sabato
05 Luglio 2025

Faenza e Bagnacavallo in salsa asiatica

In Cina una piazza progettata dagli urbanisti manfredi con i simboli della città ravennate. In Giappone un edificio ispirato a Piazza Nuova

Si respira aria ravennate in estremo Oriente. A Jingdezhen, città da 1,5 milioni di abitanti in Cina, il 18 ottobre è stata inaugurata Faenza Square, uno spazio urbano progettato dai tecnici dell’urbanistica del Comune di Faenza in cui sono richiamati e riconoscibili alcuni simboli della città manfreda. A Joetsu, città da 200mila abitati in Giappone, il 5 novembre verrà inaugurato un edificio dal nome Piazza Nuova Shimo Monzen, esplicitamente ispirato all’originale di Bagnacavallo.

Dal 2013 la città di Jingdezhen è gemellata con Faenza nel segno della ceramica. La città della provincia dello Jiangxi, a ovest di Shanghai, è considerata la patria mondiale della porcellana, sede sin dalla metà del XII secolo della manifattura imperiale cinese. La realizzazione di una piazza dedicata a Faenza, idea nata dagli amministratori cinesi, vuole essere un riconoscimento per la tradizione ceramica faentina. Portata a termine in meno di tre anni da manodopera locale, Faenza Square copre un’area di di oltre 2.300 mq e si trova all’interno di un nuovo quartiere denominato Taoxichuan Ceramic District, sede di antiche manifatture e fornaci, interessato da un’importante opera di riqualificazione urbanistica. Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato una delegazione faentina guidata dal sindaco Giovanni Malpezzi e dall’assessore all’Urbanistica Domizio Piroddi: «Abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera del centro storico di Faenza, con riferimento, in particolare, alla nostra Piazza del Popolo, in un grande spazio che possa trasmettere un messaggio di tradizione e di identità, ma allo stesso tempo di innovazione in ambito culturale, economico e turistico».

L’edificio ispirato all’architettura bagnacavallese che verrà inaugurato nel Paese del Sol Levante è stato realizzato dall’azienda Quals, catena giapponese di ristoranti italiani, per volontà del titolare Toshiyuki Takanami che visitando Bagnacavallo, «ha riscontrato – scrive l’ufficio stampa della Bassa Romagna – nella settecentesca Piazza Nuova una vera immagine di italianità». La settecentesca piazza ovale porticata fu costruita per ospitare il mercato, con le macellerie, le pescherie e le botteghe dell’olio. È il primo esempio in Romagna di centro attrezzato per il commercio. Restaurata negli anni ’90, oggi ospita un’osteria, un’enoteca e un laboratorio artigianale. All’interno della struttura realizzata a sua ispirazione è previsto trovino sede locali di vendita di prodotti alimentari e vini importati dall’Italia. Al taglio del nastro sarà presente il sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni. «La trasferta – spiegano ancora dall’ufficio stampa – è frutto di un’iniziativa congiunta tra Massimo Randi, titolare insieme al fratello Denis dell’azienda agricola Randi di Fusignano, che fa parte del consorzio “il Bagnacavallo” e produce tra gli altri i vini Burson e Rambela, e Takanami». Momenti di promozione del territorio da parte di Proni sono in programma il 4 e il 6 novembre, a Tokyo e a Fukui, in occasione di degustazioni con i vini di Randi, che accompagneranno anche l’inaugurazione di Piazza Nuova Shimo Monzen.

Il consulente smart che deve portare il Comune nel digitale: «Addio burocrati»

A Michele Vianello un incarico da 20mila euro. Tra i riferimenti dell’esperto di social e web il sito della Casa Bianca e le capacità di Obama

È in missione per conto del digitale. Michele Vianello ha ricevuto dal Comune di Ravenna due incarichi di consulenza esterna (20mila euro la spesa totale per le casse pubbliche) per la digitalizzazione dell’attività pubblica, in particolare nei rapporti con il cittadino. Vianello è esperto di smart city, agenda digitale, social network e web marketing. Conosce bene la macchina pubblica: in passato è stato per dieci anni vicesindaco di Venezia, la città dove è nato e dove vive. Ha scritto diversi libri sul tema e si occupa di formazione anche nel settore privato.

