lunedì
15 Settembre 2025

«Trasparenza e rispetto dei tempi sono un optional per la soprintendenza»

Il Pri attacca e chiede al Comune di vigilare per finire prima possibile
Lega Nord: «Fermarsi a 4 metri è stato solo un spreco di soldi pubblici»

«Esistono enti per i quali il rispetto dei tempi e la trasparenza sono un optional. Mi riferisco alla soprintendenza». L’attacco esplicito arriva dal Partito repubblicano di Ravenna dopo le recenti notizie che prevedono la chiusura delle indagini archeologiche in piazza Kennedy e la ripresa dei lavori per completare la pavimentazione di tutta l’area e chiudere il cantiere.

Le critiche all’ente ministeriale arrivano da Stefano Ravaglia, vicesegretario del Pri comunale guidato dal vicesindaco Eugenio Fusignano: «Siamo stati contrari alla pedonalizzazione di piazza Kennedy e siamo a fianco delle associazioni di categoria in questa battaglia. La nostra preoccupazione riguardava principalmente il fatto di togliere un parcheggio a rotazione veloce al servizio del centro storico; ora la vicenda dei ritardi ha preso una piega paradossale con il tiro al bersaglio sull’amministrazione comunale che può essere accusata solo di essersi fidata dei tempi che le erano stati comunicati».

Alla luce delle valutazioni fatte dalla soprintendeza si è deciso che non resterà una parte di piazza aperta per la mostra dei reperti ma verrà tutto sepolto di nuovo. «I tempi sarebbero diventati immensamente più lunghi nel caso in cui si fosse scelto di variare molto significativamente il progetto, mantenendo aperta parte della piazza – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale –. Abbiamo deciso di non aprire questo complesso dibattito, basandoci su una seria analisi scientifica e coinvolgendo nella valorizzazione Palazzo Rasponi. Adesso la massima priorità sarà quella di lavorare assiduamente perché la consegna della piazza avvenga nel più breve tempo possibile».

Ravaglia sostiene che il Comune sia parte lesa nella vicenda: «Si era credo consapevoli di ciò che si sarebbe trovato in termini di archeologia scavando e se non ci fossero stati problemi strutturali per gli edifici che si affacciano sulla piazza forse si sarebbe scavato più in profondità, scoprendo forse altri tesori, ma non c’è stata da parte di chi doveva fare i rilievi archeologici la sensibilità di capire che il prolungarsi dei lavori, avrebbe creato i disagi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Il Pri Ravenna si augura che l’amministrazione comunale sia quanto mai vigile al rispetto dei tempi che finalmente la soprintendenza sembra aver dato e che i lavori abbiano poi una conclusione più rapida possibile». La promessa del Comune è quella di riuscire ad aprire una parte della piazza per la Notte d’Oro dell’8 ottobre e poi proseguire fino al completamento (vedi articoli correlati).

In piazza Kennedu, secondo la consigliera comunale e segretaria provinciale della Lega Samantha Gardin, «sono stati buttati via soldi inutilmente per aprire una piazza, per riportare alla luce reperti, di cui già si conosceva l’esistenza, per poi fermarsi a circa 4 metri. Sotto i resti della Basilica di Sant’Agnese, edificata nel V secolo, vi sono quelli del tempio dedicato ad Ercole, come ricorda lo storico Filippo Mordani». Gardini e Massimiliano Alberghini, consigliere comunale del gruppo misto, si domandano perché l’interruzione a 4 metri: «Se viene chiamata in causa la mancanza di fondi, per giustificare l’interruzione degli scavi, prima che siano portati alla luce i resti del tempio antecedente all’epoca romana appare strano investire risorse pubbliche per cercare di scoprire quello che già si conosce. Inoltre, i nostri studenti di archeologia scavano gratuitamente nel sito di San Severo, e non si capisce per quale motivo non possano essere impiegati a scopo didattico e di ricerca anche in piazza Kennedy, sul sito di Sant’Agnese». Insomma secondo Gardini «non sono state fatte le stratificazioni sotto ai 4 metri esono stati arrecati danni inutili alle attività limitrofe».

