lunedì
07 Luglio 2025

Che sanità avremo con l’Ausl unica? Incontro pubblico promosso dai sindacati

Il 10 novembre una tavola rotonda per capire gli scenari futuri a partire dalla riorganizzazione degli ospedali

Qual è il futuro della sanità ravennate con la nuova Ausl unica della Romagna? Cosa comporterà la riorganizzazione degli ospedali obbligatoria per legge? Per rispondere a queste e altre domande su un settore che riguarda tutta la cittadinanza, i sindacati Cgil, Cisl e Uil promuovono per giovedì 10 novembre una tavola rotonda aperta al pubblico. Appuntamento alle 9 all’hotel Cube di Fornace Zarattini. Conclusione dei lavori prevista per le 12.30.

All’incontro prenderanno parte Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, Davide Ranalli, sindaco di Lugo in rappresentanza della Bassa Romagna, Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza in rappresentanza della Romagna faentina, e Marcello Tonini, direttore generale dell’Ausl Romagna. La relazione introduttiva è a cura di Paolo Palmarini, segretario Uil Ravenna, mentre le conclusioni sono affidate a Costantino Ricci, segretario generale della Cgil di Ravenna. Coordina i lavori Marianna Ferruzzi, del dipartimento Politiche socio sanitarie della Cisl Romagna.

«Siamo di fronte a un passaggio cruciale per la tutela della salute dei cittadini – scrivono i sindacati in una nota inviata alla stampa –: dalle scelte che si faranno in questa fase sugli ospedali, sulle cure intermedie, sulle case della salute, dipenderà l’allocazione dei servizi sanitari e la possibilità di sviluppo delle risposte sanitarie in Romagna e nella provincia di Ravenna». Con questa iniziativa Cgil, Cisl e Uil «intendono avanzare proposte ai soggetti istituzionali che hanno la responsabilità della programmazione sanitaria, chiedendo di assumere pubblicamente impegni per assicurare una risposta di qualità, che sappia garantire il giusto equilibrio fra concentrazione delle prestazioni ed esigenze di prossimità».

L’ex infermiera che uccise una paziente ora condannata anche per furti in reparto

Daniela Poggiali sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Rosa Calderoni nel 2014. Per il giudice rubava soldi ai degenti e medicinali all’Ausl

Una nuova condanna in tribunale per Daniela Poggiali: la 44enne ex infermiera dell’ospedale di Lugo, già condannata nel marzo scorso all’ergastolo per l’omicidio con una iniezione letale di potassio di una sua paziente 78enne commesso la mattina dell’8 aprile 2014, è stata condannata a quattro anni e mezzo per furto e peculato. Soldi rubati in corsia a degenti, spesso anziani e terminali, o a loro parenti. Ma anche la sottrazione di materiale ospedaliero tra cui una busta di antibiotici di valore stimato in 600 euro. La notizia della sentenza arriva dalle pagine del sito internet Ansa.it.

Poggiali da un paio d’anni è in carcere a Forlì. Per lei si tratta della terza condanna: oltre a quella più grave per l’omicidio, poche settimane fa era stata condannata a tre mesi per il tentato furto di 10 euro dal portafogli di un anziano che la sera del 19 ottobre 2013 era andato all’ospedale di Lugo per assistere la moglie in fin di vita. 

come disposto dal Tribunale di Ravenna dovrà anche risarcire 5.000 euro all’Ausl Romagna quale danno d’immagine.  A gennaio per l’imputata ci sarà l’appello per il contestato omicidio della 78enne.

Rubano 50 euro di bigiotteria Denunciate due sorelle minorenni

Fermate dalla vigilanza del negozio: avevano staccato i cartellini e nascosto gli oggetti sotto i giubbotti

Hanno tentato di superare le casse del negozio con 50 euro di bigiotteria nascosta sotto ai giubbotti ma la sorveglianza dell’Ovs di Ravenna si è accorta di tutto e ha chiamato i carabinieri: due sorelle minorenni, di origine nigeriana ma nate a Ravenna, sono state denunciate al tribunale per i minorenni di Bologna per il reato di furto aggravato. Il padre è stato convocato sul posto per riprendere in affidamento le ragazzine, la merce asportata nell’esercizio commerciale invece è stata riconsegnata all’avente diritto.

