Si è sentito male in Sicilia, dove viveva. Martedì 12 novembre i funerali a Ravenna
È morto a 84 anni Arturo Ferruzzi, figlio di Serafino, fondatore dell’omonimo Gruppo ravennate, colosso agro-alimentare che salì alla ribalta delle cronache negli anni ottanta quando diventò azionista di maggioranza della Montedison.
Arturo fu protagonista dell’ascesa e della successiva crisi dell’azienda, con la guida anche di suo cognato Raul Gardini (marito di una delle tre sorelle Ferruzzi, Idina).
Dal suo primo matrimonio con Emanuela Serena Monghini, Arturo Ferruzzi ha avuto tre figli: Desideria, Massimiliano e Diletta. Nel 2001, poi – come ricorda il Corriere della Sera – ha sposato Maria Cristina Busi, presidente di Confindustria Catania e proprietaria di alcuni stabilimenti di imbottigliamento della Coca Cola. Da alcuni anni, Arturo Ferruzzi aveva iniziato a seguire il business della moglie, spostandosi a vivere in Sicilia. È deceduto a Noto, a seguito di un malore avvertito tra le 19 e le 20 della sera di venerdì 8 novembre. Da tempo soffriva di problemi cardiaci.
I funerali si terranno martedì 12 novembre a Ravenna, nella basilica di San Francesco, alle ore 11.
La nostra intervista al candidato del centrosinistra: «Una promessa? Integrazione tra i 4 aeroporti»
De Passcale nel corso dell’ultimo comizio a Ravenna, il 7 novembre in darsena (foto Argnani)
Pubblichiamo la prima delle interviste ai due principali candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna. Partiamo da Michele de Pascale, sindaco uscente di Ravenna, sostenuto da una coalizione di centrosinistra che vede alleate cinque liste: il Pd, l’alleanza Verdi-Sinistra, il Movimento 5 Stelle, la lista Civici con De Pascale Presidente e quella “Riformisti Emilia Romagna Futura” (che comprende +Europa, Pri, Azione e Psi).
Ecco le risposte alle nostre domande, uguali a quelle che abbiamo sottoposto anche a Elena Ugolini del centrodestra.
Nome: «Michele de Pascale». Luogo e data di nascita: «Cesena, 20 gennaio 1985». Attuale residenza: «Cervia». Titolo di studio: «Maturità scientifica». Professione: «Sindaco di Ravenna». Dichiarazione dei redditi 2023: «Reddito lordo 153.071 euro». Stato civile: «Coniugato». Figli: «Due». Hobby: «Teatro, sport e lettura». Ultima tessera di partito: «Pd». Per chi ha votato alle ultime elezioni europee e politiche: «Pd e Pd».
Foto Marco Parollo
Perché si candida alla guida della Regione?
«Penso di poter essere utile alla mia comunità e per chi ha passione politica ed è figlio di questa terra, la guida della Regione Emilia-Romagna è lo strumento più forte per incidere nella vita delle persone».
Un suo modello di riferimento per questo ruolo?
«Sono molto legato a entrambi i miei predecessori, vorrei ispirarmi al meglio delle caratteristiche di Stefano Bonaccini e Vasco Errani».
Idee e proposte per migliore la sanità a parità di risorse dallo Stato.
«Noi abbiamo dato battaglia per aumentare le risorse, ma abbiamo anche elaborato proposte all’insegna di una parola chiave che è appropriatezza. Dobbiamo essere capaci di assistere le persone per le loro necessità e indirizzarle verso i servizi di cui hanno davvero bisogno. Per farlo bisogna potenziare i servizi territoriali, che significa anche un risparmio in termini economici, e valorizzare tutte le professionalità sanitarie, in particolare quelle infermieristiche. Inoltre serve un enorme investimento sulla prevenzione, che fa risparmiare e non aumenta la spesa. Detto questo, ribadisco: ci deve essere un incremento delle risorse da parte dello Stato».
Negli ultimi due anni siamo stati più volte colpiti dalle alluvioni, in particolare in Romagna, ma non solo. Quali responsabilità ha avuto secondo lei la Regione?
