sabato
05 Luglio 2025

Coltivavano marijuana al parco pubblico Per innaffiare usavano acqua minerale

Due giovani arrestati e uno denunciato. L’indagine è partita dalle foto delle piante nella memoria di un telefonino smarrito

In un angolo nascosto del parco pubblico Tozzoni a Imola avevano sistemato una coltivazione di marijuana, sedici piante di cannabis alte oltre mezzo metro che andavano a innaffiare quasi tutti i giorni con bottiglie di acqua minerale che compravano al supermercato ma le foto mandate sul telefonino di un amico per vantarsi della rigogliosa piantagione li hanno fatti finire in manette: uno studente 18enne e un operaio 20enne di Imola sono stati arrestati per coltivazione illecita di stupefacenti dopo che i carabinieri hanno trovato il telefonino smarrito da un amico 19enne con le immagine delle piante. Quest’ultimo è stato denunciato per detenzione illecita di stupefacenti perché in casa aveva tre dosi di cocaina del peso di circa tre grammi ed un frammento di hashish di quasi mezzo grammo.

Le indagini svolte dai carabinieri di Castel Bolognese sono partite, come detto, dalle immagini nella memoria di un telefonino che il 19enne aveva smarrito a in un parcheggio a ridosso del fiume Senio. In un primo tempo i militari avevano orientato le indagini proprio lungo l’argine, ipotizzando che le piante di cannabis indica fotografate con il telefono smarrito si trovassero in quei paraggi. Una volta individuato il proprietario del telefonino, uno studente 19enne di Imola incensurato, i carabinieri hanno suonato alla sua porta: nella camera da letto la droga. A quel punto il 19enne è stato portato in caserma, dove per evitare altri guai ha ammesso di non c’entrare nulla con le piantine in fotografia ed ha ammesso che quelle immagini le aveva ricevute da due amici che avevano allestito una coltivazione di marijuana in un parco pubblico di Imola. Sono scattate le perquisizioni a casa dei due che davanti ai carabinieri non hanno potuto fare a meno di ammettere ciò che il loro amico aveva svelato poco prima.

A Rio per difendere l’oro record con le chiavi di Conselice in tasca

A Jessica Rossi la cittadinanza onoraria dopo aver costruito la vittoria alle Olimpiadi di Londra allenandosi al tiro a volo di via Coronella

A Rio dovrà difendere quell’oro di Londra costruito negli anni di allenamenti a Conselice che dopo i Giochi del 2012 le ha dato la cittadinanza onoraria: la 24enne Jessica Rossi (tiro a volo, trap) è cresciuta a Crevalcore (Bologna) ma sportivamente si è formata sui campi di tiro realizzati su dieci ettari in via Coronella.

Da lì è partita per esordire, in campo internazionale, nel campionato mondiale di tiro a volo del 2007, ed a soli diciassette anni ha vinto il campionato italiano, il campionato europeo e il campionato mondiale di tiro, conquistando inoltre due secondi posti nella Coppa del mondo di tiro del 2009. Vincitrice della medaglia di bronzo nel tiro a volo nel campionato mondiale di tiro del 2010, si è classificata al ventiduesimo posto agli Europei dello stesso anno e nel 2011 ha vinto la coppa del mondo di tiro e si è classificata al diciottesimo posto ai Mondiali di Belgrado.

Alle ultime Olimpiadi non solo ha conquistato l’oro ma ha stabilito anche il record mondiale con 99/100, di ritorno da Londra il Coni l’ha insignita della massima onorificenza: il collare d’oro al merito sportivo. Il Comune di Conselice le ha consegnato le chiavi della città come «atto di riconoscenza verso una giovane atleta dotata di grande talento e profondo impegno quale omaggio ai risultati raggiunti ed al legame con Conselice che hanno arricchito l’ambiente sportivo della nostra comunità e fatto conoscere il paese fuori dai confini nazionali».

Rossi sarà impegnata dalle 14 di domani, 7 agosto, nelle sue prove ai Giochi brasiliani.