Cliente denunciato per ubriachezza molesta, barista denunciato perché gli ha servito da bere

Il cliente è stato denunciato per ubriachezza molesta, il gestore del bar è stato denunciato perché gli aveva servito da bere quando era già ubriaco. È l’esito di un intervento svolto dai carabinieri della compagnia di Cervia Milano Marittima in un bar: un 50enne cervese era ubriaco e molesto ma quando è stato accertato che a somministrare le bevande alcoliche era stato lo stesso gestore, oltre a multare l’ubriaco molesto, hanno proceduto a deferire l’esercente. La legge prevede il divieto di somministrare alcol agli ubriachi e i gestori di locali possono beneficiare della tutela di legge se persone in stato di ebbrezza pretendono con violenza o minaccia altre consumazioni.

Lancio di sassi dalla finestra contro i camion che scaricano al supermarket

Denunciata coppia di coniugi: non tollerava i rumori del motore frigo tenuto acceso per legge per conservare la merce deperibile

Non potevano più tollerare il rumore dello scarico merce al supermercato sotto casa e così moglie e marito a turno dalla finestra lanciavano sassi e minacce contro i camionisti al lavoro. Una coppia residente a Casola Valsenio è stata denunciata nei giorni scorsi dai carabinieri per violenza privata e danneggiamento aggravato.

Le lamentele della coppia duravano da tempo e riguardavano sempre i camion per il trasporto di surgelati e altri prodotti da banco-frigo: per evitare qualsiasi sbalzo di temperatura richiesta per legge per preservare l’integrità del cibo devono lasciare acceso il motore del congelatore per non interrompere la catena del freddo.

Lo scorso giugno mentre stava consegnando la merce surgelata nell’area consentita con il solo motore della cella frigorifera acceso come previsto da un’ordinanza del sindaco, uno spedizioniere si è trovato sotto una pioggia di sassi lanciati dalla donna affacciata da una finestra: le pietre non hanno colpito l’uomo ma hanno danneggiato il veicolo. Pochi giorni dopo un altro operaio è stato minacciato di morte dal marito. In entrambi i casi i due autisti spaventati hanno spento i motori rischiando di compromettere i rispettivi carichi di merci. La donna è stata anche querelata.

I carabinieri di Casola Valsenio, al comando del luogotenente Maurizio Macaro, hanno avviato le indagini: le testimonianze di molte persone hanno confermato i fatti così come raccontati dagli autisti.

Ambulanza contro bus e auto che aveva frenato di colpo per farla passare

Il paziente trasferito su un altro mezzo del 118. Ferita in modo lieve solo la conducente della vettura che ha innescato la carambola

Ha sentito le sirene dell’ambulanza in arrivo e ha frenato per farla passare ma ha frenato di colpo e il mezzo di soccorso non ho potuto evitare l’impatto tamponando prima l’auto e poi un autobus di linea. È la dinamica, secondoa la prima ricostruzione della polizia municipale, di un incidente avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, 8 novembre, a Ravenna sulla carreggiata verso il centro città di viale Randi. L’unica persona ferita è la conducente della vettura, una Golf grigia: lievi contusioni. Il paziente a bordo dell’ambulanza invece è stato trasferito su un altro mezzo del 118 per completare gli ultimi metri verso il vicino ospedale. I passeggeri del bus, a quell’ora pieno di studenti usciti da scuola, sono stati trasbordati su un altro bus sopraggiunto poco dopo e hanno potuto continuare il viaggio. Per eseguire i rilievi e permettere la rimozione dei mezzi è stato necessario chiudere per un breve periodo il tratto di viale Randi.