«Trasparenza e rispetto dei tempi sono un optional per la soprintendenza»

Il Pri attacca e chiede al Comune di vigilare per finire prima possibile Lega Nord: «Fermarsi a 4 metri è stato solo un spreco di soldi pubblici»

«Esistono enti per i quali il rispetto dei tempi e la trasparenza sono un optional. Mi riferisco alla soprintendenza». L’attacco esplicito arriva dal Partito repubblicano di Ravenna dopo le recenti notizie che prevedono la chiusura delle indagini archeologiche in piazza Kennedy e la ripresa dei lavori per completare la pavimentazione di tutta l’area e chiudere il cantiere.

Le critiche all’ente ministeriale arrivano da Stefano Ravaglia, vicesegretario del Pri comunale guidato dal vicesindaco Eugenio Fusignano: «Siamo stati contrari alla pedonalizzazione di piazza Kennedy e siamo a fianco delle associazioni di categoria in questa battaglia. La nostra preoccupazione riguardava principalmente il fatto di togliere un parcheggio a rotazione veloce al servizio del centro storico; ora la vicenda dei ritardi ha preso una piega paradossale con il tiro al bersaglio sull’amministrazione comunale che può essere accusata solo di essersi fidata dei tempi che le erano stati comunicati».

Alla luce delle valutazioni fatte dalla soprintendeza si è deciso che non resterà una parte di piazza aperta per la mostra dei reperti ma verrà tutto sepolto di nuovo. «I tempi sarebbero diventati immensamente più lunghi nel caso in cui si fosse scelto di variare molto significativamente il progetto, mantenendo aperta parte della piazza – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale –. Abbiamo deciso di non aprire questo complesso dibattito, basandoci su una seria analisi scientifica e coinvolgendo nella valorizzazione Palazzo Rasponi. Adesso la massima priorità sarà quella di lavorare assiduamente perché la consegna della piazza avvenga nel più breve tempo possibile».

Ravaglia sostiene che il Comune sia parte lesa nella vicenda: «Si era credo consapevoli di ciò che si sarebbe trovato in termini di archeologia scavando e se non ci fossero stati problemi strutturali per gli edifici che si affacciano sulla piazza forse si sarebbe scavato più in profondità, scoprendo forse altri tesori, ma non c’è stata da parte di chi doveva fare i rilievi archeologici la sensibilità di capire che il prolungarsi dei lavori, avrebbe creato i disagi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Il Pri Ravenna si augura che l’amministrazione comunale sia quanto mai vigile al rispetto dei tempi che finalmente la soprintendenza sembra aver dato e che i lavori abbiano poi una conclusione più rapida possibile». La promessa del Comune è quella di riuscire ad aprire una parte della piazza per la Notte d’Oro dell’8 ottobre e poi proseguire fino al completamento (vedi articoli correlati).

In piazza Kennedu, secondo la consigliera comunale e segretaria provinciale della Lega Samantha Gardin, «sono stati buttati via soldi inutilmente per aprire una piazza, per riportare alla luce reperti, di cui già si conosceva l’esistenza, per poi fermarsi a circa 4 metri. Sotto i resti della Basilica di Sant’Agnese, edificata nel V secolo, vi sono quelli del tempio dedicato ad Ercole, come ricorda lo storico Filippo Mordani». Gardini e Massimiliano Alberghini, consigliere comunale del gruppo misto, si domandano perché l’interruzione a 4 metri: «Se viene chiamata in causa la mancanza di fondi, per giustificare l’interruzione degli scavi, prima che siano portati alla luce i resti del tempio antecedente all’epoca romana appare strano investire risorse pubbliche per cercare di scoprire quello che già si conosce. Inoltre, i nostri studenti di archeologia scavano gratuitamente nel sito di San Severo, e non si capisce per quale motivo non possano essere impiegati a scopo didattico e di ricerca anche in piazza Kennedy, sul sito di Sant’Agnese». Insomma secondo Gardini «non sono state fatte le stratificazioni sotto ai 4 metri esono stati arrecati danni inutili alle attività limitrofe».