«La premessa necessaria è che siamo di fronte a eventi climatici inediti per violenza e dobbiamo riconoscerlo tutti; il malato che nega la malattia di norma muore. E per conoscerla bene, questa malattia, bisogna andare sulla collina romagnola. Io credo che tutti si debbano sentire chiamati a un’assunzione di responsabilità nella grande carenza di politiche per la prevenzione di questi anni, e chi cerca di attribuirla solo a una parte, sbaglia. La politica a ogni livello non ha fatto abbastanza, chiunque abbia governato negli ultimi 14 anni e questo vale per lo Stato, le Regioni e anche i Comuni. Io l’ho ben compreso, ma altri no e stanno banalizzando il problema. Dopo gli eventi dell’anno scorso, il governo ha aumentato risorse per la prevenzione? Non lo ha fatto. Io vorrei farlo e non solo per i territori già colpiti, ma anche per quelli, fino a Piacenza, che ancora non sono stati toccati, perché potrebbero essere i prossimi. Sappiamo che per conformazione la Romagna, Bolognese e Ferrarese sono i territori più fragili, ma non sono gli unici a rischio. Serve un cambio di mentalità anche in regione».
Il cambiamento climatico è una realtà o una comoda scusa?
«Sostenere che il cambiamento climatico non esista e che gli ultimi eventi meteorologici a cui abbiamo assistito non siano correlati all’aumento di CO2 è ormai roba da stregoni. Il tema va affrontato su due versanti. Da un lato dobbiamo essere capaci di tracciare una linea che riduca le emissioni senza desertificare l’economia, in questo modo potremo essere un esempio anche per altri. Dall’altra parte dobbiamo aggiornare le opere di protezione perché senza quelle la Romagna sarebbe allagata».
Autonomia differenziata. Quali competenze chiederà di poter gestire direttamente al governo?
«Non ne chiederemo nessuna, sono contrario all’arlecchinata legislativa. Io credo che le leggi debbano rimanere maggiormente in capo allo Stato, mentre la gestione deve essere il più vicina possibile ai territori. Ormai per me è una convinzione ferrea che ho maturato durante la pandemia Covid, quando ogni regione era regolata da ordinanze diverse. L’esempio che mi piace fare è quello delle strade: risorse e gestione delle strade devono essere di competenza dei territori, ma il Codice della strada deve essere uno solo per tutto il Paese».
Scuola e formazione in profonda trasformazione. Quale dovrebbe essere il ruolo della Regione nel futuro?
«Su questo ho una linea molto più equilibrata della mia avversaria, che suggerisce una completa deregulation sul modello di altre regioni. Però credo che dobbiamo difendere il principio: la scelta della scuola superiore è decisiva rispetto al tema dell’ascensore sociale e quindi la scuola pubblica e le istituzioni devono essere presenti nella scelta, accanto alla famiglia. Sappiamo che spesso alla fragilità del ragazzo è legata una fragilità della famiglia e quindi credo ci debba essere un apporto di tutta la comunità. È chiaro che oggi ci sono meccanismi burocratici e storture e il sistema va innovato. Oggi ci si può iscrivere a un centro di formazione professionale solo a quindici anni, il che significa che per molti ragazzi si deve passare per una bocciatura prima di fare quella scelta formativa. Il sistema va innovato sapendo che non esiste una scuola di serie A o serie B, ma tutti devono avere il massimo delle opportunità possibili. Personalmente vorrei fare in Regione ciò che non ho potuto fare in Provincia, ovvero creare un hub che possa aiutare a gestire i passaggi in corso d’anno degli studenti, senza scaricare la questione sulle singole scuole. Una regia esterna che lavori in accordo con Regione, Ufficio scolastico e singole scuole».
Un impegno rispetto ai consultori e al tema dell’interruzione volontaria di gravidanza.
