Entro giugno 2027 i bandi per affidare le concessioni. La rabbia dei bagnini

Approvata la riforma. Gli operatori preparano una serrata per protesta

Mare Lido Riviera

Il Senato ha approvato nei giorni scorsi la riforma delle concessioni per i balneari. Le misure sono contenute nel decreto Infrazioni che è diventato legge con 100 sì, 63 no e 2 astenuti.

A questo link il riassunto della vicenda, prima dell’approvazione

Il decreto proroga al 30 settembre 2027 le concessioni demaniali marittime, di lago e fluviali e stabilisce che le nuove procedure di affidamento dovranno essere chiuse entro il 30 giugno 2027. Sono previsti anche i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti che saranno a carico del nuovo concessionario e dovranno essere pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi quelli realizzati dopo calamità, purché debitamente dichiarati. Gli indennizzi dovranno anche garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. I criteri per stabilire l’equa remunerazione sono demandati a un decreto del Mit, di concerto col Mef, da adottare entro il 31 marzo 2025. Si abroga, infine, il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle concessioni.

Il provvedimento vede la netta contrarietà degli imprenditori balneari, che annunciano serrate in vista dell’estate. «Il decreto non affronta la questione della scarsità della risorsa (presupposto per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein), così come anche da ultimo ribadito dalla nostra Corte costituzionale con l’ordinanza 161 del 7 ottobre scorso». Si legge in una nota congiunta firmata dal ravennate Maurizio Rustignoli, presidente nazionale di Fiba Confesercenti e Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio.

«A ciò si aggiunga l’irrisorio valore dell’indennizzo previsto – sottolineano – calcolato sugli investimenti degli ultimi cinque anni, segnato dal Covid e dell’incertezza sulla durata delle concessioni».

«Registriamo, poi – continua la nota -, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento non solo della categoria ma, anche e soprattutto, degli enti concedenti (Regioni e Comuni) che esercitano le funzioni amministrative in materia. Riteniamo che sia interesse di tutti, non solo dei balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, le quali da anni costituiscono un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo. Così come riteniamo sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma di un serio e obbiettivo dibattito pubblico».

«È comunque certo che continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei diritti riconosciuti, anche dal diritto europeo, degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato prevalentemente sul lavoro dei concessionari. Nell’interesse non solo dei concessionari ma del Paese».

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