lunedì
15 Settembre 2025

Muore annegato durante un pomeriggio di pesca

Il corpo senza vita dell’ottantenne ritrovato nella notte dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Bologna

La moglie lo aveva accompagnato a pescare, sabato pomeriggio, a Budrio, nel ciglio del canale Emiliano Romagno, ma quando è tornata a riprenderlo non l’ha più trovato. La donna ha immediatamente lanciato l’allarme e sono iniziate le ricerche. Il fatto che le canne da pesca fossero rimaste sul ciglio del canale hanno subito fatto temere il peggio ai Carabinieri intervenuti. Sono scattate le ricerche e nella notte tra sabato e domenica i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Bologna, impegnati con gli uomini dell’Arma di Cotignola, hanno ritrovato il corpo privo di vita dell’ottantenne residente a Cotignola, morto per annegamento.

Domenica di porte aperte in moschea Marcia con il vescovo il 31 dicembre

Dalle 11 alle 18 del 2 ottobre i ravennati invitati a visitare la struttura di via Guido rossa. Martedì 4 incontro sul dialogo

Settimana edizione per l’iniziativa dedicata al dialogo interreligioso “insieme per la pace” da parte della Moschea di Ravenna ed è caratterizzata da una programmazione congiunta che ha coinvolto vari soggetti della società civile e di varie espressioni religiose. Il programma prende il via domenica 2 ottobre con un Open Day della Moschea As-Salâm di Ravenna dalle 11 alle 18. Martedì 4 ottobre, invece, alla Sala Silvio Buzzi (Ex Forum), Viale Berlinguer 11 Ravenna alle 20.30 e in occasione della «Giornata nazionale della pace, della fraternità e del Dialogo tra Culture e Religioni» avrà luogo un incontro intitolato : «Le religioni vettrici di cultura e di pace » con Michele Zanzucchi (Curatore del libro: “L’Islam spiegato a chi hanno paura dei musulmani”), Chiamaa Fatihi (Autrice del libro : “Non ci avrete mai”), modera Brahim Maraad (Giornalista dell’Espresso). Infine, il 31 dicembre, per la prima volta la Marcia della Pace organizzata ogni anno dall’Avivescovado coinvolgerà anche la Moschea As-Salam (La Pace) di Ravenna che sarà il punto di partenza, mentre l’arrivo sarà in Piazza Duomo. Dalla Moschea arrivano i ringraziamenti a Provincia e Comune per “la fiducia e il sostegno dato a questa iniziativa concedendo ormai da 7 anni il loro patrocino. Un caloroso Gazie spetta anche a tutti i soggetti che hanno partecipato nel programma : L’Arcivescovado, Il Movimento dei Focolari, la Caritas Diocesana di Ravenna e Cervia, L’Anpi e l’ Associazione Menocchio di Cervia, L’associazione islamica degli Imam e delle guide religiose, I Giovani musulmani d’Italia, Info Islam, Il progetto SPRAR e la Cooperativa sociale Persone in Movimento, Cittadini del Mondo e a tutti i relatori che ci onoreranno con la loro presenza e al nostro grafico Roberto Pasini”.

Rischio temporali fino alle 12 di domenica 2 ottobre

L’allerta meteo attiva dalle 20 del sabato per 16 ore

Dalle 20 di sabato 1 ottobre alle 12 di domenica 2 (16 ore) è attiva l’allerta numero 87 dell’Agenzia regionale di protezione civile, per temporali, che per quanto riguarda il territorio ravennate è di livello 1 – fase di attenzione.
Si raccomanda ai gestori di attività all’aperto di sistemare e fissare gli oggetti sensibili agli effetti del vento e della grandine o suscettibili d’essere danneggiati. Si raccomanda inoltre di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione.
Per eventuali aggiornamenti si possono consultare le “Allerte di protezione civile” al link http://bit.ly/1LBoAO0 e il sito del Comune www.comune.ra.it.

