetto, l’attuale struttura – che sopporta un traffico di 800 veicoli all’ora – risulta usurata in diverse parti.

Cavalcaferrovia Teodorico
Il nuovo ponte

Scrivono le Ferrovie dello Stato, che in questo caso saranno stazione appaltante: «Il ponte, oltre ad essere caratterizzato da un generalizzato stato di degrado e ammaloramento dei materiali, è interessato da un preoccupante quadro lesivo che mette in evidenza fenomeni di sofferenza degli archi portanti».  L’aspetto di maggiore allarme – si legge sempre nella relazione – è costituito dalle lesioni strutturali che interessano le volte degli archi principali. Si tratta di «lesioni trasversali disposte in chiave ed in prossimità delle imposte» e che trovano corrispondenza anche in superficie, sul piano viario.

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L’attuale ponte non risulta più in buone condizioni

Perciò, proseguono i tecnici, «tenuto conto dello stato di consistenza delle strutture e della criticità che gli interventi necessari all’adeguamento e risagomatura delle arcate avrebbero comportato, aggravate dal dover operare in soggezione di traffico ferroviario, si è ritenuto necessario proporre un intervento radicale di demolizione e sostituzione del ponte con una nuova struttura di scavalco ad arco a via inferiore». L’impalcato sarà lungo 57 metri, sospeso verticalmente agli archi.

Dalla lettura del progetto emerge anche la scelta di smontare e demolire la passerella pedonale che corre parallela al ponte. Le prime operazioni di abbattimento delle strutture renderanno necessario l’interruzione del traffico ferroviario di 48 ore. Tali interruzioni si ripeteranno per altre due volte. Previste poi otto interruzioni notturne di quattro ore per altri lavori collaterali. In totale i lavori richiederanno 11 mesi. I primi quattro serviranno per la cantierizzazione dell’opera e non avranno ripercussioni sultraffico. La seconda fase dei lavori – di circa sei mesi – sarà quella in cui ci saranno invece maggiori disagi per i ravennati. 

In questa fase verrà dapprima demolito il ponte, poi saranno realizzati i muri e montato il nuovo manufatto.  «A questo punto – scrivono i tecnici – sarà possibile riattivare i sottoservizi deviati e la rete idrica ed elettrica, in configurazione di progetto. La macrofase si conclude con il ripristino della viabilità in configurazione di progetto e con l’apertura del nuovo ponte al traffico».

Come cambierà la viabilità

Il progetto contiene anche l’ipotesi di cambiamento di viabilità della zona: ad essere chiusa al traffico sarà il tratto di Circonvallazione alla Rotonda dei Goti che va da via Teodorico a via Rocca Brancaleone. Si garantirà comunque l’accesso dei residenti a Via Arbe in uso promiscuo per tutta la durata dei lavori. Chiuso anche un corposo tratto di via Darsena, di circa 120 metri, per permettere l’adeguamento altimetrico.

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Le modifiche della viabilità

Pertanto per garantire la fruibilità e tutti gli accessi si prevede una riorganizzazione della viabiltà dell’area di intervento. In particolare durante i lavori, via Teodorico diventerà a doppio senso di marcia così come il tratto di via delle Industrie adiacente per permettere l’accesso al parcheggio del Mausoleo di Teodorico e a via Arbe.

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Le modifiche della viabilità in via Antico Squero

Il tratto di via Darsena, adiacente al limite di intervento, diventa a doppio senso di marcia per garantire l’accesso ai residenti. Verrà riorganizzata l’intersezione a Nord – Ovest del ponte tra Circonvallazione alla Rotonda dei Goti, via Rocca Brancaleone e via Porto Coriandro, per consentire tutte le svolte.  Verrà realizzata una rotatoria provvisoria a sud – est tra via Darsena e via Antico Squero, con adeguamento di un tratto di via A. Squero che diventerà a doppio senso di marcia.

Il progetto sarà eseguito nel corso del 2020, non si conoscono ancora i tempi esatti dell’appalto ma, con ogni probabilità, non si arriverà alla consegna dell’appalto prima della prossima primavera. L’importo totale dei lavori è 9,3 milioni di euro.