Contributi alla cultura, la svolta del sindaco: «Premieremo il merito»

De Pascale annuncia l’introduzione di criteri «oggettivi» di valutazione
«Il Ravenna Festival? Dovrà coinvolgere di più le altre realtà locali»

A Ravenna storicamente la cultura è finanziata dal Comune in particolare con il sistema delle convenzioni, meccanismi per cui diverse associazioni culturali ricevono ogni anno per cinque anni un contributo su cui possono contare per realizzare festival, eventi, produzioni. Le convenzioni in atto sono state deliberate nel 2012 per una cifra intorno ai 3milioni: la più onerosa è senza dubbio quella con la fondazione Ravenna Manifestazioni (che gestisce l’Alighieri, organizza la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival) che da Palazzo Merlato riceve poco meno di 2milioni di euro l’anno, a seguire ci sono i 477mila euro che vanno a Ravenna Teatro (per le produzioni e la gestione del teatro Rasi e l’organizzazione della prosa all’Alighieri) e poi una serie di altri finanziamenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono tra i 20mila e i 5mila euro annui per ogni soggetto coinvolto (decine le realtà convenzionate operanti tra danza, musica, teatro, libri, fotografia, cinema, grafica, fotografia).

«Questo sistema ha consentito negli anni ad alcune realtà di consolidarsi e di poter programmare la propria attività con alcune certezze. Ora – è l’annuncio del sindaco Michele de Pasacale – è il momento di fare un ulteriore passo in avanti: finora la mobilità nelle convenzioni è andata quasi a senso unico, con l’aggiunta via via di nuovi soggetti». Adesso, fa capire De Pascale, è invece arrivato il momento di operare anche dei tagli. «Non è solo un tema di risorse. La nostra idea è quella di creare un percorso che porti a giudicare con criteri il più possibile oggettivi la qualità dei progetti, determinando una salita ma anche eventualmente una discesa di tutti i protagonisti. Non è questione di numero di spettatori, altrimenti, con tutto il rispetto, finiremmo per premiare solo chi porta in città Giacobazzi. Ma fra due eventi di uguale livello culturale credo debba essere premiata anche la capacità di parlare a un pubblico più ampio, che credo sia obiettivo di chiunque organizzi eventi culturali».

Intanto però uno dei primi atti della nuova giunta è stato quello di assegnare contributi aggiuntivi – in fase di assestamento di bilancio (vedi articoli correlati) – alla stessa Ravenna Manifestazioni e alla fondazione che si occupa del patrimonio archeologico in città, RavennAntica, la cui storica presidente (ormai ex) Elsa Signorino è stata come noto nominata in giunta da De Pascale. Alle due fondazioni sono stati assegnati rispettivamente 150mila e 130mila euro, «a reintegro di minori contribuzioni da parte delle fondazioni bancarie», scriveva il Comune nella nota inviata alla stampa, provocando anche alcuni malumori in città. Perché a loro sì e a noi (dicono molti altri operatori culturai colpiti allo stesso modo dai tagli di fondazioni bancarie o simili) no? «Non ci possiamo più permettere un tasso di conflittualità dentro al mondo della cultura – replica De Pascale –: per noi il Ravenna Festival deve sempre di più diventare un volano anche per le altre realtà culturali che nascono e si sviluppano sul territorio. Questo in parte è avvenuto, ma in parte il Festival deve anche saper cambiare e accentuare queste collaborazioni con gruppi teatrali o musicali emergenti. Da questo punto di vista il Comune dovrà saper vigilare, nel rispetto della piena libertà artistica, affinché questo avvenga».

Ed entrando nel dettaglio dei contributi erogati, il sindaco sottolinea come consideri Ravenna Manifestazioni e RavennAntica alla stregua di una Ravenna Holding. «Penso che non siano soggetti privati, sebbene siano enti di diritto privato, e lo conferma pure il fatto che il presidente di Ravenna Manifestazioni è ancora l’ex sindaco di Ravenna… Quindi se questi enti perdono contributi statali già previsti in bilancio, il Comune se ne ha la possibilità credo debba intervenire e correggere, come se il “buco” ce l’avessero il Mar, le politiche abitative o quelle sociali». Allo stesso modo, quindi, è possibile chiedere massima trasparenza sui bilanci? «Certo, i bilanci devono essere on line». Al momento della nostra intervista non lo erano quelli di RavennAntica, ora invece pubblicati sul sito internet della fondazione, come richiesto anche dal sindaco.