Di cosa si sta occupando con il Comune?
«Il quadro di riferimento è la digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana. Non si tratta di comprare software o hardware, perché forse le Pa ne hanno anche troppi, ma bisogna lavorare per analizzare i processi di interazione con i cittadini, digitalizzarli il più possibile, renderli trasparenti, più efficienti. È un lavoro che faccio con molte amministrazioni da tempo».

Quanto erano smart gli uffici del governo locale?
«Non collaboro da molto, per ora posso dire di aver trovato punte di eccellenza in alcuni settori e altri dove invece bisogna proprio lavorare per rispettare gli obblighi legislativi. La legge mette il cittadino al centro di tutto garantendogli libero accesso agli atti pubblici. Questi sono i principi, poi c’è la pratica».

Qual è la città smart?
«Non è quella dove c’è il wifi nel lampione in strada ma quella dove le persone utilizzano le tecnologie come strumento».

Come uscirà la pubblica ammininistrazione ravennate dalla cura Vianello?
«Il biennio 2016-17 va considerato un periodo di transizione in cui mettere le basi per i prossimi dieci anni. Una delle cose da fare è sicuramente un nuovo portale internet perché quello attuale appartiene a un’altra generazione: il cittadino deve avere la possibilità di un accesso migliore a ciò che è pubblico e, per come la vedo io, deve trovare gli spazi per interagire con il Comune che non sono i social network anche se la presenza è indispensabile. Il nuovo sito deve essere un luogo dove il sindaco parla con i cittadini: nella mia idea ci devono essere i contatti per Whatsapp e per Skype».

C’è qualche esempio di riferimento?
«Whitehouse.gov».

Abbiamo già visto in altri settori che l’innovazione ha ucciso alcuni ruoli professionali e ne ha creati di nuovi. Succede anche nella pubblica amministrazione?
«Di sicuro i ruoli burocratici più tradizionali sono a rischio: dobbiamo digitalizzare il lavoro stupido, l’assistenza compilazione moduli. Questa parte deve essere interamente online. Faccio un paragone con Amazon: non vado a uno sportello per compilare l’ordine e allo stesso modo devono esserci sempre più procedure che riguardano la pubblica amministrazione in cui il cittadino può fare tutto dal suo computer. La digitalizzazione deve togliere burocrazia per esaltare la professionalità dei lavoratori. Avremo invece bisogno di nuove figure che assistano i cittadini nella fase di transizione: abbiamo bisogno di aumentare la cultura digitale, serve un front office che spieghi il metodo digitale all’utente».

Indispensabile la presenza sui social per la Pa? Il numero di follower o fan ha un significato?
«La prima lezione che cerco di trasmettere è che non mi frega niente di quei numeri; conta la qualità. Una pubblica amministrazione non è Madonna o Bruce Springsteen che hanno milioni di follower e solo pochi following, la Pa sui social deve prima di tutto ascoltare. In questo Obama è un maestro perché ha molta interazione con i cittadini, in prima persona o tramite il suo staff. Perché quando sbarchi sui social poi devi rispondere sempre, a patto ovviamente che le domande arrivino rispettando le regole che vanno fissate. La mia pagina Fb è casa mia, entri e ti pulisci le scarpe e parli educatamente. Altrimenti ti butto fuori. Regole di ingaggio chiare e fissate a priori».

Presenza necessaria in tutti i social?
«Twitter e Facebook di sicuro, ma ognuno utilizzato in un modo specifico. Twitter ad esempio si è ormai affermato come grande strumento per le attività di protezione civile, Facebook invece è quello del dialogo anche se ammetto di odiarlo con tutto me stesso perché è un luogo in cui succede anche di dare sfogo alle peggiori pulsioni umane. Anche Instagram secondo me può essere uno strumento importante per il pubblico».

La recente Notte d’Oro ha visto il primo hackaton a Ravenna (tra i correlati l’intervista ai vincitori). Che cosa portano queste iniziative?
«Per legge le pubbliche amministrazioni devono mettere i loro dati a disposizione, i cosiddetti open data. Allora l’intuizione è questa: mettiamo sul tavolo i dati del turismo per ottenere cose che servono all’economia della città. Il concetto di open data ha senso se ne viene un beneficio per l’economia della città. In questo caso sono state sviluppate delle app utili per il turismo. Un giorno si potrebbe andare a prendere quei progetti per realizzarli o svilupparli».

