Manifestanti nella sede Eni prendono in ostaggio i dipendenti: ma è un’esercitazione

Grande dispiegamento di forze dell’ordine a Marina di Ravenna per testare l’efficacia delle procedure di emergenza

Una frangia di infiltrati ostili, durante una manifestazione ritenuta inizialmente pacifica, è riuscita a eludere il presidio della vigilanza privata posta all’ingresso della sede Eni di Marina di Ravenna, facendo irruzione nel centro direzionale, dove alcuni si sono arrampicati su un traliccio, affiggendo degli striscioni e rifiutandosi di scendere; altri, invece, si sono barricati all’interno di una palazzina, dove hanno preso in ostaggio alcuni dipendenti.

Uno scenario critico, ma è solo una messa in scena. È successo a Marina di Ravenna – nella sede del distretto centro-settentrionale Eni – nell’ambito di un’importante esercitazione di security coordinata dalla prefettura di Ravenna che ha visto coinvolti numerosi enti e istituzioni, a partire dalle forze di polizia a competenza generale.

Oltre agli operatori della polizia di Stato e ai militari dell’arma dei carabinieri, impegnati a contenere i manifestanti all’ingresso, la gestione dell’emergenza all’interno dello stabilimento, in coordinamento con tutti gli attori presenti, ha visto l’impiego di un team di negoziatori, di Aliquote di Primo Intervento e Squadre Operative di Supporto che costituiscono le organizzazioni ad alta affidabilità dell’arma dei carabinieri (High Reliability Organizations), le quali hanno operato sotto la supervisione degli operatori del G.I.S. (Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri) per le delicate fasi di negoziazione, liberazione degli ostaggi e bonifica del sito.

Durante le fasi più concitate, è stata attuata l’evacuazione di tutto il personale Eni presente nello stabilimento, concentrato in un punto di raccolta prestabilito, monitorato da personale delle forze di polizia. L’intera area, grazie al supporto della polizia locale, è stata interdetta al pubblico per consentire il corretto e sicuro svolgimento dell’attività.

Simultaneamente, è scattato anche il piano per la gestione delle emergenze in porto, con l’innalzamento delle misure di sicurezza degli impianti presenti e con l’impiego di mezzi nautici della Capitaneria di Porto e del Roan della Guardia di Finanza, utilizzati per la chiusura dello specchio acqueo prospicente la banchina dello stabilimento.

L’intera attività è stata coordinata dal prefetto di Ravenna Castrese De Rosa nell’ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica, appositamente convocato in prefettura, da dove sono state seguite le varie fasi dell’attività (grazie alle immagini girate anche con l’elicottero e il drone dei carabinieri), condividendo le disposizioni e le decisioni sulla gestione della crisi con il posto di comando avanzato istituito in loco.

Fondamentale per il successo dell’esercitazione è stato il contributo di Eni e della sua struttura di Security, che hanno collaborato fattivamente con le forze dell’ordine.

Obiettivi dell’esercitazione preparata nei minimi dettagli nelle scorse settimane secondo una pianificazione condivisa tra tutti i partecipanti sono stati – si legge in una nota inviata dalla prefettura -: «Testare l’efficacia e rapidità di attivazione delle procedure per la gestione delle emergenze, mantenere alti i livelli di preparazione del personale e garantire il necessario coordinamento tra forze di polizia, gli enti istituzionali, i soggetti pubblici e privati coinvolti».

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