A Rio per difendere l’oro record con le chiavi di Conselice in tasca

A Jessica Rossi la cittadinanza onoraria dopo aver costruito la vittoria alle Olimpiadi di Londra allenandosi al tiro a volo di via Coronella

A Rio dovrà difendere quell’oro di Londra costruito negli anni di allenamenti a Conselice che dopo i Giochi del 2012 le ha dato la cittadinanza onoraria: la 24enne Jessica Rossi (tiro a volo, trap) è cresciuta a Crevalcore (Bologna) ma sportivamente si è formata sui campi di tiro realizzati su dieci ettari in via Coronella.

Da lì è partita per esordire, in campo internazionale, nel campionato mondiale di tiro a volo del 2007, ed a soli diciassette anni ha vinto il campionato italiano, il campionato europeo e il campionato mondiale di tiro, conquistando inoltre due secondi posti nella Coppa del mondo di tiro del 2009. Vincitrice della medaglia di bronzo nel tiro a volo nel campionato mondiale di tiro del 2010, si è classificata al ventiduesimo posto agli Europei dello stesso anno e nel 2011 ha vinto la coppa del mondo di tiro e si è classificata al diciottesimo posto ai Mondiali di Belgrado.

Alle ultime Olimpiadi non solo ha conquistato l’oro ma ha stabilito anche il record mondiale con 99/100, di ritorno da Londra il Coni l’ha insignita della massima onorificenza: il collare d’oro al merito sportivo. Il Comune di Conselice le ha consegnato le chiavi della città come «atto di riconoscenza verso una giovane atleta dotata di grande talento e profondo impegno quale omaggio ai risultati raggiunti ed al legame con Conselice che hanno arricchito l’ambiente sportivo della nostra comunità e fatto conoscere il paese fuori dai confini nazionali».

Rossi sarà impegnata dalle 14 di domani, 7 agosto, nelle sue prove ai Giochi brasiliani.

Proni alla segretaria provinciale del Pd La 46enne è sindaco di Bagnacavallo

Laureata in Storia contemporanea, ex assessore provinciale: al vertice del partito fino al congresso del 2017

La 46enne Eleonora Proni, sindaco di Bagnacavallo dal 2014 dopo essere stata assessore provinciale, è la nuova segretaria provinciale del Partito democratico. L’assemblea del Pd l’ha scelta nella serata di ieri, 5 agosto, nella riunione al Pala De Andrè. Proni succede a Michele de Pascale, segretario dal 2013 ma ora anche sindaco di Ravenna e presidente della Provincia e perciò incompatibile con l’incarico nei dem. L’incarico di Proni, scelta perché ritenuta capace di mettere d’accordo le varie anime interne del partito seguendo le indicazioni emerse dai circoli, durerà quasi certamente fino al prossimo congresso provinciale in programma nel 2017.

Bagnacavallese, laureata in Storia contemporanea. Proprio in questa disciplina si sono concentrate le sue prime esperienze lavorative a Bologna, in ambito universitario: ha collaborato alla realizzazione di progetti di ricerca e partecipato alla redazione e pubblicazione di saggi storici. Contemporaneamente, ha iniziato a partecipare attivamente alla vita della sua comunità, con un impegno che si è concretizzato in una serie di esperienze amministrative a Bagnacavallo, prima come consigliere comunale e successivamente come assessore, nei primi anni con deleghe alle politiche finanziarie, alle politiche giovanili e sportive e, all’inizio dell’ultima legislatura, ai lavori pubblici e alla gestione del territorio. Dal link in fondo alla pagina è possibile scaricare il suo curriculum pubblicato sul sito della Provincia fin quando è stata assessore a Piazza Caduti.

«É stato un grande onore guidare in questi tre anni il Pd ravennate – commenta il Sindaco di Ravenna e segretario uscente Michele de Pascale – ed è con grandissima soddisfazione che lascio, in ottime mani e in un clima di grande unità e coesione che ci permetterà, ne sono certo, nei prossimi anni di conseguire grandi risultati nell’interesse di tutti i cittadini della nostra provincia».

