domenica
29 Giugno 2025

A Ravenna nascerà una nuova fondazione per la gestione della cultura

L’obiettivo è mettere insieme Comune, Stato, Mar e RavennAntica
Il sindaco: «Il polo di Classe dovrà diventare una visita di un giorno»

Una nuova, unica, fondazione a gestire il patrimonio artistico-culturale di Ravenna, che sia in grado di mettere insieme Comune, Stato e banche, sul modello del museo egizio di Torino. È il grande obiettivo – perseguito da almeno un decennio, forse con meno convinzione, anche dai suoi predecessori – che si è posto in ambito culturale il sindaco Michele de Pascale per questa sua legislatura post-candidatura a capitale europea 2019, svelato fin dalla nuova delega coniata al momento della composizione della giunta, alla “riorganizzazione delle istituzioni culturali”, che ha voluto tenere per sé. «Dopo una legislatura giustamente focalizzata sul 2019 in cui altre decisioni importanti sono state invece rinviate – conferma De Pascale –, abbiamo pensato di mettere mano al sistema della cultura, che ha eccellenze incontestabili e riconosciute, ma anche potenzialità di crescita ancora molto significative, vivendo di un’eccessiva frammentazione».

L’ambizione, come detto, è quella di far convivere all’interno di uno stesso soggetto («che potrebbe così sedersi da protagonista a tutti i tavoli che contano») il patrimonio pubblico non di proprietà dalla Curia – compresa la tomba di Dante, la cui gestione vuole essere dal sindaco svincolata dalle competenze dell’Istituzione della Biblioteca Classense – e quindi anche il Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna (al momento anch’esso gestito attraverso un’istituzione, ma che potrebbe in futuro anche rientrare nell’ambito del Comune) e la Fondazione Raven­nAntica, al momento senza presidente (Elsa Signorino come noto è stata nominata assessora alla Cultura dallo stesso De Pascale) e il cui futuro è legato alla nascita appunto della nuova fondazione. Di certo però non verrà disperso il suo determinante contributo alla nascita del nuovo «polo di Classe», come lo chiama il sindaco, e su cui De Pascale punta anche per allungare il tempo di permanenza a Ravenna dei turisti. «Classe deve diventare una visita di un giorno: penso alla Basilica, che in questi anni ha visto dimezzare i visitatori, da unire alla visita dell’Antico porto (inaugurato l’anno scorso, ndr) e al nuovo Museo archeologico che inaugureremo nel 2018, senza contare in futuro anche San Severo e le potenzialità dell’area archeologica, dove abbiamo già previsto di continuare a scavare per i prossimi vent’anni…».

È evidente che il nodo cruciale di tutto questo ragionamento è rappresentato dal ruolo dello Stato, con il ministro Dario Franceschini che in questi ultimi anni è venuto spesso da queste parti (e ci tornerà pure il 30 settembre per ritirare il Lauro dantesco alla memoria di don Francesco Fuschini) esprimendo più volte l’intenzione di volersi occupare della gestione del patrimonio archeologico, senza però entrare mai troppo nei dettagli. «Le strade sono due – spiega il sindaco –, quella ottimale sarebbe una fondazione che veda l’ingresso e quindi il coinvolgimento vero e diretto del ministero, su cui stiamo lavorando; ma c’è anche una via di mezzo tra questa ipotesi e la situazione attuale, con lo Stato che non entrerà nella nuova fondazione ma che sarà comunque coinvolto. Già ora, per esempio, possiamo contare sull’impegno del ministro Fran­ceschini di mettere a disposizione i reperti statali per il nuovo museo di Classe, che dovrà avere un’interazione costante con il Nazionale (gestito dallo Stato tramite la Soprintendenza, ndr). L’accordo è già pronto per essere firmato».

La nuova fondazione, secondo De Pascale, potrà dare garanzie innanzitutto allo Stato («mi sento di assumermi in prima persona l’impegno di garantire al ministero la rendita attuale e di promettere un ulteriore sviluppo, per esempio nel caso emblematico della basilica di Classe») e ai ravennati «un’occupazione di qualità, a partire dalla nostra intenzione naturalmente di mantenere all’interno della fondazione il personale qualificato che già lavora in RavennAntica».

