lunedì
30 Giugno 2025

«La Street Art? Efficace per esibire la forza concettuale di Dante»

Intervista allo studioso di iconografia Mino Gabriele ospite a Dante 2021 domenica 18 settembre, in chiusura del festival

L’esperto di iconografia dantesca Mino Gabriele dell’Università di Udine,  domenica 18 settembre chiude il  festival “Dante 2021” (vedi correlato per il programma), proprio il giorno in cui inaugura peraltro alla biblioteca Oriani la mostra “Il vero volto di Dante” per il progetto IdDante e dopo che sempre per Dante 2021, dal 15 al 17 settembre, il pubblico potrà assistere alla realizzazione di un grande murale (“Sui pedali con “l’alta fantasia”) dello street artist Yuri che realizzerà nei Chiostri francescani un pannello di 15 metri. Alla Casa Matha, alle 11, lo studioso di iconologia ricostruirà le funzioni che le illustrazioni di corredo hanno avuto per la Commedia, da quelle dei miniatori medievali a quelle degli incisori ottocenteschi e poi dei più liberi illustratori del Novecento Il viaggio attraverso secoli di immagini sarà anche un percorso nei complessi meccanismi della lettura, della memoria, dell’interpretazione del meraviglioso testo dantesco.
Quali aspetti hanno ispirato maggiormente gli artisti nei secoli per l’iconografia della Commedia?
«L’aspetto che più di altri ha alimentato l’ispirazione artistica è la straordinaria capacità descrittiva del Poeta, in grado di mostrare vividamente episodi e personaggi della Commedia, di “dipingere” con le parole stati d’animo, emozioni e scene: una poesia così efficace e intensa da costituire già di per sé un modello iconico».
Come è mutata la visione della Commedia nei secoli?
«La visualizzazione della Commedia nel corso dei secoli ha ovviamente seguito il mutare del gusto artistico e delle tecniche, producendo uno straordinario campionario di possibilità espressive, che va dalle miniature medievali ai fumetti contemporanei. Si tratta di modalità creative eterogenee, che dimostrano quanto sia stata e sia ancora oggi  viva la sfida che le parole di Dante, per così dire, lanciano al pittore o al grafico che vogliono trasporle in immagini. In questo duetto parola/immagine sta la incessante, sorprendente e mirabile fortuna della Commedia illustrata».    
C’è un illustratore dantesco a cui è particolarmente affezionato?
«No, sia perché ammiro molti degli artisti che nei secoli si sono cimentati nell’impresa con eccezionali risultati, sia perché la varietà delle interpretazioni figurative è talmente ricca di soluzioni che ognuna di esse, anche quella meno riuscita, restituisce pur sempre una particolare visione del poema, una preziosa testimonianza».    
Come si collocano le illustrazioni di Dorè della storiografia delle molte esistenti?
«Doré, illustratore magistrale non solo della Commedia ma anche di altre opere, tra le quali la Bibbia, l’Orlando Furioso, il Don Chisciotte e Il Corvo di Poe, si distingue sia per il virtuosismo tecnico sia per la grande abilità con cui riesce, attraverso il solo contrasto bianco/nero e creare sfumature quasi coloristiche, in paesaggi di grande respiro, luminosi e oscuri insieme, proponendo scene di un singolare fascino onirico che sanno evocare come poche altre la visio dantesca e la sua enigmaticità. La fortuna della Commedia con le illustrazioni di Doré va inquadrata, al di là degli indiscutibili meriti dell’autore, anche nel successo editoriale dell’opera, curata, tradotta e ristampata in più occasioni, e per la quale lavorarono anche bravissimi silografi capaci di riprodurre in modo esemplare le invenzioni del medesimo Doré».
E gli illustratori contemporanei quali Mattotti o Moebius come si confrontano con questa lunga e gravosa storia visiva?
«I contemporanei si confrontano benissimo con i loro predecessori, anzi si inseriscono a pieno titolo nella più nobile tradizione, innovando l’iconografia dantesca con qualità grafiche e pittoriche straordinarie. Lei cita Moebius e Mattotti, illustratori che considero ai vertici espressivi per la patina evanescente e magica che, pur nei loro diversi cromatismi, riescono a conferire agli episodi della Commedia».
A Ravenna è in corso un progetto che coinvolge giovani streetartist dal nome IdDante e nell’ambito del Festival Dante2021 il pubblico potrà seguire la nascita e lo sviluppo di un grande murale. La Commedia possa essere adatta alla street art?
«La street art è una forma artistica di grande versatilità e comunicazione per il suo inserimento, spesso vivacissimo, nel tessuto urbano, che riesce a trasformare non solo formalmente e spazialmente.  Se si evitano casi inopportuni e sgradevoli, come quando si interviene su monumenti storici, che certo non hanno bisogno né di fregi né di sfregi, la street art è sicuramente uno strumento di grande efficacia e potenzialità per esibire la forza concettuale della speculazione dantesca».

