giovedì
28 Agosto 2025

È morto Maurizio Filipucci, ex assessore provinciale e sindaco di Conselice

Sgomento nel Pd: «Bellissima persona, un compagno, un amico»

È morto nel pomeriggio di giovedì, 28 aprile, l’ex sindaco di Conselice e assessore provinciale Maurizio Filipucci. Aveva 61 anni, lascia la moglie Manuela e i figli Francesca e Riccardo.

Giovane sindacalista della Cgil, è stato da sembre impegnato in politica, prima nel Pci, poi nel Pd. Negli anni novanta è stato assessore nel Comune di Conselice e poi in Provincia, con le deleghe a Turismo e Agricoltura. Nel 2004 diventò sindaco di Conselice con una percentuale di preferenze superiore al 70 percento e alle elezioni di cinque anni dopo venne riconfermato alla guida del Comune lughese.

Da anni le sue condizioni fisiche sono problematiche. Il 18 aprile 2008 fu sottoposto a un primo intervento radicale, dovuto alla dissezione dell’aorta. Dall’inizio di aprile era ricoverato al Sant’Orsola di Bologna.

«Ho appreso con immenso dolore della prematura scomparsa di Maurizio – è il commento del segretario provinciale del Pd, Michele de Pascale –, un uomo delle istituzioni, un compagno, un militante democratico e della sinistra. Mi legava a lui un’amicizia profonda da tantissimi anni. A nome di tutta la comunità democratica provinciale esprimo alla famiglia il nostro affetto e la nostra vicinanza. Maurizio incarnava meglio di chiunque altro i valori della sinistra che ha portato avanti per tutta la vita con determinazione, rigore e spesso ironia. Mi mancherai».

«Conoscevo Maurizio Filippucci dagli anni ’80 – è il commento invece del sindaco Fabrizio Matteucci –. Per qualche anno abbiamo lavorato gomito a gomito nel lavoro di direzione del Partito Democratico della Sinistra di Ravenna. Bellissima persona, bravissimo amministratore pubbico, un compagno, un amico. Un abbraccio alla sua famiglia».

Il sindaco di Lugo, Davide Ranalli, su Facebook si limita a un «è morto un compagno», mentre l’Amministrazione e i dipendenti comunali di Conselice «condividono il dolore di Manuela, Francesca e Riccardo».

Appalto rifiuti: la commissione di gara di Hera risuscita dopo il ricorso Ciclat

Sciolta dopo l’aggiudicazione ma riconvocata dopo i dubbi sollevati dalla coop per attestare la regolarità: «Ostacolano gli accertamenti»

Si parla di immondizia ma vale venti milioni di euro all’anno per due anni. È questo infatti il corrispettivo dell’appalto messo a bando da Hera per la raccolta dei rifiuti in provincia di Ravenna nel biennio 2016-17: tanti soldi che hanno fatto nascere un contenzioso sollevato davanti al tribunale amministrativo regionale dal raggruppamento di imprese capeggiato dalla cooperativa Ciclat Trasporti Ambiente di Ravenna che è uscito sconfitto dalle decisioni prese dalla multiutility ma è convinto ci siano state delle irregolarità da parte dei concorrenti e anche nelle procedure di gara. La richiesta del ricorso è l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva al raggruppamento che riunisce il consorzio Ambiente 2.0 (guidato da Aimeri di Rozzano del gruppo Biancamano, vedi correlati) e la coop Orso Blu, escludendolo dalla nuova graduatoria da riformulare e quindi affidando il lavoro a Ciclat e le altre tre società al suo fianco (Astra di Faenza, Csr di Rimini e Formula Ambiente di Cesena). La disputa davanti ai giudici del Tar (udienza il 10 maggio) contrappone due realtà che fino a poco tempo fa erano alleate: l’appalto ravennate arrivato a scadenza a fine 2015 infatti vedeva Ciclat e Aimeri nello stesso raggruppamento di imprese che aveva vinto l’ultima gara.