L’hackaton rientra tra le iniziative a sostegno di innovazione e startup come possono essere ad esempio gli spazi di coworking sostenuti dal Comune. È giusto che il pubblico sostenga l’iniziativa privata di questi settori?
«Giusto e corretto. Per legge il pubblico oggi deve sviluppare la cultura digitale, è una novità legislativa. Perché se non c’è cultura digitale poi il pubblico può mettere in piedi tutti gli strumenti migliori ma resteranno inutilizzati. Insomma è la solita legge del mercato: bisogna lavorare sia sull’offerta che sulla domanda. Il pubblico deve migliorare la sua offerta di servizi e al tempo stesso deve insegnare ai cittadini a fare domanda di quei servizi».

Il consulente smart che deve portare il Comune nel digitale: «Addio burocrati»

A Michele Vianello un incarico da 20mila euro. Tra i riferimenti dell’esperto di social e web il sito della Casa Bianca e le capacità di Obama

È in missione per conto del digitale. Michele Vianello ha ricevuto dal Comune di Ravenna due incarichi di consulenza esterna (20mila euro la spesa totale per le casse pubbliche) per la digitalizzazione dell’attività pubblica, in particolare nei rapporti con il cittadino. Vianello è esperto di smart city, agenda digitale, social network e web marketing. Conosce bene la macchina pubblica: in passato è stato per dieci anni vicesindaco di Venezia, la città dove è nato e dove vive. Ha scritto diversi libri sul tema e si occupa di formazione anche nel settore privato.

Di cosa si sta occupando con il Comune?
«Il quadro di riferimento è la digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana. Non si tratta di comprare software o hardware, perché forse le Pa ne hanno anche troppi, ma bisogna lavorare per analizzare i processi di interazione con i cittadini, digitalizzarli il più possibile, renderli trasparenti, più efficienti. È un lavoro che faccio con molte amministrazioni da tempo».

Quanto erano smart gli uffici del governo locale?
«Non collaboro da molto, per ora posso dire di aver trovato punte di eccellenza in alcuni settori e altri dove invece bisogna proprio lavorare per rispettare gli obblighi legislativi. La legge mette il cittadino al centro di tutto garantendogli libero accesso agli atti pubblici. Questi sono i principi, poi c’è la pratica».

Qual è la città smart?
«Non è quella dove c’è il wifi nel lampione in strada ma quella dove le persone utilizzano le tecnologie come strumento».

Come uscirà la pubblica ammininistrazione ravennate dalla cura Vianello?
«Il biennio 2016-17 va considerato un periodo di transizione in cui mettere le basi per i prossimi dieci anni. Una delle cose da fare è sicuramente un nuovo portale internet perché quello attuale appartiene a un’altra generazione: il cittadino deve avere la possibilità di un accesso migliore a ciò che è pubblico e, per come la vedo io, deve trovare gli spazi per interagire con il Comune che non sono i social network anche se la presenza è indispensabile. Il nuovo sito deve essere un luogo dove il sindaco parla con i cittadini: nella mia idea ci devono essere i contatti per Whatsapp e per Skype».

C’è qualche esempio di riferimento?
«Whitehouse.gov».

Abbiamo già visto in altri settori che l’innovazione ha ucciso alcuni ruoli professionali e ne ha creati di nuovi. Succede anche nella pubblica amministrazione?
«Di sicuro i ruoli burocratici più tradizionali sono a rischio: dobbiamo digitalizzare il lavoro stupido, l’assistenza compilazione moduli. Questa parte deve essere interamente online. Faccio un paragone con Amazon: non vado a uno sportello per compilare l’ordine e allo stesso modo devono esserci sempre più procedure che riguardano la pubblica amministrazione in cui il cittadino può fare tutto dal suo computer. La digitalizzazione deve togliere burocrazia per esaltare la professionalità dei lavoratori. Avremo invece bisogno di nuove figure che assistano i cittadini nella fase di transizione: abbiamo bisogno di aumentare la cultura digitale, serve un front office che spieghi il metodo digitale all’utente».