«L’Emilia-Romagna è forse la regione in cui il diritto delle donne ad abortire è garantito in modo più pieno; la politica non deve entrare nei consultori che sono un servizio pubblico sanitario in cui le donne sono prese in carico da professionisti e professioniste. Spesso in questo dibattito si confondono due cose che vanno invece tenute separate. È ovvio che bisogna aiutare le donne che non vogliono abortire a non essere costrette a farlo per ragioni sociali ed economiche e questo si può fare anche rafforzando il rapporto con il terzo settore, ma questo non ha nulla a che fare con il colpevolizzare o mettere in difficoltà la donna che ha deciso di abortire, creandole così altri problemi».
Cosa vedremo in Emilia-Romagna se fosse eletto che non vediamo ora?
«Un sistema areoportuale integrato rispetto a oggi, in cui abbiamo lo scalo di Bologna in grande difficoltà per l’aumento del traffico e dei passeggeri e tre piste poco o per nulla utilizzate: Rimini, Forlì e Parma».
L’errore più grave di Bonaccini? E il suo più grande merito?
«Non credo che Bonaccini abbia commesso errori gravi, certo ci sono cose che gli sono riuscite meglio e altre meno. Spero di non dover dire tra qualche settimana che il suo errore più grave sia stato sostenere la mia candidatura (ride, ndr)… Il suo più grande merito, invece, credo sia stato dare all’Emilia Romagna una caratura nazionale e internazionale che prima aveva meno».
Cosa ha promesso agli alleati che la sostengono?
«Ho promesso rispetto e ascolto sul versante del metodo, abbiamo lavorato su un programma che è pubblico, quindi ci unisce l’adesione al progetto, come dovrebbe essere in una coalizione a cui serve spirito di squadra, rispetto reciproco, credibilità, il fare concreto. E devo dire che è stato anche abbastanza facile forse perché, in piccolo, è quello che avevamo già fatto a Ravenna».
Cosa chiederà loro nel caso fosse eletto?
«Rispetto e spirito di squadra. Ma anche apertura mentale e curiosità alle idee diverse dalle loro».
Qualora non fosse eletto, continuerà a svolgere gli incarichi che ricopre attualmente?
«No, e quindi, anche se non sarò eletto presidente non sarò più sindaco. Non si può fare il sindaco per ripiego».
In Liguria abbiamo visto un’alta percentuale di astensionismo, nonostante l’ampia offerta politica. Che cosa si aspetta in termini di affluenza? E in termini di consensi?
«Abbiamo avuto il 68 percento cinque anni fa e il 37 dieci anni fa. Quando le Regioni votano da sole il dato è sempre molto basso. Io mi auguro che supereremo la soglia del 50 percento. Abbiamo due tipi di astensione che si sovrappongono in questi casi: quella di chi si sente sfiduciato nei confronti della politica, ed è un’astensione che puoi recuperare più governando che non con le campagne elettorali, e l’astensione di chi non sa nemmeno che ci sono le elezioni, e questo è dovuto alla scarsa informazione e si verifica spesso con le Regionali perché i media nazionali non le coprono. Quando le Regioni votavano tutte insieme era quasi un mid-term, oggi invece questo modello per cui quando si dimette un Presidente non si aspetta il primo “election day” disponibile ma si vota in ordine sparso porta spesso proprio alla scarsa affluenza alle urne».
Tre persone fermate per un controllo e poi denunciate dai carabinieri
Durante una serie di controlli nel centro abitato di Massa Lombarda, i carabinieri hanno fermato un’auto con alla guida un uomo – di origini straniere – e due donne, sue connazionali. Alla vista dei militari, i tre hanno mostrato fin da subito insofferenza e nervosismo. Tanto da indurre i carabinieri ad approfondire i controlli, trovando nell’abitacolo due borse con all’interno svariati prodotti, ancora sigillati, per la cura del corpo.
Le due donne, per dimostrare la legittima proprietà dei beni, hanno fornito uno scontrino ma, verificando nel dettaglio il contenuto della ricevuta fiscale, è emerso sin da subito che la quantità della merce pagata era di gran lunga inferiore a quella che si trovava nelle borse.