 

Ronco, la Lega attacca: «Argini erosi di nuovo, la Regione continua a dormire»

I tronchi spingono sulle colonne rimaste in piedi dopo il crollo del 2018. A ridosso della chiusa sono presenti detriti legnosi

Attachment 2019 12 28T180701.605Il fiume Ronco è pieno di tronchi e la Regione non interviene: ad attaccare sul tema è la consigliera in Comune, Samantha Gardin, che è anche candidata alle prossime elezioni regionali. Nonostante la tragedia del 25 ottobre 2018, quando la diga di San Bartolo è crollata, «Arpa, Regione e Autorità del bacino del Po stanno dormendo da oltre un anno».

Gardin dice: «È inaccettabile che le autorità preposte non abbiano ancora terminato i lavori di ricostruzione della diga, col risultato che in alcuni tratti, l’acqua ha ricominciato a mangiarsi le sponde. Siamo nel periodo invernale, ed è naturale che il fiume si ingrossi per le piene mettendo a rischio gli argini non manutentati a dovere».

Del resto «questa terribile calamità ha già provocato la morte di una persona, pertanto non si corra il rischio di piangere altre vittime» chiosa Gardin, ricordando come il crollo della diga, nel 2018, avesse inghiottito il 55enne Danilo Zavatta, che si trovava in quel momento sulla passerella. «Oggi a ridosso della chiusa sono presenti alberi e tronchi. Che limitano il deflusso dell’acqua e spingono sulle colonne rimaste in piedi dopo il crollo. Mi chiedo perché la Regione e gli altri enti non facciano il necessario per scongiurare nuovi danni e ridurre il pericolo per il centro abitato del San Bartolo».

In ospedale attivato il nuovo servizio di cure intermedie: avrà otto posti letto

Sarà a gestione e direzione infermieristica, con la responsabilità clinico-terapeutica affidata ad un Medico Referente del progetto e in forte integrazione con gli altri professionisti

Cure IntermedieE’ stato attivato nei giorni scorsi, presso l’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna, il nuovo servizio di Cure intermedie, dedicato a pazienti che, terminata la fase acuta della loro patologia, non sono ancora in condizioni ottimali per essere dimessi e che, in precedenza, restavano, in attesa della dimissione verso il domicilio o verso altre strutture sanitarie e socio-sanitarie, ricoverati nei reparti per acuti – principalmente presso l’Unità Operativa di Medicina – con conseguenti criticità, soprattutto nei momenti di forte afflusso di pazienti in ospedale, come ad esempio quello del picco influenzale.

«Si tratta – scrive l’Ausl – di un progetto innovativo, che contempla una risposta strutturata verso pazienti che necessitano di completare percorsi di riattivazione motoria o riabilitativi, di cure infermieristiche continuative nelle 24 ore e/o d’interventi sanitari non erogabili al domicilio. Il progetto rappresenta un contributo concreto verso la necessità di offrire risposte ai crescenti problemi derivanti dall’aumento delle patologie croniche legate all’innalzamento dell’aspettativa di vita».

Il progetto “Cure Intermedie” prevede una dotazione di 8 posti letto ed è situato nel “Blocco 1” al primo piano del Presidio ospedaliero “Santa Maria delle Croci”, in un’area appositamente ristrutturata e dotata di una piccola palestra per riabilitazione che consente di attivare precocemente o di continuare l’attività di riattivazione motoria o riabilitativa. Il nuovo servizio punta a dare risposta proprio a questi pazienti, che dopo la fase acuta e a seguito di una valutazione della loro situazione clinica ed assistenziale, possono giovarsi di una permanenza nella nuova struttura, nel corso della quale, sulla scorta sulla base di una valutazione multidimensionale e dell’elaborazione di un progetto personalizzato di cura e assistenza – in cui vengono definiti gli obiettivi terapeutici, le specifiche azioni di cura, assistenziali e riabilitative e contestualmente avviate e garantite le attività di formazione e addestramento dei cargivers (famigliari, badanti, assistenti familiari) – si pongono la basi per consentire il ritorno al domicilio del paziente con una maggiore adesione ai programmi terapeutici e la conseguente riduzione del rischio “ricadute” ed il ricorso ad un nuovo ricovero.