La nuova fondazione dovrà infatti occuparsi naturalmente anche della fondamentale questione della bigliettazione e della gestione di audioguide, bookshop e quant’altro; argomento questo che si intreccia anche con quello dantesco. In vista anche del 700esimo anniversario della morte del 2021, infatti, il sindaco pensa a una valorizzazione museale del Sommo Poeta, con tanto di utilizzo di sistemi multimediali per offrire al turista magari un pacchetto anche a pagamento, mentre a chi gli chiede se non sia il caso di introdurre il biglietto per la sola Tomba di Dante (così come accaduto al battistero degli Ariani, vedi box), De Pascale risponde che se ne potrebbe parlare, ma «i visitatori crollerebbero, si limiterebbero a uno sguardo da fuori…». Di certo, di queste questioni non dovrà più occuparsi la Classense, «che non ha le competenze per decidere gli orari di apertura più adatti ai turisti…».

Ritrovate nella notte sette bici rubate I carabinieri cercano i proprietari

Sottratte tra la piscina comunale, Ponte Nuovo e via Rubicone

Nella nottata tra domenica e lunedì i carabinieri del nucleo Radiomobile di Ravenna hanno rinvenuto sette biciclette in ottimo stato di conservazione all’interno di un garage.
Si presume che possano essere state sottratte in zona piscina comunale, via Rubicone, via Cesarea, via Romea sud, via Senigallia e zona Ponte Nuovo.

Qui sotto nella gallery le foto delle sette biciclette diffuse dai carabinieri al fine di rintracciare i proprietari.

Calcio giovanile: l’Inter vince al Benelli la seconda Ravenna Top Cup  

La squadra nerazzura conquista il torneo riservato agli Under 12 battendo in finale il Torino. Tra i partecipanti anche Juve e Leicester

L’Inter vince la seconda edizione della Ravenna Top Cup, la manifestazione di calcio giovanile che si è svolta da giovedì 8 a domenica 11 settembre in dieci centri sportivi del territorio del comune di Ravenna, con gran finale allo stadio Benelli.

54 le squadre partecipanti – il torneo era riservato ai ragazzi classe 2004 – tra cui le principali società professionistiche del calcio italiano (Juventus, Roma, Lazio, Fiorentina, Atalanta…) e anche alcuni club prestigiosi dall’estero, come i francesi del Marsiglia e i campioni d’Inghilterra del Leicester.

Percorso netto, quello dell’Inter, che dopo aver vinto il proprio girone di qualificazione, si è poi imposto su Cittadella, Genoa, Prato e, in finale al Benelli, 3-0 contro il Torino.

Migliaia, tra baby calciatori, famiglie e accompagnatori, le persone che hanno soggiornato nel Ravennate in questi giorni.

Si trattava della seconda edizione del torneo, organizzato dalla società Futuri Campioni. La prima edizione dell’anno scorso era stata vinta dalla Juventus.

Calcio giovanile: l’Inter vince al Benelli la seconda Ravenna Top Cup  

La squadra nerazzura conquista il torneo riservato agli Under 12 battendo in finale il Torino. Tra i partecipanti anche Juve e Leicester

L’Inter vince la seconda edizione della Ravenna Top Cup, la manifestazione di calcio giovanile che si è svolta da giovedì 8 a domenica 11 settembre in dieci centri sportivi del territorio del comune di Ravenna, con gran finale allo stadio Benelli.

54 le squadre partecipanti – il torneo era riservato ai ragazzi classe 2004 – tra cui le principali società professionistiche del calcio italiano (Juventus, Roma, Lazio, Fiorentina, Atalanta…) e anche alcuni club prestigiosi dall’estero, come i francesi del Marsiglia e i campioni d’Inghilterra del Leicester.