Inaugurato il festival del cibo di strada In Darsena fino a domenica

Il maltempo non ha impedito il taglio del nastro e lo svolgersi della prima serata con oltre venti food truck

Nonstante il maltempo, venerdì 16 è stato inaugurato il “48122 Ravenna Street Festival”, la manifestazione organizzata da Evoluzione Darwin by SGP in collaborazione con il Comune di Ravenna, che porta alla Darsena il gusto del cibo da strada, con specialità preparate sul momento dai food truck.  Il tradizionale taglio del nastro è stato effettuato dai rappresentanti di SGP Stefano Pelliciardi e Silvia Rossi e dall’assessore allo Sviluppo economico e commercio Massimo Cameliani che invitato ravennati e turisti al festival «una bella occasione per gustare ottime specialità del cibo da strada e vedere la Darsena di città prendere vita e animarsi». La manifestazione prosegue fino a domenica 18 settembre.

Immobiliare, segnali di risveglio «Domanda in crescita del 20 percento»

Dati ultimo anno: secondo Fiaip provinciale mercato trainato da coppie trentenni con due stipendi in cerca della prima casa

Segnali di risveglio dal mercato immobiliare ravennate: la richiesta di immobili segna un più 20 percento negli ultimi 12 mesi, trainata da una clientela rappresentata soprattutto da coppie trentenni che cercano la prima casa potendo contare su due stipendi. È quanto emerge dai dati raccolti da Fiaip provinciale, la federazione degli agenti immobiliari professionali, tra gli associati del territorio.

«Ad un calo relativamente contenuto dei prezzi di vendita, diminuiti del 4-5 percento rispetto al 2015 per poi stabilizzarsi negli ultimi mesi, si accompagna un netto aumento della domanda, che ha fatto registrare un segno positivo del 15-20 percento soprattutto nei comuni con maggiore densità abitativa, mentre la ripresa è ancora lenta nel territorio del forese – ha spiegato il responsabile dell’Osservatorio Immobiliare, Giuseppe Spiteri -. Un ruolo determinante è stato giocato dalle banche: la ritrovata volontà di concedere credito ha dato vita a prodotti innovativi e formulati per specifiche tipologie di cliente, che hanno riscosso interesse e riportato l’attenzione sull’intero comparto. Stabili invece i contratti di locazione».

La nuova edizione dell’Osservatorio Immobiliare è stata presentata oggi, 16 settembre, nella sede di Confindustria Ravenna alla presenza, tra gli altri, dell’assessore comunale alle attività produttive Massimo Cameliani, del senatore Stefano Collina, del presidente nazionale Fiaip Paolo Righi e del presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.

«In un mercato dalle dinamiche complesse ed intricate, è importante fissare ogni anno dei punti fermi, che ci diano la possibilità di fotografare un settore di vitale importanza economica – ha osservato Pier Paolo Baccarini, Presidente Fiaip Romagna – alla ricerca di un filo logico e di una lettura dell’andamento del mercato che ci aiuti a fare scelte più consapevoli, intelligenti ed economicamente sensate».

«Crediamo molto nell’area vasta e nell’ampliamento della rappresentanza per rafforzare la nostra identità e la nostra voce, e anche la nostra associazione tra pochi giorni diventerà ufficialmente, insieme ai colleghi di Rimini, Confindustria Romagna – conclude il direttore di Confindustria Ravenna, Marco Chimenti – la dimensione provinciale ormai non è più sufficiente per affrontare i mutati scenari e per rappresentare aziende che si sono adattate a questi scenari, cambiando a loro volta. Il nostro è un tessuto economico vivace e dinamico, e ci sembra doveroso adeguarci per fornire risposte a esigenze nuove e servizi congrui».