Il nuovo Servizio di Cure intermedie è a gestione e direzione infermieristica, con la responsabilità clinico-terapeutica affidata ad un Medico Referente del progetto e in forte integrazione con gli altri professionisti (fisiatra, fisioterapista, assistente sociale…) individuati nel progetto personalizzato del paziente che ne stabilisce anche la durata e la permanenza presso il Servizio di Cure Intermedie.

«Una presa in carico sempre più integrata e a tutto tondo del paziente, attraverso un ‘dialogo’ sempre più stretto e sinergico tra strutture ospedaliere e territoriali-distrettuali è al centro della programmazione sanitaria e socio-sanitaria della Regione Emilia Romagna – commenta la dottoressa Roberta Mazzoni, direttore del Distretto di Ravenna – e con questo progetto andiamo proprio in tale direzione, dando risposte sempre più puntuali ai pazienti e alle loro famiglie».

«Il nuovo servizio di Cure intermedie – spiega il Direttore sanitario dell’Ausl Romagna, dottor Stefano Busetti – oltre a dare una importante risposta all’emergente bisogno derivante dall’aumento di pazienti cronici, rappresenta un traguardo importante per Ravenna che assieme al cosiddetto ‘reparto polmone’ ci fa sperare di dare risposte sempre migliori durante il picco influenzale e più in generale durante i periodi di forte afflusso di pazienti».

Creatività emergente all’insegna del mosaico. Da Ravenna a Monza

Daniela Iurato, Aleksandra Miteva e Sara Vasini, tre giovani artiste dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e Paola Babini con un’istallazione, ospiti alla Biennale di Monza fino al 6 gennaio

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Un’opera di Paola Babini

È aperta al pubblico fino al 6 gennaio alle Orangerie della Reggia di Monza la “Biennale delle Accademie”, un evento che coinvolge dieci Accademie da tutto il territorio nazionale: Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano con Brera e Naba, Ravenna, Torino, Venezia. Ogni Accademia è ospite con tre nomi scelti da un tutor per un totale di 30 giovani artisti. Anche l’Accademia di Belle Arti di Ravenna è presente con tre giovani artiste, Daniela Iurato, Aleksandra Miteva e Sara Vasini selezionate da Paola Babini, docente di Tecniche e tecnologie delle Arti Visive, una scelta che valorizza il mosaico come linguaggio prezioso e quanto mai contemporaneo da riscoprire oltre i confini ravennati. Tre artiste le cui opere sono accomunate, come si legge nel catalogo on-line, «dalla rinnovata lettura dell’arte musiva, fedele agli antichi riti di esecuzione ma contemporanea nella concezione estetica di un universo visivo, allo stesso tempo, franto e unitario, plurimo e organico».

Daniela Iurato, giovane artista ragusana, è presente alla Biennale con due opere, Candida e Mente, pensate come una sorta di dittico, un’operazione che è innanzitutto mentale perché «pensare in coppia, secondo un principio dualistico, ti obbliga alla parzialità delle parti che si completano solo quando sono congiunte», leggiamo nel catalogo della mostra. Nell’opera della Iurato il mosaico pare quasi un ricamo sulla luminosa tela. Su due grandi ovali rigorosamente bianchissimi, forme raffinate dal sapore antico, emergono andamenti delicati, rilievi scultorei che vanno via via assottigliandosi. Le tessere, infatti, paiono lentamente disgregarsi e partendo da un nucleo corposo e ben definito, si affilano fino a diventare esili tracce di marmi e paste vitree. Smalti e marmi, sapientemente uniti, creano forme immaginifiche, puri giochi di fantasia e di andamenti di tessere, il cui rigore emerge dall’elegante composizione dove è evidente che nulla è lasciato al caso, in un gioco sorprendente di fragili equilibri, tra pieni e vuoti, tra la spessa materia musiva e pennellate d’impalpabili pulviscoli.