«Unità, contenuti, sensibilità, voglia di provarci: credo che si possa riassumere con queste parole l’esito dell’assemblea dei delegati e del suo voto – spiega la neo eletta segretaria provinciale Eleonora Proni – Le stesse parole chiave che sono state al centro del mio intervento e della mia disponibilità ad assumere questa responsabilità. Il Pd della provincia di Ravenna, grazie alla guida intelligente e garbata di Michele de Pascale a cui va un ringraziamento forte e sentito, ha dimostrato in questo tempo così “faticoso” di saper lavorare insieme. Il mio impegno è quello di riuscire a proseguire in questa direzione, cercando di valorizzare le competenze e le sensibilità politico-culturali di ciascuno di noi. Oggi più che mai occorre un lavoro corale, in ogni singolo passaggio dell’attività politica. Con la consapevolezza che è necessario ripartire dal territorio ma soprattutto dalle persone, per rimotivare la partecipazione alla vita del partito. Abbiamo bisogno di rilanciare l’immagine del Pd come luogo bello, interessante, importante e soprattutto utile».

Volley, Bonitta tenta l’impresa a Rio Poi sarà dirigente nella sua Ravenna

Terza Olimpiade per l’allenatore in un girone di ferro. Esordio alle 3.35 del 7 agosto. Tra le convocate anche la ravennate Ortolani

Per esserci è servita un’impresa, ora proveranno a fare i guastafeste. La presenza in Brasile della Nazionale femminile di pallavolo guidata dal ravennate Marco Bonitta è passata attraverso una qualificazione difficile che ha portato le ragazze in un girone con cinque avversarie di grande spessore (Usa, Cina, Portorico, Olanda, Serbia). Coach Bonitta ha preparato la trasferta sudamericana in ritiro a Cavalese e lì lo avevamo contattato telefonicamente prima della partenza per Rio: «Stiamo facendo passi in avanti sapendo che abbiamo di fronte un girone di ferro ma crediamo di poter fare qualcosa di meglio di quanto visto finora. Già contro la Serbia all’esordio sarà dura ma tutti ci rispettano e sanno che dovranno fare i conti con una squadra che non molla».

Per il 53enne è il terzo gettone ai Giochi dopo Atene 2004 (con l’Italia) e Pechino 2008 (con la Polonia) e comunque vada segnerà la fine del suo rapporto con l’azzurro: «Sarà la mia ultima Olimpiade da allenatore. Ho deciso di ufficializzare la cosa già ora per rispetto verso la maglia azzurra perché la federazione deve avere il suo tempo per prendere delle decisioni. Siamo tutti dei professionisti e questo non inciderà minimamente sul nostro cammino». In salita, come detto, con una ambizione: «Ci piacerebbe fare i guastafeste. Ci sono nazionali che sulla carta sono più forti di noi, siamo realisti e non lo nascondiamo ma siamo anche sicuri che in campo daremo il massimo». Per riuscirci ha composto un gruppo di dodici ragazze (da Ravenna vengono anche la schiacciatrice Serena Ortolani e lo scoutman Massimo Taglioli) che l’allenatore descrive così: un gruppo abbastanza consolidato che lavora insieme da gennaio con un mix di giovani ed esperte. Se qualcuno avesse dei dubbi, Bonitta sgombra subito il campo: «Siamo una squadra vera e lo abbiamo dimostrato in alcune battaglie vinte per guadagnarci la qualificazione a Rio. Voglio una squadra aggressiva, combattente e mai remissiva». Esordio contro la Serbia alle 3.35 italiane del 7 agosto.

Dopo le Olimpiadi ad attendere Bonitta ci saranno gli impegni del nuovo incarico dirigenziale assunto a Ravenna dove da qualche settimana è diventato direttore generale del Porto Robur Costa in A1. Non si addentra nei dettagli del suo ruolo – «In questo momento la concentrazione è massima sull’impegno che arriva» – ma un’occhiata al lungo periodo la butta: «Ravenna ha dimostrato di avere le risorse tecniche e le capacità per camminare con le sue gambe. Quando ci sono state disponibilità economiche sono venuti risultati eccezionali. Sarà così ancora se ci saranno risorse».

Come detto, di Ravenna anche Ortolani. Non indossava l’azzurro da quattro anni, poi a maggio è stata convocata di nuovo in Nazionale e con le altre ragazze dell’Italvolley a Tokyo ha conquistato la qualificazione alle Olimpiadi brasiliane: la 29enne ravennate Serena Ortolani, campionessa d’Italia per due anni di fila pur cambiando squadra (Casalmaggiore e Conegliano, in panchina in entrambi i casi il marito Davide Mazzanti), è tra le dodici giocatrici scelte dal concittadino Bonitta per l’impresa Rio. Prima del ritorno in Giappone, l’ultima volta azzurra nel 2012 era stata proprio in occasione dell’altro preolimpico: la qualificazione arrivò ma Serena non venne convocata per Londra (aveva già fatto parte però del gruppo di Pechino 2008). La sua carriera cominciò nel Reda Volley poi la Libertas Forlì e nel 2000 il passaggio alla Teodora: prima stagione con le giovanili e poi il salto in prima squadra in A1.