Via ai lavori da 460mila euro per rifare la pista di atletica: sarà pronta per Natale

Il 19 settembre si apre il cantiere in via Falconieri. «L’obiettivo – dichiara l’assessore allo Sport Roberto Fagnani – è avere una struttura per gare di carattere provinciale e regionale ma anche nazionale»

Se tutto andrà come deve, gli sportivi ravennati troveranno una nuova pista di atletica sotto l’albero di Natale. È infatti di tre mesi la durata prevista dei lavori che cominceranno il 19 settembre per il rifacimento della pista di atletica di via Falconieri, investimento del Comune da 460mila euro. L’intervento riguarda principalmente il rifacimento del manto di pavimentazione della pista a sei corsie per attività di atletica leggera e delle relative pedane per i salti nel campo scuola Enzo Marfoglia.

«Si interverrà su tutta la pavimentazione sportiva esistente, in materiale sintetico prefabbricato – fanno sapere da Palazzo Merlato –, con ripristino e ricostruzione a nuovo di superfici sintetiche mediante tecnica di retopping complessivo; la nuova tipologia dei materiali da impiegare ed i relativi requisiti dovranno essere rispondenti alle circolari Coni e Fidal, al fine di ottenere il collaudo della pista e delle pedane di atletica da parte della stessa Federazione. Infine è prevista la sostituzione di varie attrezzature sportive per garantire l’agibilità in toto della pista e delle pedane dell’impianto sportivo comunale. La durata prevista contrattualmente per il completamento dell’intervento è di novanta giorni».

«L’obiettivo – dichiara l’assessore allo Sport Roberto Fagnani – è quello di restituire a tutta la struttura, oggetto nel corso degli anni di diversi interventi di riqualificazione e adeguamento alle normative vigenti, la sua piena valenza, sia in termini sportivi di allenamento e svolgimento di gare a carattere provinciale e regionale, ma anche nazionale, che aggregativi in generale».

Apertura notturna da Feltrinelli per l’uscita del nuovo libro di Harry Potter

Unica libreria in Romagna: “La maledizione dell’erede” in vendita dalla mezzanotte tra il 23 e il 24 settembre.

In occasione dell’uscita in libreria di “Harry Potter e la maledizione dell’erede”, tradotto e pubblicato in Italia da Salani, la libreria Feltrinelli di Ravenna partecipa all’iniziativa “Mezzanotte con Harry Potter”: venerdì 23 settembre gli spazi di via Diaz saranno aperti tutta la notte e, allo scoccare della mezzanotte, prenderà il via la vendita del libro. La Feltrinelli di Ravenna sarà l’unico punto vendita della Romagna ad assicurare la vendita a mezzanotte del volume basato su una storia originale di J.K. Rowling, scritto da John Tiffany e Jack Thorne. È la prima storia ufficiale di Harry Potter a essere rappresentata a teatro.

Equipaggio con contratti di lavoro scaduti e cibo avariato: mercantile fermato

Ispezione della capitaneria dopo un’avaria. La motonave con diciotto persone di equipaggio (turchi, azeri, georgiani e indiani) è sottoposta a fermo amministrativo

Assenza di dispositivi di protezione individuale, carte e pubblicazioni nautiche non aggiornate, mancato utilizzo dei sistemi di informazione alla navigazione, allarme antincendio danneggiato, cibi in cattivo stato di conservazione, contratti di impiego dei marittimi scaduti: sono alcune delle numerose irregolarità accertate dagli ispettori della capitaneria di porto a Ravenna a bordo di un mercantile battente bandiera panamense in partenza per Istanbul. La motonave con diciotto persone di equipaggio (turchi, azeri, georgiani e indiani) è sottoposta a fermo amministrativo. Il controllo del team ispettivo è scattato dopo che un’avaria al motore l’8 settembre ha impedito l’uscita dal Candiano.

In assenza di una comune lingua di lavoro per un equipaggio multinazionale, al fine di garantire l’incolumità dei marittimi non è risultato possibile procedere con le esercitazioni di sicurezza per verificare la preparazione degli equipaggi nei casi di emergenza. L’ispezione è stata pertanto sospesa in attesa dell’intervento dell’amministrazione marittima panamense e del registro di classifica della nave per le verifiche addizionale di competenza.

«Trasparenza e rispetto dei tempi sono un optional per la soprintendenza»

Il Pri attacca e chiede al Comune di vigilare per finire prima possibile
Lega Nord: «Fermarsi a 4 metri è stato solo un spreco di soldi pubblici»

«Esistono enti per i quali il rispetto dei tempi e la trasparenza sono un optional. Mi riferisco alla soprintendenza». L’attacco esplicito arriva dal Partito repubblicano di Ravenna dopo le recenti notizie che prevedono la chiusura delle indagini archeologiche in piazza Kennedy e la ripresa dei lavori per completare la pavimentazione di tutta l’area e chiudere il cantiere.