Anche nelle opere di Aleksandra Miteva, artista macedone, ritorna il binomio tela/mosaico, ma, nella sua poetica, con un’attenzione completamente diversa. Nelle opere della Miteva non è più la fine trama ad accogliere le tessere, ma è la grezza iuta ad incorniciare un mosaico nel quale le tessere, rigorosamente di marmo, hanno colori terrosi e sordi. Sguardare e Desiderium sono due opere oniriche che chiedono un giusto tempo per essere capite: esse, infatti, presentano ritratti struggenti che paiono rifuggire ogni visione frettolosa. Questi volti dalla trama così sgranata paiono affiorare dalla nebbia o addirittura dal passato, e in questa loro sfocatura emerge, verrebbe da dire, il desiderio di uno sguardo intenso e vero, il solo capace di salvare dall’oblio perché, come leggiamo nel catalogo, «ritrarre l’umanità e farlo con frammenti di pietra obbliga a una veduta globale e originaria, senza specifiche aneddotiche o mondane, per cogliere l’essenza dell’umano, quella parte invisibile che si irradia dal corpo e anima l’atmosfera circostante».

All’interno di luminose campane di vetro – The Bell Jar è il titolo dell’installazione, un omaggio riconoscente a Sylvia Plath – Sara Vasini, “l’artista-studente”, ripone piccoli oggetti, semplici giochi della sua infanzia che negli anni ha gelosamente custodito e che ora ha giocosamente, con la serietà che solo i bambini attribuiscono al gioco, trasformato attraverso l’opera del mosaico. All’interno di queste fragili campane rivive, dunque, un universo personale di emozioni. In questi microcosmi della memoria Sara Vasini, che dell’infanzia ha mantenuto immutato lo stupore e la sincerità, racconta molto di sé, della sua poetica, della sua passione smisurata per il mosaico: le superfici non vanno rivestite, bensì è necessario attraverso il mosaico, inteso come espressione di sè, colmare i vuoti – «serrare il vuoto», dice l’artista – sanare le solitudini, riempire i crateri, siano essi le cavità di piccole tazze, di un minuscolo coperchio, di una cucina da bambina o quelli dell’anima. «Il gioco delle bambole, è un gioco solitario», racconta Sara Vasini, come solitario è il gioco del mosaico.

Un’importante novità di questa biennale è la presenza della Biennale OFF, un corollario di iniziative che coinvolge tutta la città: «la Biennale conferma la propria attenzione alla creatività emergente e si apre alla città – così commenta Daniele Astrologo Abadal, responsabile scientifico – con la realizzazione di eventi espositivi disseminati nel centro storico e non solo. Un modo per restare aggiornati sulle ultime novità linguistiche dell’arte contemporanea e per riscoprire e rileggere gli angoli, i luoghi più o meno noti di Monza».

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Paola Babini

Tra gli eventi della Biennale OFF si colloca anche una personale di Paola Babini, A piedi scalzi, visibile allo spazio PozziLei, un lavoro intenso e delicatamente femminile, un’installazione dove le scarpe, «manipolate e inquadrate ad arte, pur essendo state dismesse, preservano la memoria del loro vissuto e della propria condizione esistenziale, così marcata nella donna che cammina in un’infinita varietà di soluzioni stilistiche», si legge nel catalogo. La ricerca sulle scarpe, sia fotografate sia presenti come oggetto, poste all’interno di teche trasparenti dalle cromie accese, appartiene da tempo alla poetica della Babini che di esse ha fatto quasi un oggetto identitario, certamente autobiografico; In her schoes, il titolo di una mostra di alcuni anni fa, A piedi scalzi, è la sua installazione a Monza, parole che dicono una rinnovata attenzione e l’inesausta ricerca per questo tema.