Nicola Grandi eletto segretario di Lista per Ravenna 

Ha ottenuto 95 voti, contro i 30 dell’altra candidata. Per la Lista l’introduzione di questo ruolo è un’assoluta novità

In una sala Buzzi gremita, venerdì 30 settembre l’assemblea di Lista per Ravenna presieduta da Alvaro Ancisi, ha eletto a scrutinio segreto, Nicola Grandi, già consigliere comunale, segretario della Lista, con 95 voti mentre l’altra candidata Liviana Malucelli, vicepresidente del consiglio territoriale di Castiglione di Ravenna, si è fermata a 30 voti. Gianfranco Spadoni, come presidente, e Alessandro Garofalo e Guglielmo Zainaghi, come scrutatori, hanno presieduto alle operazioni di voto. Ancisi si è astenuto dal voto Alvaro Ancisi.

La figura del segretario è stato istituita, con modifica statutaria, nell’assemblea del 2 agosto scorso. “Il segretario – spiegano da Lista per Ravenna – affiancherà, in autonomia, il presidente della Lista e capogruppo nell’amministrazione comunale Alvaro Ancisi, dirigendo e coordinando, in collegamento con l’operato del gruppo consiliare, le attività di organizzazione e di mobilitazione civica sul territorio, di rapporto diretto con i cittadini e di comunicazione sociale ed on line. A tale scopo, presiederà il Comitato operativo della Lista, che sarà composto dagli eletti o nominati dalla Lista negli organi o commissioni o consulte o gruppi di lavoro dell’amministrazione comunale, insieme a quanti assumeranno nel movimento ruoli di coordinamento od operativi o di supporto o di collaborazione. D’intesa col presidente nominerà alcune figure chiave della nuova organizzazione, quali il portavoce, il vice-presidente e il segretario amministrativo. In autonomia, procederà all’ulteriore strutturazione degli incarichi di lavoro.”

All’assemblea ha partecipato anche Massimiliano Alberghini, candidato sindaco del centrodestra sostenuto anche da Lista per Ravenna alle scorse amministrative.

CambieRà su Autorità Portuale «Clima torbido, omertà dei palazzi» 

Il gruppo consiliare: «Il sindaco non ha risposto alla nostra interrogazione e Ap ci nega gli atti richiesti»

Il gruppo consiliare CambieRà torna all’attacco sul tema dell’Autorità Portuale chiedendo chiarezza e parlando di un clima “plumbeo” e di una situazione non irregolare, ma “torbida”. In particolare si rivolge al sindaco Michele de Pascale che non ha ancora risposto all’interrogazione depositata dal gruppo stesso formulata un mese fa, un’interrogazione che chiedeva risposte, si legge, “ai dubbi sorti in merito alle manovre poco trasparenti del Contrammiraglio Meli in collaborazione col proprio Segretario Generale Margorani. Era l’1 settembre quando – sulla base di svariate segnalazioni da parte dei dipendenti di AP – abbiamo saputo che negli ultimi 15 giorni di mandato il Segretario Generale (prorogato poi per la terza volta in barba ai regolamenti), dopo 5 mesi e mezzo di silenzio assoluto, si è scatenato in elargizioni economiche sotto forma di “superminimi” e “premi di risultato” ad alcuni dipendenti senza alcun motivo apparente. Nulla di irregolare di fatto, ma tutto troppo torbido”. Le domande al sindaco, ricorda CambieRà riguardavano: “quali fossero gli effettivi lavori svolti dal Contrammiraglio Meli in questo mandato semestrale; se fosse al corrente di elargizioni economiche straordinarie ad alcuni dipendenti dell’AP a vario titolo, tra cui premi per fantomatici risultati; se ritenesse opportuno tutto questo sperpero di denaro (PUBBLICO) all’ultimo minuto, proprio in fase di scadenza di un periodo delicato come un commissariamento militare straordinario; se si ritenesse concorde alla proroga di un segretario generale – la terza tra l’altro – proposta l’ultimo giorno di mandato da un commissario uscente (che di fatto poi non uscì)”.

