Ravenna seconda in Italia per nuovo consumo di suolo: “sacrificati” altri 89 ettari

Il nuovo rapporto di Ispra. Ma se si calcola la percentuale rispetto all’estensione, il comune bizantino è fuori dalla top 30

Cantieri Ravenna

Due foto pubblicate sul rapporto

Il comune di Ravenna è il secondo in Italia per l’aumento di suolo consumato nel periodo 2022-2023, dietro solo a quello sardo di Uta (la cui crescita è attribuibile in gran parte all’installazione di impianti fotovoltaici) e davanti a Roma. È quanto si evince dall’edizione 2024 del rapporto di Ispra, presentato oggi (3 dicembre) e che certifica come nel giro di dodici mesi appena, in Italia, le nuove coperture artificiali si siano mangiate altri 72,5 chilometri quadrati di suolo.

Ravenna incrementa la sua superficie consumata di altri 89 ettari, «con diverse trasformazioni che hanno interessato la zona portuale, attraverso l’apertura di zone di cantiere per oltre 20 ettari – si legge nel rapporto dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale -. Da segnalare anche la costruzione di un nuovo quartiere (si tratta della zona di via Antica Milizia, ndr), che occupa, considerando le aree accessorie di pertinenza, una superficie complessiva di 6 ettari. Importante trasformazione – viene sottolineato nel dossier – anche l’ampliamento della SS16 Adriatica, che ha convertito circa 3,5 ettari di suolo da naturale ad artificiale».

Per correttezza, però, è bene ricordare che quello di Ravenna resta come noto il secondo comune più grande d’Italia (proprio dietro Roma) e questo permette al capoluogo bizantino di restare fuori dalla classifica dei primi 30 comuni sopra i 100mila abitanti per percentuale di suolo consumato (in testa c’è Torino con oltre il 60 percento) dove compaiono invece Bologna (oltre il 34 percento), Rimini, Piacenza (oltre il 27), Modena (oltre il 25) e Parma (oltre il 21). Ravenna con i suoi 7.245 ettari a fine 2023 risulta il comune più “cementificato” dell’Emilia-Romagna in valori assoluti, ma la percentuale di suolo consumato (non presente nel rapporto Ispra) è ben più bassa delle città citate in precedenza, attorno all’11 percento, comunque in zona “rossa” secondo i parametri dell’Istituto che vedono colorare di rosso buona parte della Penisola. La media italiana è poco sopra il 7 percento.

Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, in termini percentuali è la quarta in regione (dopo, in ordine, Rimini, Reggio Emilia e Modena) con il 10,25 percento di suolo consumato (la media regionale è 8,91) a fronte di 19.043 ettari cementificati a fine 2023.

Nel presentare l’ultima edizione del rapporto, Ispra commenta: «Gli ultimi dati ci mostrano che, purtroppo, il consumo di suolo continua a crescere significativamente nel 2023. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali si mantengono stabilmente sopra i due metri quadrati al secondo in Italia e hanno riguardato oltre 72 chilometri quadrati in un solo anno. Si tratta certamente di un ritmo non sostenibile, che dipende anche dall’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale».

«Lo stop al consumo di suolo – si legge nel rapporto – dovrebbe avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste, ed è considerato una misura chiave anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Arrestare il consumo di suolo nel nostro Paese permetterebbe di fornire un contributo fondamentale per affrontare le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici, dal dissesto idrogeologico, dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, dal diffuso degrado del territorio, del paesaggio e dell’ecosistema, dalla perdita di biodiversità».

SPAZI E VOLUMI – SCAVOLINI BILLB PROMO SAMSUNG 05 – 13 02 25
TEA GROUP BILLB 31 01 – 14 02 25
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 25