A quel punto, i carabinieri hanno immediatamente contattato il responsabile di un noto supermercato di Massa Lombarda e, attraverso le testimonianze raccolte, hanno accertato che tutto il materiale era stato sottratto dagli scaffali. Le donne, successivamente, avrebbero pagato solo alcuni prodotti riuscendo a rubare gli altri, superando con tranquillità le casse.
I carabinieri hanno restituito al negozio gli articoli rubati, del valore di circa mille euro, e hanno denunciato le tre persone per furto aggravato in concorso.
Si parte il 17 gennaio con il “Giulio Cesare” che vede alla regia Chiara Muti. La novità è un fuori abbonamento all’Almagià con Aterballetto
Ottavio Dantone (foto Silvia Camporesi)
Portano a Roma tutte le strade della Stagione d’Opera 2025 del Teatro Alighieri di Ravenna: la città eterna – osservata attraverso le diverse lenti dell’antica repubblica, dell’Egitto di Cleopatra e della Roma del 1800, contesa fra austriaci, truppe napoleoniche e patrioti italiani – è l’orizzonte dei tre titoli in scena a partire dal 17 gennaio, quando la stagione si aprirà con il debutto di Giulio Cesare (replica 19 gennaio), un nuovo allestimento che vede Chiara Muti alla regia e Ottavio Dantone alla guida di Accademia Bizantina.
La Vestale (foto Stefano Binci)
Se il dramma musicale di Händel è un’altra importante tappa del percorso di eccellenza alla riscoperta del repertorio barocco, in scena all’Alighieri ci sono anche La vestale (28 febbraio, 2 marzo) e Tosca (28, 30 marzo), nuove coproduzioni che hanno per capofila rispettivamente Jesi e Lucca. Per il capolavoro di Gaspare Spontini, del quale ricorrono i 250 anni della nascita, il regista Gianluca Falaschi ha tracciato un parallelo fra la protagonista dell’opera e Maria Callas (diretta da Luchino Visconti nel ruolo della vestale Giulia), donne segnate dal sacrificio della propria identità a favore del ruolo che rappresentano; in buca La Corelli diretta da Alessandro Benigni. Nel titolo pucciniano, la regia di Luca Orsini vede invece una storia di riscatto femminile finito in tragedia, proiettata su una Roma oscura e decadente; sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini c’è Henry Kennedy, già allievo dell’Accademia dell’opera italiana di Riccardo Muti nel 2021.
DaCru Dance Company
Sono due invece gli appuntamenti al teatro Alighieri con la danza: People della DaCru Dance Company (1, 2 febbraio) è una riflessione sulla solitudine sociale, mentre la Trilogia dell’estasi con la Compagnia Zappalà Danza (22, 23 febbraio) vede il coreografo Roberto Zappalà affrontare un trittico di classici del Novecento – L’après-midi d’un faune, il Boléro e Le Sacre du printemps.
Per la prima volta, il cartellone di danza si arricchisce di due fuori abbonamento alle Artificerie Almagià il 13 marzo e il 15 aprile, grazie a Impromptus: arie, danze e improvvisazioni, un progetto di improvvisazioni in musica e danza in anteprima a Ravenna e concepito in collaborazione con il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto.
«Negli anni, abbiamo cercato di fare della qualità dell’interpretazione musicale la condizione sine qua non delle produzioni che nascono all’Alighieri – sottolinea Angelo Nicastro, Direttore Artistico della Stagione d’Opera e Danza – E grazie al rapporto privilegiato con Accademia Bizantina, fiorita a Ravenna ma oggi vera e propria ambasciatrice della musica barocca nel mondo, abbiamo l’opportunità di dare spazio a un repertorio in parte ancora poco conosciuto e apprezzato nel nostro Paese. E di farlo con un profilo d’eccellenza, in questa Stagione raddoppiato grazie al coinvolgimento di Chiara Muti per la regia di Giulio Cesare di Händel. Non a caso abbiamo voluto includerne la prova generale nel percorso A scuola in teatro, che anche quest’anno ‘incontra’ alcuni dei titoli destinati al pubblico generale e si completa con appuntamenti su misura per gli studenti, come BRIMBORIUM! L’armadio dei ricordi, nato in seno al Conservatorio Verdi e all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, o il Falstaff di Opera Domani».