In piazza quattro giorni di golosità Torna la fiera del cioccolato

Dal 10 novembre 37 stand con i maestri cioccolatieri da tutta Italia Anche un laboratorio con la lavorazione a partire dalle fave di cacao

Un lungo weekend al sapore di cioccolato in centro a Ravenna: dal 10 al 13 novembre (9-21 la domenica, 9-23 i giorni precedenti) piazza del Popolo ospiterà i 37 stand dei maestri cioccolatieri che daranno vita alla tappa ravennate del tour “Art e Ciocc” che sta attraversando l’Italia per la nona edizione (#arteciocc l’hashtag sui social).

Ogni maestro cioccolatiere – provenienti da varie parti d’Italia – è specializzato in oggettistica al cioccolato (dalle borsette ai cuori di varie grandezze, dalle scarpette da calcio ai nuovi modelli di smartphone, dagli attrezzi da lavoro ai protagonisti dei cartoni animati) oppure in specifiche produzioni regionali come il cannolo siciliano, il cioccolato di Modica, di Perugia o il gianduiotto di Torino. Apposta per la città di Ravenna qualche anno fa venne creato il “Ravennino”, lo speciale cioccolatino al sale rosa con pinoli tostati.

La novità di quest’anno è il laboratorio “Bean to Bar: dal cacao al cioccolatino”. In uno speciale stand verrà illustrato il percorso delle fave di cacao attraverso i processi di tostatura, granellatura, raffinatura, concaggio, temperaggio e modellaggio fino a raggiungere la forma finale di tavoletta. In piazza saranno presenti tutti i macchinari funzionanti (il roaster per la tostatura, il winnover frangi cacao, il grinder e il micron per la raffinazione, il vibro per il setaccio ed infine da una temperatrice) e un maestro cioccolatiere descriverà ogni passaggio e farà assaggiare i prodotti nelle fasi di lavorazione.

Anche quest’anno “Art e Ciocc” (organizzato da Mark Co & Co, Ape, Comune di Ravenna e Confcommercio con il contributo della Camera di Commercio) si svolge in concomitanza con la maratona internazionale. E così gli artigiani del cioccolato saranno pronti ad accogliere i partecipanti alle varie corse. In particolare sabato 12 novembre ai partecipanti della “Conad Family Run”, in partenza alle 10.30 dai Giardini Pubblici, verrà offerta una merenda a base di pane e cioccolato cn la collaborazione del sindacato panificatori di Confcommercio.

Per la prima volta una donna alla guida di un Isia

A Faenza Marinella Paderni prende il posto di Roberto Ossani

Una donna alla direzione di un Isia (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche). Roberto Ossani, esperto di design della comunicazione, passa il testimone della direzione dell’Isia di Faenza alla storica dell’arte contemporanea e curatrice indipendente Marinella Paderni, prima donna in Italia ad essere stata nominata direttore Isia dalla loro fondazione, negli anni Settanta.

Marinella Paderni è storica d’arte contemporanea e curatrice indipendente di spessore internazionale. Si è laureata in Arti Visive presso il Dams di Bologna. È già docente all’Isia di Faenza, dove insegna Storia dell’Arte Contemporanea e Antropologia culturale. Dal 2006 al 2016 ha insegnato all’Accademia di Belle Arti “Carrara” di Bergamo, mentre dal 2010 al 2013 presso l’Università Iulm di Milano. Collabora con le riviste d’arte contemporanea Flash Art e Exibart. La sua attività teorica e curatoriale è incentrata sulla fenomenologia tra i diversi linguaggi dell’arte contemporanea, in particolare sul rapporto con altri saperi come la scienza, la tecnologia, il design, l’architettura. Ha pubblicato numerosi saggi critici per monografie d’artista, libri e cataloghi internazionali, affiancando anche la partecipazione a conferenze sui temi della contemporaneità.