Percorso netto, quello dell’Inter, che dopo aver vinto il proprio girone di qualificazione, si è poi imposto su Cittadella, Genoa, Prato e, in finale al Benelli, 3-0 contro il Torino.

Migliaia, tra baby calciatori, famiglie e accompagnatori, le persone che hanno soggiornato nel Ravennate in questi giorni.

Si trattava della seconda edizione del torneo, organizzato dalla società Futuri Campioni. La prima edizione dell’anno scorso era stata vinta dalla Juventus.

Il sindaco: «Qui il fulcro delle celebrazioni dantesche. Saremo grande città europea»

Le dichiarazioni nel corso delle manifestazioni per l’annuale
con esponenti di Firenze e la cerimonia dell’olio con tanto di corteo

In occasione delle celebrazioni del 695° dell’annuale della morte di Dante, questa mattina (domenica 11 settembre) hanno avuto luogo a Ravenna le cerimonie secondo una tradizione che prevede il puntuale omaggio del Comune di Firenze al suo illustre figlio, tramite la Cerimonia dell’Olio, nella seconda domenica di settembre.

Alle 9.30, il sindaco Michele de Pascale e la responsabile della Commissione cultura del Comune di Firenze, Federica Giuliani, dopo un breve incontro in municipio cui erano presenti, oltre allo stesso sindaco, l’assessora alla cultura Elsa Signorino, Alessandro Masi, Segretario del Comitato Nazionale per le celebrazioni del 750° Anniversario della nascita di Dante Alighieri, e Marcello Ciccuto, Presidente della Società Dantesca Italiana e docente dell’Università di Pisa, sono scesi in Piazza del Popolo per partecipare al solenne corteo celebrativo alla volta della biblioteca Classense. Presenti al corteo anche diversi cittadini, i figuranti dell’associazione storica Quelli del Ponte e il gruppo di uomini in costume tradizionale con il gonfalone fiorentino.

Alle 10 nella sala Muratori della Classense il sindaco del Pascale ha aperto l’incontro pubblico ringraziando i presenti, tra cui Alessandro Masi Segretario del Comitato Nazionale per le celebrazioni del 750° Anniversario della nascita di Dante Alighieri.
«Ringrazio gli amici fiorentini, le autorità religiose e civili, i rappresentanti delle istituzioni culturali – ha esordito de Pascale -. Oggi celebriamo insieme il 695° annuale della morte di Dante, questo numero ci ricorda sicuramente i 5 anni che ci dividono dal 2021, l’anno che il mondo dedicherà al Sommo Poeta per il 700 anni dalla sua morte. L’obiettivo che vogliamo porci – ha affermato – è fare di Ravenna il fulcro internazionale delle celebrazioni dantesche, come fu nel 1921. La città è già al lavoro per prepararsi a questo importante appuntamento e ci aspettiamo risultati che andranno oltre l’anno celebrativo, valorizzando e promuovendo Ravenna come spazio reale di quell’immenso lascito che è l’opera dantesca. Di fronte alla sfida di Dante 2021 – ha affermato il sindaco – vogliamo mettere in rete il nostro straordinario patrimonio artistico e culturale, per far sì che non sia solo l’occasione per celebrare l’illustre poeta, ma rappresenti l’inizio di una nuova fase di rilancio per Ravenna, che dovrà diventare una grande città europea, conosciuta nel mondo per la sua capacità attrattiva. Il centenario dantesco nella storia di Ravenna ha sempre rappresentato un momento di rigenerazione e cambiamento. Così sarà anche nel 2021».

La parola è poi passata a Federica Giuliani, rappresentante del Comune di Firenze che ha espresso la volontà della sua città di collaborare con Ravenna agli eventi del 2021. Dopo una breve introduzione della direttrice della biblioteca Classense, Claudia Giuliani, Marcello Ciccuto ha svolto la conferenza sul tema: “Dante alle soglie del moderno. Borges e Mandel’stam lettori della Commedia”.

