Il cantautore romano verrà anche intervistato dal podcast De Core. La due giorni del “Light of Day” terminerà con il rock americano
Ritorna a Bagnacavallo la 15esima edizione del “Light Of Day” per la prima volta in due serate. La prima vedrà calcare il palco del teatro Goldoni, nella serata di venerdì 6 dicembre, due ospiti d’eccezione dalla capitale: Giancane e De Core podcast. L’evento vedrà il cantautore romano – divenuto ancora più celebre grazie alle collaborazioni su Netflix con Zerocalcare – esibirsi in una “solo performance” acustica, intervistato dai ragazzi di De Core, un podcast che sta spopolando sulla piattaforma Spotify e non solo. Una serata inedita per conoscere gli aneddoti più divertenti dell’artista, il significato dietro le canzoni e molto altro.
Per la seconda serata del giorno successivo sabato 7 dicembre si tornerà al classico format che vedrà alternarsi sul palco quattro artisti americani: Joe D’Urso, James Maddock, Bobby Mahoney e Williams Honor oltre al giovane e promettente cantautore italiano Simone Bertanza. La serata, presentata da Andrea Rock dj di Virgin Radio, sarà aperta da un set elettrico di Lorenzo Semprini & The False Prophets che proporranno un vasto repertorio che spazia da Dylan a Van Morrison, passando per Springsteen e Tom Petty.
Entrambe le serate sono organizzate in collaborazione dalle associazioni “TBA” e “Nebraska” e il ricavato servirà a sostenere le famiglie delle persone affette da Sla (sclerosi laterale amiotrofica) e la ricerca sulle malattie neurodegenerative.
Il nuovo rapporto di Ispra. Ma se si calcola la percentuale rispetto all’estensione, il comune bizantino è fuori dalla top 30
Due foto pubblicate sul rapporto
Il comune di Ravenna è il secondo in Italia per l’aumento di suolo consumato nel periodo 2022-2023, dietro solo a quello sardo di Uta (la cui crescita è attribuibile in gran parte all’installazione di impianti fotovoltaici) e davanti a Roma. È quanto si evince dall’edizione 2024 del rapporto di Ispra, presentato oggi (3 dicembre) e che certifica come nel giro di dodici mesi appena, in Italia, le nuove coperture artificiali si siano mangiate altri 72,5 chilometri quadrati di suolo.
Ravenna incrementa la sua superficie consumata di altri 89 ettari, «con diverse trasformazioni che hanno interessato la zona portuale, attraverso l’apertura di zone di cantiere per oltre 20 ettari – si legge nel rapporto dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale -. Da segnalare anche la costruzione di un nuovo quartiere (si tratta della zona di via Antica Milizia, ndr), che occupa, considerando le aree accessorie di pertinenza, una superficie complessiva di 6 ettari. Importante trasformazione – viene sottolineato nel dossier – anche l’ampliamento della SS16 Adriatica, che ha convertito circa 3,5 ettari di suolo da naturale ad artificiale».
Per correttezza, però, è bene ricordare che quello di Ravenna resta come noto il secondo comune più grande d’Italia (proprio dietro Roma) e questo permette al capoluogo bizantino di restare fuori dalla classifica dei primi 30 comuni sopra i 100mila abitanti per percentuale di suolo consumato (in testa c’è Torino con oltre il 60 percento) dove compaiono invece Bologna (oltre il 34 percento), Rimini, Piacenza (oltre il 27), Modena (oltre il 25) e Parma (oltre il 21). Ravenna con i suoi 7.245 ettari a fine 2023 risulta il comune più “cementificato” dell’Emilia-Romagna in valori assoluti, ma la percentuale di suolo consumato (non presente nel rapporto Ispra) è ben più bassa delle città citate in precedenza, attorno all’11 percento, comunque in zona “rossa” secondo i parametri dell’Istituto che vedono colorare di rosso buona parte della Penisola. La media italiana è poco sopra il 7 percento.
Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, in termini percentuali è la quarta in regione (dopo, in ordine, Rimini, Reggio Emilia e Modena) con il 10,25 percento di suolo consumato (la media regionale è 8,91) a fronte di 19.043 ettari cementificati a fine 2023.
Nel presentare l’ultima edizione del rapporto, Ispra commenta: «Gli ultimi dati ci mostrano che, purtroppo, il consumo di suolo continua a crescere significativamente nel 2023. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali si mantengono stabilmente sopra i due metri quadrati al secondo in Italia e hanno riguardato oltre 72 chilometri quadrati in un solo anno. Si tratta certamente di un ritmo non sostenibile, che dipende anche dall’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale».
«Lo stop al consumo di suolo – si legge nel rapporto – dovrebbe avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste, ed è considerato una misura chiave anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Arrestare il consumo di suolo nel nostro Paese permetterebbe di fornire un contributo fondamentale per affrontare le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici, dal dissesto idrogeologico, dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, dal diffuso degrado del territorio, del paesaggio e dell’ecosistema, dalla perdita di biodiversità».
Il Safari Ravenna: «Un progetto ambizioso per la tutela e la conservazione della specie»
Il Safari Ravenna celebra un importante compleanno: a spegnere le sue prime candeline è Tom, cucciolo di Scimpanzé Verus che è diventato simbolo dell’impegno del giardino zoologico ravennate nella tutela e nella conservazione della specie. Si tratta del primo esemplare di scimpanzé nato in un giardino zoologico italiano, appartenente ad una delle sottospecie più minacciate in natura, quella verus, definita Western Chimpanzee (Pan troglodytes verus).
«Dopo una prima fase piuttosto complessa di gestione del gruppo – si legge in una nota del parco -, che ha reso necessaria la separazione della mamma con il cucciolo dagli altri esemplari, c’è stata una graduale introduzione degli altri membri fino a riunire interamente la famiglia composta da Japi, Nickel, Jasper, Fanny, Babsy, Peggy, Ushi e il piccolo Tom. In tutti questi mesi, il team dedicato che segue il gruppo ha potuto registrare ogni scoperta e tutti i nuovi traguardi raggiunti dal cucciolo: l’esplorazione dell’exhibit interno ed esterno, le graduali interazioni con il gruppo e la scelta di Peggy e Babsy come compagne di gioco preferite, il primo svezzamento con mela a circa sei mesi e la predilezione dei tessuti come arricchimento ambientale, che usa per giocare ed appendersi».
Quando nel 2015 il Parco Ravennate ha ricevuto un gruppo di scimpanzé proveniente dalla Germania da una situazione di detenzione esterna agli zoo, dopo aver effettuato la necessaria quarantena veterinaria, sono state effettuate indagini genetiche che hanno rilevato l’appartenenza alla sottospecie verus. Questo ha reso possibile l’inserimento del gruppo nel programma europeo di conservazione ex situ EEP (EAZA Ex situ Programme) che ha visto prima lo spostamento dell’esemplare maschio presente a Ravenna presso lo Zoo Ostrava” (Repubblica Cec) e nel 2019 l’arrivo di esemplari maschi da altre strutture zoologiche europee, al fine di ottenere un gruppo riproduttivo “puro” data l’importanza della nuova linea genetica presente.
«La nascita di Tom – commentano ancora dal parco – sancisce un ambizioso progetto avviato nel 2018, quando in occasione di un convegno internazionale organizzato presso la nostra struttura e dedicato al recupero, salvaguardia e conservazione degli scimpanzé, è nato “Pan Italia” una tavola rotonda per gli zoo italiani detentori di scimpanzé al fine di avviare un confronto e una condivisione continua sui moderni criteri di gestione di tale specie».