Il gruppo consiliare di opposizione riporta anche “la notizia che vedrebbe un dipendente di AP messo alla porta per aver perso le staffe proprio a causa del clima piuttosto teso che si è creato all’interno del palazzo. Dipendente scortato fuori dalle Forze dell’Ordine e sospeso dal proprio incarico con diffida al rientro in sede. Parrebbe infatti essere questo il motivo per cui l’ingresso dell’Autorità Portuale di recente fosse militarmente blindato e scortato, con la presenza di pattuglie di guardia” (sulla frequente presenza di forze dell’ordine in Ap era di recente intervenuto anche il parlamentare Andrea Maestri di Possibile). Inoltre, i tre consiglieri denunciano il fatto che l’Autorità portuale “nega l’accesso agli atti chiesti per poter vedere a quale titolo fossero stati elargiti i premi e soprattutto di quanto denaro pubblico si trattasse, perché, vogliamo ribadirlo, l’Autorità Portuale non è un ente comunale, ma muove denaro pubblico dei cittadini, i quali hanno il sacrosanto diritto di conoscere la destinazione dei propri contributi. Inutile, quindi, creare aree sui siti internet chiamate “Amministrazione Trasparente” se poi di trasparente non ci sono nemmeno i vetri delle finestre. Negazione assolutamente lecita, ne siamo consapevoli, ma grave, perché dimostra la totale indisponibilità al chiarimento delle domande poste, delineando un quadro offuscato, nebuloso e assolutamente negativo. Le domande sono tante, il clima è sempre più plumbeo, alcuni dipendenti (non i premiati ovviamente) sono in una condizione di stress allarmante e il tutto viene tenuto ben custodito all’interno delle mura di Palazzo nel silenzio e nell’omertà più totale”.

La dura nota si conclude parlando della mancata nomina del nuovo presidente e declassando “l’escavo dei fondali” a “leggenda metropolitana” o “sloga propagandistico”.  

CambieRà su Autorità Portuale «Clima torbido, omertà dei palazzi» 

Il gruppo consiliare: «Il sindaco non ha risposto alla nostra interrogazione e Ap ci nega gli atti richiesti»

Il gruppo consiliare CambieRà torna all’attacco sul tema dell’Autorità Portuale chiedendo chiarezza e parlando di un clima “plumbeo” e di una situazione non irregolare, ma “torbida”. In particolare si rivolge al sindaco Michele de Pascale che non ha ancora risposto all’interrogazione depositata dal gruppo stesso formulata un mese fa, un’interrogazione che chiedeva risposte, si legge, “ai dubbi sorti in merito alle manovre poco trasparenti del Contrammiraglio Meli in collaborazione col proprio Segretario Generale Margorani. Era l’1 settembre quando – sulla base di svariate segnalazioni da parte dei dipendenti di AP – abbiamo saputo che negli ultimi 15 giorni di mandato il Segretario Generale (prorogato poi per la terza volta in barba ai regolamenti), dopo 5 mesi e mezzo di silenzio assoluto, si è scatenato in elargizioni economiche sotto forma di “superminimi” e “premi di risultato” ad alcuni dipendenti senza alcun motivo apparente. Nulla di irregolare di fatto, ma tutto troppo torbido”. Le domande al sindaco, ricorda CambieRà riguardavano: “quali fossero gli effettivi lavori svolti dal Contrammiraglio Meli in questo mandato semestrale; se fosse al corrente di elargizioni economiche straordinarie ad alcuni dipendenti dell’AP a vario titolo, tra cui premi per fantomatici risultati; se ritenesse opportuno tutto questo sperpero di denaro (PUBBLICO) all’ultimo minuto, proprio in fase di scadenza di un periodo delicato come un commissariamento militare straordinario; se si ritenesse concorde alla proroga di un segretario generale – la terza tra l’altro – proposta l’ultimo giorno di mandato da un commissario uscente (che di fatto poi non uscì)”.

Il gruppo consiliare di opposizione riporta anche “la notizia che vedrebbe un dipendente di AP messo alla porta per aver perso le staffe proprio a causa del clima piuttosto teso che si è creato all’interno del palazzo. Dipendente scortato fuori dalle Forze dell’Ordine e sospeso dal proprio incarico con diffida al rientro in sede. Parrebbe infatti essere questo il motivo per cui l’ingresso dell’Autorità Portuale di recente fosse militarmente blindato e scortato, con la presenza di pattuglie di guardia” (sulla frequente presenza di forze dell’ordine in Ap era di recente intervenuto anche il parlamentare Andrea Maestri di Possibile). Inoltre, i tre consiglieri denunciano il fatto che l’Autorità portuale “nega l’accesso agli atti chiesti per poter vedere a quale titolo fossero stati elargiti i premi e soprattutto di quanto denaro pubblico si trattasse, perché, vogliamo ribadirlo, l’Autorità Portuale non è un ente comunale, ma muove denaro pubblico dei cittadini, i quali hanno il sacrosanto diritto di conoscere la destinazione dei propri contributi. Inutile, quindi, creare aree sui siti internet chiamate “Amministrazione Trasparente” se poi di trasparente non ci sono nemmeno i vetri delle finestre. Negazione assolutamente lecita, ne siamo consapevoli, ma grave, perché dimostra la totale indisponibilità al chiarimento delle domande poste, delineando un quadro offuscato, nebuloso e assolutamente negativo. Le domande sono tante, il clima è sempre più plumbeo, alcuni dipendenti (non i premiati ovviamente) sono in una condizione di stress allarmante e il tutto viene tenuto ben custodito all’interno delle mura di Palazzo nel silenzio e nell’omertà più totale”.