Alla conferenza erano presenti i 22 studenti provenienti da tutta Italia, vincitori del Premio di cultura promosso dalla Società Dante Alighieri, 35esima edizione. Grazie al premio ottenuto i ragazzi soggiornano gratuitamente in città fino a oggi per partecipare alle iniziative dantesche in programma nel weekend.

Al termine della conferenza il corteo si è mosso, attraverso via Baccarini e piazza Caduti verso la Basilica di San Francesco, dove l’Arcivescovo di Ravenna, Monsignor Lorenzo Ghizzoni, ha officiato alle 11.15 la celebrazione eucaristica animata dalla Cappella Musicale di San Francesco diretta da Giuliano Amadei. Le celebrazioni odierne si sono concluse con l’omaggio reso da Firenze all’Esule alla Tomba del Poeta con la cerimonia dell’olio. Per l’occasione padre Egidio Monzani, presidente del centro dantesco dei frati minori conventuali ha letto il messaggio di papa Francesco, appositamente inviato per le celebrazioni dantesche.

L’evento si svolge secondo un cerimoniale codificato negli anni e vede i rappresentanti del Comune di Firenze offrire l’olio al sepolcro del Poeta, per alimentare la lampada votiva che arde ininterrottamente dal 1908, dono anch’essa della città di Firenze.

Il sindaco: «Qui il fulcro delle celebrazioni dantesche. Saremo grande città europea»

Le dichiarazioni nel corso delle manifestazioni per l’annuale con esponenti di Firenze e la cerimonia dell’olio con tanto di corteo

In occasione delle celebrazioni del 695° dell’annuale della morte di Dante, questa mattina (domenica 11 settembre) hanno avuto luogo a Ravenna le cerimonie secondo una tradizione che prevede il puntuale omaggio del Comune di Firenze al suo illustre figlio, tramite la Cerimonia dell’Olio, nella seconda domenica di settembre.

Alle 9.30, il sindaco Michele de Pascale e la responsabile della Commissione cultura del Comune di Firenze, Federica Giuliani, dopo un breve incontro in municipio cui erano presenti, oltre allo stesso sindaco, l’assessora alla cultura Elsa Signorino, Alessandro Masi, Segretario del Comitato Nazionale per le celebrazioni del 750° Anniversario della nascita di Dante Alighieri, e Marcello Ciccuto, Presidente della Società Dantesca Italiana e docente dell’Università di Pisa, sono scesi in Piazza del Popolo per partecipare al solenne corteo celebrativo alla volta della biblioteca Classense. Presenti al corteo anche diversi cittadini, i figuranti dell’associazione storica Quelli del Ponte e il gruppo di uomini in costume tradizionale con il gonfalone fiorentino.

Alle 10 nella sala Muratori della Classense il sindaco del Pascale ha aperto l’incontro pubblico ringraziando i presenti, tra cui Alessandro Masi Segretario del Comitato Nazionale per le celebrazioni del 750° Anniversario della nascita di Dante Alighieri.
«Ringrazio gli amici fiorentini, le autorità religiose e civili, i rappresentanti delle istituzioni culturali – ha esordito de Pascale -. Oggi celebriamo insieme il 695° annuale della morte di Dante, questo numero ci ricorda sicuramente i 5 anni che ci dividono dal 2021, l’anno che il mondo dedicherà al Sommo Poeta per il 700 anni dalla sua morte. L’obiettivo che vogliamo porci – ha affermato – è fare di Ravenna il fulcro internazionale delle celebrazioni dantesche, come fu nel 1921. La città è già al lavoro per prepararsi a questo importante appuntamento e ci aspettiamo risultati che andranno oltre l’anno celebrativo, valorizzando e promuovendo Ravenna come spazio reale di quell’immenso lascito che è l’opera dantesca. Di fronte alla sfida di Dante 2021 – ha affermato il sindaco – vogliamo mettere in rete il nostro straordinario patrimonio artistico e culturale, per far sì che non sia solo l’occasione per celebrare l’illustre poeta, ma rappresenti l’inizio di una nuova fase di rilancio per Ravenna, che dovrà diventare una grande città europea, conosciuta nel mondo per la sua capacità attrattiva. Il centenario dantesco nella storia di Ravenna ha sempre rappresentato un momento di rigenerazione e cambiamento. Così sarà anche nel 2021».