Ulteriore traguardo del percorso avviato dal Safari Ravenna, è stata la formazione del Coordinamento ABC (Antropomorfe: Benessere e Conservazione) insieme al Bioparco di Roma e a Natura Viva, annunciato in occasione della visita della nota antropologa e scrittrice britannica Jane Goodall a maggio al Bioparco di Roma. «Il raggiungimento di un traguardo così ambizioso, come la nascita di un cucciolo di Verus, è frutto di un lavoro continuo che ha visto la collaborazione di diverse qualifiche professionali e la nascita di un vero e proprio team dedicato all’interno della struttura ravennate formato da keeper esperti, veterinari, consulenti esterni, nutrizionista ed etologa».
Inaugurata la struttura riqualificata con oltre mezzo milione di euro dal Pnrr
A Russi è stata inaugurata sabato 30 novembre “Casa Canterini“, l’ex sede dei Canterini romagnoli in via Mascagni 13, ristrutturata con fondi Pnrr e con il contributo della Pubblica Assistenza Città di Russi. La struttura, di circa 440 metri quadri su due livelli, ospiterà giovani con disabilità, che potranno vivere e intraprendere percorsi formativi per migliorare la loro autonomia sociale e lavorativa.
All’inaugurazione anche le famiglie che, grazie alle donazioni in memoria dei loro congiunti, hanno contribuito alla realizzazione del progetto. L’Amministrazione comunale le ha volute ringraziare collocando all’ingresso tre targhe dedicate a Elio Cortecchia, già presidente della Pubblica Assistenza, Virna Vassuri e Piergiorgio Bagnoli.
«Per me e per l’intera Amministrazione comunale questo è il “progetto del cuore” – spiega la sindaca Valentina Palli – perché vuole essere una risposta alla crescente richiesta di giovani con disabilità di essere sostenuti nel delicato percorso della costruzione di un’identità adulta, attraverso lo sviluppo di competenze e abilità necessarie a vivere autonomamente, coinvolgendo in tale processo in primis, ma non solo, le famiglie di appartenenza. Abbiamo lavorato per creare sia spazi accoglienti che consentano di sperimentare, senza alcuna barriera architettonica, pratiche del vivere quotidiano, sia spazi dedicati alla formazione professionale e finalizzati a favorire l’acquisizione delle competenze necessarie per l’utilizzo delle tecnologie digitali. In pratica una “palestra per le autonomie”. Per ogni persona inserita verranno anche attivati tirocini formativi-lavorativi e tirocini per l’inclusione, a seconda delle abilità, delle competenze e dei bisogni di ognuno, sia per un inserimento nel mondo del lavoro, sia per fornire ad ogni persona una maggiore consapevolezza delle proprie risorse, per scegliere consapevolmente le prospettive future».
Al piano terra sono presenti gli spazi per i corsi di formazione, un angolo cottura con salotto e una lavanderia. Al primo piano due camere da letto doppie e due singole, ognuna con bagno privato. L’importo finanziato dal Pnrr, 533.992 euro, ha consentito al Comune di Russi di intervenire sul miglioramento sismico dell’edificio, la riqualificazione edilizia, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la dotazione di strumenti e tecnologie di domotica e interazione a distanza. Il progetto è inoltre un esempio di partenariato pubblico-privato, poiché l’associazione Pubblica Assistenza Città di Russi Odv è stata sponsor finanziatore della parte progettuale.
La gestione della struttura è stata affidata tramite bando alla Cooperativa San Vitale di Ravenna.
Il 5 e 6 dicembre l’iniziativa al Polo delle arti di Piazza Kennedy
In occasione dei cento anni della Scuola di mosaico dell’Accademia di belle arti di Ravenna, giovedì 5 e venerdì 6 dicembre si terrà un convegno con un ricco parterre di ospiti provenienti da tutta Italia. L’appuntamento, dal titolo “I’m mosaic!“, si svolgerà nella sede del Polo delle arti di Piazza Kennedy.