La dura nota si conclude parlando della mancata nomina del nuovo presidente e declassando “l’escavo dei fondali” a “leggenda metropolitana” o “sloga propagandistico”.  

In sala Cimitero Azzurro, primo film del ravennate Gerardo Lamattina 

Lunedì 3 ottobre un incontro con il regista e Tahar Lamri

Dall’1 ottobre è nei cinema Cimitero azzurro il primo lungometraggio di Gerardo Lamattina.

Primo appuntamento a Ravenna al cinema Jolly in via Renato Serra 33, sabato 1 ottobre alle ore 18 e 30, lunedi 3, martedi 4, e mercoledi 5 ottobre alle ore 21.00.

Chi è interessato e vuole saperne di più può partecipare all’incontro che ci sarà il 3 ottobre alle ore 18 e 30, al Caffè letterario di Ravenna in via Diaz 26.

Tahar Lamri incontra Gerardo Lamattina per parlare del film ma non solo. Ci sarà inoltre anche Matteo Ramon Arevalos autore di alcuni brani della colonna sonora del film che eseguirà dal vivo.

Tutte le informazioni sulla pagina ufficiale Facebook e sul sito www.cimiteroazzurro.it.

Nasce Confindustria Romagna: Ravenna e Rimini firmano la fusione

Paolo Maggioli presidente, Marco Chimenti direttore generale
Forlì-Cesena aveva annunciato ad aprile il no al progetto

Come annunciato ad aprile, nonostante la decisione di Forlì Cesena di non aderire al progetto (vedi correlato), Le Associazioni degli industriali di Rimini e di Ravenna sono andate avanti nella costituzione di Confidustria Romagna che prende ufficialmente vita l’1 ottobre: i presidenti delle due territoriali, Paolo Maggioli e Guido Ottolenghi, in virtù del mandato ricevuto dalle rispettive Assemblee nel giugno scorso, giovedì 29 settembre hanno infatti firmato davanti al notaio l’atto di fusione che ha dato vita al nuovo soggetto associativo, in anticipo di tre mesi rispetto al traguardo inizialmente fissato per l’1 gennaio 2017. “A due anni dalle assemblee generali che hanno approvato e dato inizio a questo cammino – affermano i due presidenti – siamo orgogliosi di essere tra i primi nel sistema confindustriale ad aver portato a compimento il percorso tracciato dalla riforma Pesenti”.

La nuova realtà, fanno sapere da Confindustria Romagna, rappresenta quasi un migliaio di imprese che danno lavoro a più di 35 mila persone, registrando un fatturato complessivo superiore ai 10 miliardi di euro. “Insieme lavoreremo per rappresentare al meglio questa inestimabile ricchezza, incrementando sempre di più l’integrazione, la condivisione di competenze e l’efficienza dei servizi – aggiungono Maggioli e Ottolenghi – La Romagna ha tutte le carte per diventare polo di riferimento al pari della Via Emilia, e questa associazione rappresenta un’opportunità irrinunciabile per permettere alle imprese romagnole di affrontare, con strumenti di rappresentanza adeguati ai tempi che viviamo, i profondi cambiamenti in atto”.

“La sintesi di tante eccellenze non può che portare un arricchimento della nostra rappresentanza – aggiunge il Direttore Generale di Confindustria Romagna, Marco Chimenti – l’obiettivo è sia di migliorare la relazione con gli associati e la capacità di rappresentanza dei loro interessi a livello locale, regionale e nazionale, sia di contenere i costi organizzativi aumentando l’efficacia e l’efficienza dei servizi”.