La mostra all’Orangerie è visitabile da giovedì a domenica dalle 10 alle 19. Chiuso il lunedì, martedì, mercoledì. Apertura straordinaria lunedì 6 gennaio. Informazioni al Comune di Monza, tel. 039 322 086. La mostra di Paola Babini, presso lo spazio PozziLei, Piazza, San Pietro Martire, 1, è visitabile tutti i giorni (orario continuato).

Incidente stradale ad Alfonsine: ferito un uomo di 63 anni

L’uomo portato a Cesena in codice di massima gravità. La Reale è rimasta chiusa due ore in mattinata

Incidente Alfonsine
La foto dell’incidente (fonte Polizia locale Bassa Romagna)

Un uomo di 63 anni è rimasto ferito in un incidente stradale avvenuto questa mattina ad Alfonsine. La sua auto è uscita di strada nella via Reale nel tratto compreso tra l’incrocio con via Valeria e la rotatoria di Taglio Corelli. Sul posto per i soccorsi i vigili del fuoco e il 118, che ha inviato oltre all’ambulanza l’auto con il medico a bordo. Il 63enne è stato portato in codice di massima gravità all’ospedale “Bufalini” di Cesena. La strada per permettere rilievi e soccorsi è rimasta chiusa circa due ore: dalle 8.45  alle 10.30. I rilievi sono stati portati a termine dalla polizia locale della Bassa Romagna.

 

Sensi unici, aiuole: così viale Zara sarà libera dalle radici e i pini si salveranno

Progetto da 800mila euro che prevede il sacrificio di parcheggi ma la salvezza degli alberi. I lavori inizieranno ad inizio del 2020

Viale Zara
Viale Zara a Marina di Ravenna

Il Comune di Ravenna ha approvato il progetto per il rifacimento di viale Zara a Marina di Ravenna. Difficile trovarne una più danneggiata dalle radici dei pini che hanno creato dossi enormi con disagi per gli automobilisti che la percorrono a passo d’uomo mettendo a rischio sospensioni e semiasse. Fino a qualche mese fa si pensava che il destino degli alberi – pini con alcuni decenni sulle spalle – fosse segnato. I tecnici di Palazzo Merlato hanno invece trovato una soluzione che consentirà di salvare gran parte delle alberature: ne dovrebbero essere abbattuti un paio, gli altri sono stati dichiarati sani e resteranno in piedi.

I tempi e i costi

Il Comitato cittadino del paese si batte da anni per la riqualificazione della strada che era davvero al limite della praticabilità. Stefano Gardini, presidente del comitato, ha partecipato insieme ad alcuni residenti alla riunione della scorsa settimana con l’assessore Roberto Fagnani. E’ lui – sulla pagina Facebook del comitato – a comunicare i tempi degli interventi: «I lavori cominceranno ad inizio 2020, ipoteticamente a febbraio». Si comincerà da viale dei Mille (la strada che termina in piazza Dora Markus, dove c’è la fontana) e il cantiere proseguirà man mano verso la pineta. Contestualmente ai lavori verranno sistemati i servizi fognari e idrici oltre che riqualificata l’illuminazione. L’importo dei lavori è pari a 800mila euro.

I lavori previsti

La strada è una delle più lunghe della località che attraversa parallelamente alla linea di costa, partendo dalla pineta e arrivando quasi in zona portuale. Il tratto interessato dai lavori è lungo 660 metri attorno ai quali ci sono 68 alberi. Sotto la direzione di un agronomo, si cominceranno a bonificare le radici dall’asfalto. Nel momento del rifacimento della strada, per evitare che la situazione si ripresenti nei prossimi anni, saranno introdotte della barriere anti-penetrazione che impediscano agli alberi, in cerca di acqua, di penetrare nell’asfalto e nelle fogne che sono molto danneggiate dalle radici. Saranno poi allargate le aiuole, oggi molto strette, per dare respiro agli alberi. Questo intervento in particolare causerà la riduzione del numero di parcheggi e la necessità di una nuova circolazione nella strada: la carreggiata si ridurrà infatti a 3,5 metri e sarà necessario istituire un senso di marcia.