Indispensabile la presenza sui social per la Pa? Il numero di follower o fan ha un significato?
«La prima lezione che cerco di trasmettere è che non mi frega niente di quei numeri; conta la qualità. Una pubblica amministrazione non è Madonna o Bruce Springsteen che hanno milioni di follower e solo pochi following, la Pa sui social deve prima di tutto ascoltare. In questo Obama è un maestro perché ha molta interazione con i cittadini, in prima persona o tramite il suo staff. Perché quando sbarchi sui social poi devi rispondere sempre, a patto ovviamente che le domande arrivino rispettando le regole che vanno fissate. La mia pagina Fb è casa mia, entri e ti pulisci le scarpe e parli educatamente. Altrimenti ti butto fuori. Regole di ingaggio chiare e fissate a priori».

Presenza necessaria in tutti i social?
«Twitter e Facebook di sicuro, ma ognuno utilizzato in un modo specifico. Twitter ad esempio si è ormai affermato come grande strumento per le attività di protezione civile, Facebook invece è quello del dialogo anche se ammetto di odiarlo con tutto me stesso perché è un luogo in cui succede anche di dare sfogo alle peggiori pulsioni umane. Anche Instagram secondo me può essere uno strumento importante per il pubblico».

La recente Notte d’Oro ha visto il primo hackaton a Ravenna (tra i correlati l’intervista ai vincitori). Che cosa portano queste iniziative?
«Per legge le pubbliche amministrazioni devono mettere i loro dati a disposizione, i cosiddetti open data. Allora l’intuizione è questa: mettiamo sul tavolo i dati del turismo per ottenere cose che servono all’economia della città. Il concetto di open data ha senso se ne viene un beneficio per l’economia della città. In questo caso sono state sviluppate delle app utili per il turismo. Un giorno si potrebbe andare a prendere quei progetti per realizzarli o svilupparli».

L’hackaton rientra tra le iniziative a sostegno di innovazione e startup come possono essere ad esempio gli spazi di coworking sostenuti dal Comune. È giusto che il pubblico sostenga l’iniziativa privata di questi settori?
«Giusto e corretto. Per legge il pubblico oggi deve sviluppare la cultura digitale, è una novità legislativa. Perché se non c’è cultura digitale poi il pubblico può mettere in piedi tutti gli strumenti migliori ma resteranno inutilizzati. Insomma è la solita legge del mercato: bisogna lavorare sia sull’offerta che sulla domanda. Il pubblico deve migliorare la sua offerta di servizi e al tempo stesso deve insegnare ai cittadini a fare domanda di quei servizi».

Primo gol in India per Succi, il bomber dell’ultima promozione del Ravenna in B

Le 18 reti del Cigno determinanti per arrivare in cadetteria nel 2007. Ora milita nel Chennaiyin allenato dall’ex interista Materazzi

Esattamente dieci anni fa trascinò il Ravenna alla vittoria della C1 2006-07 con un contributo di 18 gol fondamentale per conquistare l’ultima promozione in B dei giallorossi e oggi ha segnato il suo primo gol nel massimo campionato indiano con la maglia del Chennaiyin alla sua terza presenza (guarda il video): Davide Succi, detto il Cigno, non ha perso il vizio di segnare.

L’attaccante di Bologna che ha compiuto 35 anni una settimana fa occupa un posto speciale nel cuore dei tifosi ravennati: in totale 41 reti in 103 presenze dal 2005 al 2008. Con Vincenzo Chianese (19 reti nel 2006-07) costituì una coppia di lusso raramente apprezzata in altre epoche al Benelli. Nel campionato di B del 2007-08 si distinse con 17 reti ma non bastarono per la salvezza.

Le prestazioni in giallorosso gli valsero il passaggio al Palermo in serie A. Poi Bologna e poi Padova dal 2010. La prima stagione in Veneto iniziò in modo eccezionale con 15 reti in 20 partite. Fino all’infortunio di gennaio 2011: rottura del tendine d’Achille sinistro e lunghissimo stop. Fino al 26 marzo 2012 quando tornò titolare segnando a Vicenza. Nell’estate del 2012 il ritorno in Romagna, sponda bianconera: con il Cesena è rimasto quattro stagioni tra B e A. Lo scorso agosto il passaggio in India, agli ordini dell’allenatore Marco Materazzi.