La gara e il maxi ribasso
All’aggiudicazione per Ambiente 2.0 si è arrivati il 20 gennaio scorso (bando di luglio 2015): l’8 aprile la firma sul contratto con il servizio partito a tutti gli effetti dal 16 aprile. Diversi soggetti avevano fatto domanda di partecipazione: a tre di questi, al termine di una fase detta di prequalifica che si svolge internamente alla stazione appaltante (Hera) e in cui vengono presi in esami i concorrenti, è stata recapitata la lettera di invito formale per consegnare progetto e proposta economica. Che pesavano rispettivamente per 60 e 40 punti nella valutazione finale su 100. Solo Ciclat e Aimeri hanno manifestato volontà di continuare scoprendo le proprie carte solo a questo punto con la consegna telematica del progetto: sul fronte tecnico la commissione di gara (due professori universitari e un dirigente Hera) ha premiato i ravennati mentre sul fronte economico i milanesi hanno sbaragliato la concorrenza mettendo nero su bianco un ribasso del 14,14 percento contro il 7,27. Una differenza abissale che tradotto in soldoni equivale a un risparmio di 2,75 milioni per Hera. Vale la pena sottolineare che degli altri quattro appalti di Hera sulle stesse opere, aggiudicati in altre province della regione nello stesso periodo (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini), solo in un altro caso si è superato il 10 percento di ribasso, tutti gli altri sono stati aggiudicati con diminuzioni d’offerta fra l’1,71 percento (Forlì-Cesena) e il 6,51 percento (Bologna).

Il ricorso di Ciclat per le rescissioni di Aimeri
La motivazione del ricorso presentato da Ciclat è piuttosto semplice: secondo gli uffici della coop, assistiti dall’avvocato Elena Zanni, la rivale Aimeri non ha i requisiti richiesti dal codice degli appalti. Anzi, peggio: avrebbe falsamente dichiarato di averli. Fulcro di tutto è il comma di un articolo del codice appalti in cui si specifica che possono partecipare al bando solo società che non hanno già subito rescissioni in danno in altri appalti. Nel modulo ufficiale definito dalle leggi il consorzio Ambiente 2.0 non ne menziona alcuna. Salvo poi allegare una nota integrativa (non richiesta) firmata dal presidente Francesco Maltoni in cui si elencano dodici circostanze di rescissione (di cui nove in danno) nel triennio 2012-14 in cui ha svolto oltre 400 servizi. In alcuni dei casi è stata fatta anche segnalazione all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. L’elenco va da Livorno alla Lunigiana, da Buddusò in Sardegna a Monopoli, da Buccinasco a Grottaferrata: in molti casi si sono registrati ritardi nei pagamenti degli stipendi. Maltoni dice di comunicare questi casi «con spirito di collaborazione e trasparenza» ma siccome a suo giudizio si tratta di «gravi inadempimenti delle amministrazioni committenti», ritiene che «nessuno possa essere considerato grave errore professionale» quindi «non incidono sul possesso del requisito» e per questo «non andavano dichiarate nelle forme solenni del Dpr 445/2000». In effetti la stazione appaltante ha discrezionalità di valutare il peso di eventuali rescissioni ma secondo Ciclat quei casi sono tutt’altro che secondari e già altri quattro Tar di altre regioni hanno stabilito la legittimità dell’esclusione di Aimeri per non aver riferietodi precedenti inadempimenti. E se la percentuale sul totale appare misera da più fonti si sostiene che si tratta di provvedimenti non frequenti dalle pubbliche amministrazioni. Ciclat poi teme che la commissione di gara non sia nemmeno stata informata delle rescissioni perché menzionate solo in una nota integrativa priva di valore burocratico.