Si intreccia al tema delle convenzioni e dei contributi pubblici alla cultura, quello della gestione dei teatri, per cui in passato ci sono state anche polemiche, con l’opposizione che ha chiesto di metterla a bando. «L’idea del teatro non gestito dal pubblico non mi convince, credo invece lo debba gestire direttamente il Comune o una fondazione controllata dal Comune, come nel caso del nostro Alighieri». Ma quel cambiamento fin quasi auspicato nella direzione artistica del Museo (vedi l’articolo sul Mar tra i correlati), quindi non va perseguito anche in ambito teatrale? «Beh, credo che i risultati del Festival parlino chiaro, e forse la musica lirica è per sua natura più conservatrice delle arti visive… Ravenna Teatro (che, come detto, gestisce il Rasi e cura tra le altre cose anche la rassegna di prosa dell’Alighieri, ndr) è stato scelto invece per puntare sul contemporaneo ma se un giorno cambiasse la propria proposta, il Comune sarebbe sempre in grado di scegliere un altro soggetto…». 

Contributi alla cultura, la svolta del sindaco: «Premieremo il merito»

De Pascale annuncia l’introduzione di criteri «oggettivi» di valutazione
«Il Ravenna Festival? Dovrà coinvolgere di più le altre realtà locali»

A Ravenna storicamente la cultura è finanziata dal Comune in particolare con il sistema delle convenzioni, meccanismi per cui diverse associazioni culturali ricevono ogni anno per cinque anni un contributo su cui possono contare per realizzare festival, eventi, produzioni. Le convenzioni in atto sono state deliberate nel 2012 per una cifra intorno ai 3milioni: la più onerosa è senza dubbio quella con la fondazione Ravenna Manifestazioni (che gestisce l’Alighieri, organizza la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival) che da Palazzo Merlato riceve poco meno di 2milioni di euro l’anno, a seguire ci sono i 477mila euro che vanno a Ravenna Teatro (per le produzioni e la gestione del teatro Rasi e l’organizzazione della prosa all’Alighieri) e poi una serie di altri finanziamenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono tra i 20mila e i 5mila euro annui per ogni soggetto coinvolto (decine le realtà convenzionate operanti tra danza, musica, teatro, libri, fotografia, cinema, grafica, fotografia).

«Questo sistema ha consentito negli anni ad alcune realtà di consolidarsi e di poter programmare la propria attività con alcune certezze. Ora – è l’annuncio del sindaco Michele de Pasacale – è il momento di fare un ulteriore passo in avanti: finora la mobilità nelle convenzioni è andata quasi a senso unico, con l’aggiunta via via di nuovi soggetti». Adesso, fa capire De Pascale, è invece arrivato il momento di operare anche dei tagli. «Non è solo un tema di risorse. La nostra idea è quella di creare un percorso che porti a giudicare con criteri il più possibile oggettivi la qualità dei progetti, determinando una salita ma anche eventualmente una discesa di tutti i protagonisti. Non è questione di numero di spettatori, altrimenti, con tutto il rispetto, finiremmo per premiare solo chi porta in città Giacobazzi. Ma fra due eventi di uguale livello culturale credo debba essere premiata anche la capacità di parlare a un pubblico più ampio, che credo sia obiettivo di chiunque organizzi eventi culturali».

Intanto però uno dei primi atti della nuova giunta è stato quello di assegnare contributi aggiuntivi – in fase di assestamento di bilancio (vedi articoli correlati) – alla stessa Ravenna Manifestazioni e alla fondazione che si occupa del patrimonio archeologico in città, RavennAntica, la cui storica presidente (ormai ex) Elsa Signorino è stata come noto nominata in giunta da De Pascale. Alle due fondazioni sono stati assegnati rispettivamente 150mila e 130mila euro, «a reintegro di minori contribuzioni da parte delle fondazioni bancarie», scriveva il Comune nella nota inviata alla stampa, provocando anche alcuni malumori in città. Perché a loro sì e a noi (dicono molti altri operatori culturai colpiti allo stesso modo dai tagli di fondazioni bancarie o simili) no? «Non ci possiamo più permettere un tasso di conflittualità dentro al mondo della cultura – replica De Pascale –: per noi il Ravenna Festival deve sempre di più diventare un volano anche per le altre realtà culturali che nascono e si sviluppano sul territorio. Questo in parte è avvenuto, ma in parte il Festival deve anche saper cambiare e accentuare queste collaborazioni con gruppi teatrali o musicali emergenti. Da questo punto di vista il Comune dovrà saper vigilare, nel rispetto della piena libertà artistica, affinché questo avvenga».