Le critiche all’ente ministeriale arrivano da Stefano Ravaglia, vicesegretario del Pri comunale guidato dal vicesindaco Eugenio Fusignano: «Siamo stati contrari alla pedonalizzazione di piazza Kennedy e siamo a fianco delle associazioni di categoria in questa battaglia. La nostra preoccupazione riguardava principalmente il fatto di togliere un parcheggio a rotazione veloce al servizio del centro storico; ora la vicenda dei ritardi ha preso una piega paradossale con il tiro al bersaglio sull’amministrazione comunale che può essere accusata solo di essersi fidata dei tempi che le erano stati comunicati».

Alla luce delle valutazioni fatte dalla soprintendeza si è deciso che non resterà una parte di piazza aperta per la mostra dei reperti ma verrà tutto sepolto di nuovo. «I tempi sarebbero diventati immensamente più lunghi nel caso in cui si fosse scelto di variare molto significativamente il progetto, mantenendo aperta parte della piazza – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale –. Abbiamo deciso di non aprire questo complesso dibattito, basandoci su una seria analisi scientifica e coinvolgendo nella valorizzazione Palazzo Rasponi. Adesso la massima priorità sarà quella di lavorare assiduamente perché la consegna della piazza avvenga nel più breve tempo possibile».

Ravaglia sostiene che il Comune sia parte lesa nella vicenda: «Si era credo consapevoli di ciò che si sarebbe trovato in termini di archeologia scavando e se non ci fossero stati problemi strutturali per gli edifici che si affacciano sulla piazza forse si sarebbe scavato più in profondità, scoprendo forse altri tesori, ma non c’è stata da parte di chi doveva fare i rilievi archeologici la sensibilità di capire che il prolungarsi dei lavori, avrebbe creato i disagi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Il Pri Ravenna si augura che l’amministrazione comunale sia quanto mai vigile al rispetto dei tempi che finalmente la soprintendenza sembra aver dato e che i lavori abbiano poi una conclusione più rapida possibile». La promessa del Comune è quella di riuscire ad aprire una parte della piazza per la Notte d’Oro dell’8 ottobre e poi proseguire fino al completamento (vedi articoli correlati).

In piazza Kennedu, secondo la consigliera comunale e segretaria provinciale della Lega Samantha Gardin, «sono stati buttati via soldi inutilmente per aprire una piazza, per riportare alla luce reperti, di cui già si conosceva l’esistenza, per poi fermarsi a circa 4 metri. Sotto i resti della Basilica di Sant’Agnese, edificata nel V secolo, vi sono quelli del tempio dedicato ad Ercole, come ricorda lo storico Filippo Mordani». Gardini e Massimiliano Alberghini, consigliere comunale del gruppo misto, si domandano perché l’interruzione a 4 metri: «Se viene chiamata in causa la mancanza di fondi, per giustificare l’interruzione degli scavi, prima che siano portati alla luce i resti del tempio antecedente all’epoca romana appare strano investire risorse pubbliche per cercare di scoprire quello che già si conosce. Inoltre, i nostri studenti di archeologia scavano gratuitamente nel sito di San Severo, e non si capisce per quale motivo non possano essere impiegati a scopo didattico e di ricerca anche in piazza Kennedy, sul sito di Sant’Agnese». Insomma secondo Gardini «non sono state fatte le stratificazioni sotto ai 4 metri esono stati arrecati danni inutili alle attività limitrofe».

«Trasparenza e rispetto dei tempi sono un optional per la soprintendenza»

Il Pri attacca e chiede al Comune di vigilare per finire prima possibile Lega Nord: «Fermarsi a 4 metri è stato solo un spreco di soldi pubblici»

«Esistono enti per i quali il rispetto dei tempi e la trasparenza sono un optional. Mi riferisco alla soprintendenza». L’attacco esplicito arriva dal Partito repubblicano di Ravenna dopo le recenti notizie che prevedono la chiusura delle indagini archeologiche in piazza Kennedy e la ripresa dei lavori per completare la pavimentazione di tutta l’area e chiudere il cantiere.