Tutti al Tar
La data cerchiata in rosso sul calendario, come detto, è quella del 10 maggio. Per quel giorno è fissata l’udienza del tribunale amministrativo regionale. Si entrerà nel merito e si dovrebbe uscire dall’aula con una decisione perché lo scorso 5 aprile la ricorrente Ciclat, avendo il Tar già calendarizzato l’udienza per la discussione del merito da lì a un mese, ha preferito rinunciare alla richiesta di sospensiva per permettere al tribunale un esame approfondito del caso.

La commissione di gara risuscitata dopo essersi sciolta
È però probabile uno slittamento a inizio giugno. Questo perché nelle ultime settimane Hera non è rimasta con le mani in mano e ha preso due iniziative inattese. La prima è la firma del contratto l’8 aprile, pur avendo già un’udienza fissata e avendo già emesso più di una proroga per lasciare il servizio al vecchio operatore fino a quel momento. Secondo quanto si apprende la mossa sarebbe stata fatta per evitare che il passaggio di consegne ufficializzato dal Tar avvenisse in piena stagione estiva creando disagi peggiori sui lidi. Ma stupisce di più quanto accaduto il 12 aprile. Il direttore aquisti-appalti di Hera, l’ingegnere Gian Carlo Randi, ha riconvocato la commissione di gara – organismo che per legge cessa la sua esistenza nel momento stesso dell’aggiudicazione – attestando che pur essendoci state quattro (sic) risoluzioni contrattuali non è possibie ritenere che Aimeri sia priva del requisito riservato a chi non ha subito rescissioni in danno. Di quest’ultima attestazione sottoscritta da Randi è stato chiesto l’annullamento al Tar da parte di Ciclat così come per il contratto. Potrebbe essere questo ricorso aggiuntivo a far propendere i giudici per uno slittamento. E secondo il legale di Ciclat è proprio l’obiettivo di Hera: «Un mezzuccio» messo in campo «per ostacolare e ritardare l’accertamento giudiziale» con la creazione di «qualcosa che non è un atto di gara ma vuole sembrarlo». Lo studio legale che assiste Ciclat vede nella mossa della stazione appaltante anche «il goffo tentativo di rimediare alle irregolarità commesse in corso di gara» e cioè non aver escluso Aimeri. Ma non può essere considerato un atto legittimo, secondo Ciclat, perché la commissione si è riunita nuovamente quando il contratto era già stato firmato da quattro giorni, non c’erano quindi più margini per un intervento in autotutela e inoltre la convocazione è stata fatta dal direttore acquisti-appalti che nella procedura di gara non aveva mai avuto un ruolo.

L’auto svolta, il furgone va dritto Morta sul colpo all’incrocio killer

La 64enne vittima dell’incidente tra Adriatica e Ravegnana era a bordo di una vettura guidata dal marito. Strada chiusa per alcune ore

Un’auto svoltava a sinistra verso Ravenna e l’altra proveniva da Rimini e attraversava l’incrocio in direzione Ferrara: l’impatto all’incrocio tra la statale Adriatica e la statale Ravegnana, già tristemente noto come incrocio killer per via di diverse morti avvenute in quel punto, è stato violento causando la morte di una donna di 64 anni. La vittima è Gabriella Stradaioli, nata a Meldola e residente nel Ravennate.

La donna era a bordo di una Peugeot guidata dal marito che stava svoltando dall’Adriatica verso Ravenna: un furgone Mercedes guidato da un 23enne di San Marino ha colpito la vettura sulla fiancata. Nulla da fare per la donna, deceduta sul posto. Il marito, l’altro conducente e un’altra passeggera a bordo del furgone hanno riportato lievi ferite: tutti trasportati all’ospedale di Ravenna per accertamenti ma non sono gravi.

La ricostruzione della dinamica esatta e ulteriori accertamenti sul rispetto del codice stradale sono affidati agli agenti della polizia stradale che è intervenuta sul posto per i rilievi. La corsia della ravegnana verso Forlì è rimasta chiusa per circa tre ore.

Ancora un morto all’incrocio killer tra Adriatica e Ravegnana

La vittima è una donna di 64 anni. Nei giorni scorsi sono partiti
i lavori per la realizzazione della rotonda al posto del semaforo

Ancora un incidente mortale all’incrocio tra l’Adriatica e la Ravegnana, alle porte di Ravenna, proprio in questo periodo in cui sono iniziati i lavori per l’eliminazione del semaforo e la realizzazione della tanto attesa rotonda.

L’incidente è avvenuto tra due auto alle 11.30 circa di questa mattina (giovedì 28 aprile). Ad avere la peggio una donna di 64 anni, che ha perso la vita.

Ferite di media gravità per un’altra delle cinque persone coinvolte, mentre le restanti tre sono rimaste praticamente illese.

Seguiranno aggiornamenti.

Rifiuti, ora il sindaco scrive ad Atersir «Valuti anche la sospensione di Hera»

Matteucci: «Lo prevede l’articolo 32 della convenzione»

Il sindaco Fabrizio Matteucci in una lettera inviata questa mattina (giovedì 28 aprile) ad Atersir – l’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e i Rifiuti – chiede ufficialmente di valutare l’ipotesi di sostituzione del gestore per la raccolta dei rifiuti (quindi Hera), dopo i disservizi di questi giorni in tutto il Ravennate.

«Fermo restando la lettera indirizzatavi dal Comune di Ravenna martedì 19 aprile – si legge nel testo di Matteucci –, perdurando vari disservizi nella raccolta dei rifiuti, chiedo ad Atersir di valutare in via urgente se non ravvisa gli estremi per applicare l’articolo 32 della convenzione che regola il rapporto fra Atersir ed Hera come gestore del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti». Articolo che recita: «In caso di inadempienza grave del Gestore, qualora non ricorrano circostanze eccezionali e vengano compromesse la continuità del servizio, l’igiene o la sicurezza pubblica, oppure il servizio non venga eseguito che parzialmente, l’Agenzia potrà prendere tutte le misure necessarie per la tutela dell’interesse pubblico a carico e rischio del Gestore, compresa la provvisoria sostituzione del Gestore medesimo. La sostituzione del Gestore sarà preceduta dalla messa in mora con la quale l’Agenzia contesta al Gestore l’inadempienza riscontrata, intimandogli di rimuoverne le cause entro un termine proporzionato alla gravità».

Rifiuti, ora il sindaco scrive ad Atersir «Valuti anche la sospensione di Hera»

Matteucci: «Lo prevede l’articolo 32 della convenzione»

Il sindaco Fabrizio Matteucci in una lettera inviata questa mattina (giovedì 28 aprile) ad Atersir – l’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e i Rifiuti – chiede ufficialmente di valutare l’ipotesi di sostituzione del gestore per la raccolta dei rifiuti (quindi Hera), dopo i disservizi di questi giorni in tutto il Ravennate.

«Fermo restando la lettera indirizzatavi dal Comune di Ravenna martedì 19 aprile – si legge nel testo di Matteucci –, perdurando vari disservizi nella raccolta dei rifiuti, chiedo ad Atersir di valutare in via urgente se non ravvisa gli estremi per applicare l’articolo 32 della convenzione che regola il rapporto fra Atersir ed Hera come gestore del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti». Articolo che recita: «In caso di inadempienza grave del Gestore, qualora non ricorrano circostanze eccezionali e vengano compromesse la continuità del servizio, l’igiene o la sicurezza pubblica, oppure il servizio non venga eseguito che parzialmente, l’Agenzia potrà prendere tutte le misure necessarie per la tutela dell’interesse pubblico a carico e rischio del Gestore, compresa la provvisoria sostituzione del Gestore medesimo. La sostituzione del Gestore sarà preceduta dalla messa in mora con la quale l’Agenzia contesta al Gestore l’inadempienza riscontrata, intimandogli di rimuoverne le cause entro un termine proporzionato alla gravità».

Rifiuti, ora il sindaco scrive ad Atersir «Valuti anche la sospensione di Hera»

Matteucci: «Lo prevede l’articolo 32 della convenzione»

Il sindaco Fabrizio Matteucci in una lettera inviata questa mattina (giovedì 28 aprile) ad Atersir – l’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e i Rifiuti – chiede ufficialmente di valutare l’ipotesi di sostituzione del gestore per la raccolta dei rifiuti (quindi Hera), dopo i disservizi di questi giorni in tutto il Ravennate.

«Fermo restando la lettera indirizzatavi dal Comune di Ravenna martedì 19 aprile – si legge nel testo di Matteucci –, perdurando vari disservizi nella raccolta dei rifiuti, chiedo ad Atersir di valutare in via urgente se non ravvisa gli estremi per applicare l’articolo 32 della convenzione che regola il rapporto fra Atersir ed Hera come gestore del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti». Articolo che recita: «In caso di inadempienza grave del Gestore, qualora non ricorrano circostanze eccezionali e vengano compromesse la continuità del servizio, l’igiene o la sicurezza pubblica, oppure il servizio non venga eseguito che parzialmente, l’Agenzia potrà prendere tutte le misure necessarie per la tutela dell’interesse pubblico a carico e rischio del Gestore, compresa la provvisoria sostituzione del Gestore medesimo. La sostituzione del Gestore sarà preceduta dalla messa in mora con la quale l’Agenzia contesta al Gestore l’inadempienza riscontrata, intimandogli di rimuoverne le cause entro un termine proporzionato alla gravità».

Tre giornate di musica elettronica e arte digitale con Loose a Ravenna

Torna il festival C.A. Loose a Ravenna, una tre giorni di musica elettronica e arte digitale in programma del 29 aprile al 1° maggio, sorta di espansione del progetto Club Adriatico. Questa seconda edizione è dedicata alla ricerca di “luoghi musicali alternativi lungo i sentieri tracciati da personalità artistiche internazionali”.

Si parte venerdì 29 aprile al Valtorto di via Faentina (Fornace Zarattini) con il live, alle 23.30, di Jaws, progetto musicale e performativo (voce e strumentazione elettronica) del californiano Robert Girardin, a cui seguiranno i set del cileno Kamixlo (ore 0.30), con il suo mix di reggaeton e cumbia in versione da club (è il più giovane protagonista di Endless, l’imprevedibile party londinese che da diversi anni tenta di spezzare i cosiddetti dogmi della club culture) e, all’1.30, della dj londinese Josey Rebelle, che si muove tra disco, house e drum’n’bass.

Sabato 30 aprile ci si sposta all’Almagià, in darsena a Ravenna, per una serata che partirà già alle 18 all’aperto (tempo permettendo) con il dj-set di Still, progetto del milanese Simone Trabucchi (Dracula Lewis, Hundebiss Records).
Il primo live all’interno dell’Almagià è in programma già alle 20 con Sun Araw, un progetto che si distanzia dall’elettronica pura per avvicinarsi invece al rock psichedelico e al dub sperimentale, del californiano Cameron Stallones. Alle 21.30 sarà la volta di N.M.O., progetto del norvegese Morten Olsen (batteria e delay a nastro) e dello spagnolo Ruben Patino (laptop e mixer) che insieme amalgamano elementi acustici e digitali: la loro performance live è fortemente improvvisata e si adatta gradualmente al palco che li ospita. Seguirà alle 22.30 Stargate, il side-project di culto del cesenate Lorenzo Senni, che per l’occasione sarà affiancato da Eddy Current, chitarrista della rock band romagnola Small Jackets. Dopo la parentesi con il dj residence di Club Adriatico Matteo Pit, a mezzanotte l’appuntamento è con Nidia Minaj, talentuosa e giovanissima dj e producer nata a Lisbona da genitori angolani, già nota a livello internazionale, mentre all’1.15 è in programma il set dell’americano Lotic (pseudonimo del texano J’Kerian Morgan), da alcuni anni di stanza a Berlino, dove si pone anche in polemica con le istanze omofobe e razziste ancora presenti nella club culture. Alle 2.15 la scaletta prevede la performance di Simbiosi, duo di producer riminesi attivi da anni nel campo della techno sperimentale, prima del gran finale (previsto a partire dalle 3) con forse il nome di punta dell’intero programma, Actress, progetto dell’inglese Darren J. Cunningham, che nel suo dj-set si propone di andare oltre house e techno e che lo scorso febbraio si è esibito pure alla Barbican Hall con la Contemporary London Orchestra.

L’ultima giornata del festival è in programma in una location ancora segreta (info in tempo reale sulla pagina Facebook “C.A. LOOSE 2016”) dalle 18 alle 2 di domenica 1° maggio. In apertura Jim C. Need, da Milano, con un set tra elettronica, dark e quelli che vengono definiti “istinti primordiali”, e a seguire i live del producer californiano M. Geddes Gengras e di Weightausend, progetto solista di Matthias Girardi, giovanissimo sound engineer del Forlivese. Tra gli altri protagonisti dell’ultima serata da segnalare infine il producer e dj fiorentino Herva (house) e la compositrice londinese Beatrice Dillon (annunciata alle 21), che in consolle si muove tra dance e dub.

Rifiuti, Cisl: «Colpa pure delle coop locali Perché non si parla dei loro contratti?»

Il responsabile regionale del sindacato ricorda anche il caso Bologna,
dove le coop hanno vinto l’appalto «ma ci sono problemi da mesi»

Registriamo una posizione decisamente controcorrente sul caso della gestione della raccolta dei rifiuti scoppiato in questi giorni nel Ravennate. È quella della Fit-Cisl dell’Emilia-Romagna, che in una nota firmata dal segretario Stefano Rivola sottolinea anche le presunte responsabilità delle aziende uscenti, le cooperative romagnole che hanno perso l’appalto. Secondo la Cisl, infatti, le responsabilità vanno suddivise «tra Hera, una parte delle aziende uscenti e il raggruppamento temporaneo d’imprese aggiudicatario dell’appalto».

«Hera – prosegue la nota – da tempo dimostra una grossa incapacità nella gestione degli appalti, basti vedere quanto successo a Bologna, dove è tuttora in corso un’indagine della procura e dove, nonostante siano mesi che operano aziende aggiudicatarie, ci sono ancora grossi problemi».

A Ravenna, sottolinea la Cisl, «alcune delle aziende uscenti, così come dichiarato da Hera, non hanno reso disponibile per l’assunzione nelle nuove aziende il personale (va detto che in realtà hanno offerto ai lavoratori di restare nella loro vecchia cooperativa con altre mansioni, ndr), soprattutto autisti, rendendo così difficoltoso il cambio appalto e causando una parte dei disservizi». La Cisl bolognese pone poi due domande: «Siamo certi che nell’ultimo giorno di attività le aziende uscenti abbiano svolto in maniera corretta il servizio? Non è che hanno dimenticato di svuotare i cassonetti andando a peggiorare una situazione già difficile?».

In merito a quanto accaduto – sottolinea polemicamente la Cisl – «è intervenuta anche l’alleanza delle cooperative (vedi articoli correlati, ndr) che stranamente non è intervenuta per denunciare i disservizi dell’appalto di Bologna, forse perché se lo sono aggiudicato le coop e coop sociali di Legacoop? Perché non ha parlato delle condizioni dei lavoratori prima del cambio appalto, quando operavano circa 50 tra aziende, coop e coop sociali con 13 diverse applicazioni contrattuali invece dell’applicazione del contratto di riferimento dell’igiene ambientale? Parla di gara al massimo ribasso ma forse dimentica che la componente ribasso incideva solo per il 40 percento».

La Cisl poi torna a Hera, «perché a Bologna ha concesso tre proroghe prima del cambio appalto e a Ravenna invece, nonostante un ricorso al Tar, ha preteso l’avvio immediato del cambio appalto? Forse è ora che il dirigente che si occupa delle gare di appalto passi a occuparsi di altro visto che da tempo non ha il controllo di quanto accade. Chiudiamo – scrive Rivola – dicendo che le scuse vanno fatte ai cittadini ma anche e soprattutto ai lavoratori che purtroppo sono sempre quelli che pagano a caro prezzo l’incapacità di altri e che ci mettono tutti i giorni la faccia. Un plauso a loro e al lavoro che svolgono quotidianamente per la comunità».

Rifiuti, Cisl: «Colpa pure delle coop locali Perché non si parla dei loro contratti?»

Il responsabile regionale del sindacato ricorda anche il caso Bologna,
dove le coop hanno vinto l’appalto «ma ci sono problemi da mesi»

Registriamo una posizione decisamente controcorrente sul caso della gestione della raccolta dei rifiuti scoppiato in questi giorni nel Ravennate. È quella della Fit-Cisl dell’Emilia-Romagna, che in una nota firmata dal segretario Stefano Rivola sottolinea anche le presunte responsabilità delle aziende uscenti, le cooperative romagnole che hanno perso l’appalto. Secondo la Cisl, infatti, le responsabilità vanno suddivise «tra Hera, una parte delle aziende uscenti e il raggruppamento temporaneo d’imprese aggiudicatario dell’appalto».

«Hera – prosegue la nota – da tempo dimostra una grossa incapacità nella gestione degli appalti, basti vedere quanto successo a Bologna, dove è tuttora in corso un’indagine della procura e dove, nonostante siano mesi che operano aziende aggiudicatarie, ci sono ancora grossi problemi».

A Ravenna, sottolinea la Cisl, «alcune delle aziende uscenti, così come dichiarato da Hera, non hanno reso disponibile per l’assunzione nelle nuove aziende il personale (va detto che in realtà hanno offerto ai lavoratori di restare nella loro vecchia cooperativa con altre mansioni, ndr), soprattutto autisti, rendendo così difficoltoso il cambio appalto e causando una parte dei disservizi». La Cisl bolognese pone poi due domande: «Siamo certi che nell’ultimo giorno di attività le aziende uscenti abbiano svolto in maniera corretta il servizio? Non è che hanno dimenticato di svuotare i cassonetti andando a peggiorare una situazione già difficile?».

In merito a quanto accaduto – sottolinea polemicamente la Cisl – «è intervenuta anche l’alleanza delle cooperative (vedi articoli correlati, ndr) che stranamente non è intervenuta per denunciare i disservizi dell’appalto di Bologna, forse perché se lo sono aggiudicato le coop e coop sociali di Legacoop? Perché non ha parlato delle condizioni dei lavoratori prima del cambio appalto, quando operavano circa 50 tra aziende, coop e coop sociali con 13 diverse applicazioni contrattuali invece dell’applicazione del contratto di riferimento dell’igiene ambientale? Parla di gara al massimo ribasso ma forse dimentica che la componente ribasso incideva solo per il 40 percento».

La Cisl poi torna a Hera, «perché a Bologna ha concesso tre proroghe prima del cambio appalto e a Ravenna invece, nonostante un ricorso al Tar, ha preteso l’avvio immediato del cambio appalto? Forse è ora che il dirigente che si occupa delle gare di appalto passi a occuparsi di altro visto che da tempo non ha il controllo di quanto accade. Chiudiamo – scrive Rivola – dicendo che le scuse vanno fatte ai cittadini ma anche e soprattutto ai lavoratori che purtroppo sono sempre quelli che pagano a caro prezzo l’incapacità di altri e che ci mettono tutti i giorni la faccia. Un plauso a loro e al lavoro che svolgono quotidianamente per la comunità».

Rifiuti, Cisl: «Colpa pure delle coop locali Perché non si parla dei loro contratti?»