Il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli, convocherà a breve la prima assemblea della neonata associazione per eleggere i cinque vicepresidenti che lo affiancheranno nel Consiglio di presidenza e i 30 componenti del Consiglio generale transitorio.

A Franco Raffi, già direttore di Unindustria Rimini, verrà affidata la conduzione delle società di formazione e di servizi del sistema Confindustria Romagna.

Litiga in strada per futili motivi e mostra il pene per sfregio: 27enne denunciato

Tutto è cominciato quando il giovane è stato notato vicino a un gruppo di bambini: il padre di uno l’ha allontanato ed è nato il diverbio

Si è avvicinato a un cortile condominiale dove alcuni bambini stavano giocando in bicicletta e quando è stato invitato ad allontanarsi dal padre di uno dei piccoli ha ingaggiato un’animata discussione fino a mostrare i genitali come gesto di sfregio: un 27enne marocchino senza fissa dimora e un lungo elenco di precedenti è stato denunciato dai carabinieri per atti osceni. L’episodio è accaduto a Faenza nel pomeriggio di domenica 25 settembre.

Quando il padre gli ha chiesto cosa facesse vicino alla recinzione ha risposto che si stava raccomandando con i bambini di non toccare il cancello con la ruota delle biciclette. Il genitore lo ha invitato ad andarsene ed è nato il diverbio che ha richiamato anche l’attenzione di molti residenti che, sentendo gridare per strada, si sono affacciati alla finestra delle proprie abitazioni. I bambini sono stati fatti entrare in casa ed è stato a quel punto che la discussione è degenerata e il magrebino improvvisamente, per farsi beffa di chi aveva di fronte, si è abbassato i pantaloni mostrando le parti intime e poi si è allontanato. I militari lo hanno trovato dopo pochi minuti e lo hanno portato in caserma per accertamenti: un senzatetto senza documenti mai visto prima a Faenza.

Il gesto è avvenuto quando i bambini erano già rientrati, circostanza del tutto casuale che ha consentito al 27enne di evitare l’arresto per il reato di corruzione di minorenni. Sono stati i genitori, ascoltati in caserma, a specificare che i bambini non erano più all’esterno. Il 27enne è stato denunciato per atti osceni aggravati dalla vicinanza ad un luogo frequentato di minori, inoltre i carabinieri lo hanno segnalato all’autorità amministrativa per verificare la sua posizione rispetto alla norme sull’immigrazione.

A ottobre sipario sui giovani della Mariani e le matineé della domenica

duo MarianiOttobre sarà il mese di “Giovani in Musica“, la vetrina dedicata dall’associazione Angelo Marianii di Ravenna ai nuovi talenti della classica, quest’anno con un numero piuttosto alto di fuori quota che fa pensare che la gioventù si sia allungata fino alla soglia della mezza età.

La rassegna sarà incentrata sui sommi maestri della prima scuola di Vienna, il terzetto Haydn-Mozart-Beethoven. Il primo appuntamento, il 6 ottobre, con il Quartetto Sincronie, giovane e promettentissima formazione italiana, offrirà una sintesi dei vertici della produzione dei tre compositori, mentre il 10 ottobre sarà il turno della violinista trentina Francesca Temporin, in duo con la pianista cesenate Kim Fabbri, deliziare il pubblico ravennate con alcune tra le sonate che più hanno segnato la storia del classicismo. Il Trio Maderna, composto da giovani formatisi tra il conservatorio di Cesena e l’Accademia di Imola, sarà impegnato, il 13 ottobre, nell’esecuzione di tre tra le più famose composizioni per pianoforte, violino e violoncello. Il quarto appuntamento, il 17 ottobre, vedrà protagonista Pietro Gatto che riempirà la sala con sonate composte dai tre maestri per il pianoforte. Il Trio Hegel, invece, proporrà una rielaborazione mozartiana di fughe bachiane.
Gli ultimi due appuntamenti, il 25 e il 31 ottobre, saranno appannaggio rispettivamente del faentino Ensemble “G.Sarti” e di un nutrito gruppo di studenti degli Istituti Musicali di Ravenna e Rimini. Questi concerti si terranno tutti nella sala Arcangelo Corelli del Teatro Alighieri alle ore 17.