Volley, Bonitta tenta l’impresa a Rio Poi sarà dirigente nella sua Ravenna

Terza Olimpiade per l’allenatore in un girone di ferro. Esordio alle 3.35 del 7 agosto. Tra le convocate anche la ravennate Ortolani

Per esserci è servita un’impresa, ora proveranno a fare i guastafeste. La presenza in Brasile della Nazionale femminile di pallavolo guidata dal ravennate Marco Bonitta è passata attraverso una qualificazione difficile che ha portato le ragazze in un girone con cinque avversarie di grande spessore (Usa, Cina, Portorico, Olanda, Serbia). Coach Bonitta ha preparato la trasferta sudamericana in ritiro a Cavalese e lì lo avevamo contattato telefonicamente prima della partenza per Rio: «Stiamo facendo passi in avanti sapendo che abbiamo di fronte un girone di ferro ma crediamo di poter fare qualcosa di meglio di quanto visto finora. Già contro la Serbia all’esordio sarà dura ma tutti ci rispettano e sanno che dovranno fare i conti con una squadra che non molla».

Per il 53enne è il terzo gettone ai Giochi dopo Atene 2004 (con l’Italia) e Pechino 2008 (con la Polonia) e comunque vada segnerà la fine del suo rapporto con l’azzurro: «Sarà la mia ultima Olimpiade da allenatore. Ho deciso di ufficializzare la cosa già ora per rispetto verso la maglia azzurra perché la federazione deve avere il suo tempo per prendere delle decisioni. Siamo tutti dei professionisti e questo non inciderà minimamente sul nostro cammino». In salita, come detto, con una ambizione: «Ci piacerebbe fare i guastafeste. Ci sono nazionali che sulla carta sono più forti di noi, siamo realisti e non lo nascondiamo ma siamo anche sicuri che in campo daremo il massimo». Per riuscirci ha composto un gruppo di dodici ragazze (da Ravenna vengono anche la schiacciatrice Serena Ortolani e lo scoutman Massimo Taglioli) che l’allenatore descrive così: un gruppo abbastanza consolidato che lavora insieme da gennaio con un mix di giovani ed esperte. Se qualcuno avesse dei dubbi, Bonitta sgombra subito il campo: «Siamo una squadra vera e lo abbiamo dimostrato in alcune battaglie vinte per guadagnarci la qualificazione a Rio. Voglio una squadra aggressiva, combattente e mai remissiva». Esordio contro la Serbia alle 3.35 italiane del 7 agosto.

Dopo le Olimpiadi ad attendere Bonitta ci saranno gli impegni del nuovo incarico dirigenziale assunto a Ravenna dove da qualche settimana è diventato direttore generale del Porto Robur Costa in A1. Non si addentra nei dettagli del suo ruolo – «In questo momento la concentrazione è massima sull’impegno che arriva» – ma un’occhiata al lungo periodo la butta: «Ravenna ha dimostrato di avere le risorse tecniche e le capacità per camminare con le sue gambe. Quando ci sono state disponibilità economiche sono venuti risultati eccezionali. Sarà così ancora se ci saranno risorse».

Come detto, di Ravenna anche Ortolani. Non indossava l’azzurro da quattro anni, poi a maggio è stata convocata di nuovo in Nazionale e con le altre ragazze dell’Italvolley a Tokyo ha conquistato la qualificazione alle Olimpiadi brasiliane: la 29enne ravennate Serena Ortolani, campionessa d’Italia per due anni di fila pur cambiando squadra (Casalmaggiore e Conegliano, in panchina in entrambi i casi il marito Davide Mazzanti), è tra le dodici giocatrici scelte dal concittadino Bonitta per l’impresa Rio. Prima del ritorno in Giappone, l’ultima volta azzurra nel 2012 era stata proprio in occasione dell’altro preolimpico: la qualificazione arrivò ma Serena non venne convocata per Londra (aveva già fatto parte però del gruppo di Pechino 2008). La sua carriera cominciò nel Reda Volley poi la Libertas Forlì e nel 2000 il passaggio alla Teodora: prima stagione con le giovanili e poi il salto in prima squadra in A1.