La parola è poi passata a Federica Giuliani, rappresentante del Comune di Firenze che ha espresso la volontà della sua città di collaborare con Ravenna agli eventi del 2021. Dopo una breve introduzione della direttrice della biblioteca Classense, Claudia Giuliani, Marcello Ciccuto ha svolto la conferenza sul tema: “Dante alle soglie del moderno. Borges e Mandel’stam lettori della Commedia”.

Alla conferenza erano presenti i 22 studenti provenienti da tutta Italia, vincitori del Premio di cultura promosso dalla Società Dante Alighieri, 35esima edizione. Grazie al premio ottenuto i ragazzi soggiornano gratuitamente in città fino a oggi per partecipare alle iniziative dantesche in programma nel weekend.

Al termine della conferenza il corteo si è mosso, attraverso via Baccarini e piazza Caduti verso la Basilica di San Francesco, dove l’Arcivescovo di Ravenna, Monsignor Lorenzo Ghizzoni, ha officiato alle 11.15 la celebrazione eucaristica animata dalla Cappella Musicale di San Francesco diretta da Giuliano Amadei. Le celebrazioni odierne si sono concluse con l’omaggio reso da Firenze all’Esule alla Tomba del Poeta con la cerimonia dell’olio. Per l’occasione padre Egidio Monzani, presidente del centro dantesco dei frati minori conventuali ha letto il messaggio di papa Francesco, appositamente inviato per le celebrazioni dantesche.

L’evento si svolge secondo un cerimoniale codificato negli anni e vede i rappresentanti del Comune di Firenze offrire l’olio al sepolcro del Poeta, per alimentare la lampada votiva che arde ininterrottamente dal 1908, dono anch’essa della città di Firenze.

Sbanda auto con una famiglia in vacanza Muore una 59enne, feriti marito e figlio

Fatale probabilmente un colpo di sonno dell’uomo, alle 6 del mattino
La tragedia in autostrada all’altezza dello svincolo con Ravenna

Probabilmente è stato un colpo di sonno, all’alba di una domenica mattina, a distruggere una famiglia di Lodi che stava per iniziare le proprie vacanze. Alla guida di un fuoristrada Mitsubishi Pajero c’era un uomo di 64 anni, alla sua destra la moglie di 59 anni e dietro il figlio della coppia, di 16 anni. L’incidente è avvenuto poco dopo le 6 in autostrada A14, poco dopo lo svincolo per Ravenna, in direzione sud, all’altezza di Solarolo.

Per cause in corso di accertamento – la più probabile è come detto un colpo di sonno – il guidatore ha perso il controllo dell’auto che è finita fuori strada, ribaltandosi nella scarpata. Ad avere la peggio è stata la donna, morta praticamente sul colpo. Ferite di media gravità per il marito e il figlio.

Auto si ribalta all’altezza di Solarolo: incidente mortale in autostrada

Non ci sono altri mezzi coinvolti. Una persona deceduta e due feriti

Una persona è morta e due sono rimaste ferite in un incidente avvenuto alle 6.20 di questa mattina (domenica 11 settembre) sull’autostrada A14, nel tratto compreso tra Imola e la diramazione per Ravenna, in direzione di Ancona. Lo scrive in un’agenzia – che qui riportiamo testualmente – la redazione regionale dell’Ansa.

Viaggiavano su una vettura che si è ribaltata al chilometro 56 (all’altezza di Solarolo); non sono stati coinvolti altri veicoli.

Sono intervenuti Polstrada, vigili del fuoco e 118, oltre al personale della direzione 3/o Tronco di Bologna della società Autostrade. Il traffico non ha subito particolari ripercussioni.