Quartetto SymposiumDi grande spessore la rassegna “Concerti della Domenica 2016“ (sempre nella Sala Corelli alle ore 11) che intratterranno il pubblico ravennate da novembre a metà dicembre. Di scena il 6 novembre un quintetto d’eccezione composto da musicisti importanti, tra i quali spicca l’oboista ravennate Guido Ghetti, che eseguirà composizioni di Mozart e Beethoven. Il secondo appuntamento, il 13 novembre, offrirà una ventata internazionale grazie al repertorio tradizionale d’oltremanica affidato all’arpa celtica di Fabio Rizza. Il 20 novembre il concerto del duo Zahn – Gallo offrirà una connessione tra le avanguardie francesi e tedesche di fine ‘800. Il 27 novembre sarà la volta del duo chitarristico Della Chiara-Dieci che proporranno accanto a brani originali per questa formazione, trascrizioni che esaltano le sonorità dei due strumenti. L’Ensemble Symposium proporrà, il 4 dicembre, una lettura storicamente informata di brani composti tra il crepuscolo del barocco e gli albori dell’800. Il duo Fazzi-Stracchi sarà di scena l’11 dicembre, quando nella sala ravennate risuoneranno le note di Schumann, Khachaturian e Wieniawski. Chiuderà questa bella rassegna il pianista Filippo Gorini che, a dispetto della giovane età, è uno dei talenti più interessanti del panorama italiano.

Pesca di frodo in valle: 8mila euro di multa per 4 quintali di vongole

Carabinieri e polizia provinciale hanno trovato quattro uomini su una barca da sei metri in Baiona. Molluschi rimessi in mare

In quattro a bordo di una barca da sei metri aveva tirato su quattro quintali di vongole dalle acque della Baiona ma non avevano le autorizzazione e stavano usando attrezzi vietati per la particolare capacità distruttiva dell’ecosistema marino: un’operazione congiunta di carabinieri e polizia provinciale ha portato alla denuncia dei quattro pescatori di frodo, al sequestro degli strumenti da pesca e dell’imbarcazione per cui verrà proposta per la confisca, e ottomila euro di contravvenzioni complessive.

Il blitz delle forze dell’ordine è scattato nel cuore della notte tra il 29 e il 30 settembre. I quattro bordo, tra i 48 ed i 38 anni residenti a Ravenna ma provenienti da regioni del meridione, avevano due gabbie di 70 cm e due verricelli con cui cercavano di fare incetta di vongole. I 400 kg di molluschi pescati erano ancora vivi e sono stati rimessi in mare.

Cagnoni ribadisce la sua innocenza «Chiesi la separazione, non ero geloso»

Parla dal carcere il dermatologo accusato dell’omicidio della moglie Giulia Ballestri. Ecco il punto delle indagini

Parla dal carcere di Sollicciano a Firenze, dove è in custodia cautelare dal 19 settembre con l’accusa di aver ucciso a bastonate la moglie 40enne Giulia Ballestri, e il 51enne dermatologo ravennate Matteo Cagnoni torna a ribadire la sua innocenza come già fatto in occasione dell’interrogatorio di garanzia: il medico dice che era stato lui a chiedere la separazione e il geloso ossessivo non era lui ma l’amante della donna. Le nuove dichiarazioni di Cagnoni sono sulle pagine de Il Resto del Carlino che ha raccolto quanto riportato da Jacopo Alberti, consigliere regionale della Toscana per la Lega Nord, che ha fatto visita all’accusato nel penitenziario.

Dice che da un anno la coppia stava tenendo in piedi un matrimonio in crisi per il bene dei bambini, per evitare traumi a loro. Ma a un certo punto sarebbe stato Cagnoni a chiedere la separazione: «Ma era l’amante quello geloso che la tormentava». La ricostruzione fatta dagli inquirenti è distante da questa versione. Pare che lei volesse la separazione e lui avesse accettato – negli ultimi giorni prima della morte avevano raggiunto un accordo economico davanti ai rispettivi legali – a condizione che non avesse relazioni sentimentali fino alla definitiva separazione. E in questo scenario potrebbero avere un peso importante le foto consegnate dal detective privato a Cagnoni proprio il 15 settembre, il giorno prima a quello in cui sarebbe avvenuto l’omicidio secondo gli investigatori: la stava facendo pedinare e aveva clonato il suo cellulare per leggere messaggi e ascoltare le conversazioni (circostanza che ha portato i familiari della vittima a sporgere denuncia).