Tra gli ospiti del convegno, Serena Simoni (storica dell’arte), Costantino Buccolieri (mosaicista), Daniele Torcellini e Alberto Giorgio Cassani (Accademia di belle arti di Ravenna), Stefano Lovison e Gian Piero Brovedani (presidente e direttore della Scuola Mosaicisti del Friuli-Spilimbergo), Linda Kniffitz (curatrice del Centro internazionale di documentazione sul mosaico), Antonello Tolve e Giovanna Cassese (Accademia di belle arti di Napoli).
Il 7 dicembre l’iniziativa che avanza una serie di richieste alle istituzioni
Gli alluvionati romagnoli tornano in piazza. Sabato 7 dicembre alle ore 14.30, al Parco Gatti di Faenza, si terrà una manifestazione organizzata dal comitato Borgo Alluvionato in collaborazione con Rete360, una rete civica che unisce associazioni e comitati di tutta la Romagna. Tra gli aderenti alla manifestazione c’è anche l’associazione ambientalista Legambiente.
«Ciò che è avvenuto in Romagna non è solo un problema locale. Stiamo vedendo le conseguenze di una crisi climatica importante. Quella del 7 dicembre sarà una manifestazione della comunità civile», affermano gli organizzatori. «Crediamo che quanto successo nei territori romagnoli dal maggio 2023 a oggi non possa essere affrontato come problema locale e di coloro che ne hanno subìto le dirette conseguenze. Gli eventi verificatisi sono stati classificati come la terza catastrofe mondiale del 2023 ed eventi comparabili si stanno ripetendo con una ricorsività preoccupante, in Emilia-Romagna, in Italia, in Europa e a livello mondiale, e sono la diretta conseguenza di una crisi climatica importante».
La manifestazione non vuole essere solo una protesta, bensì un’occasione per ribadire alcune richieste rivolte alle istituzioni. Tra queste, gli organizzatori chiedono ristori rapidi e congrui, una struttura commissariale adeguata e connessa al territorio, una legge nazionale per le emergenze climatiche e i disastri, un’urgente azione di prevenzione climatica negli insediamenti urbani, una ricostruzione partecipata ed equa attraverso strategie che rispettino l’ambiente, un’attenzione speciale per l’Appennino e la partecipazione attiva dei cittadini nella redazione dei piani di protezione civile.
«Ad oggi siamo di fronte a risultati deludenti, con i cittadini colpiti costretti a pagare la ricostruzione e fragilità territoriali che persistono», concludono Borgo Alluvionato e Rete 360. «Servono misure più radicali e adatte a fronteggiare il cambiamento climatico in atto. Non si può pensare di ricostruire come prima di fronte a un’alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola e che ha messo in evidenza la necessità di attuare misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, aldilà di interessi di parte o calcoli elettorali».
Per l’occasione è stata donata una mattonella “Ravenna città amica delle donne” alla Biblioteca Oriani
È stata inaugurata ieri pomeriggio alla Biblioteca Oriani di Ravenna la mostra “Ravenna città fiorita” della fotografa Elena Fiore, a cura di Linea Rosa. La mostra resterà visitabile fino a venerdì 13 dicembre grazie alla presenza dei volontari e delle volontarie dell’associazione nazionale Vigili del fuoco, sezione di Ravenna.
L’evento è stato anche l’occasione per donare una mattonella de “I Fiori di Ravenna – Ravenna città amica delle donne” alla biblioteca e un’altra al prefetto uscente Castrese De Rosa, come gesto di ringraziamento per il sostegno dato a Linea Rosa. Inoltre, durante l’opening è stato distribuito gratuitamente ai presenti il catalogo “Ravenna città fiorita” che raccoglie le centinaia di opere affisse, dal 2014 ad oggi, sugli edifici pubblici e privati dei territori di Ravenna, Cervia e Russi.
Al termine dell’evento è stato offerto un brindisi per i 33 anni di attività di Linea Rosa.