La nuova viabilità

Viale Zara diventerà così una strada con sensi unici contrapposti nei vari tratti. Via Callegati, circa a metà dell’intero tracciato stradale, sarà lo spartiacque nel quale si dovranno fermare le auto provenienti da viale Volturno e viale dei Mille. Nel tratto successivo, tra viale dei Mille via Socrate Bernardini, il senso unico sarà verso quest’ultima via. Nei tratti non citati resta il doppio senso di marcia o il senso unico attualmente in vigore.

Bonaccini in tour, 7 tappe in un giorno: mercati, aziende, comizio e cena

Il 28 dicembre il candidato Pd alle elezioni del 26 gennaio partirà alle 9 da Faenza per arrivare 12 ore dopo a Massa Lombarda. Nel mezzo Ravenna, Russi, Godo e il discorso in piazza a Cotignola

Bonaccini ManifestoLa campagna elettorale di Stefano Bonaccini, candidato Pd del centrosinistra per la presidenza dell’Emilia-Romagna, passa dalla provincia di Ravenna. Sabato 28 dicembre il governatore uscente farà sette tappe da mattina a sera tra mercati, visite in aziende, incontri politici e comizio.

Al momento il tour prevede queste tappe. Alle 9 a Faenza al mercato in piazza del Popolo. Alle 10.30 a Ravenna al mercato in via Sighinolfi. Alle 12 visita alla Pneusmarket e incontro con i lavoratori in occasione dell’inaugurazione del punto vendita di pneumatici e servizi in via Classicana 552 a Ravenna. Alle 14.30 a Russi l’incontro con la sindaca Valentina Palli nella sala Ravaglia del centro culturale polivalente di via Cavour 21. Alle 16 a Godo visita alla Eurocompany, azienda di riferimento in Italia per la frutta secca ed essiccata, con cui promuove un’alimentazione sana e sostenibile (via Faentina 280). Alle 18 a Cotignola il comizio in piazza Vittorio Emanuele II. Ultima tappa alle 21 a Massa Lombarda con la cena elettorale al Club ’91 in via Borgo dei Pescatori.

Oil&Gas, licenziamenti alla Schlumberger: triste Natale per 7 lavoratori

In tutto 12 posti a rischio sul territorio nazionale. L’assemblea ha proclamato lo stato di agitazione

La multinazionale Schlumberger, azienda americana attiva nel settore oil&gas, ha avviato il 17 dicembre una procedura di licenziamento collettivo che riguarda 12 lavoratori sul territorio nazionale di cui 7 a Ravenna (4 a Pescara e uno a Parma). Il 23 dicembre si è svolta l’assemblea dei lavoratori nella base operativa di Ravenna. «L’assemblea – si legge nel comunicato congiunto di Filctem, Femca e Uiltec –a fronte delle forti contraddizioni rispetto a quanto sottolineato nella procedura di licenziamento e alle conseguenze fortemente impattanti sulla base ravennate, ha dichiarato lo stato di agitazione riservandosi ulteriori azioni a sostegno e in difesa dei posti di lavoro».

I sindacati sostengono che l’azienda voglia negare a priori la possibilità di ricorrere a qualsiasi ammortizzatore sociale. Nell’assemblea si è parlato delle azioni finalizzate al contenimento dei costi fissi che adotterà nell’immediato futuro, chiudendo la sede amministrativa di Parma, una sede operativa di Ravenna e delocalizzando nelle sedi estere servizi strategici per le attività in ambito oil&gas sul territorio, per i quali l’azienda ha tuttavia assegnato contratti in essere di attività sia in off shore con la committente Eni, che in on shore nei siti di stoccaggio per la committente Stogit

I lavoratori e le organizzazioni sindacali manifestano forte preoccupazione per la vicenda e si auspicano, quanto prima, l’apertura di un tavolo nazionale di confronto con i rappresentanti della società e le istituzioni competenti alla ricerca di soluzioni alternative e positive.

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