lunedì
07 Luglio 2025

Lorella Zanardo ai Dialoghi sul cinema e poi su media e femminismo al Dock 61

La nota scrittrice e autrice del film Il corpo delle donne, Lorella Zanardo (nella foto), sarà protagonista sabato 5 novembre (ore 21) al circolo Arci Dock 61 di Ravenna (via Magazzini Posteriori 61) di un incontro sul tema “Com­prendere il sistema mediatico per un femminismo efficace”. Un’occasione per discutere sul rapporto tra media e femminismo e per vedere anche alcune sequenze video, in compagnia di Zanardo e del montatore Rai e docente universitario Cesare Cantù, entrambi protagonisti anche alla mattina (dalle 10) di un convegno alla biblioteca Classense. Si tratta della quarta edizione dei Dialoghi sul cinema, quest’anno sul tema de “La Cultura Visuale”, intesa come campo di indagine in cui confluiscono cinema, arte, fotografia, media e comunicazione.

Lorella Zanardo ai Dialoghi sul cinema e poi su media e femminismo al Dock 61

La nota scrittrice e autrice del film Il corpo delle donne, Lorella Zanardo (nella foto), sarà protagonista sabato 5 novembre (ore 21) al circolo Arci Dock 61 di Ravenna (via Magazzini Posteriori 61) di un incontro sul tema “Com­prendere il sistema mediatico per un femminismo efficace”. Un’occasione per discutere sul rapporto tra media e femminismo e per vedere anche alcune sequenze video, in compagnia di Zanardo e del montatore Rai e docente universitario Cesare Cantù, entrambi protagonisti anche alla mattina (dalle 10) di un convegno alla biblioteca Classense. Si tratta della quarta edizione dei Dialoghi sul cinema, quest’anno sul tema de “La Cultura Visuale”, intesa come campo di indagine in cui confluiscono cinema, arte, fotografia, media e comunicazione.

A Elena Bucci il prestigioso Premio Duse per la migliore attrice di teatro italiana

La fondatrice della compagnia Le Belle Bandiere di Russi: «Lo dedico
a chi fa del palcoscenico uno strumento di conoscenza e libertà»

La ravennate Elena Bucci, fondatrice della compagnia Le Belle Bandiere di Russi, ha vinto il prestigioso Premio Duse, unico riconoscimento in Italia riservato all’attrice che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli.

Si tratta della 31esima edizione del Premio, patrocinato e organizzato da Banca Popolare Commercio e Industria (Gruppo UBI Banca), ideato nel 1986 e realizzato in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, dove si terrà la cerimonia di premiazione lunedì 7 novembre, dalle 19.

Elena Bucci – scelta da un’autorevole giuria, composta da Renato Palazzi, Anna Bandettini, Maria Grazia Gregori e Magda Poli – si aggiunge così alle attrici premiate nelle precedenti edizioni tra cui Mariangela Melato, Franca Valeri, Ilaria Occhini, Maddalena Crippa, Alida Valli, Anna Proclemer, Milena Vukotic, Rossella Falk, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Anna Bonaiuto, Maria Paiato, Federica Fracassi, Galatea Ranzi, Sonia Bergamasco, Emma Dante e anche l’altra ravennate Ermanna Montanari, del Teatro delle Albe.

«È per me un’occasione di gioia e di gratitudine che rinnova la passione per il nostro lavoro e la fiducia – sono state le parole di Bucci –. Accresce coraggio e speranza pur in momenti tanto difficili per l’arte e la cultura. Dedico questo premio a chi ha fatto e fa del teatro uno strumento di conoscenza, trasformazione, libertà di sguardo e pensiero, comprensione delle differenze, vicinanza e mistero».

 

A Elena Bucci il prestigioso Premio Duse per la migliore attrice di teatro italiana

La fondatrice della compagnia Le Belle Bandiere di Russi: «Lo dedico a chi fa del palcoscenico uno strumento di conoscenza e libertà»

La ravennate Elena Bucci, fondatrice della compagnia Le Belle Bandiere di Russi, ha vinto il prestigioso Premio Duse, unico riconoscimento in Italia riservato all’attrice che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli.