«Da sempre cerchiamo di rendere la nostra programmazione sensibile ai nuovi linguaggi e ai nuovi pubblici – commenta invece Antonio De Rosa, Sovrintendente di Fondazione Ravenna Manifestazioni – e siamo pertanto molto felici che quest’anno la collaborazione con il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto e il suo direttore generale e artistico Gigi Cristoforetti ci offra occasione di ampliare gli orizzonti della Stagione, attraverso sperimentazioni nei territori dell’improvvisazione, all’incontro fra musica e danza. Grazie al coinvolgimento di interpreti di qualità, approdiamo alle Artificerie Almagià, il ‘magazzino dello zolfo’ dove cercheremo nuove alchimie. E non dobbiamo dimenticare di ringraziare quanti rendono possibile la Stagione d’Opera e Danza 2025, che può contare sul sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna e sul contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna».
Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Campagna abbonamenti da sabato 9 novembre (nuovi e rinnovi)
fino al 5 dicembre per l’Opera (da 35 a 100 Euro, Carta Giovani Nazionale 18-35 anni e UNIPASS: 60 Euro)
fino al 21 dicembre per la Danza (da 18 a 50 Euro, Carta Giovani Nazionale 18-35 anni e UNIPASS: 30 Euro)
Prevendita biglietti
Da lunedì 9 dicembre biglietti Opera da 15 a 45 Euro
Da martedì 7 gennaio biglietti Danza da 10 a 30 Euro | Impromptus: posto unico non numerato 10 Euro
Under 18: 5 Euro; Carta Giovani Nazionale 18-35 anni (platea e palchi): Opera 20 Euro, Danza 15 Euro
Dopo un breve inseguimento nella zona della stazione di Ravenna
Seduto su una panchina in zona stazione, alla vista della polizia si è dato alla fuga in bicicletta. È scattato quindi un breve inseguimento, con i poliziotti che sono riusciti a fermare l’uomo poco dopo, trovandolo in possesso di circa 40 grammi di hashish e 150 grammi di cocaina, suddivisa anche in diversi involucri di cellophane termosaldati.
In considerazione della quantità e della modalità di frazionamento delle sostanze, è scattato l’arresto per spaccio ai danni dell’uomo, un cittadino extracomunitario con precedenti anche per reati contro il patrimonio.
Ai giardini pubblici e poi all’expo del Pala De André
Nel pomeriggio di oggi (9 novembre), le socie e le volontarie di Linea Rosa hanno dato vita a un flash mob all’interno del villaggio expo della Maratona di Ravenna, attirando l’attenzione di alcune migliaia di atleti presenti per il ritiro del loro pacco gara. L’iniziativa ha coinvolto i partecipanti e le partecipanti con un messaggio contro la violenza di genere, sottolineando l’importanza dell’unione e della sensibilizzazione collettiva.
Il flash mob è parte della “Manifestazione Diffusa” organizzata nell’ambito dell’evento promosso da Di.Re, Donne in Rete contro la violenza, il network nazionale di associazioni impegnate nella lotta contro la violenza di genere. Dapprima riunite ai giardini pubblici di Ravenna per qualche scatto d’autore con la fotografa Elena Fiore, le volontarie si sono poi spostate al Pala De André per portare un momento di riflessione in un contesto sportivo, rimarcando il legame tra partecipazione attiva e impegno sociale.
«Ringrazio a nome mio e dell’associazione tutti gli atleti e tutte le atlete presenti per l’attenzione e il supporto dimostrato – dichiara la presidente di Linea Rosa, Alessandra Bagnara -. Nella speranza che iniziative come questa possano continuare a stimolare consapevolezza e cambiamento positivo nella società, invito i ravennati e le ravennati a partecipare numerosi alle tante iniziative e appuntamenti che stiamo organizzando per l’intero mese di novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne».