E la gru da recuperare in Darsena? Ecco 5 proposte. «Ma non è una priorità»

L’ex sindaco aveva promesso la sua reinstallazione: il concorso
di idee si è chiuso in agosto ma ora tempi e costi sono incerti

A fine agosto è scaduto il termine per partecipare al concorso di idee lanciato dal Comune di Ravenna per la raccolta di proposte per il recupero della gru di banchina, smantellata un anno fa perché ritenuta pericolante e non più in sicurezza in un punto liberamente accessibile. In tutto cinque le proposte arrivate agli uffici comunali che ora dovranno essere esaminate da una commissione per valutarne l’applicabilità.

L’ex sindaco Fabrizio Matteucci promise che il manufatto sarebbe stato recuperato con una nuova destinazione in quanto considerato un segno visivo del passato industriale del quartiere. L’assessore all’Urbanistica Federica Del Conte spiega la situazione attuale: «Non è ancora stato deciso quando si insedierà la commissione per valutare le proposte del concorso. Non è un tema tra le priorità in agenda al momento. La giunta si è insediata da poco e gli uffici tra luglio e agosto sono stati occupati particolarmente per la preparazione del bando ministeriale per la riqualificazione di tutta l’area (progetto da 26 milioni che unisce pubblico e privati e ambisce a ottenere 12,8 milioni dallo Stato, vedi articoli correlati, ndr). Oggi è impossibile fare previsioni su tempi e costi del recupero».

Il trasbordatore, che si trovava collegato all’edificio della cosiddetta Area T nei pressi del condominio Torre Zucchi e serviva per il carico-scarico delle navi, è attualmente in deposito ai cantieri della Rosetti Marino.

E la gru da recuperare in Darsena? Ecco 5 proposte. «Ma non è una priorità»

L’ex sindaco aveva promesso la sua reinstallazione: il concorso di idee si è chiuso in agosto ma ora tempi e costi sono incerti

A fine agosto è scaduto il termine per partecipare al concorso di idee lanciato dal Comune di Ravenna per la raccolta di proposte per il recupero della gru di banchina, smantellata un anno fa perché ritenuta pericolante e non più in sicurezza in un punto liberamente accessibile. In tutto cinque le proposte arrivate agli uffici comunali che ora dovranno essere esaminate da una commissione per valutarne l’applicabilità.

L’ex sindaco Fabrizio Matteucci promise che il manufatto sarebbe stato recuperato con una nuova destinazione in quanto considerato un segno visivo del passato industriale del quartiere. L’assessore all’Urbanistica Federica Del Conte spiega la situazione attuale: «Non è ancora stato deciso quando si insedierà la commissione per valutare le proposte del concorso. Non è un tema tra le priorità in agenda al momento. La giunta si è insediata da poco e gli uffici tra luglio e agosto sono stati occupati particolarmente per la preparazione del bando ministeriale per la riqualificazione di tutta l’area (progetto da 26 milioni che unisce pubblico e privati e ambisce a ottenere 12,8 milioni dallo Stato, vedi articoli correlati, ndr). Oggi è impossibile fare previsioni su tempi e costi del recupero».

Il trasbordatore, che si trovava collegato all’edificio della cosiddetta Area T nei pressi del condominio Torre Zucchi e serviva per il carico-scarico delle navi, è attualmente in deposito ai cantieri della Rosetti Marino.

Oltre 150mila euro per cinque nuove automobili per i vigili di Ravenna  

In futuro potranno sanzionare anche chi guida con il cellulare

Prestazioni più efficienti su strada per i vigili urbani: con cinque nuovi mezzi attrezzati acquistati di recente si potenzia l’autoparco della Polizia Municipale di Ravenna.