«Questa nomina a nuovo direttore dell’Isia di Faenza è un grande onore per me, un importante riconoscimento di stima da parte dell’Istituzione e di tutti i suoi organi – commenta Marinella Paderni -. Sarò felice di svolgere questo incarico nel solco di chi mi ha preceduto, dando continuità al ruolo di eccellenza dell’Isia nel campo dell’alta formazione nel design e rafforzando la sua identità a livello internazionale. Sarà mia premura continuare a stimolare la rete di relazioni tra istituzioni pubbliche e private, come pure ampliare il dialogo tra il design e le altri arti nel settore della didattica, della formazione e della ricerca internazionale. Lo sviluppo dell’alta formazione nel design vedrà il nostro Istituto sempre più coinvolto in progetti di respiro europeo mirati a intensificare la presenza della cultura e dell’arte nella vita della gente, trasformandole in una qualità vitale per riprogettare il nostro futuro».

Roberto Ossani lascia la direzione – per decadenza naturale dell’incarico – dopo sei anni di intensa attività del’Istituto e il raggiungimento di significativi traguardi. «Fin dal mio insediamento il mio obiettivo è stato quello di condurre l’Isia di Faenza a diventare un punto di riferimento culturale del territorio e fare in mondo che la didattica si adattasse ai grandi cambiamenti che hanno investito la professione del design negli ultimi decenni, in particolare stimolando gli studenti all’innovazione, all’autoimprenditoria, alla anticipazione di nuove professionalità emergenti».

In questi anni l’Isia di Faenza, seguendo le linee guida degli Isia nazionali, ha sempre più incentrato la propria ricerca sui temi del design sociale e del design for all. Ha coltivato e incrementato rapporti con le imprese e le istituzioni, da Curti all’Istituto Oncologico Romagnolo, dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza alla Trony, dalla Dulcop all’Electrolux ottenendo, nonostante la crisi economica, «ottimi risultati nella collocazione dei suoi laureati nel mondo del lavoro», si legge in un comunicato inviato dall’istituto. Ha inoltre portato a Faenza personaggi importanti del panorama culturale Italiano come Nando dalla Chiesa, Alberto Alessi, Philippe Daverio, Paolo Ulian, Gillo Dorfles, Luigi Bandini Buti, Andrea Emiliani, Rodrigo Rodriquez. Ha vinto importanti riconoscimenti come il Primo Premio per l’immagine Cersaie nel 2013, i premi Artex, il premio Gerflor International Award nel 2015.

Ha fondato il corso Its “Tonito Emiliani” per la formazione dei tecnici per il design, lo sviluppo e la sostenibilità del prodotto ceramico industriale e infine ha avviato i lavori di riqualificazione del settecentesco Palazzo Mazzolani, sede dell’Isia, con l’acquisizione di nuovi spazi destinati alla didattica e ai laboratori, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’avviamento della ristrutturazione dell’atrio, del portone d’ingresso e del cortile interno.

«Sono molto contento – conclude Roberto Ossani – che nello stesso anno Giovanna Cassese e Marinella Paderni si siano aggiudicate rispettivamente la presidenza e la direzione dell’Isia: due donne e due persone di grande spessore e competenza che certamente sapranno guidare in modo eccellente questa Istituzione».

Topi dentro un asilo nido comunale

Informati i genitori. Piazzate trappole a base di formaggio per evitare la disinfestazione e la chiusura temporanea. Le parole dell’assessore

Tutte le mattine, da qualche giorno, i lavori di pulizia sono anticipati: il personale entra alle 7, con i tecnici di Azimut, per ripulire eventuali residui. Tutte le sere vengono messe le trappole con sostanze naturali come biscotti o formaggi. L’obiettivo è catturare i topi che da oltre una settimana hanno trovato casa dentro l’asilo nido comunale del Polo Lama Sud, a Ravenna.

È stata già convocata e svolta una riunione con i genitori dei bambini per informarli della situazione. Il tentativo è quello di riuscire a risolvere il problema senza ricorrere a una disinfestazione che comporterebbe la chiusura del servizio per due settimane.