La storica palestra faentina è stata ristrutturata grazie a una donazione di Conad
Sono terminati i lavori di ripristino della palestra Ivo Badiali di Faenza, detta “Cavallerizza“, dopo i gravi danni derivati dall’alluvione che ha colpito la città e il territorio circostante il 16 maggio 2023. Si tratta di uno storico impianto sportivo, punto di riferimento per scuole e associazioni locali.
La palestra, già inserita in un progetto di rigenerazione finanziato dal Pnrr, il cui intervento è in fase di ultimazione, era stata sommersa da acqua e fango che avevano causato danni significativi, rovinando irrimediabilmente il parquet in legno e il sottofondo in cemento. Anche i quadri elettrici, la rete impiantistica interna, i muri perimetrali e le attrezzature sportive sono stati fortemente danneggiati.
Grazie a una donazione del marchio Conad, è stato possibile avviare il ripristino dell’impianto sportivo nella parte relativa ai danni ricevuti dall’alluvione. Conad ha deciso di destinare alla Cavallerizza 300 mila euro, raccolti attraverso una campagna di sensibilizzazione nei suoi 3.300 punti vendita in tutta Italia, a sostegno di cinque progetti in altrettanti comuni delle province di Forlì-Cesena e Ravenna.
Si esibiranno Alessandro Bergonzoni, Filippo Caccamo, Raffaello Tullo e Giovanni Scifoni
Accademia Perduta/Romagna Teatri ha presentato l’edizione 2025 della rassegna del comico al Teatro Alighieri di Ravenna. La rassegna sarà composta da quattro appuntamenti: Le Filippiche Atto Finale con Filippo Caccamo (27 gennaio), Arrivano i Dunque con Alessandro Bergonzoni (17 febbraio), SConcerto con Raffaello Tullo e Orchestra (11 marzo) e Fra’. San Francesco, la superstar del Medioevo con Giovanni Scifoni (7 aprile).
La vendita dei biglietti per ogni spettacolo verrà effettuata nelle relative sere di rappresentazione, a partire dalle ore 20 nella biglietteria del Teatro Alighieri.
«Torna anche quest’anno una delle rassegne più attese e più amate dal pubblico», commenta l’assessore alla cultura Fabio Sbaraglia. «Da sempre la stagione del teatro comico segna la programmazione ravennate e riempie l’Alighieri con grande partecipazione. Per una città che, come Ravenna, ama e vive i linguaggi del teatro, è importante proporre un’offerta ampia e sempre varia. Da questo punto di vista la lunghissima attività di Accademia Perduta/Romagna Teatri segna perfettamente, con leggerezza, altissima professionalità e qualità delle proposte, una presenza importantissima nel nostro panorama culturale»
Il Museo d’arte di Ravenna ha investito per ampliare la sua permanente
Pomme de Boue, Porta Futurista (2023), una delle nuove opere acquisite dal Mar
Il Mar di Ravenna ha acquisito alcune nuove opere d’arte contemporanea, che saranno presentate alla città mercoledì 4 dicembre 2024 dalle ore 16 alle 18 nella Sala Martini. Le opere andranno ad ampliare la collezione permanente del Museo d’arte della città di Ravenna.
«A poco più di un anno dal riallestimento degli spazi dedicati al mosaico moderno e contemporaneo, si amplia il patrimonio musivo disponibile e fruibile, connotando in maniera ancora più forte l’identità del museo in questa direzione», commenta il vicesindaco di Ravenna con deleghe alla cultura e al mosaico Fabio Sbaraglia. «Ancora una volta il Mar si dimostra attento alle declinazioni più varie e contemporanee del mosaico, aprendosi alla sperimentalità di artisti emergenti ma anche consolidando la presenza di alcuni dei profili più significativi del panorama internazionale».