Martedì 12 novembre, dalle 21, all’hotel Ala d’Oro di Lugo la rassegna “Caffè letterario” prosegue con l’autore bolognese Enrico Brizzi che presenterà al pubblico quello che è di fatto il seguito, 30 anni dopo, del suo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, uno dei più grandi best-seller della letteratura italiana.
Il nuovo romanzo si intitola “Due” (ed. Harper Collins) ed è annunciato come un nuovo viaggio nel mondo di Alex e Aidi, i protagonisti che hanno emozionato tre generazioni di lettori. Cos’è successo dopo la loro separazione? La risposta è questo romanzo a due voci, “tenero e feroce come la stagione elettrica dei diciott’anni, con tutti i dolori, le domande e le sorprese che porta con sé”, si legge nella cartella stampa.
Consegnati anche due portoncini esterni per abitazione da installare in un fabbricato della zona rossa
La Fondazione Lions Clubs International (Lcif) ha donato trenta deumidificatori e due portoncini di ingresso alle famiglie di Traversara colpite dall’alluvione.
I deumidificatori sono stati consegnati nella mattinata di lunedì 28 ottobre – alla presenza dell’Amministrazione comunale e di Angelo Ravagli, referente dell’associazione “Traversara in Fiore” – dal governatore del Distretto Lions 108A Mario Boccaccini, accompagnato dall’officer della Zona A – I Circoscrizione per Lcif Giovanni Ferrucci e dalla presidente della Fondazione Lions per la Solidarietà del Distretto 108A Francesca Romana Vagnoni.
I deumidificatori vengono distribuiti attraverso i referenti locali a famiglie di Traversara particolarmente colpite dall’evento alluvionale. Sono stati donati inoltre due portoncini esterni per abitazione da installare in un fabbricato situato presso la zona rossa della frazione.
La necessità di disporre di deumidificatori era stata sottolineata dall’Amministrazione comunale di Bagnacavallo in occasione di un precedente incontro, nel quale il governatore del Distretto Lions 108A e la presidente della Fondazione distrettuale avevano manifestato la disponibilità del Lions a sostenere la comunità traversarese attraverso donazioni che fossero destinate direttamente alle famiglie colpite dall’alluvione.
Una volta che i deumidificatori avranno svolto la loro funzione presso le famiglie colpite dall’alluvione resteranno in dotazione alla Protezione civile di Bagnacavallo.
Lunedì la consegna del premio Anct come “migliore spettacolo”. Ne parlano Chiara Lagani e Luigi De Angelis
Consuelo Battiston in una scena della Trilogia, foto Masiar Pasquali
Adattamento e drammaturgia di Chiara Lagani. Regia, scene, luci e video di Luigi De Angelis. I due co-fondatori del gruppo ravennate Fanny & Alexander sono anche gli ideatori – insieme a Federica Fracassi – dello spettacolo prodotto dal Piccolo Teatro di Milano che si aggiudica il Premio Anct 2024 come Miglior Spettacolo assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro nella cerimonia che avrà luogo lunedì 11 novembre alle ore 17 al Teatro Verdi di Padova.
Lo spettacolo, che ha debuttato a novembre 2023 al Teatro Studio Melato del Piccolo, è tratto dal triplice romanzo omonimo di Agota Kristof, di cui rappresenta la prima messa in scena italiana. Trilogia della città di K. si compone di tre romanzi singoli che portano dalla Seconda Guerra Mondiale fin quasi al nostro presente, pubblicati tra il 1986 e il 1991, e tradotti in oltre 30 Paesi, dove hanno rappresentano un caso editoriale per poi diventare un classico. Allo stesso modo tre sono gli atti dello spettacolo, in cui una serie progressiva di personaggi si moltiplica con ritmo implacabile. Federica Fracassi, Andrea Argentieri, Consuelo Battiston (della compagnia faentina Menoventi), Alessandro Berti, Lorenzo Gleijeses in scena prestano voce e corpo a tutti i personaggi della storia, muovendo i primi passi nel mondo che la vicenda rappresenta.