Le critiche all’ente ministeriale arrivano da Stefano Ravaglia, vicesegretario del Pri comunale guidato dal vicesindaco Eugenio Fusignano: «Siamo stati contrari alla pedonalizzazione di piazza Kennedy e siamo a fianco delle associazioni di categoria in questa battaglia. La nostra preoccupazione riguardava principalmente il fatto di togliere un parcheggio a rotazione veloce al servizio del centro storico; ora la vicenda dei ritardi ha preso una piega paradossale con il tiro al bersaglio sull’amministrazione comunale che può essere accusata solo di essersi fidata dei tempi che le erano stati comunicati».

Alla luce delle valutazioni fatte dalla soprintendeza si è deciso che non resterà una parte di piazza aperta per la mostra dei reperti ma verrà tutto sepolto di nuovo. «I tempi sarebbero diventati immensamente più lunghi nel caso in cui si fosse scelto di variare molto significativamente il progetto, mantenendo aperta parte della piazza – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale –. Abbiamo deciso di non aprire questo complesso dibattito, basandoci su una seria analisi scientifica e coinvolgendo nella valorizzazione Palazzo Rasponi. Adesso la massima priorità sarà quella di lavorare assiduamente perché la consegna della piazza avvenga nel più breve tempo possibile».

Ravaglia sostiene che il Comune sia parte lesa nella vicenda: «Si era credo consapevoli di ciò che si sarebbe trovato in termini di archeologia scavando e se non ci fossero stati problemi strutturali per gli edifici che si affacciano sulla piazza forse si sarebbe scavato più in profondità, scoprendo forse altri tesori, ma non c’è stata da parte di chi doveva fare i rilievi archeologici la sensibilità di capire che il prolungarsi dei lavori, avrebbe creato i disagi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Il Pri Ravenna si augura che l’amministrazione comunale sia quanto mai vigile al rispetto dei tempi che finalmente la soprintendenza sembra aver dato e che i lavori abbiano poi una conclusione più rapida possibile». La promessa del Comune è quella di riuscire ad aprire una parte della piazza per la Notte d’Oro dell’8 ottobre e poi proseguire fino al completamento (vedi articoli correlati).

In piazza Kennedu, secondo la consigliera comunale e segretaria provinciale della Lega Samantha Gardin, «sono stati buttati via soldi inutilmente per aprire una piazza, per riportare alla luce reperti, di cui già si conosceva l’esistenza, per poi fermarsi a circa 4 metri. Sotto i resti della Basilica di Sant’Agnese, edificata nel V secolo, vi sono quelli del tempio dedicato ad Ercole, come ricorda lo storico Filippo Mordani». Gardini e Massimiliano Alberghini, consigliere comunale del gruppo misto, si domandano perché l’interruzione a 4 metri: «Se viene chiamata in causa la mancanza di fondi, per giustificare l’interruzione degli scavi, prima che siano portati alla luce i resti del tempio antecedente all’epoca romana appare strano investire risorse pubbliche per cercare di scoprire quello che già si conosce. Inoltre, i nostri studenti di archeologia scavano gratuitamente nel sito di San Severo, e non si capisce per quale motivo non possano essere impiegati a scopo didattico e di ricerca anche in piazza Kennedy, sul sito di Sant’Agnese». Insomma secondo Gardini «non sono state fatte le stratificazioni sotto ai 4 metri esono stati arrecati danni inutili alle attività limitrofe».

Contributi alla cultura, la svolta del sindaco: «Premieremo il merito»

De Pascale annuncia l’introduzione di criteri «oggettivi» di valutazione
«Il Ravenna Festival? Dovrà coinvolgere di più le altre realtà locali»

A Ravenna storicamente la cultura è finanziata dal Comune in particolare con il sistema delle convenzioni, meccanismi per cui diverse associazioni culturali ricevono ogni anno per cinque anni un contributo su cui possono contare per realizzare festival, eventi, produzioni. Le convenzioni in atto sono state deliberate nel 2012 per una cifra intorno ai 3milioni: la più onerosa è senza dubbio quella con la fondazione Ravenna Manifestazioni (che gestisce l’Alighieri, organizza la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival) che da Palazzo Merlato riceve poco meno di 2milioni di euro l’anno, a seguire ci sono i 477mila euro che vanno a Ravenna Teatro (per le produzioni e la gestione del teatro Rasi e l’organizzazione della prosa all’Alighieri) e poi una serie di altri finanziamenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono tra i 20mila e i 5mila euro annui per ogni soggetto coinvolto (decine le realtà convenzionate operanti tra danza, musica, teatro, libri, fotografia, cinema, grafica, fotografia).