Prova a nascondere la droga sotto al sedile dell’auto di polizia: arrestato

Un 21enne trovato in strada con 3.900 euro in tasca e senza documenti. Una bustina nascosta anche dentro gli slip

Se ne stava seduto sul marciapiedi in via Perilli a Ravenna senza alzarsi di fronte ai poliziotti che si sono fermati per un controllo di routine ma non è bastato per nascondere il rigonfiamento della tasca: un sacchetto con 3.910 euro in contanti di cui non ha saputo giustificare la provenienza. Sono cominciati da qui i guai per un 21enne straniero incensurato che poi è stato condannato per spaccio: mentre la polizia lo portava in questura per identificarlo perché sprovvisto di documenti, il giovane ha tentato di nascondere una busta con sette confezioni di droga e una bilancina di precisione. E un altro involucro lo nascondeva negli slip.

Gli accertamenti compiuti dalla polizia scientifica, volti ad individuare la sostanza contenuta negli involucri, ne hanno confermato la natura: cocaina (11 grammi), hashish (3 grammi) e marijuana. Il ragazzo completamente sconosciuto agli archivi della banca dati interforze, è stato arrestato per spaccio e processato con rito direttissimo oggi: ha patteggiato otto mesi di reclusione e 5mila euro di multa. È stata disposta la sospensione condizionale della pena, la distruzione dello stupefacente e la restituzione della somma di denaro sequestrata. Al termine del rito, il 21enne è stato accompagnato in questura e munito di provvedimento di espulsione.

Raccoglie more e scivola nel fosso Turista salvato dai carabinieri

Un 79enne in cerca dei frutti per una marmellata da fare con la moglie: sono state le sue grida a richiamare i militari in pattuglia

Si sono incamminati lungo una strada sterrata in cerca di more per una marmellata ma nel tentativo di raccoglierne alcune lui è caduto in un fosso e ha perso i sensi: i carabinieri ieri 4 agosto hanno salvato un 79enne milanese in vacanza a Lido Adriano con la moglie che ha richiamato l’attenzione dei militari motociclisti in transito in viale Manzoni. L’anziano è stato poi affidato al personale medico: non ha riportato lesioni, è già stato dimesso e potrà continuare la vacanza.

Inchiesta Carisp Cesena: sequestrati 1,9 milioni. Tra gli indagati 4 ravennati

Falso in bilancio, ostacolo all’autorità di vigilanza e illecita ripartizione di utili sono i reati ipotizzati. Bloccati i conti correnti personali

Nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che vede indagati a vario titolo (falso in bilancio, ostacolo all’autorità di vigilanza e illecita ripartizione di utili) diciassette ex membri degli organi di vertice e di controllo della Cassa di Risparmio di Cesena, tra cui quattro ravennati, la guardia di finanza ha sequestrato 1,9 milioni di euro depositati su conti correnti personali di ex amministratori e sindaci. I ravennati che a luglio hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini sono i faentini Giovanni Tampieri e Francesco Carugati e i lughesi Atos Billi e Vincenzo Minzoni. Le Fiamme Gialle hanno operato il blocco delle somme in attuazione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Forlì: il reato di illecita ripartizione di utili consente in caso di condanna la confisca del profitto del reato e nella fase delle indagini preliminari la misura cautelare del sequestro preventivo.