Ed entrando nel dettaglio dei contributi erogati, il sindaco sottolinea come consideri Ravenna Manifestazioni e RavennAntica alla stregua di una Ravenna Holding. «Penso che non siano soggetti privati, sebbene siano enti di diritto privato, e lo conferma pure il fatto che il presidente di Ravenna Manifestazioni è ancora l’ex sindaco di Ravenna… Quindi se questi enti perdono contributi statali già previsti in bilancio, il Comune se ne ha la possibilità credo debba intervenire e correggere, come se il “buco” ce l’avessero il Mar, le politiche abitative o quelle sociali». Allo stesso modo, quindi, è possibile chiedere massima trasparenza sui bilanci? «Certo, i bilanci devono essere on line». Al momento della nostra intervista non lo erano quelli di RavennAntica, ora invece pubblicati sul sito internet della fondazione, come richiesto anche dal sindaco.

Si intreccia al tema delle convenzioni e dei contributi pubblici alla cultura, quello della gestione dei teatri, per cui in passato ci sono state anche polemiche, con l’opposizione che ha chiesto di metterla a bando. «L’idea del teatro non gestito dal pubblico non mi convince, credo invece lo debba gestire direttamente il Comune o una fondazione controllata dal Comune, come nel caso del nostro Alighieri». Ma quel cambiamento fin quasi auspicato nella direzione artistica del Museo (vedi l’articolo sul Mar tra i correlati), quindi non va perseguito anche in ambito teatrale? «Beh, credo che i risultati del Festival parlino chiaro, e forse la musica lirica è per sua natura più conservatrice delle arti visive… Ravenna Teatro (che, come detto, gestisce il Rasi e cura tra le altre cose anche la rassegna di prosa dell’Alighieri, ndr) è stato scelto invece per puntare sul contemporaneo ma se un giorno cambiasse la propria proposta, il Comune sarebbe sempre in grado di scegliere un altro soggetto…». 

Uno show cooking dello chef Simone Rugiati al weekend speciale delle Cucine Stosa

Lo show cooking dello chef Simone Rugiati è l’evento clou di un weekend speciale – il 17 e il 18 settembre – organizzato da Stosa Store Ravenna e Prime Home nel nuovo spazio delle Cucine Stosa di via Faentina 248, a Fornace Zarattini, il primo in Romagna. Uno store di 250 metri quadrati che oltre alle performance culinarie del noto chef toscano – volto noto televisivo e anche in libreria – durante il weekend ospiterà eventi e momenti di intrattenimento, saranno proposte promozioni per chi vuole arredare casa e distribuiti gadget. A tutti sarà offerto un buffet e ci sarà spazio anche per i più piccoli con un’area ad hoc, un’animatrice, “truccabimbi” e la merenda. Professionisti come designer, architetti, geometri, esperti di rendering 3D saranno a completa disposizione dei presenti per una consulenza su arredamento, progetti e ristrutturazioni. Per coloro che non potranno partecipare, l’evento sarà raccontato in diretta da Radio Studio Delta e via streaming da Tele Romagna.

Il tutto in un nuovissimo store, Stosa Ravenna, dove scoprire sia le cucine che hanno fatto la storia dell’azienda – iniziata in Toscana nel ‘64 e approdata per la prima volta nel territorio romagnolo – che i nuovi modelli di punta. Fino a un corner speciale: quello dello spazio creativo Prime Home dedicato all’arredamento, alla ristrutturazione e al rinnovo della casa, con gadget speciali per chi vuole dare nuova luce alla propria abitazione.

L’evento è in programma sabato 17 e domenica 18 settembre, a orario continuato.
Info: www.stosaravenna.it e 0544 460689.

Notte d’oro, «Nada scelta trasparente Scorretto fare una gara su Facebook…»

L’assessore replica alle accuse di Cambierà sul concerto. E rilancia:
«Il prossimo anno un festival musicale con artisti scelti dal basso»

«Per quanto riguarda il metodo abbiamo scelto, in maniera che ritengo corretta e trasparente, una procedura ad evidenza pubblica, che ha garantito pari opportunità a tutti gli operatori. Per quanto riguarda il merito, la scelta di Nada è stata motivata da diverse considerazioni: si tratta di un’artista molto conosciuta, stimata da un pubblico eterogeneo, che oltretutto si esibirà con una band molto apprezzata nel panorama della musica indipendente (gli A Toys Orchestra, ndr) e la cui proposta artistica per la serata è stata valutata come quella che meglio si integrava con il resto dell’offerta culturale e di animazione della Notte d’Oro».
Così l’assessore a Turismo, Coordinamento eventi e Smart city del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini, risponde al gruppo consigliare Cambierà (vedi articoli correlati qui a fianco).