«Questo sistema ha consentito negli anni ad alcune realtà di consolidarsi e di poter programmare la propria attività con alcune certezze. Ora – è l’annuncio del sindaco Michele de Pasacale – è il momento di fare un ulteriore passo in avanti: finora la mobilità nelle convenzioni è andata quasi a senso unico, con l’aggiunta via via di nuovi soggetti». Adesso, fa capire De Pascale, è invece arrivato il momento di operare anche dei tagli. «Non è solo un tema di risorse. La nostra idea è quella di creare un percorso che porti a giudicare con criteri il più possibile oggettivi la qualità dei progetti, determinando una salita ma anche eventualmente una discesa di tutti i protagonisti. Non è questione di numero di spettatori, altrimenti, con tutto il rispetto, finiremmo per premiare solo chi porta in città Giacobazzi. Ma fra due eventi di uguale livello culturale credo debba essere premiata anche la capacità di parlare a un pubblico più ampio, che credo sia obiettivo di chiunque organizzi eventi culturali».

Intanto però uno dei primi atti della nuova giunta è stato quello di assegnare contributi aggiuntivi – in fase di assestamento di bilancio (vedi articoli correlati) – alla stessa Ravenna Manifestazioni e alla fondazione che si occupa del patrimonio archeologico in città, RavennAntica, la cui storica presidente (ormai ex) Elsa Signorino è stata come noto nominata in giunta da De Pascale. Alle due fondazioni sono stati assegnati rispettivamente 150mila e 130mila euro, «a reintegro di minori contribuzioni da parte delle fondazioni bancarie», scriveva il Comune nella nota inviata alla stampa, provocando anche alcuni malumori in città. Perché a loro sì e a noi (dicono molti altri operatori culturai colpiti allo stesso modo dai tagli di fondazioni bancarie o simili) no? «Non ci possiamo più permettere un tasso di conflittualità dentro al mondo della cultura – replica De Pascale –: per noi il Ravenna Festival deve sempre di più diventare un volano anche per le altre realtà culturali che nascono e si sviluppano sul territorio. Questo in parte è avvenuto, ma in parte il Festival deve anche saper cambiare e accentuare queste collaborazioni con gruppi teatrali o musicali emergenti. Da questo punto di vista il Comune dovrà saper vigilare, nel rispetto della piena libertà artistica, affinché questo avvenga».

Ed entrando nel dettaglio dei contributi erogati, il sindaco sottolinea come consideri Ravenna Manifestazioni e RavennAntica alla stregua di una Ravenna Holding. «Penso che non siano soggetti privati, sebbene siano enti di diritto privato, e lo conferma pure il fatto che il presidente di Ravenna Manifestazioni è ancora l’ex sindaco di Ravenna… Quindi se questi enti perdono contributi statali già previsti in bilancio, il Comune se ne ha la possibilità credo debba intervenire e correggere, come se il “buco” ce l’avessero il Mar, le politiche abitative o quelle sociali». Allo stesso modo, quindi, è possibile chiedere massima trasparenza sui bilanci? «Certo, i bilanci devono essere on line». Al momento della nostra intervista non lo erano quelli di RavennAntica, ora invece pubblicati sul sito internet della fondazione, come richiesto anche dal sindaco.

Si intreccia al tema delle convenzioni e dei contributi pubblici alla cultura, quello della gestione dei teatri, per cui in passato ci sono state anche polemiche, con l’opposizione che ha chiesto di metterla a bando. «L’idea del teatro non gestito dal pubblico non mi convince, credo invece lo debba gestire direttamente il Comune o una fondazione controllata dal Comune, come nel caso del nostro Alighieri». Ma quel cambiamento fin quasi auspicato nella direzione artistica del Museo (vedi l’articolo sul Mar tra i correlati), quindi non va perseguito anche in ambito teatrale? «Beh, credo che i risultati del Festival parlino chiaro, e forse la musica lirica è per sua natura più conservatrice delle arti visive… Ravenna Teatro (che, come detto, gestisce il Rasi e cura tra le altre cose anche la rassegna di prosa dell’Alighieri, ndr) è stato scelto invece per puntare sul contemporaneo ma se un giorno cambiasse la propria proposta, il Comune sarebbe sempre in grado di scegliere un altro soggetto…». 