Le indagini (svolte dalla squadra mobile con il coordinamento del procuratore Alessandro Mancini e del sostituto Cristina D’Aniello) proseguono. Il setaccio dei cellulari è ormai una prassi standard in tutte le indagini più delicate. In questo caso non si è potuto farlo immediatamente perché non si trovava né quello della vittima né quello del presunto killer. Il telefonino di Giulia infatti, secondo quanto riportato da Il Corriere Romagna, è stato recuperato dagli investigatori della squadra mobile solamente durante un sopralluogo svolto nella villa a distanza di qualche giorno dall’omicidio. Non si trova ancora invece quello del medico, una circostanza che aumenta i sospetti dei magistrati. L’avvocato difensore ipotizza che sia andato perso durante la fuga all’arrivo delle divise nella casa paterna di Firenze dove Cagnoni era andato con i tre figli: per l’accusato era solo una visita come era loro abitudine, per l’accusa era un tentativo di fuga.

La procura ha acquisito le riprese registrate da alcune telecamere di videosorveglianza nelle zone limitrofe alla casa dove si è consumato il delitto. Secondo quanto riportato dalla stampa locale si vede una vettura, ritenuta compatibile con quella in uso a Cagnoni, che arriva a metà mattina del 16 settembre e da cui scendono due persone. Dopo circa un’ora solo una persona sale al volante per andarsene.

La morte di Giulia è arrivata a colpi di bastone, preso dalla legnaia. L’aggressione sarebbe cominciata al piano terra davanti a un quadro: proprio la visione di alcune opere d’arte di famiglia, in previsione di una futura vendita, sarebbe stata la scusa utilizzata dal marito per portare la donna in quella casa disabitata. I due sono stati visti insieme giovedì pomeriggio e poi venerdì mattina quando hanno accompagnato a scuola i figli.

Uno degli elementi che ha messo gli inquirenti subito sulle tracce del marito di Ballestri è stato aver trovato l’abitazione con l’allarme inserito: solo i coniugi avrebbero avuto le chiavi e con la moglie morta solo il marito poteva aver inserito l’antifurto una volta uscito. La difesa invece afferma che la donna aveva due copie di chiavi e un’altra era in dotazione alla domestica. Non solo: non era abitudine di Cagnoni mettere l’allarme perché la casa era disabitata ed era capitato che fosse scattato per la presenza di animali e non reali furti, sarebbe inoltre accaduto di trovare un senzatetto accampato clandestinamente.

I primi esiti dell’esame autoptico sul cadavere dicono che almeno dieci bastonate hanno colpito la donna. I segni su braccia e mani indicano un tentativo di difesa. Saranno le analisi sul materiale prelevato da sotto le unghie della donna a dare un eventuale dna dell’aggressore. Un medico è stato incaricato dalla procura di Ravenna di visitare Cagnoni trovando graffi sul suo corpo. I segni dell’ultima vana difesa della consorte? No, dice l’avvocato: escoriazioni procurate da rami e sterpaglie in quella stessa fuga notturna tra i campi.

Perché Cagnoni è scappato quando la polizia ha suonato a casa del padre sui colli fiorentini? La difesa dice che l’uomo è ancora traumatizzato da una vecchia inchiesta in cui fu coinvolto e poi scagionato: la perquisizione arrivò di notte.

Il 26 settembre si sono svolti in forma strettamente privata i funerali di Giulia nella basilica di San Giovanni Evangelista. Una quindicina di persone presenti, parenti e familiari stretti che hanno chiesto esequie riservate proseguendo sulla linea del massimo riserbo portata avanti sin dal primo momento, con le parole affidate all’avvocato Giovanni Scudellari come unica eccezione.

Tra le tante persone informate sui fatti ascoltate in procura c’è anche l’uomo che da circa un anno aveva una relazione con la vittima. Si tratta di un imprenditore 40enne che era già stato affrontato a muso duro da Cagnoni quando aveva scoperto l’esistenza del loro rapporto. L’aveva saputo clonando il telefono di Giulia e ingaggiando un investigatore, che avrebbe anche raccolto delle registrazioni audio molto intime degli incontri della coppia: materiale che pare Cagnoni possa aver usato per fare pressioni sulla moglie affinché non lo lasciasse.

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