Un primo topo è stato catturato, ma ci sono prove che non sarebbe l’ultimo e naturalmente data l’età dei bambini (da pochi mesi fino a 3 anni) che frequentano la struttura, l’allarme è scattato e la guardia è alta. Il momento più preoccupante, è stato spiegato ai genitori, è quello della nanna, ossia il lasso di tempo in cui, dopo pranzo, i bambini vengono messi a riposare e gli animali potrebbero essere indotti dal silenzio a circolare per i locali, rischio che sarebbe inesistente invece durante le ore in cui i bambini svolgono le normali attività perché il vociare dei piccoli sarebbe un deterrente. Anche per questo alcuni genitori hanno deciso di andare a prendere i bambini subito dopo pranzo e tenerli a casa nel pomeriggio.

L’assessore all’istruzione del Comune di Ravenna, Ouidad Bakkali, è naturalmente informata dei fatti e ci spiega che a seguito della segnalazione ricevuta il 31 ottobre dal personale scolastico, il Servizio Nidi e Scuole dell’Infanzia del Comune ha richiesto immediatamente l’intervento di Azimut, che ha intrapreso le prime azioni il 3 novembre.

Gli addetti di Azimut, in particolare, hanno collocato all’interno della struttura «trappole con collante non tossico adescate con sostanze alimentari (biscotto e formaggio)» ritenendole, per il momento, il mezzo più idoneo e meno invasivo per la cattura. I tecnici ogni mattina effettuano un sopralluogo all’interno della struttura per verificare la situazione. «Contestualmente – sottolinea l’assessore – il Servizio Nidi e scuole dell’Infanzia ha previsto l’entrata anticipato in servizio da parte del personale ausiliario per sanificare, ove necessario, i locali scolastici. La situazione viene monitorata giornalmente con tutti i soggetti interessati per le valutazioni del caso e la messa in atto di diverse modalità d’intervento».

«Inoltre – continua Bakkali –, abbiamo preso contatto con l’Asl per condividere l’adeguatezza degli interventi sino ad ora effettuati e programmare un sopralluogo congiunto a verifica della situazione nell’interesse di tutti, grandi e piccoli. Siamo consapevoli che la collocazione geografica del plesso scolastico Polo Lama Sud (oltre propabilmente ai cantieri attivi in questo periodo nelle vicinanze, ndr) non aiuta a essere al riparo da problematiche di questo tipo, ma come Amministrazione ci impegniamo e continueremo a farlo per trovare sempre le soluzioni più adeguate».

Casi isolati di questo genere – rivela infine l’assessore – ce ne sono già stati negli anni passati, in altri plessi della città, sempre risolti grazie all’intervento dei tecnici di Azimut.

«Tagliare i vitalizi in Regione non è demagogia ma un giusto segnale»

La relatrice della proposta di tagli agli ex consiglieri e assessori è la faentina Rontini (Pd): «Risparmio di 1,5 milioni in tre anni»

Faentina, renziana della primissima ora, Manuela Rontini è la relatrice di una legge regionale che punta a penalizzare quelli che alcuni considerano diritti e molti invece chiamano “privilegi” agli ex consiglieri della Regione.

Come nasce questa proposta?
«La nostra idea è quella di fare una proposta non demagogica e non illegittima, per evitare ricorsi e situazioni che abbiamo visto altrove. Ma siamo altresì convinti che in questo momento di ancora forte crisi economica, anche alle nostre latitudini, la politica debba dare un segnale per ritrovare una connessione con i cittadini che stanno affrontando difficoltà, recuperando così credibilità e autorevolezza».

La legge nasce a firma di alcuni consiglieri del Pd. Qual è il vostro obiettivo in termini di tempi e di consensi?
«La legge 1 sulla riduzione dei costi della politica fu votata all’unanimità. Ora, sarà difficile che possa ripetersi un caso simile, ma speriamo comunque di raccogliere il più ampio consenso possibile, per approvarla entro la fine dell’anno».

Lei dice una proposta non demagogica: di quanto risparmio si tratterebbe?
«Di circa 1 milione e mezzo in tre anni e mi rendo perfettamente conto che a fronte di un bilancio della Regione di quasi 13miliardi di euro l’anno, possono sembrare ben poca cosa. Ma si tratta appunto di un segnale, e di risorse che saranno spese altrove. Poi sono consapevole che verremo giustamente giudicati sulla base di ciò che faremo per la sanità, il rilancio dell’economia, la cultura».

Come mai qui il Pd sembra in prima linea nel tema del taglio dei costi della politica e invece in Parlamento non appoggiate la proposta dei grillini?
«Non conosco nel dettaglio la situazione in Parlamento, ma mi pare di aver capito che lì il Movimento 5 Stelle abbia in qualche modo forzato alcuni passaggi nelle procedure, che invece credo vadano rispettate sempre da una comunità politica per poter lavorare con efficacia. Per quanto riguarda noi, la Regione Emilia-Romagna non da oggi si è fatta promotrice di un lavoro in questo senso e non a caso siamo molto felici del fatto che, se al referendum costituzionale del 4 dicembre vincerà il sì, ciò che è stato deciso qui sarà applicato anche in tutti gli altri consigli regionali…»

La legge dell’Emilia Romagna è stata presa a modello?
«La parola modello non mi piace, ma possiamo dire che è andata così. Del resto il nostro altro non era che un provvedimento di buon senso».

È la prova che allora non serve il referendum per ridurre i costi, si può fare anche senza…
«Per noi è un motivo di orgoglio e un’occasione per illustrare nei dettagli quello che abbiamo fatto, nel referendum su questo capitolo poi c’è molto altro, dall’abolizione del Cnel alle Province…»

Se vincesse il sì, potrebbe interessarle entrare nel nuovo Senato delle Regioni?
«Personalmente sono già molto impegnata sia come consigliera regionale nel rappresentare il territorio, sia perché presiedo la Commissione che si occupa di Territorio Ambiente Mobilità (e per questo mi riconoscono anche un’indennità di funzione). Vorrei poi precisare che comunque chi parteciperà ai lavori del nuovo Senato lo farà senza ricevere alcuna indennità aggiuntiva».

E cosa ne pensa della proposta di Matteo Renzi di una sorta di gettone di presenza per i parlamentari della Camera? Sarebbe applicabile in Regione, dove peraltro lei a oggi non ha ancora mancato un’assemblea o una commissione?
«Credo che per provare a incidere, cambiando le cose che non vanno, sia innanzitutto necessario essere presenti nei luoghi in cui si discute e si decide. In Regione peraltro già esiste un meccanismo di penalizzazione per chi non partecipa ai lavori. Per il Parlamento immagino possa essere una proposta interessante, in questi giorni sono stata soprattutto contenta di vedere che in cima alle classifiche delle presenze ci sono spesso parlamentari del Partito democratico».

Profugo morto nel canale, la coop che lo ospitava teme un incidente

Ritrovato dopo dieci giorni di assenza. La Cefal: «Ben voluto da tutti». Era al terzo ricorso per il permesso di soggiorno che gli era stato negato

«Non ha lasciato messaggi e nemmeno ci risulta che abbia avuto contrasti con altre persone, era un uomo sereno che si faceva volere bene. Per questo pensiamo che sia stato un tragico incidente». A poche ore dal ritrovamento del cadavere di Bassirou Mbaye, il 38enne senegalese richiedente asilo ripescato dal canale emiliano-romagnolo a Cotignola, una spiegazione a quella morte prova a darla un responsabile della cooperativa Cefal che gestisce la struttura di Budrio dove l’uomo era alloggiato da settembre con altri diciannove profughi africani di varie nazionalità. «La casa è molto vicina al canale – dice Fabio Federici –, magari stava passeggiando mentre era al telefono come a volte capita ed è scivolato». Sulla morte sta indagando il commissariato di Lugo: la prima ispezione del medico legale dice solo che non sono presenti segni di violenza esterna.

A venerdì 28 ottobre risale l’ultima firma di Mbaye nel libro delle presenze nell’abitazione di via Gaggio 14: «Tutti i richiedenti devono firmare tutti i giorni. Nel weekend ci siamo resi conto che non aveva più firmato e non aveva lasciato detto nulla ai coinquilini. Ci è sembrato strano da subito perché Bassirou era uno preciso, lo conosciamo da tempo e non si era mai allontanato di sua iniziativa come invece capita che qualcun altro abbia fatto magari per andare a trovare amici». A volte capita anche che qualcuno decida di lasciare il percorso tracciato del programma di accoglienza e andarsene per la sua strada facendo perdere le tracce: «Su 150 persone che abbiamo seguito finora nel tempo sarà capitato 6-7 volte». Passati i giorni festivi è stata fatta la segnalazione, come richieto dalle procedure, alla prefettura che coordina la rete di accoglienza sui territori. Il corpo, come detto, è stato ritrovato nella mattinata del 7 novembre. Galleggiava nel Cer all’altezza del ponte di via Gaggio.

A Budrio stava da settembre. In precedenza viveva a Villa San Martino in un altro locale gestito dalla Cefal: «L’avevamo spostato a Budrio perché era una nuova sistemazione e lui che era più maturo e giù inserito era un riferimento anche per noi. Non a caso stavamo pensando anche di inserirlo tra i nostri collaboratori se avesse ottenuto il permesso di soggiorno».

Finora gli era stato respinto già due volte e aveva presentato ancora ricorso, in attesa che la pubblica amministrazione facesse il suo corso viveva a Budrio. Pochi passatempi: «So che frequentava la moschea di Lugo». Ma non era la Romagna il luogo in cui voleva restare: «Non aveva mai detto dove ma voleva lasciare l’Italia. Aveva amici in Spagna ma non è detto che fosse diretto là». In Senegal vivono la moglie e tre figli. La cooperativa, tramite le amicizie nella Bassa, proverà a raggiungere i familiari rimasti in Africa.

Notte di spaccate, due locali assaltati Bottini magri e danni ingenti

Ignoti in azione in pieno centro al bar Alex e Paul: la cassa era vuota Alla Gelateria di Strada in via Destra Canale Molinetto rubati 100 euro

Un bar in centro storico e una gelateria alle porte del centro sono i locali presi d’assalto da ignoti nella notte tra il 6 e il 7 novembre a Ravenna: bottini miseri ma danni ingenti per le vetrine sfondate. Le attività colpite sono il bar Alex e Paul in via De Gasperi e la Gelateria di Strada in via Destra Canale Molinetto.

Alla gelateria nei pressi dell’ippodromo in azione un ladro solitario: «È successo poco dopo le 4 del mattino – racconta il titolare Lorenzo Bezzi –. Una persona da sola ha sfondato il vetro con un masso e poi è entrata prendendo il cassetto del registratore. Dentro ci saranno stati al massimo cento euro. In una gelateria d’inverno non è che puoi aspettarti chissà quali fondi cassa…». Un blitz durata meno di trenta secondi. Le telecamere di videosorveglianza hanno immortalato la scena, aumentando la rabbia di chi ha avviato l’attività appena otto mesi fa: «Non avrei mai pensato che qualcuno arrivasse a questo punto. Mi ritrovo con 400-500 euro di danni».

Nello storico bar e vineria a due passi da piazza Caduti invece i malviventi, in azione in un orario ancora da accertare, non hanno trovato nemmeno il fondo cassa: «Ogni sera portiamo via tutto e lasciamo il cassetto aperto per non farcelo forzare – racconta il titolare Giampaolo Gardini –. Non hanno portato via nemmeno qualche bottiglia di vino che abbiamo qui a portata di mano. E così mi ritrovo con un danno da tremila euro per i vetri rotti da riparare». Non è la prima volta: «Siamo qui da trent’anni, almeno quattro o cinque volte ci hanno visitato…». Le uniche speranze sono riposte nelle telecamere di sorveglianza installate da un negozio vicino: le immagini che inquadrano i portici, illuminati anche di notte, sono state acquisite dalle forze dell’ordine.

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