Primo gol in India per Succi, il bomber dell’ultima promozione del Ravenna in B

Le 18 reti del Cigno determinanti per arrivare in cadetteria nel 2007. Ora milita nel Chennaiyin allenato dall’ex interista Materazzi

Esattamente dieci anni fa trascinò il Ravenna alla vittoria della C1 2006-07 con un contributo di 18 gol fondamentale per conquistare l’ultima promozione in B dei giallorossi e oggi ha segnato il suo primo gol nel massimo campionato indiano con la maglia del Chennaiyin alla sua terza presenza (guarda il video): Davide Succi, detto il Cigno, non ha perso il vizio di segnare.

L’attaccante di Bologna che ha compiuto 35 anni una settimana fa occupa un posto speciale nel cuore dei tifosi ravennati: in totale 41 reti in 103 presenze dal 2005 al 2008. Con Vincenzo Chianese (19 reti nel 2006-07) costituì una coppia di lusso raramente apprezzata in altre epoche al Benelli. Nel campionato di B del 2007-08 si distinse con 17 reti ma non bastarono per la salvezza.

Le prestazioni in giallorosso gli valsero il passaggio al Palermo in serie A. Poi Bologna e poi Padova dal 2010. La prima stagione in Veneto iniziò in modo eccezionale con 15 reti in 20 partite. Fino all’infortunio di gennaio 2011: rottura del tendine d’Achille sinistro e lunghissimo stop. Fino al 26 marzo 2012 quando tornò titolare segnando a Vicenza. Nell’estate del 2012 il ritorno in Romagna, sponda bianconera: con il Cesena è rimasto quattro stagioni tra B e A. Lo scorso agosto il passaggio in India, agli ordini dell’allenatore Marco Materazzi.

Halloween: la visita guidata tra i delitti fa indignare un’amica di Giulia Ballestri

La 39enne uccisa a bastonate un mese fa. Il volantino del Comune: «Ravenna misteriosa tra simboli nascosti e delitti dall’antichità a oggi»

Per il weekend di Halloween il servizio Turismo del Comune di Ravenna propone diverse iniziative tra cui le “Passeggiate tra mistero e delitto” che su un volantino promozionale vengono descritte come «visite guidate alla scoperta di una Ravenna misteriosa tra simboli nascosti e delitti dall’antichità a oggi»: i riferimenti nella descrizione hanno fatto indignare un’amica di Giulia Ballestri, la 39enne uccisa a bastonate un mese fa, che ci ha inviato una lettera alla redazione per manifestare il suo disappunto nei confronti di una iniziativa promossa dall’amministrazione pubblica. Ecco la lettera che abbiamo ricevuto via email da una lettrice che preferisce firmarsi semplicemente “un’amica di Giulia”.

Gentile Redazione,

stamattina vedendo il ricco programma che il Comune di Ravenna ha organizzato in occasione di Halloween, sono stata attirata da un evento in particolare: su prenotazione, “Visite guidate tra misteri e delitti dall’antichità ad oggi”. Il cuore mi sobbalza. Rileggo e mi chiedo se ho letto bene: “Ad oggi”. Guardo l’autore del volantino. È proprio l’ufficio del Turismo di Ravenna, patrimonio dell’Unesco. Mi vengono in mente in un lampo tante cose, i mosaici, la bellezza incredibile della nostra città, il volto di Giulia, gli articoli di giornale che non parlano d’altro e questa locandina. Così incredibilmente intrisa di superficialità.

Vorrei chiamare ma so che tanto mi sentirò rispondere: “Ma il programma era già stato scritto tempo fa”, “Ma non intendevamo assolutamente mancare di rispetto a nessuno”, “Ma non è previsto nessun riferimento agli ultimi fatti accaduti”.

Desisterei subito e lascerei cadere tutto nel vuoto se non fosse per quel volto che da un mese e più abbiamo tutti davanti agli occhi: noi comunità di donne, noi comunità silenziosa di mamme, noi comunità di cittadini. È Giulia, e tutte le persone tragicamente morte come lei, che mi spinge a scrivere. È per lei, per loro, che voglio chiedere per lo meno un po’ di rispetto. Un po’ di buon gusto. La passeggiata fatela tra i mosaici, fatela lungo le vie che parlano della nostra grande storia, fatela tra la tomba di Dante e San Vitale. E prima di scrivere, correggere la bozza, stampare, pubblicare, diffondere… pensate.