Contributi alla cultura, la svolta del sindaco: «Premieremo il merito»

De Pascale annuncia l’introduzione di criteri «oggettivi» di valutazione
«Il Ravenna Festival? Dovrà coinvolgere di più le altre realtà locali»

A Ravenna storicamente la cultura è finanziata dal Comune in particolare con il sistema delle convenzioni, meccanismi per cui diverse associazioni culturali ricevono ogni anno per cinque anni un contributo su cui possono contare per realizzare festival, eventi, produzioni. Le convenzioni in atto sono state deliberate nel 2012 per una cifra intorno ai 3milioni: la più onerosa è senza dubbio quella con la fondazione Ravenna Manifestazioni (che gestisce l’Alighieri, organizza la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival) che da Palazzo Merlato riceve poco meno di 2milioni di euro l’anno, a seguire ci sono i 477mila euro che vanno a Ravenna Teatro (per le produzioni e la gestione del teatro Rasi e l’organizzazione della prosa all’Alighieri) e poi una serie di altri finanziamenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono tra i 20mila e i 5mila euro annui per ogni soggetto coinvolto (decine le realtà convenzionate operanti tra danza, musica, teatro, libri, fotografia, cinema, grafica, fotografia).

«Questo sistema ha consentito negli anni ad alcune realtà di consolidarsi e di poter programmare la propria attività con alcune certezze. Ora – è l’annuncio del sindaco Michele de Pasacale – è il momento di fare un ulteriore passo in avanti: finora la mobilità nelle convenzioni è andata quasi a senso unico, con l’aggiunta via via di nuovi soggetti». Adesso, fa capire De Pascale, è invece arrivato il momento di operare anche dei tagli. «Non è solo un tema di risorse. La nostra idea è quella di creare un percorso che porti a giudicare con criteri il più possibile oggettivi la qualità dei progetti, determinando una salita ma anche eventualmente una discesa di tutti i protagonisti. Non è questione di numero di spettatori, altrimenti, con tutto il rispetto, finiremmo per premiare solo chi porta in città Giacobazzi. Ma fra due eventi di uguale livello culturale credo debba essere premiata anche la capacità di parlare a un pubblico più ampio, che credo sia obiettivo di chiunque organizzi eventi culturali».

Intanto però uno dei primi atti della nuova giunta è stato quello di assegnare contributi aggiuntivi – in fase di assestamento di bilancio (vedi articoli correlati) – alla stessa Ravenna Manifestazioni e alla fondazione che si occupa del patrimonio archeologico in città, RavennAntica, la cui storica presidente (ormai ex) Elsa Signorino è stata come noto nominata in giunta da De Pascale. Alle due fondazioni sono stati assegnati rispettivamente 150mila e 130mila euro, «a reintegro di minori contribuzioni da parte delle fondazioni bancarie», scriveva il Comune nella nota inviata alla stampa, provocando anche alcuni malumori in città. Perché a loro sì e a noi (dicono molti altri operatori culturai colpiti allo stesso modo dai tagli di fondazioni bancarie o simili) no? «Non ci possiamo più permettere un tasso di conflittualità dentro al mondo della cultura – replica De Pascale –: per noi il Ravenna Festival deve sempre di più diventare un volano anche per le altre realtà culturali che nascono e si sviluppano sul territorio. Questo in parte è avvenuto, ma in parte il Festival deve anche saper cambiare e accentuare queste collaborazioni con gruppi teatrali o musicali emergenti. Da questo punto di vista il Comune dovrà saper vigilare, nel rispetto della piena libertà artistica, affinché questo avvenga».

Ed entrando nel dettaglio dei contributi erogati, il sindaco sottolinea come consideri Ravenna Manifestazioni e RavennAntica alla stregua di una Ravenna Holding. «Penso che non siano soggetti privati, sebbene siano enti di diritto privato, e lo conferma pure il fatto che il presidente di Ravenna Manifestazioni è ancora l’ex sindaco di Ravenna… Quindi se questi enti perdono contributi statali già previsti in bilancio, il Comune se ne ha la possibilità credo debba intervenire e correggere, come se il “buco” ce l’avessero il Mar, le politiche abitative o quelle sociali». Allo stesso modo, quindi, è possibile chiedere massima trasparenza sui bilanci? «Certo, i bilanci devono essere on line». Al momento della nostra intervista non lo erano quelli di RavennAntica, ora invece pubblicati sul sito internet della fondazione, come richiesto anche dal sindaco.