Le presenze fisiche degli attori si intrecciano con le presenze in video (Leone Maria Baiocco, Yari Montemagno, Marta Malvestiti, Fausto Cabra, Anna Coppola, Giovanni Franzoni, Cloe Romano, Renato Sarti, Mauro Milone, Alfonso De Vreese, Vittorio Consoli, Domenico Iodice, Nicolò Latte Bovio, Lorenzo Vio, Giada Ciabini, Nina Romano), con le voci (Chandra Livia Candiani, Vittorio e Virginia Consoli, Woody Neri e Renzo Martinelli), con la scultura di scena che rappresenta il piccolo Mathias che emerge da una botola come una creatura del sottosuolo ad opera di Nicola Fagnani, e con le musiche di Mirto Baliani ed Emanuele Wiltsch Barberio che caratterizzano la differenza stilistica dei tre atti, come dei tre romanzi.
Una potente opera corale in cui teatro e multimedialità – l’apparire dinamico di 21 schermi che, fluttuando nell’aria, trasformano lo spazio ed evocano i personaggi – traducono la scena del teatro mentale della narratrice in un gioco di sdoppiamenti in cui alla fine risulta difficile credere a chiunque: ogni cosa può essere da sempre una menzogna.
«Da quando Federica Fracassi ci ha proposto di mettere in scena questo triplice romanzo – racconta Chiara Lagani – lo abbiamo ossessivamente riletto: a ogni lettura aumentavano le domande. Nel libro ci sono due gemelli, ma poi si sospetta siano uno solo. Alla fine però si torna a credere che siano due. Ci sono personaggi fantasma, che in realtà non esistono, storie dentro le storie, romanzi dentro i tre romanzi. La storia e la finzione si intrecciano di continuo. Ci sono città e ambasciate, descritte da un singolo misterioso aggettivo, oppure nominate soltanto con l’iniziale. Guerre, potenze, eserciti e circostanze alluse, ma mai direttamente chiamate in causa col loro nome».
«L’unico modo per onorare questa complessità labirintica – continua invece De Angelis – era lavorare su una messa in scena più dinamica possibile. Prima di tutto c’è l’idea di adattamento di Chiara Lagani, quindi quella prima difficoltà di far passare la voce interiore di una materia fatta per la lettura a una voce esteriore da far incarnare attraverso dei corpi; fin da subito poi, assieme a Federica Fracassi che ci ha proposto inizialmente l’idea, abbiamo deciso di mettere in scena tutti e tre i libri, perché fanno parte di un libro unico già nelle intenzioni della scrittrice. Poi ci sono delle immagini che hanno guidato me nell’idea di regia, come quella che più volte ho avuto modo di vedere in un museo a San Paolo del Brasile, una installazione dell’architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi che ha creato questo museo in cui le opere sono presentate non secondo una rappresentazione gerarchica, cronologica, con la sequenza dei vari periodi storici, ma attraverso una stanza unica in cui le opere sono incastonate in dei vetri appesi a un basamento di marmo e sembrano galleggiare, fluttuare nell’aria. Lei dice che il tempo, secondo la visione occidentale, è sempre lineare, come diceva anche Nabokov, ma questo ci fa parlare di esso sempre con metafore e termini legati allo spazio, altre visioni invece parlano di compresenze di tempi, creando quello che lei chiama “un groviglio meraviglioso”. Questa immagine è un po’ il filo rosso della nostra Trilogia: un’unica stanza ospita icone, quadri che non hanno neanche un titolo, quindi ti chiedono di fare un movimento di avvicinamento, un atto di volontà del fruitore».
Approvata la riforma. Gli operatori preparano una serrata per protesta
Il Senato ha approvato nei giorni scorsi la riforma delle concessioni per i balneari. Le misure sono contenute nel decreto Infrazioni che è diventato legge con 100 sì, 63 no e 2 astenuti.