Si sa, la festa di Halloween ha meno valore, in una città come Ravenna, della sagra della castagna in una frazione dell’appennino. Ma ormai, la legge del mercato la prevede. Allora facciamola pure, facciamo un bel carnevale in noir, divertiamoci a tener lontane le nostre paure così, se ci può servire. Ma limitiamoci, per favore,a chiedere dolcetto o scherzetto. E per chi vorrà, a calendario, potrà ricordare la festa di tutti i Santi e dei nostri cari.

L’opposizione si mostra compatta e porta i casi Acer e Ap in consiglio comunale

Richiesta da tutti i consiglieri di minoranza per due sedute straordinarie dedicate alla gestione delle case popolari e allo stallo del porto

I sette schieramenti di opposizione in consiglio comunale a Ravenna si compattano e portano in assemblea i casi Acer e Ap: la gestione dell’azienda pubblica delle case popolari e lo stallo in cui si trova il porto saranno i temi di due sedute straordinarie richieste dai dodici consiglieri di minoranza.

Per quanto riguarda Acer, la richiesta è per «valutare l’operato nel mandato 2011-16 nella prospettiva del nuovo mandato 2016-2021 e del conseguente prossimo rinnovo degli organi dirigenti». Come detto, Acer è l’azienda pubblica di cui il Comune si avvale, unitariamente agli altri enti locali della provincia, per la gestione delle proprie case popolari e del proprio ufficio Casa. In totale in provincia circa cinquemila alloggi. Quattro le questioni che secondo l’opposizione andranno chiarite: la presunta mancanza di requisiti professionali per i membri del cda, la costituzione e poi soppressione di due società di scopo senza un rendiconto dettagliato, le assunzioni con concorso sotto indagine della guardia di finanza, i contenziosi giudiziari pendenti con dipendenti.

A proposito del porto invece si fa richiesta di una «informativa in merito alla gestione dell’Autorità portuale di Ravenna da parte del commissario straordinario Giuseppe Meli, con particolare riferimento all’eventuale conflitto di interessi presente in Sapir, nonché alla problematica dello svuotamento delle casse di colmata» e «l’illustrazione del progetto di escavo dei fondali elaborato durante il periodo di commissariamento, non ancora depositato in Comune ai fini dell’iter di approvazione». Tra i temi da affrontare anche il clima all’interno degli uffici dell’ente dopo il caso emerso nelle scorse settimane di un funzionario ai domiciliari per stalking nei confronti dei vertici e la replica dell’interessato che accusa i vertici di operazioni non trasparenti.

A presentare le richieste di seduta straordinaria sono stati i consiglieri Massimiliano Alberghini (Gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Forza Italia), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Gianfilippo Nicola Rolando, Samantha Gardin, Learco Tavoni e Rosanna Biondi (Lega Nord), Maurizio Bucci (Pigna), Michela Guerra, Samantha Tardi, Marco Maiolini (Cambierà), Raffaella Sutter (Ric).

L’opposizione si mostra compatta e porta i casi Acer e Ap in consiglio comunale

Richiesta da tutti i consiglieri di minoranza per due sedute straordinarie dedicate alla gestione delle case popolari e allo stallo del porto

I sette schieramenti di opposizione in consiglio comunale a Ravenna si compattano e portano in assemblea i casi Acer e Ap: la gestione dell’azienda pubblica delle case popolari e lo stallo in cui si trova il porto saranno i temi di due sedute straordinarie richieste dai dodici consiglieri di minoranza.

Per quanto riguarda Acer, la richiesta è per «valutare l’operato nel mandato 2011-16 nella prospettiva del nuovo mandato 2016-2021 e del conseguente prossimo rinnovo degli organi dirigenti». Come detto, Acer è l’azienda pubblica di cui il Comune si avvale, unitariamente agli altri enti locali della provincia, per la gestione delle proprie case popolari e del proprio ufficio Casa. In totale in provincia circa cinquemila alloggi. Quattro le questioni che secondo l’opposizione andranno chiarite: la presunta mancanza di requisiti professionali per i membri del cda, la costituzione e poi soppressione di due società di scopo senza un rendiconto dettagliato, le assunzioni con concorso sotto indagine della guardia di finanza, i contenziosi giudiziari pendenti con dipendenti.