Si tratta della 31esima edizione del Premio, patrocinato e organizzato da Banca Popolare Commercio e Industria (Gruppo UBI Banca), ideato nel 1986 e realizzato in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, dove si terrà la cerimonia di premiazione lunedì 7 novembre, dalle 19.

Elena Bucci – scelta da un’autorevole giuria, composta da Renato Palazzi, Anna Bandettini, Maria Grazia Gregori e Magda Poli – si aggiunge così alle attrici premiate nelle precedenti edizioni tra cui Mariangela Melato, Franca Valeri, Ilaria Occhini, Maddalena Crippa, Alida Valli, Anna Proclemer, Milena Vukotic, Rossella Falk, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Anna Bonaiuto, Maria Paiato, Federica Fracassi, Galatea Ranzi, Sonia Bergamasco, Emma Dante e anche l’altra ravennate Ermanna Montanari, del Teatro delle Albe.

«È per me un’occasione di gioia e di gratitudine che rinnova la passione per il nostro lavoro e la fiducia – sono state le parole di Bucci –. Accresce coraggio e speranza pur in momenti tanto difficili per l’arte e la cultura. Dedico questo premio a chi ha fatto e fa del teatro uno strumento di conoscenza, trasformazione, libertà di sguardo e pensiero, comprensione delle differenze, vicinanza e mistero».

 

«Produttori frutta e verdura sottopagati ma malavita fa salire i prezzi del 300%»

Coldiretti dopo gli ultimi interventi della Antimafia che hanno messo in luce gli intrecci tra clan nelle agromafie

«L’ortofrutta è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300 percento dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali». È quanto afferma la Coldiretti Ravenna nel commentare l’operazione della Direzione investigativa antimafia (Dia) a contrasto del patto tra casalesi e clan Riina nel settore agroalimentare. Secondo l’associazione di categoria si stima che il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie sia salito a 16 miliardi di euro, «in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi». Numeri che già nel maggio scorso, intervenendo a un seminario dedicato a questo tema promosso da Coldiretti in collaborazione con la Camera di Commercio di Ravenna a Brisighella, erano stati denunciati con forza dall’ex procuratore antimafia Gian Carlo Caselli, oggi presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura.

«I punti più sensibili per le infiltrazioni malavitose – prosegue la nota di Coldiretti – sono costituiti dai servizi di trasporto su gomma dell’ortofrutta da e per i mercati; dalle imprese dell’indotto (estorsioni indirette quali ad esempio l’imposizione di cassette per imballaggio); dalla falsificazione delle tracce di provenienza dell’ortofrutta (come la falsificazione di etichettature: così, prodotti del Nord-Africa vengono spacciati per comunitari); dal livello anomalo di lievitazione dei prezzi per effetto di intermediazioni svolte dai commissionari mediante forme miste di produzione, stoccaggio e commercializzazione, secondo la Direzione Nazionale Antimafia. Mettendo le mani sul comparto alimentare le mafie hanno infatti la possibilità di affermare il proprio controllo sul territorio».

Potendo contare costantemente su una larghissima e immediata disponibilità di capitale e sulla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli, i clan si muovono con maggiore facilità rispetto all’imprenditoria legale. Per raggiungere l’obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura e racket estorsivo, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. «Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti».

Terrazza a sei metri e piazza sull’acqua 800mila euro per la gru fluorescente

I dettagli del progetto vincitore del concorso di idee del Comune per il recupero del trasbordatore smontato dalle banchine a luglio 2015

La base della struttura per farne una terrazza panoramica affacciata sul Candiano a sei metri e mezzo di altezza, il braccio collocato a terra per diventare collegamento tra la banchina e una piazza galleggiante da realizzare in acciaio e legno, il vecchio magazzino sventrato per farne uno spazio aperto esaltato dal carrello con la draga. Sono questi, a grandi linee, i capisaldi del progetto dell’architetto Carlo Malerba di Torino che ha vinto il concorso di idee del Comune di Ravenna per il recupero dell’ultima gru di banchina in darsena di città smantellata a luglio 2015. Un progetto ipotizzato in quattro stralci per un costo sommario totale stimato in 800mila euro. Ben altri costi quelli previsti dai progettisti arrivati secondi (Elenora Branchini di Roma) e terzi (Andrea Morri di Rimini): rispettivamente 45mila euro e 32mila. Il concorso comunale prevede tre premia da 7mila, 3mila e 2mila euro.

Tecnicamente trattavasi di un trasbordatore che veniva utilizzato per carico-scarico di merci direttamente da bordo nave. Di proprietà dell’Autorità portuale dal 1995 quando all’atto di costituzione delle Ap in Italia la ereditò dalla Capitaneria di Porto. Si trova sulla sponda sud del canale in corrispondenza della cosiddetta Area T, un ex magazzino di fosforite nei pressi del condominio Torre Zucchi. Venne smantellata alla vigilia della festa per la Capitale italiana della cultura, perché ritenuta non più sufficientemente stabile per garantire il passaggio delle persone in sicurezza. Venne smontata per un costo di 28mila euro e collocata nei cantieri navali della Rosetti Marino con la promessa di essere recuperata come simbolo del passato industriale del quartiere che si affaccia sull’acqua. Tra aprile e maggio scorsi il Comune ha lanciato il bando per un concorso di idee.

«La metafora naturale di chi dopo aver lavorato tanto riposa», si legge nella relazione illustrativa dell’architetto Malerba. Che poi continua: «Come se resosi conto della mutata condizione e tempi volesse riposizionarsi in modo più consono al nuovo ruolo senza dismettere la sua essenza e ricordo dell’attività svolta. Trasferire è la formula teorica alla base dell’intero progetto». E proprio qui sta il fulcro della progettazione. Il risultato finale non vuole essere un monumento da osservare in modo passivo ma vuole riproporre, trasformato completamente, l’intero sistema in cui il trasbordatore – da dipingere con vernice fluorescente nella nuova visione di Malerba – era l’attore protagonista di una triade completata dalla nave attraccata in banchina e dal magazzino dove stoccare le merci che venivano trasbordate: «La memoria della nave è trasferita nella piazza galleggiante collegata a terra dalla manica originale del trasbordatore che si presenta in buono stato eliminando le parti non necessarie. L’apertura del magazzino avviene trasferendo i muri laterali in mattoni a terra rendendoli pavimento. Il percorso della merce per mezzo del trasbordatore, dalla nave al magazzino, viene riproposto ma trasferito a percorso del pubblico».

Vale comunque la pena ricordare che il progetto è vincitore di un concorso di idee fatto dal Comune a titolo sostanzialmente esplorativo, come materiale per eventuali spunti e suggestioni su cui lavorare tenendo conto di eventuali budget e risorse stanziabili. Dal link qui sotto è possibile scaricare il pdf con la relazione dettagliata del progetto.

Terrazza a sei metri e piazza sull’acqua 800mila euro per la gru fluorescente

I dettagli del progetto vincitore del concorso di idee del Comune per il recupero del trasbordatore smontato dalle banchine a luglio 2015

La base della struttura per farne una terrazza panoramica affacciata sul Candiano a sei metri e mezzo di altezza, il braccio collocato a terra per diventare collegamento tra la banchina e una piazza galleggiante da realizzare in acciaio e legno, il vecchio magazzino sventrato per farne uno spazio aperto esaltato dal carrello con la draga. Sono questi, a grandi linee, i capisaldi del progetto dell’architetto Carlo Malerba di Torino che ha vinto il concorso di idee del Comune di Ravenna per il recupero dell’ultima gru di banchina in darsena di città smantellata a luglio 2015. Un progetto ipotizzato in quattro stralci per un costo sommario totale stimato in 800mila euro. Ben altri costi quelli previsti dai progettisti arrivati secondi (Elenora Branchini di Roma) e terzi (Andrea Morri di Rimini): rispettivamente 45mila euro e 32mila. Il concorso comunale prevede tre premia da 7mila, 3mila e 2mila euro.

Tecnicamente trattavasi di un trasbordatore che veniva utilizzato per carico-scarico di merci direttamente da bordo nave. Di proprietà dell’Autorità portuale dal 1995 quando all’atto di costituzione delle Ap in Italia la ereditò dalla Capitaneria di Porto. Si trova sulla sponda sud del canale in corrispondenza della cosiddetta Area T, un ex magazzino di fosforite nei pressi del condominio Torre Zucchi. Venne smantellata alla vigilia della festa per la Capitale italiana della cultura, perché ritenuta non più sufficientemente stabile per garantire il passaggio delle persone in sicurezza. Venne smontata per un costo di 28mila euro e collocata nei cantieri navali della Rosetti Marino con la promessa di essere recuperata come simbolo del passato industriale del quartiere che si affaccia sull’acqua. Tra aprile e maggio scorsi il Comune ha lanciato il bando per un concorso di idee.

«La metafora naturale di chi dopo aver lavorato tanto riposa», si legge nella relazione illustrativa dell’architetto Malerba. Che poi continua: «Come se resosi conto della mutata condizione e tempi volesse riposizionarsi in modo più consono al nuovo ruolo senza dismettere la sua essenza e ricordo dell’attività svolta. Trasferire è la formula teorica alla base dell’intero progetto». E proprio qui sta il fulcro della progettazione. Il risultato finale non vuole essere un monumento da osservare in modo passivo ma vuole riproporre, trasformato completamente, l’intero sistema in cui il trasbordatore – da dipingere con vernice fluorescente nella nuova visione di Malerba – era l’attore protagonista di una triade completata dalla nave attraccata in banchina e dal magazzino dove stoccare le merci che venivano trasbordate: «La memoria della nave è trasferita nella piazza galleggiante collegata a terra dalla manica originale del trasbordatore che si presenta in buono stato eliminando le parti non necessarie. L’apertura del magazzino avviene trasferendo i muri laterali in mattoni a terra rendendoli pavimento. Il percorso della merce per mezzo del trasbordatore, dalla nave al magazzino, viene riproposto ma trasferito a percorso del pubblico».

Vale comunque la pena ricordare che il progetto è vincitore di un concorso di idee fatto dal Comune a titolo sostanzialmente esplorativo, come materiale per eventuali spunti e suggestioni su cui lavorare tenendo conto di eventuali budget e risorse stanziabili. Dal link qui sotto è possibile scaricare il pdf con la relazione dettagliata del progetto.

La finestra dello spaccio: per l’eroina bastava infilare un braccio dalla strada

Arrestato un 29enne, denunciata la compagna 30enne

I carabinieri avevano notato un fitto via-vai di persone, alcune già note ai militari per il loro consumo di droga, nei pressi di un appartamento in centro a Ravenna: le persone si avvicinavano alla finestra del piano rialzato e allungavano la mano poi allontanandosi poco dopo. Fermando le persone che avevano appena fatto tappa alla finestra i carabinieri le hanno trovate in possesso di dosi di eroina. I carabinieri della stazione di via Alberoni a Ravenna, nella serata del 2 novembre, hanno arrestato un 29enne tunisino e denunciato la 30enne compagna italiana per spaccio. Stamani con la convalida dell’arresto il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. La donna, a conoscenza dell’attività del marito, dovrà rispondere per concorso nel medesimo reato.

I poliziotti annusano l’aria per strada e arrestano un coltivatore di marijuana

In manette un operaio 38enne: in casa aveva montato una serra con impianto di aerazione con canne fumarie senza filtri

L’odore nell’aria in strada era forte e i poliziotti della squadra mobile sono andati a naso per individuare l’abitazione da cui arrivava: un 38enne operaio è stato arrestato a Ravenna, nel pomeriggio del 2 novembre, in una abitazione del quartiere Alberti per coltivazione e detenzione di marijuana.

Gli agenti dell’Antidroga, una volta individuata la casa, si sono appostati in attesa dell’arrivo del proprietario di ritorno dal lavoro. La perquisizione dei locali permetteva di rinvenire una serra idroponica, completa di impianto di aereazione, irrigazione e illuminazione, dove erano in crescita cinque piante di marijuana alte circa 150 cm ognuna. In una altra stanza appese ad essiccare altre piante con infiorescenze già pronte per il consumo per un peso di circa 200 grammi. L’odore nel quartiere era provocato dell’impianto di aerazione che in maniera del tutto imprudente era stato costruito con canne fumarie che sfogavano senza filtri direttamente all’esterno.

Stamani il giudice ha convalidato l’arresto e disposto il processo per il prossimo 15 gennaio.

Dalla Regione 2,8 milioni per il Darsena Il sindaco: «Così Cervia cambia volto»

Via libera alla riqualificazione del magazzino. Diventerà un polo aperto
tutto l’anno tra «cultura, degustazione, commercio e benessere»

Il Magazzino Darsena di Cervia sarà recuperato grazie ai 2,850 milioni di euro di fondi che la Regione Emilia-Romagna ha stanziato per il progetto presentato dall’amministrazione. La Regione infatti ha approvato nei giorni scorsi complessivamente 24 progetti per un totale di 32 milioni di euro di risorse, cofinanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e per migliorare la competitività delle destinazioni turistiche.

L’amministrazione comunale ora pubblicherà il bando di gestione, che dovrà prevedere una progettazione sostenibile con proposte che sappiano coniugare – si legge sul sito del Comune – «aspetti culturali, commerciali, della ristorazione e del wellness».

Le proposte –spiegano dall’Amministrazione – «dovranno essere innovative» e non dovranno creare concorrenza agli esercizi commerciali presenti su quell’area, «valorizzando le caratteristiche del Magazzino», esempio di architettura industriale della fine ‘600.

In seguito, sulla base del progetto vincitore, sarà effettuata la gara per il lavori di ristrutturazione, che dovranno essere completati entro il 2019.

Complessivamente il costo stimato dei lavori per il recupero del Darsena è di circa 4,8 milioni di euro e l’Amministrazione comunale integrerà le risorse regionali con 1,950 milioni di euro di fondi propri.

Il recupero del Magazzino Darsena è un’opera strategica che andrà a completare la riqualificazione del Borgomarina e dell’asta del porto canale, già partita con il primo stralcio sotto la Torre e che sarà completata entro il 2018. Nel 2018 inoltre è prevista la riqualificazione e rifunzionalizzazione della vecchia darsena davanti al Magazzino.

«È un momento storico per la nostra città – è il commento entusiastico del sindaco Luca Coffari –: il progetto approvato dalla regione prevede la creazione di un polo aperto tutto l’anno con cultura, degustazione, commercio e benessere. Ringrazio in particolare il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore Andrea Corsini per aver finanziato il nostro progetto che cambierà davvero il volto della città».

Dalla Regione 2,8 milioni per il Darsena Il sindaco: «Così Cervia cambia volto»

Via libera alla riqualificazione del magazzino. Diventerà un polo aperto
tutto l’anno tra «cultura, degustazione, commercio e benessere»

Il Magazzino Darsena di Cervia sarà recuperato grazie ai 2,850 milioni di euro di fondi che la Regione Emilia-Romagna ha stanziato per il progetto presentato dall’amministrazione. La Regione infatti ha approvato nei giorni scorsi complessivamente 24 progetti per un totale di 32 milioni di euro di risorse, cofinanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e per migliorare la competitività delle destinazioni turistiche.