Le investigazioni sono cominciate nel 2014 dopo un’ispezione della Banca d’Italia e hanno messo sotto la lente il bilancio Carisp del 2012: secondo gli inquirenti l’istituto non ha proceduto a svalutare correttamente l’ingente esposizione creditoria, ammontante a oltre 40 milioni di euro, vantata nei confronti di un noto gruppo immobiliare locale, già da tempo in evidente stato di crisi. Ciò ha comportato la mancata esposizione di una maggiore perdita per oltre 15 milioni (di qui l’imputazione per “false comunicazioni sociali”), consentendo agli organi di vertice della banca di deliberare, in favore dei soci, la distribuzione di acconti sui dividendi per 1,9 milioni di euro riferiti a utili che non sarebbero stati successivamente conseguiti (condotta che ha dato origine alla contestazione di “illegale ripartizione degli utili” e al sequestro delle somme di denaro). Se l’autorità di vigilanza avesse avuto consapevolezza della reale situazione finanziaria in cui versava la Cassa avrebbe potuto intervenire con azioni preventive come non autorizzare la distribuzione di acconti sui dividendi. Al termine delle indagini, non sono state ravvisate responsabilità in capo ai soci della banca (destinatari dell’illecita ripartizione degli utili), i quali, al contrario, sono stati considerati persone offese dal reato.

Nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di amministratori, sindaci e direttori generali della banca in carica alla data del 13 aprile 2013. Billi era vicepresidente, Tampieri e Carugati consiglieri del cda, Minzoni presidente del collegio sindacale. Gli altri indagati sono Germano Lucchi (presidente cda), Tommaso Grassi (vicepresidente), Enrico Bocchini, Giovanni Maria Boldrini, Pier Angelo Giannessi, Tino Montalti, Mario Riciputi, Paolo Fabbri, Bruno Santini (consiglieri del cda), Luigi Zacchini, Giuseppe Spada (membri del collegio sindacale), Adriano Gentili (direttore generale), Dino Collinucci (vice direttore generale). .

Il ticket del bus e il lettino al mare si pagano con il telefonino

Cambiano i tempi: in alcuni bagni delle spiagge ravennati e sul trasporto pubblico di Start nuovi servizi per il pagamento senza contanti

Il biglietto dell’autobus pubblico e il lettino sulla spiaggia si pagano con il telefonino. Arrivano nel Ravennate le funzionalità di due applicazioni che consentono di pagare alcuni servizi senza ricorrere ai contanti.

In dodici stabilimenti balneari di Punta Marina, Marina di Ravenna e Lido Adriano è già possibile utilizzare l’applicazione Satispay ottenendo subito il 10 percento di cash back su ogni spesa. A Marina di Ravenna: Hookipa, Coco Loco, White Beach, Luana Beach, Charlie Beach, Mosquito Coast, Taormina, Zanzibar, Marinamore e Waimea. A Punta Marina al Marlin Beach&Restaurant e a Lido Adriano al Bagno Oasi. Satispay consente sia lo scambio gratuito di denaro tra privati che il pagamento nei negozi fisici e online, con la stessa facilità con cui si invia un sms. Basta scaricare l’app, attivarla inserendo i propri dati identificativi e l’Iban del proprio conto, e scegliere l’importo che si desidera avere a disposizione settimanalmente sul proprio smartphone. Satispay è sempre gratuito per i privati, e agli esercenti non richiede alcun canone né commissione per transazioni inferiori ai 10€euro, mentre sopra questa soglia è prevista una commissione fissa di 20 centesimi.

Da settembre invece sarà operativa la nuova funzione dell’applicazione My Cicero. Grazie alla partnership tra Start Romagna e Pluservice, azienda proprietaria di My Cicero, sarà possibile acquistare (senza sovrapprezzo) i biglietti per accedere a tutta la rete gestita da Start Romagna nei bacini di Rimini, Ravenna, Forlì e Cesena. Si tratta della stessa applicazione per telefonino che già ora permette di parcheggiare a Cervia, Ravenna, Forlì, Cesena, Cesenatico, Gatteo e Bologna evitando di ricorrere al parcometro ma utilizzando il telefono e pagando solo i minuti effettivi di sosta. Chi si muove con i mezzi pubblici potrà ricercare le soluzioni di viaggio integrate treno e bus per muoversi a livello nazionale e locale ed anche ricaricare l’abbonamento mensile e annuale per il trasporto pubblico Start Romagna.

«Nel cda Sapir la solita nomenclatura vicina al Pd, per il porto non c’è scampo»

Ancisi (Lpr) critica le nomine nella società terminalista a controllo pubblico: «Petrosino e Gigante ora puntano a un ruolo nell’Ap»

«Le nomine dei nuovi amministratori di Sapir ricalcano il copione dei giri di valzer della solita nomenclatura, tra sistema delle cooperative, società partecipate e dirigenza dell’ente locale. La deduzione è tragica: non c’è scampo per il porto di Ravenna». Il de profundis per lo scalo ravennate è di Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna, all’indomani del rinnovo del cda della società terminalista a maggioranza pubblica.