Si intreccia al tema delle convenzioni e dei contributi pubblici alla cultura, quello della gestione dei teatri, per cui in passato ci sono state anche polemiche, con l’opposizione che ha chiesto di metterla a bando. «L’idea del teatro non gestito dal pubblico non mi convince, credo invece lo debba gestire direttamente il Comune o una fondazione controllata dal Comune, come nel caso del nostro Alighieri». Ma quel cambiamento fin quasi auspicato nella direzione artistica del Museo (vedi l’articolo sul Mar tra i correlati), quindi non va perseguito anche in ambito teatrale? «Beh, credo che i risultati del Festival parlino chiaro, e forse la musica lirica è per sua natura più conservatrice delle arti visive… Ravenna Teatro (che, come detto, gestisce il Rasi e cura tra le altre cose anche la rassegna di prosa dell’Alighieri, ndr) è stato scelto invece per puntare sul contemporaneo ma se un giorno cambiasse la propria proposta, il Comune sarebbe sempre in grado di scegliere un altro soggetto…». 

Uno show cooking dello chef Simone Rugiati al weekend speciale delle Cucine Stosa

Lo show cooking dello chef Simone Rugiati è l’evento clou di un weekend speciale – il 17 e il 18 settembre – organizzato da Stosa Store Ravenna e Prime Home nel nuovo spazio delle Cucine Stosa di via Faentina 248, a Fornace Zarattini, il primo in Romagna. Uno store di 250 metri quadrati che oltre alle performance culinarie del noto chef toscano – volto noto televisivo e anche in libreria – durante il weekend ospiterà eventi e momenti di intrattenimento, saranno proposte promozioni per chi vuole arredare casa e distribuiti gadget. A tutti sarà offerto un buffet e ci sarà spazio anche per i più piccoli con un’area ad hoc, un’animatrice, “truccabimbi” e la merenda. Professionisti come designer, architetti, geometri, esperti di rendering 3D saranno a completa disposizione dei presenti per una consulenza su arredamento, progetti e ristrutturazioni. Per coloro che non potranno partecipare, l’evento sarà raccontato in diretta da Radio Studio Delta e via streaming da Tele Romagna.

Il tutto in un nuovissimo store, Stosa Ravenna, dove scoprire sia le cucine che hanno fatto la storia dell’azienda – iniziata in Toscana nel ‘64 e approdata per la prima volta nel territorio romagnolo – che i nuovi modelli di punta. Fino a un corner speciale: quello dello spazio creativo Prime Home dedicato all’arredamento, alla ristrutturazione e al rinnovo della casa, con gadget speciali per chi vuole dare nuova luce alla propria abitazione.

L’evento è in programma sabato 17 e domenica 18 settembre, a orario continuato.
Info: www.stosaravenna.it e 0544 460689.

Notte d’oro, «Nada scelta trasparente Scorretto fare una gara su Facebook…»

L’assessore replica alle accuse di Cambierà sul concerto. E rilancia:
«Il prossimo anno un festival musicale con artisti scelti dal basso»

«Per quanto riguarda il metodo abbiamo scelto, in maniera che ritengo corretta e trasparente, una procedura ad evidenza pubblica, che ha garantito pari opportunità a tutti gli operatori. Per quanto riguarda il merito, la scelta di Nada è stata motivata da diverse considerazioni: si tratta di un’artista molto conosciuta, stimata da un pubblico eterogeneo, che oltretutto si esibirà con una band molto apprezzata nel panorama della musica indipendente (gli A Toys Orchestra, ndr) e la cui proposta artistica per la serata è stata valutata come quella che meglio si integrava con il resto dell’offerta culturale e di animazione della Notte d’Oro».
Così l’assessore a Turismo, Coordinamento eventi e Smart city del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini, risponde al gruppo consigliare Cambierà (vedi articoli correlati qui a fianco).

«Ritengo – aggiunge Costantini – che la procedura adottata sia stata anche rispettosa del lavoro degli artisti, che reputo scorretto mettere in competizione su Facebook (Cambierà, come provocazione, ha invece indetto un referendum tra gli artisti proposti all’Amministrazione, vedi sempre tra i correlati, ndr). Apprezzo – continua però l’assessore – e condivido moltissimo l’utilizzo degli strumenti di partecipazione democratica. E, cogliendo la sollecitazione, intendo aprire un confronto sulla possibilità di costruire per il prossimo anno un festival musicale, che non solo preveda la scelta degli artisti attraverso un metodo di partecipazione democratica dal basso, naturalmente corretto e trasparente, ma anche che si finanzi attraverso nuove modalità, come ad esempio il crowdfunding; come è avvenuto, per citare una delle esperienze più interessanti, nel caso del festival svedese UxU».

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