Per ampliare la narrazione sul mosaico attraverso molteplici linguaggi, entrano a far parte della collezione di mosaici contemporanei Untitled Heptagon 11 di Monir Shahroudy Farmanfarmaian e Brothers di Adrian Paci. L’occasione dell’acquisizione è il progetto “Contemporaneamente Est-Ovest” a cura di Daniele Torcellini, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico Pac 2022-2023, finanziato per un importo di 144 mila euro e finalizzato all’acquisizione, alla produzione e alla valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano. Il progetto “Contemporaneamente Est-Ovest” propone l’acquisizione di mosaici che esplorino le relazioni tra oriente e occidente dal punto di vista artistico, culturale, sociale e geopolitico.
Le opere di Farmanfarmaian e di Paci sono conservate in alcune delle più importati istituzioni culturali del mondo, tra cui il Guggenheim Museum di Abu Dhabi, la Louis Vuitton Foundation di Parigi e il Museum of Contemporary Art di Tokyo.
Monir Farmanfarmaian, Untitled Heptagon 11 (2016)
Untitled Heptagon 11 di Farmanfarmaian è un lavoro del 2016, proveniente dalla galleria James Cohan di New York, e parte di una serie in cui l’artista iraniana esplora la simbologia mistica e sacra delle forme poligonali primarie, ancorate alla simbologia islamica e sufi, attraverso la tecnica del mosaico a specchi e una regolare e articolata scansione geometrica, derivata dai motivi decorativi tradizionali della sua cultura di origine. Serialità, modularità e organizzazione diagrammatica interconnettono i riferimenti medio-orientali alle pratiche artistiche dell’astrazione del secondo Novecento.
Adrian Paci, Brothers (2010)
Brothers di Adrian Paci è un’opera del 2010, proveniente dalla galleria Kaufmann Repetto con sede a Milano e a New York. Si tratta della traduzione a mosaico di una scena di telegiornale: due bambini in un campo profughi, distratti da un evento che a noi non è dato conoscere. L’immagine, dissezionata e ricomposta, ci mette nella condizione simbolica di discernere con chiarezza ciò che stiamo guardando solamente allontanandoci.
Aleksandra Miteva, Cuprum (2023)
Entrano a far parte della collezione di mosaici contemporanei del Mar anche le opere vincitrici della sesta edizione del premio Giovani artisti e mosaico, una delle mostre di punta dell’ottava Biennale di mosaico contemporaneo del 2023. Si tratta di Hybrid VII (memoria) di Michela Tabaton-Osbourne, Cuprum di Aleksandra Miteva e Tappeto per ospiti indesiderati di Irene Cesaro, che saranno posizionate nel corridoio del quadriportico del piano terra.
Lo spettacolo andrà in doppia replica il 4 dicembre all’Alighieri, nell’ambito delle celebrazioni per l’80° anniversario
Nell’ambito delle celebrazioni per l’80° anniversario della liberazione di Ravenna, il Comune ha commissionato all’attore e autore Marco Baliani la creazione di uno spettacolo teatrale. Ne è nato il reading Quell’inverno arrivò la primavera, che andrà in scena mercoledì 4 dicembre 2024 al Teatro Alighieri in doppia replica, alle 11 e alle 21. La sera stessa lo spettacolo andrà in onda alle 22.30 anche su Radio 3.
In scena insieme a Baliani, che ha anche curato la regia dello spettacolo, ci saranno Tamara Balducci, Lorenzo Carpinelli, Luigi Dadina, Roberto Magnani e Livia Tura. Drammaturgia di Maria Maglietta, ricerche storiche di Ilenia Carrone, musiche e luci Mirto Baliani. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
«Sono trascorsi ottant’anni da quel giorno di dicembre in cui la città di Ravenna si risvegliò libera», scrive Baliani nelle sue note di regia. «In quel giorno le strade di Ravenna furono percorse da decine e decine di combattenti partigiani, uomini e donne che con la loro tenacia, le loro lotte e i loro sacrifici erano riusciti a cacciare gli occupanti nazisti e i loro complici fascisti. Fare memoria di quel giorno, di quel clima, di quelle atmosfere è impresa ardua, il tempo trascorso rischia di trasformare la memoria in una serie di discorsi commemorativi, ammantati di retorica. Ci vorrebbe una macchina del tempo per poter davvero catturare le tensioni e i sentimenti di quel giorno di libertà, ma non è stata ancora inventata. Possediamo, però, una macchina del tempo interiore che può aiutarci nell’impresa: la nostra memoria, che, quando non si adagia in rievocazioni scontate, può accendere in noi un’improvvisa emozione partecipativa».