Come noto, il nuovo presidente è l’avvocato Riccardo Sabadini mentre l’amministratore delegato è Mauro Pepoli. Il cda è composto in tutto di nove membri di cui quattro confermati dal precedente consiglio. Il decano dell’opposizione si sofferma a ragionare sui profili di alcuni dei consiglieri che compongono l’organo dirigenziale per mettere in luce la stretta vicinanza tra quelle nomine e il sistema di potere politico al governo in città. «Il neo presidente esercita responsabilità professionali nella Federcoop di via Faentina e l’amministratore delegato siede nel consiglio di presidenza di Legacoop Romagna allo stesso indirizzo. Se non bastasse anche il presidente della Compagnia Portuale, Luca Grilli, è membro dello stesso consiglio di amministrazione». La Cna è rappresentata da Roberta Suzzi: «Un curriculum di dirigente del Pd. La stampa aveva indicato come candidato alla presidenza Mario Petrosino che ora resta autorevole candidato a qualche posto nell’Autorità portuale». E sarebbe lo stesso motivo a monte della scelta fatta dalla Camera di Commercio: «Natalino Gigante ha mandato nel consiglio della Sapir la sua dipendente Elena Tabanelli. Non se ne conoscono competenze manageriali o portuali, bensì solo di amministrazione camerale. Questa nomina ha scandalizzato perfino la Confindustria». Infine Marina Cantagalli, revisore in moltitudini di società e partecipate pubbliche, anche del Comune di Ravenna: «È entrata essa stessa, passando dall’altra parte della barricata contabile, nel consiglio di SAPIR. Sulla stampa si è letto, riguardo al patrimonio del PD ravennate, che “c’è una consulenza ampiamente consolidata con lo studio di Marina Chiaravalli”».

Da queste riflessioni deriva la conclusione di Ancisi: «I sei nominativi ricordati giustificano, dovendo essere rappresentata anche la componente privata della società, che il numero dei membri del consiglio di amministrazione sia rimasto scandalosamente di 9, tutti adeguatamente retribuiti, potendone bastare al massimo 5». E per quanto riguarda la presidenza, «il sindaco di Ravenna, essendo il Comune di Ravenna il primo azionista pubblico della società, ha fatto il bello e il cattivo tempo su queste nomine, spettandogli anche la nomina del presidente (52.200 euro l’anno più indennità di risultato): ne avrà discusso nel suo partito, ma non certo in Comune, né alla luce del sole».

Dal beach volley a Marina alle Olimpiadi, Menegatti: «Ho iniziato per curiosità»

La 26enne è cresciuta nelle giovanili ravennati, per lei la seconda volta ai Giochi con una compagna last minute dopo un caso di doping

Chissà se quando metterà piede sulla sabbia di Copacabana per affrontare le canadesi nella prima partita della sua seconda Olimpiade si ricorderà della sabbia di Marina di Ravenna. Perché è da lì che nel 2005 è cominciato l’amore tra il beach volley e Marta Menegatti, 26enne originaria di Ariano Polesine ma sbocciata e cresciuta sportivamente nelle giovanili della pallavolo ravennate. È legittimo ipotizzare che gli eventi degli ultimi giorni lascino poco spazio nella mente per l’amarcord: Menegatti si ritroverà in coppia con Laura Giombini, catapultata in Brasile all’ultimo minuto per sostituire Viktoria Orsi Toth sospesa per la positività a un controllo antidoping. L’ultima volta della coppia Menegatti-Giombini era il 2010 e vinsero un argento agli Europei Under 23. Insomma, non due sconosciute ma difficile possa esserci di nuovo immediatamente un affiatamento paragonabile a quello maturato in tre anni di allenamenti e partite tra Marta e l’ungherese naturalizzata.