«Ritengo – aggiunge Costantini – che la procedura adottata sia stata anche rispettosa del lavoro degli artisti, che reputo scorretto mettere in competizione su Facebook (Cambierà, come provocazione, ha invece indetto un referendum tra gli artisti proposti all’Amministrazione, vedi sempre tra i correlati, ndr). Apprezzo – continua però l’assessore – e condivido moltissimo l’utilizzo degli strumenti di partecipazione democratica. E, cogliendo la sollecitazione, intendo aprire un confronto sulla possibilità di costruire per il prossimo anno un festival musicale, che non solo preveda la scelta degli artisti attraverso un metodo di partecipazione democratica dal basso, naturalmente corretto e trasparente, ma anche che si finanzi attraverso nuove modalità, come ad esempio il crowdfunding; come è avvenuto, per citare una delle esperienze più interessanti, nel caso del festival svedese UxU».

Notte d’oro, «Nada scelta trasparente Scorretto fare una gara su Facebook…»

L’assessore replica alle accuse di Cambierà sul concerto. E rilancia:
«Il prossimo anno un festival musicale con artisti scelti dal basso»

«Per quanto riguarda il metodo abbiamo scelto, in maniera che ritengo corretta e trasparente, una procedura ad evidenza pubblica, che ha garantito pari opportunità a tutti gli operatori. Per quanto riguarda il merito, la scelta di Nada è stata motivata da diverse considerazioni: si tratta di un’artista molto conosciuta, stimata da un pubblico eterogeneo, che oltretutto si esibirà con una band molto apprezzata nel panorama della musica indipendente (gli A Toys Orchestra, ndr) e la cui proposta artistica per la serata è stata valutata come quella che meglio si integrava con il resto dell’offerta culturale e di animazione della Notte d’Oro».
Così l’assessore a Turismo, Coordinamento eventi e Smart city del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini, risponde al gruppo consigliare Cambierà (vedi articoli correlati qui a fianco).

«Ritengo – aggiunge Costantini – che la procedura adottata sia stata anche rispettosa del lavoro degli artisti, che reputo scorretto mettere in competizione su Facebook (Cambierà, come provocazione, ha invece indetto un referendum tra gli artisti proposti all’Amministrazione, vedi sempre tra i correlati, ndr). Apprezzo – continua però l’assessore – e condivido moltissimo l’utilizzo degli strumenti di partecipazione democratica. E, cogliendo la sollecitazione, intendo aprire un confronto sulla possibilità di costruire per il prossimo anno un festival musicale, che non solo preveda la scelta degli artisti attraverso un metodo di partecipazione democratica dal basso, naturalmente corretto e trasparente, ma anche che si finanzi attraverso nuove modalità, come ad esempio il crowdfunding; come è avvenuto, per citare una delle esperienze più interessanti, nel caso del festival svedese UxU».

Notte d’oro, «Nada scelta trasparente Scorretto fare una gara su Facebook…»

L’assessore replica alle accuse di Cambierà sul concerto. E rilancia: «Il prossimo anno un festival musicale con artisti scelti dal basso»

«Per quanto riguarda il metodo abbiamo scelto, in maniera che ritengo corretta e trasparente, una procedura ad evidenza pubblica, che ha garantito pari opportunità a tutti gli operatori. Per quanto riguarda il merito, la scelta di Nada è stata motivata da diverse considerazioni: si tratta di un’artista molto conosciuta, stimata da un pubblico eterogeneo, che oltretutto si esibirà con una band molto apprezzata nel panorama della musica indipendente (gli A Toys Orchestra, ndr) e la cui proposta artistica per la serata è stata valutata come quella che meglio si integrava con il resto dell’offerta culturale e di animazione della Notte d’Oro».
Così l’assessore a Turismo, Coordinamento eventi e Smart city del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini, risponde al gruppo consigliare Cambierà (vedi articoli correlati qui a fianco).