«Si tratta – spiega il vicesindaco Eugenio Fusignani – di quattro monovolume Subaru XV con prestazioni anche fuoristrada e di una berlina Skoda Octavia RS allestita per specifici servizi di controllo». La Skoda, ultima arrivata fra i veicoli in dotazione al Corpo, è costata circa 38.000 euro di cui circa 15.000 di spese per allestimento, motorizzazione 2000cc TDI (turbodiesel). Forte dei suoi 184 cavalli è in grado di accelerare da 0 a 100 in 8.1 secondi e 232 orari di punta massima. All’interno, si presenta allestita con i posti posteriori isolati da quelli anteriori da una parete in plexiglass ad alta resistenza e da un vano separato con grata in acciaio che crea una sorta di “cella di sicurezza” per il trasporto di persone in stato di arresto o detenzione. È inoltre predisposta per l’utilizzo di tutte le attrezzature elettroniche in dotazione: targasystem, etilometro, velox e può essere con ragione, considerata l’ammiraglia della flotta veicoli, tra le più qualificate in regione.

Le quattro Subaru XV, di cui tre vestite con la ‘livrea di servizio’, sono dotate di motorizzazione Boxer, 1995cc di cilindrata, per una potenza di 150 cavalli ed una coppia motrice di 196nm, alimentazione a benzina. «Sono accreditate di ben cinque stelle euroncap e cinque stelle conferite da Quattroruote, è quindi uno dei modelli di auto più sicuri sul mercato», scrivono dal Comune.
Sono state acquistate in convenzione Consip ed allestite per i servizi per una spesa complessiva di circa 118mila euro, allestimenti compresi.

«È un investimento importante per l’ente – continua Fusignani- poiché va a potenziare il livello di servizio in un settore significativo e delicato come quello della Pm, impegnata nel controllo del territorio su tutti i fronti più caldi della sicurezza e della legalità. In particolare le già consistenti dotazioni tecnologiche di cui sono forniti questi nuovi automezzi, potranno anche essere implementate con nuovi strumenti in grado di rilevare in automatico, durante la marcia normale, e conseguentemente sanzionare a posteriori, anche infrazioni che mettono a repentaglio l’incolumità di automobilisti e pedoni, quali l’uso improprio alla guida di telefoni cellulari. In questo senso – precisa il vicesindaco- il comando della Pm ha già ricevuto il mandato per predisporre un progetto complessivo di ausilii tecnologici da sottoporre all’amministrazione per le opportune valutazioni. L’intento è ovviamente quello di aumentare l’efficacia dei servizi sul versante sicurezza, tutelando al contempo anche l’incolumità degli operatori. Anche i nuovi mezzi che presentiamo oggi vanno in questa irrinunciabile direzione».

In un nuovo dipinto in piazza Unità d’Italia il centro di Ravenna di inizio Novecento

Realizzato nel passaggio di collegamento con piazza del Popolo

Alla presenza del sindaco Michele de Pascale, del prefetto Francesco Russo, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Lanfranco Gualtieri e del presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli, è stato inaugurato il dipinto realizzato nella parete del porticato che congiunge piazza del Popolo a piazza dell’Unità d’Italia, in centro a Ravenna.

Si tratta della rappresentazione pittorica risalente all’800, dell’area che comprende piazza del Popolo, piazza Garibaldi, via Gordini, via Cairoli, inclusa la stessa piazza dell’Unità d’Italia.

L’opera d’arte è stata realizzata dai maestri Catherine Horn e Gianni Todaro della bottega d’arte Spazi da Vivere, e riproduce un disegno di Gaetano Savini, artista, cartografo, storico e archeologo ravennate (10 gennaio 1850 – 13 marzo 1917).

Da oggi (sabato 10 settembre) cittadini e turisti potranno conoscere, attraverso il dipinto murario, lo spaccato urbano dell’epoca con le antiche botteghe e gli edifici situati in quella che un tempo veniva chiamata piazza Vittorio Emanuele, oggi piazza del popolo, e nella corte delle Antiche Carceri, prima che diventasse sede del penitenziario cui si deve l’antico toponimo.

Come è noto, questo spazio urbano è stato interessato negli ultimi anni da un corposo intervento di riqualificazione, a cura della Cassa di Risparmio di Ravenna, che lo ha reso fruibile superando la preesistente situazione di abbandono. Dal dicembre 2013 col toponimo di piazza dell’Unità d’Italia è entrato, quindi, a far parte dei luoghi più frequentati del centro storico e sede di incontri pubblici.

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