«La vicenda di Viky mi dispiace moltissimo, sono molto amareggiata e nessun atleta vorrebbe mai vivere situazioni simili. Sono convinta della sua buona fede», ha detto Menegatti davanti alle telecamere di Gazzetta Tv. Dispiaciuta ma c’è comunque un’Olimpiade da affrontare: «Io e Laura cercheremo di lottare come due guerriere per noi stesse, per l’Italia e per Viky». Con l’ottimismo di quanto fatto sei anni fa: «Gli Europei sono un bellissimo ricordo». L’esordio contro Canada quando in Italia saranno le 3 del mattino dell’8 agosto.

R&D aveva intervistato Marta il 21 luglio scorso, alla vigilia della partenza per Rio, mentre era a Roma dove si allena il gruppo sportivo dell’Aeronautica militare di cui fa parte. La notizia della positività della compagna non era ancora di dominio pubblico, infatti il controllo di Orsi Toth risale sì al 19 luglio ma è stato ufficializzato il risultato solamente il 2 agosto. Con l’aviere capo Menegatti, questo il grado che detiene, avevamo parlato soprattutto della sua parentesi ravennate, dei ricordi di coach Sergio Guerra e della sua prima esperienza olimpica ai Giochi di Londra. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Marta, possiamo dire che se sei in azzurro per la seconda Olimpiade c’è qualche merito della spiaggia di Marina?
«In un certo senso sì, è lì che nel 2005 ho provato il beach volley per la prima volta perché giocavo a pallavolo a Ravenna e in estate al mare ho avuto la curiosità con gli amici. Poi è diventata anche una sfida personale per essere armonica e coordinata ma tutto è partito dal semplice divertimento».

Originaria di Ariano Polesine. Come eri arrivata a Ravenna?
«Ho fatto un provino con la Teodora e mi hanno presa così mi sono trasferita nel 2004 per venire a giocare a pallavolo. Il motivo è stato solo quello. Avevo 14 anni appena compiuti, stavo a Ravenna da sola. Ho fatto cinque anni tra B1 e B2 mentre frequentavo ragioneria indirizzo linguistico».

Che ricordi hai sportivamente dell’esperienza ravennate?
«Ero davvero piccolissima, ho fatto un percorso bruciando un po’ di tappe poi ho conosciuto presto il beach volley e ho avuto la fortuna di essere notata da Gabriele Mazzotti che era il selezionatore regionale per la nazionale».

C’è stata una figura che ha avuto un ruolo importante nella tua cresciuta come atleta?
«Il mio primo allenatore è stato Sergio Guerra che ha subito creduto in me. Mi sono trovata bene con lui. Io ero piccole e da sola in una città nuova, con me è stato come un secondo papà».

Se non fossi passata al beach saresti ancora nella pallavolo?
«Probabilmente sì. Aspiravo alla serie A ma non c’è stato tempo perché poi ho preso un’altra strada».

A Londra nel 2012 quinto posto in coppia con Greta Cicolari. Da quella esperienza cosa porti in valigia in Brasile?
«Sono più preparata, so già cosa mi aspetterà. A Londra non ho vissuto nel modo migliore certe cose, anzi direi che forse sono state anche un po’ traumatiche. Ero più giovane, non avevo mai giocato in uno stadio così immenso davanti a così tanta gente. L’impatto emotivo si sente, la pressione arriva e ho gestito un po’ male questo aspetto. Il palcoscenico importante ti può spaventare se non sai gestirlo».

E la vita nel villaggio olimpico su cui girano tante leggende e aneddoti?
«A Rio purtroppo non siamo nel villaggio perché l’area di gioco è lontana e quindi stiamo in un hotel. Un po’ mi dispiace perché ricordo con piacere l’esperienza vivere tutti assieme non solo con gli italiani».

C’è tempo per vivere l’atmosfera olimpica con un approccio un po’ più turistico?
«Durante il periodo di gara proprio non è nelle nostre idee. E subito dopo le Olimpiadi ci sono già altri impegni in calendario quindi non credo».

Alle scorse Olimpiadi la vostra coppia era stata eletta come quella più sexy in un sondaggio tra mille manager. Qualche mese fa sei stata inserita al terzo posto delle dieci pallavoliste più sexy. Sono riconoscimenti che distraggono dalla concentrazione sul campo oppure una nemmeno ci fa caso?
«Non mi da fastidio, mi fa sorridere ma sono cose che rimangono al di fuori del campo. Per me stare in costume non è un problema, è la mia divisa da gioco».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi