Volley, Bonitta tenta l’impresa a Rio Poi sarà dirigente nella sua Ravenna

Terza Olimpiade per l’allenatore in un girone di ferro. Esordio alle 3.35 del 7 agosto. Tra le convocate anche la ravennate Ortolani

Per esserci è servita un’impresa, ora proveranno a fare i guastafeste. La presenza in Brasile della Nazionale femminile di pallavolo guidata dal ravennate Marco Bonitta è passata attraverso una qualificazione difficile che ha portato le ragazze in un girone con cinque avversarie di grande spessore (Usa, Cina, Portorico, Olanda, Serbia). Coach Bonitta ha preparato la trasferta sudamericana in ritiro a Cavalese e lì lo avevamo contattato telefonicamente prima della partenza per Rio: «Stiamo facendo passi in avanti sapendo che abbiamo di fronte un girone di ferro ma crediamo di poter fare qualcosa di meglio di quanto visto finora. Già contro la Serbia all’esordio sarà dura ma tutti ci rispettano e sanno che dovranno fare i conti con una squadra che non molla».

Per il 53enne è il terzo gettone ai Giochi dopo Atene 2004 (con l’Italia) e Pechino 2008 (con la Polonia) e comunque vada segnerà la fine del suo rapporto con l’azzurro: «Sarà la mia ultima Olimpiade da allenatore. Ho deciso di ufficializzare la cosa già ora per rispetto verso la maglia azzurra perché la federazione deve avere il suo tempo per prendere delle decisioni. Siamo tutti dei professionisti e questo non inciderà minimamente sul nostro cammino». In salita, come detto, con una ambizione: «Ci piacerebbe fare i guastafeste. Ci sono nazionali che sulla carta sono più forti di noi, siamo realisti e non lo nascondiamo ma siamo anche sicuri che in campo daremo il massimo». Per riuscirci ha composto un gruppo di dodici ragazze (da Ravenna vengono anche la schiacciatrice Serena Ortolani e lo scoutman Massimo Taglioli) che l’allenatore descrive così: un gruppo abbastanza consolidato che lavora insieme da gennaio con un mix di giovani ed esperte. Se qualcuno avesse dei dubbi, Bonitta sgombra subito il campo: «Siamo una squadra vera e lo abbiamo dimostrato in alcune battaglie vinte per guadagnarci la qualificazione a Rio. Voglio una squadra aggressiva, combattente e mai remissiva». Esordio contro la Serbia alle 3.35 italiane del 7 agosto.

Dopo le Olimpiadi ad attendere Bonitta ci saranno gli impegni del nuovo incarico dirigenziale assunto a Ravenna dove da qualche settimana è diventato direttore generale del Porto Robur Costa in A1. Non si addentra nei dettagli del suo ruolo – «In questo momento la concentrazione è massima sull’impegno che arriva» – ma un’occhiata al lungo periodo la butta: «Ravenna ha dimostrato di avere le risorse tecniche e le capacità per camminare con le sue gambe. Quando ci sono state disponibilità economiche sono venuti risultati eccezionali. Sarà così ancora se ci saranno risorse».

Come detto, di Ravenna anche Ortolani. Non indossava l’azzurro da quattro anni, poi a maggio è stata convocata di nuovo in Nazionale e con le altre ragazze dell’Italvolley a Tokyo ha conquistato la qualificazione alle Olimpiadi brasiliane: la 29enne ravennate Serena Ortolani, campionessa d’Italia per due anni di fila pur cambiando squadra (Casalmaggiore e Conegliano, in panchina in entrambi i casi il marito Davide Mazzanti), è tra le dodici giocatrici scelte dal concittadino Bonitta per l’impresa Rio. Prima del ritorno in Giappone, l’ultima volta azzurra nel 2012 era stata proprio in occasione dell’altro preolimpico: la qualificazione arrivò ma Serena non venne convocata per Londra (aveva già fatto parte però del gruppo di Pechino 2008). La sua carriera cominciò nel Reda Volley poi la Libertas Forlì e nel 2000 il passaggio alla Teodora: prima stagione con le giovanili e poi il salto in prima squadra in A1.

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