A proposito del porto invece si fa richiesta di una «informativa in merito alla gestione dell’Autorità portuale di Ravenna da parte del commissario straordinario Giuseppe Meli, con particolare riferimento all’eventuale conflitto di interessi presente in Sapir, nonché alla problematica dello svuotamento delle casse di colmata» e «l’illustrazione del progetto di escavo dei fondali elaborato durante il periodo di commissariamento, non ancora depositato in Comune ai fini dell’iter di approvazione». Tra i temi da affrontare anche il clima all’interno degli uffici dell’ente dopo il caso emerso nelle scorse settimane di un funzionario ai domiciliari per stalking nei confronti dei vertici e la replica dell’interessato che accusa i vertici di operazioni non trasparenti.

A presentare le richieste di seduta straordinaria sono stati i consiglieri Massimiliano Alberghini (Gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Forza Italia), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Gianfilippo Nicola Rolando, Samantha Gardin, Learco Tavoni e Rosanna Biondi (Lega Nord), Maurizio Bucci (Pigna), Michela Guerra, Samantha Tardi, Marco Maiolini (Cambierà), Raffaella Sutter (Ric).

L’opposizione si mostra compatta e porta i casi Acer e Ap in consiglio comunale

Richiesta da tutti i consiglieri di minoranza per due sedute straordinarie dedicate alla gestione delle case popolari e allo stallo del porto

I sette schieramenti di opposizione in consiglio comunale a Ravenna si compattano e portano in assemblea i casi Acer e Ap: la gestione dell’azienda pubblica delle case popolari e lo stallo in cui si trova il porto saranno i temi di due sedute straordinarie richieste dai dodici consiglieri di minoranza.

Per quanto riguarda Acer, la richiesta è per «valutare l’operato nel mandato 2011-16 nella prospettiva del nuovo mandato 2016-2021 e del conseguente prossimo rinnovo degli organi dirigenti». Come detto, Acer è l’azienda pubblica di cui il Comune si avvale, unitariamente agli altri enti locali della provincia, per la gestione delle proprie case popolari e del proprio ufficio Casa. In totale in provincia circa cinquemila alloggi. Quattro le questioni che secondo l’opposizione andranno chiarite: la presunta mancanza di requisiti professionali per i membri del cda, la costituzione e poi soppressione di due società di scopo senza un rendiconto dettagliato, le assunzioni con concorso sotto indagine della guardia di finanza, i contenziosi giudiziari pendenti con dipendenti.

A proposito del porto invece si fa richiesta di una «informativa in merito alla gestione dell’Autorità portuale di Ravenna da parte del commissario straordinario Giuseppe Meli, con particolare riferimento all’eventuale conflitto di interessi presente in Sapir, nonché alla problematica dello svuotamento delle casse di colmata» e «l’illustrazione del progetto di escavo dei fondali elaborato durante il periodo di commissariamento, non ancora depositato in Comune ai fini dell’iter di approvazione». Tra i temi da affrontare anche il clima all’interno degli uffici dell’ente dopo il caso emerso nelle scorse settimane di un funzionario ai domiciliari per stalking nei confronti dei vertici e la replica dell’interessato che accusa i vertici di operazioni non trasparenti.

A presentare le richieste di seduta straordinaria sono stati i consiglieri Massimiliano Alberghini (Gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Forza Italia), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Gianfilippo Nicola Rolando, Samantha Gardin, Learco Tavoni e Rosanna Biondi (Lega Nord), Maurizio Bucci (Pigna), Michela Guerra, Samantha Tardi, Marco Maiolini (Cambierà), Raffaella Sutter (Ric).