«Ritengo – aggiunge Costantini – che la procedura adottata sia stata anche rispettosa del lavoro degli artisti, che reputo scorretto mettere in competizione su Facebook (Cambierà, come provocazione, ha invece indetto un referendum tra gli artisti proposti all’Amministrazione, vedi sempre tra i correlati, ndr). Apprezzo – continua però l’assessore – e condivido moltissimo l’utilizzo degli strumenti di partecipazione democratica. E, cogliendo la sollecitazione, intendo aprire un confronto sulla possibilità di costruire per il prossimo anno un festival musicale, che non solo preveda la scelta degli artisti attraverso un metodo di partecipazione democratica dal basso, naturalmente corretto e trasparente, ma anche che si finanzi attraverso nuove modalità, come ad esempio il crowdfunding; come è avvenuto, per citare una delle esperienze più interessanti, nel caso del festival svedese UxU».

Litiga con il pizzaiolo per “futili motivi” e poi lo colpisce con una spranga di ferro

Arrestato un 53enne che prima di andarsene aveva anche
danneggiato il locale, a Castiglione di Ravenna

Ha litigato con il pizzaiolo per quelli che vengono ritenuti dai carabinieri “futili motivi” e poi lo ha colpito al volto e a una gamba con una spranga di ferro lunga più di un metro, con cui ha danneggiato anche il locale, prima di dileguarsi.

L’episodio è avvenuto in una pizzeria di Castiglione di Ravenna, alle 23 circa di martedì notte. I carabinieri hanno rintracciato il presunto colpevole, un 53enne palermitano, e lo hanno arrestato per lesioni aggravate e danneggiamento.

La vittima dell’aggressione, un pizzaiolo di 27 anni, è stato trasportato in ospedale dove è stato curato e dimesso con una prognosi di 10 giorni per policontusioni.

Il giudice ha convalidato l’arresto nella mattinata di giovedì, imponendo al 53enne il divieto di dimora nella frazione di Castiglione.

Se Chagall incontra Gogol’

Al museo della Cappuccine di Bagnacavallo l’intera serie delle incisioni per le “Anime Morte”

Non tutti sanno che Marc Chagall, noto per l’uso di colori irreali e favolistici e le sue figure senza peso, si cimentò anche con l’arte dell’incisione dando vita a uno dei capolavori del Novecento dell’arte incisoria. Un’esperienza per lui fondamentale, come scrisse egli stesso: «Qualcosa mi sarebbe mancato se, a parte il colore, non mi fossi impegnato, in un certo momento della mia vita, anche con l’incisione». Un lavoro prezioso e importante che si potrà ammirare da sabato 17 settembre alle 18 al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo dove inaugura la mostra “Il villaggio di Chagall.

Cento incisioni da Le anime morte”, curata da Diego Galizzi, direttore del museo, e da Michele Tavola, storico d’arte e giornalista. Si tratta dell’intera serie delle 96 tavole delle Anime morte, realizzate da Marc Chagall con le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca su richiesta, nel 1923, dell’editore francese Ambroise Vollard che gli affidò l’’illustrazione del celeberrimo testo di Gogol’.

Attraverso le avventure di Cìcikov, protagonista del romanzo, l’artista incontra la verve narrativa di Gogol’, restituendo la degradazione morale, le miserie e i paradossi della società russa del tempo, descritta da Gogol’ con ironia mista a rassegnazione. Con questa mostra il Museo Civico delle Cappuccine celebra il 40° anniversario della sua fondazione. In occasione dell’inaugurazione, alle 20.30, avrà luogo nel chiostro del museo un concerto intitolato “Omaggio a Chagall”, a cura di Emilia-Romagna Concerti, con Niccolò Valerio al flauto e Agnese Contadini all’arpa. Musiche di Fauré, Debussy, Saint-Saens, Massenet, Ibert, Ravel, Rota, Godefroid. Ingresso libero.

La mostra rimarrà allestita fino al 4 dicembre, con i seguenti orari: martedì e mercoledì, 15-18; giovedì, 10-12 e 15-18; da venerdì a domenica, 10-12 e 15-19. Chiuso il lunedì e i post-festivi. Aperture serali straordinarie fino alle 23.30 dal 28 settembre all’1 ottobre. Info: 0545.280911 – centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it e www.museocivicobagnacavallo.it.

Se Chagall incontra Gogol’

Al museo della Cappuccine di Bagnacavallo l’intera serie delle incisioni per le “Anime Morte”

Non tutti sanno che Marc Chagall, noto per l’uso di colori irreali e favolistici e le sue figure senza peso, si cimentò anche con l’arte dell’incisione dando vita a uno dei capolavori del Novecento dell’arte incisoria. Un’esperienza per lui fondamentale, come scrisse egli stesso: «Qualcosa mi sarebbe mancato se, a parte il colore, non mi fossi impegnato, in un certo momento della mia vita, anche con l’incisione». Un lavoro prezioso e importante che si potrà ammirare da sabato 17 settembre alle 18 al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo dove inaugura la mostra “Il villaggio di Chagall.

Cento incisioni da Le anime morte”, curata da Diego Galizzi, direttore del museo, e da Michele Tavola, storico d’arte e giornalista. Si tratta dell’intera serie delle 96 tavole delle Anime morte, realizzate da Marc Chagall con le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca su richiesta, nel 1923, dell’editore francese Ambroise Vollard che gli affidò l’’illustrazione del celeberrimo testo di Gogol’.

Attraverso le avventure di Cìcikov, protagonista del romanzo, l’artista incontra la verve narrativa di Gogol’, restituendo la degradazione morale, le miserie e i paradossi della società russa del tempo, descritta da Gogol’ con ironia mista a rassegnazione. Con questa mostra il Museo Civico delle Cappuccine celebra il 40° anniversario della sua fondazione. In occasione dell’inaugurazione, alle 20.30, avrà luogo nel chiostro del museo un concerto intitolato “Omaggio a Chagall”, a cura di Emilia-Romagna Concerti, con Niccolò Valerio al flauto e Agnese Contadini all’arpa. Musiche di Fauré, Debussy, Saint-Saens, Massenet, Ibert, Ravel, Rota, Godefroid. Ingresso libero.

La mostra rimarrà allestita fino al 4 dicembre, con i seguenti orari: martedì e mercoledì, 15-18; giovedì, 10-12 e 15-18; da venerdì a domenica, 10-12 e 15-19. Chiuso il lunedì e i post-festivi. Aperture serali straordinarie fino alle 23.30 dal 28 settembre all’1 ottobre. Info: 0545.280911 – centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it e www.museocivicobagnacavallo.it.

Se Chagall incontra Gogol’

Al museo della Cappuccine di Bagnacavallo l’intera serie delle incisioni per le “Anime Morte”

Non tutti sanno che Marc Chagall, noto per l’uso di colori irreali e favolistici e le sue figure senza peso, si cimentò anche con l’arte dell’incisione dando vita a uno dei capolavori del Novecento dell’arte incisoria. Un’esperienza per lui fondamentale, come scrisse egli stesso: «Qualcosa mi sarebbe mancato se, a parte il colore, non mi fossi impegnato, in un certo momento della mia vita, anche con l’incisione». Un lavoro prezioso e importante che si potrà ammirare da sabato 17 settembre alle 18 al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo dove inaugura la mostra “Il villaggio di Chagall.

Cento incisioni da Le anime morte”, curata da Diego Galizzi, direttore del museo, e da Michele Tavola, storico d’arte e giornalista. Si tratta dell’intera serie delle 96 tavole delle Anime morte, realizzate da Marc Chagall con le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca su richiesta, nel 1923, dell’editore francese Ambroise Vollard che gli affidò l’’illustrazione del celeberrimo testo di Gogol’.

Attraverso le avventure di Cìcikov, protagonista del romanzo, l’artista incontra la verve narrativa di Gogol’, restituendo la degradazione morale, le miserie e i paradossi della società russa del tempo, descritta da Gogol’ con ironia mista a rassegnazione. Con questa mostra il Museo Civico delle Cappuccine celebra il 40° anniversario della sua fondazione. In occasione dell’inaugurazione, alle 20.30, avrà luogo nel chiostro del museo un concerto intitolato “Omaggio a Chagall”, a cura di Emilia-Romagna Concerti, con Niccolò Valerio al flauto e Agnese Contadini all’arpa. Musiche di Fauré, Debussy, Saint-Saens, Massenet, Ibert, Ravel, Rota, Godefroid. Ingresso libero.

La mostra rimarrà allestita fino al 4 dicembre, con i seguenti orari: martedì e mercoledì, 15-18; giovedì, 10-12 e 15-18; da venerdì a domenica, 10-12 e 15-19. Chiuso il lunedì e i post-festivi. Aperture serali straordinarie fino alle 23.30 dal 28 settembre all’1 ottobre. Info: 0545.280911 – centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it e www.museocivicobagnacavallo.it.

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