L’amministrazione comunale ora pubblicherà il bando di gestione, che dovrà prevedere una progettazione sostenibile con proposte che sappiano coniugare – si legge sul sito del Comune – «aspetti culturali, commerciali, della ristorazione e del wellness».

Le proposte –spiegano dall’Amministrazione – «dovranno essere innovative» e non dovranno creare concorrenza agli esercizi commerciali presenti su quell’area, «valorizzando le caratteristiche del Magazzino», esempio di architettura industriale della fine ‘600.

In seguito, sulla base del progetto vincitore, sarà effettuata la gara per il lavori di ristrutturazione, che dovranno essere completati entro il 2019.

Complessivamente il costo stimato dei lavori per il recupero del Darsena è di circa 4,8 milioni di euro e l’Amministrazione comunale integrerà le risorse regionali con 1,950 milioni di euro di fondi propri.

Il recupero del Magazzino Darsena è un’opera strategica che andrà a completare la riqualificazione del Borgomarina e dell’asta del porto canale, già partita con il primo stralcio sotto la Torre e che sarà completata entro il 2018. Nel 2018 inoltre è prevista la riqualificazione e rifunzionalizzazione della vecchia darsena davanti al Magazzino.

«È un momento storico per la nostra città – è il commento entusiastico del sindaco Luca Coffari –: il progetto approvato dalla regione prevede la creazione di un polo aperto tutto l’anno con cultura, degustazione, commercio e benessere. Ringrazio in particolare il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore Andrea Corsini per aver finanziato il nostro progetto che cambierà davvero il volto della città».

Dalla Regione 2,8 milioni per il Darsena Il sindaco: «Così Cervia cambia volto»

Via libera alla riqualificazione del magazzino. Diventerà un polo aperto tutto l’anno tra «cultura, degustazione, commercio e benessere»

Il Magazzino Darsena di Cervia sarà recuperato grazie ai 2,850 milioni di euro di fondi che la Regione Emilia-Romagna ha stanziato per il progetto presentato dall’amministrazione. La Regione infatti ha approvato nei giorni scorsi complessivamente 24 progetti per un totale di 32 milioni di euro di risorse, cofinanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e per migliorare la competitività delle destinazioni turistiche.

L’amministrazione comunale ora pubblicherà il bando di gestione, che dovrà prevedere una progettazione sostenibile con proposte che sappiano coniugare – si legge sul sito del Comune – «aspetti culturali, commerciali, della ristorazione e del wellness».

Le proposte –spiegano dall’Amministrazione – «dovranno essere innovative» e non dovranno creare concorrenza agli esercizi commerciali presenti su quell’area, «valorizzando le caratteristiche del Magazzino», esempio di architettura industriale della fine ‘600.

In seguito, sulla base del progetto vincitore, sarà effettuata la gara per il lavori di ristrutturazione, che dovranno essere completati entro il 2019.

Complessivamente il costo stimato dei lavori per il recupero del Darsena è di circa 4,8 milioni di euro e l’Amministrazione comunale integrerà le risorse regionali con 1,950 milioni di euro di fondi propri.

Il recupero del Magazzino Darsena è un’opera strategica che andrà a completare la riqualificazione del Borgomarina e dell’asta del porto canale, già partita con il primo stralcio sotto la Torre e che sarà completata entro il 2018. Nel 2018 inoltre è prevista la riqualificazione e rifunzionalizzazione della vecchia darsena davanti al Magazzino.

«È un momento storico per la nostra città – è il commento entusiastico del sindaco Luca Coffari –: il progetto approvato dalla regione prevede la creazione di un polo aperto tutto l’anno con cultura, degustazione, commercio e benessere. Ringrazio in particolare il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore Andrea Corsini per aver finanziato il nostro progetto che cambierà davvero il volto della città».

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