«I lavori al ponte dell’Albergone sono in ritardo ma si può recuperare»

L’assessore di Bagnacavallo fa il punto sulle opere di adeguamento: da previsioni dovrebbero concludersi il 10 febbraio

I lavori cominciati l’1 settembre per l’adeguamento statico, sismico e funzionale del ponte della statale 253 San Vitale sul fiume Lamone (tra Bagnacavallo e Russi nei pressi di Traversara) sono in ritardo rispetto alla tabella di marcia ma nei quasi quattro mesi che restano rispetto ai tempi inizialmente previsti il ritardo è recuperabile. L’ha affermato Simone Venieri, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bagnacavallo, il 18 ottobre rispondendo a un question time in consiglio comunale. «Qualche giorno di ritardo a causa dei tempi burocratici per piccoli subappalti e per le sistemazioni del cantiere a norma di legge relativamente alla sicurezza. Il 17 ottobre i lavori sono ricominciati».

La durata prevista è di 165 giorni (quindi fino al 10 febbraio) e 165 giorni (fino al 27 luglio) per il ponte sul fiume Senio tra Bagnacavallo e Lugo. «Il bando risale al 2014, l’appalto è stato aggiudicato alla ditta Pinciara di Milano, subentrata alla ditta Edilturci. I rapporti contrattuali sono quindi unicamente con la ditta Pinciara, dove ora lavora una parte di personale prima impiegato nella Edilturci: si tratta di operai e tecnici già conosciuti dalla Provincia di Ravenna, per la quale hanno lavorato in passato con risultati più che soddisfacenti».

Le opere sono finalizzate al completo ripristino funzionale dei due ponti, al loro adeguamento alla vigente normativa sismica e a quella relativa alle barriere di sicurezza: «Erano quindi assolutamente necessarie – ha concluso l’assessore –. Sia la Provincia sia il Comune di Bagnacavallo sono però consapevoli dei disagi arrecati alle attività e ai cittadini. Per questo motivo nei mesi scorsi sono stati fatti incontri, in particolare con le associazioni di categoria, con le quali sono state condivise le criticità. L’impegno che questa amministrazione si assume è di monitorare costantemente la situazione, in stretto contatto con la responsabile del procedimento e con il direttore dei lavori della Provincia, affinché venga fatto ogni sforzo per far sì che i tempi previsti vengano rispettati e i disagi siano quindi ridotti al minimo».

Da anni maltrattava i genitori per avere i soldi per la droga: 40enne arrestato

Messaggi e telefonate continue, fino alle minacce di morte

Dopo anni di maltrattamenti subiti hanno deciso di dire basta e si sono rivolti ai carabinieri per denunciare quel figlio che pretendeva somme di denaro per comprare la droga: i carabinieri di Bagnacavallo, dopo la segnalazione alla procura della Repubblica, hanno arrestato un 40enne del posto eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare. L’uomo tartassava i genitori sprezzante di ogni forma di prescrizione, arrivando fino a minacciarli di morte quando non otteneva il denaro richiesto. Le sue pressioni avvenivano con telefonate e messaggi, appostamenti davanti a casa.

Perini (Ama Ravenna): «Intitoliamo il teatro Almagià al cittadino onorario Dario Fo»

Il consigliere comunale propone l’intitolazione dopo la scomparsa del Nobel che scrisse “La vera storia di Ravenna”

Intitolare l’Almagià a Dario Fo. È la proposta del consigliere comunale Daniele Perini (Ama Ravenna) dopo la scomparsa del trammaturgo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, per lo spazio polivalente in darsena di città. Come ricorda lo stesso Perini, Fo era legato da un rapporto molto stretto con la nostra città sia sotto il profilo artistico che sociale: «Aveva pubblicato nel 1998 “La vera storia di Ravenna”, contribuendo a creare un rapporto nuovo tra comunità e cittadini, istituzioni scolastiche e mondo artistico e l’anno successivo ricevette il riconoscimento di cittadino onorario dall’allora sindaco Vidmer Mercatali».

Ecco perché «si propone in riferimento alla Rete Almagià nata dall’unione di varie associazioni culturali di Ravenna, impegnate nell’attività di ricerca e alimentazione artistica (dalla promozione del teatro di figura tradizionale e contemporanea, alla ricerca e sperimentazione teatrale, alla diffusione della cultura musicale tra i giovani e della danza contemporanea), di intitolare a Dario Fo il teatro Almagià, dall’identità plurima e variegata così come composite e multifattoriali erano, e sono, l’impegno e l’arte del Maestro».

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