«La nostra memoria è sempre una forma di immaginazione narrativa, e l’immaginazione è una forma di conoscenza, con la stessa forza di un’indagine scientifica o storica, anzi con qualcosa in più, perché permette di sentire e percepire la Storia senza distanze, immergendovisi», prosegue Baliani. «Così, attraverso le voci di attrici e attori convocati per l’occasione, cercheremo di aderire a quei corpi in cammino tra le strade di Ravenna, di far sentire le loro emozioni, i loro pensieri, di ricostruire immaginariamente l’atmosfera di quelle ore, il palpitare di quelle vite. Ma non è solo questo. Quando una memoria così attiva rivivifica il passato, questo atto costringe a fare i conti col nostro presente, a spostare il focus dalle strade di Ravenna di allora alle nostre strade attuali, per farci domande su cosa rimane in noi di quelle lotte straordinarie che ci consegnarono allora una nuova città e un nuovo paese, passandoci il testimone necessario alla loro difesa e al loro sviluppo».
I portavoce del partito ambientalista interpellano il prefetto: «Perché ritiene più importante occuparsi di sicurezza come ordine pubblico invece che di sicurezza come tutela della popolazione?»
Europa Verde ha criticato l’esercitazione tenutasi la settimana scorsa nello stabilimento Eni di Ravenna, coordinata dalla prefettura, durante la quale è stata simulata una manifestazione di protesta ambientalista. «Non ci è dato sapere in base a quale normativa è stata fatta questa prova; ci chiediamo invece perché piuttosto non sia stata fatta una simulazione di emergenza da incidente rilevante?», affermano i portavoce di Europa Verde Ravenna, Fausto Bordini e Graziella Bacchilega. «Nel territorio della provincia di Ravenna ci sono venti stabilimenti a rischio di incidente rilevante che hanno un Piano di emergenza esterna, redatto per prevenire gli incidenti connessi a determinate sostanze pericolose e per ridurre e mitigare le conseguenze di tali incidenti sulla salute umana e sull’ambiente. Perché il prefetto ritiene più urgente occuparsi di sicurezza come ordine pubblico invece che di sicurezza come tutela della popolazione?».
Proseguono Bordini e Bacchilega: «È quasi offensivo per i cittadini di Ravenna e dell’Emilia-Romagna dare enfasi a questa simulata operazione di polizia, con l’intervento di forze speciali sul campo. Sono queste le emergenze nel nostro territorio? Sul fronte della sicurezza dagli incidenti, l’ultima esercitazione che ha coinvolto Eni risale al 2018 ed è stata un’esercitazione sulla carta, cioè solo per simulare la tempestività delle comunicazioni fra azienda e istituzioni. Mentre sul fronte dell’aggiornamento dei Piani di emergenza esterna siamo in ritardo, non viene fatta alcuna esercitazione e non vengono date adeguate informazioni per preparare i cittadini a eventuali eventi climatici estremi ormai all’ordine del giorno».
«Europa Verde impegnerà i propri rappresentanti nelle istituzioni nazionali a chiedere chiarimenti su questo episodio», concludono i due portavoce. «Noi abbiamo il massimo rispetto per le istituzioni; non ci sembra che lo stesso rispetto sia stato mostrato nei confronti dei cittadini».