Il decreto proroga al 30 settembre 2027 le concessioni demaniali marittime, di lago e fluviali e stabilisce che le nuove procedure di affidamento dovranno essere chiuse entro il 30 giugno 2027. Sono previsti anche i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti che saranno a carico del nuovo concessionario e dovranno essere pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi quelli realizzati dopo calamità, purché debitamente dichiarati. Gli indennizzi dovranno anche garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. I criteri per stabilire l’equa remunerazione sono demandati a un decreto del Mit, di concerto col Mef, da adottare entro il 31 marzo 2025. Si abroga, infine, il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle concessioni.
Il provvedimento vede la netta contrarietà degli imprenditori balneari, che annunciano serrate in vista dell’estate. «Il decreto non affronta la questione della scarsità della risorsa (presupposto per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein), così come anche da ultimo ribadito dalla nostra Corte costituzionale con l’ordinanza 161 del 7 ottobre scorso». Si legge in una nota congiunta firmata dal ravennate Maurizio Rustignoli, presidente nazionale di Fiba Confesercenti e Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio.
«A ciò si aggiunga l’irrisorio valore dell’indennizzo previsto – sottolineano – calcolato sugli investimenti degli ultimi cinque anni, segnato dal Covid e dell’incertezza sulla durata delle concessioni».
«Registriamo, poi – continua la nota -, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento non solo della categoria ma, anche e soprattutto, degli enti concedenti (Regioni e Comuni) che esercitano le funzioni amministrative in materia. Riteniamo che sia interesse di tutti, non solo dei balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, le quali da anni costituiscono un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo. Così come riteniamo sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma di un serio e obbiettivo dibattito pubblico».
«È comunque certo che continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei diritti riconosciuti, anche dal diritto europeo, degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato prevalentemente sul lavoro dei concessionari. Nell’interesse non solo dei concessionari ma del Paese».
L’ex ministro Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in senato, sarà sabato 9 novembre in provincia di Ravenna per lanciare i candidati locali alle imminenti elezioni regionali, dove Forza Italia sostiene nella coalizione di centrodestra Elena Ugolini alla presidenza.
L’appuntamento è dalle 16.30 al Woodpecker di Milano Marittima. Sarà presente anche la deputata romagnola Rosaria Tassinari, segretaria regionale del partito, oltre ai candidati Fabrizio Dore, Francesco Cellini, Diletta Principale e Antonella Brini.
«Tutti devono rispettare le regole. Faremo verifiche e tuteleremo i diritti dei cittadini»
Un anziano è finito all’ospedale dopo essere caduto a terra a causa di una “pallonata”. È successo domenica, 3 novembre, in piano centro a Massa Lombarda, in piazza Matteotti. L’anziano avrebbe riportato la lussazione di una spalla.
Sul caso interviene il sindaco, Stefano Sangiorgi. «Siamo profondamente dispiaciuti per l’incidente e ci auguriamo una pronta guarigione per il nostro concittadino coinvolto – si legge nella nota inviata alla stampa -. La sicurezza e la serenità di tutti i nostri cittadini, specialmente nei luoghi pubblici, sono una priorità per la nostra amministrazione. L’episodio ci invita a riflettere su quanto sia importante che tutti, adulti e giovani, rispettino le regole di convivenza civile per garantire l’incolumità di ciascuno».
«Vogliamo inoltre assicurarci – continua il sindaco – che tutte le disposizioni del Regolamento di Polizia Locale siano applicate con chiarezza ed efficacia, anche attraverso l’installazione di adeguata segnaletica e un controllo più rigoroso. Faremo ulteriori verifiche per comprendere se siano necessarie nuove misure o se occorra sensibilizzare ulteriormente la comunità sull’importanza di utilizzare gli spazi pubblici in modo sicuro e responsabile. Voglio rassicurare tutti che ogni passo sarà intrapreso nel rispetto della legge e a tutela dei diritti dei cittadini. L’amministrazione comunale, in collaborazione con le forze dell’ordine e la comunità, continuerà a lavorare per rendere Massa Lombarda un luogo dove tutti possano godere degli spazi pubblici in sicurezza».