Il responsabile regionale del sindacato ricorda anche il caso Bologna, dove le coop hanno vinto l’appalto «ma ci sono problemi da mesi»

Registriamo una posizione decisamente controcorrente sul caso della gestione della raccolta dei rifiuti scoppiato in questi giorni nel Ravennate. È quella della Fit-Cisl dell’Emilia-Romagna, che in una nota firmata dal segretario Stefano Rivola sottolinea anche le presunte responsabilità delle aziende uscenti, le cooperative romagnole che hanno perso l’appalto. Secondo la Cisl, infatti, le responsabilità vanno suddivise «tra Hera, una parte delle aziende uscenti e il raggruppamento temporaneo d’imprese aggiudicatario dell’appalto».

«Hera – prosegue la nota – da tempo dimostra una grossa incapacità nella gestione degli appalti, basti vedere quanto successo a Bologna, dove è tuttora in corso un’indagine della procura e dove, nonostante siano mesi che operano aziende aggiudicatarie, ci sono ancora grossi problemi».

A Ravenna, sottolinea la Cisl, «alcune delle aziende uscenti, così come dichiarato da Hera, non hanno reso disponibile per l’assunzione nelle nuove aziende il personale (va detto che in realtà hanno offerto ai lavoratori di restare nella loro vecchia cooperativa con altre mansioni, ndr), soprattutto autisti, rendendo così difficoltoso il cambio appalto e causando una parte dei disservizi». La Cisl bolognese pone poi due domande: «Siamo certi che nell’ultimo giorno di attività le aziende uscenti abbiano svolto in maniera corretta il servizio? Non è che hanno dimenticato di svuotare i cassonetti andando a peggiorare una situazione già difficile?».

In merito a quanto accaduto – sottolinea polemicamente la Cisl – «è intervenuta anche l’alleanza delle cooperative (vedi articoli correlati, ndr) che stranamente non è intervenuta per denunciare i disservizi dell’appalto di Bologna, forse perché se lo sono aggiudicato le coop e coop sociali di Legacoop? Perché non ha parlato delle condizioni dei lavoratori prima del cambio appalto, quando operavano circa 50 tra aziende, coop e coop sociali con 13 diverse applicazioni contrattuali invece dell’applicazione del contratto di riferimento dell’igiene ambientale? Parla di gara al massimo ribasso ma forse dimentica che la componente ribasso incideva solo per il 40 percento».

La Cisl poi torna a Hera, «perché a Bologna ha concesso tre proroghe prima del cambio appalto e a Ravenna invece, nonostante un ricorso al Tar, ha preteso l’avvio immediato del cambio appalto? Forse è ora che il dirigente che si occupa delle gare di appalto passi a occuparsi di altro visto che da tempo non ha il controllo di quanto accade. Chiudiamo – scrive Rivola – dicendo che le scuse vanno fatte ai cittadini ma anche e soprattutto ai lavoratori che purtroppo sono sempre quelli che pagano a caro prezzo l’incapacità di altri e che ci mettono tutti i giorni la faccia. Un plauso a loro e al lavoro che svolgono quotidianamente per la comunità».

Ravenna&Dintorni intervista Alberghini Il candidato del centrodestra al Caffè del Teatro

Continuano i nostri aperitivi con gli aspiranti sindaci

Continua il ciclo di incontri organizzato da Ravenna&Dintorni che invita i lettori a conoscere di persona i candidati a sindaco di Ravenna alle amministrative del 5 giugno.

Il quarto appuntamento (dopo quelli con Maurizio Bucci della Pigna, Raffaella Sutter di Ravenna in Comune e Michele de Pascale del centrosinistra – vedi report tra gli articoli correlati) è per questa sera (giovedì 28 aprile) alle 18.30 al Caffè del Teatro di via Mariani con Massimiliano Alberghini, commercialista 50enne senza esperienze precedenti in politica, sostenuto da Lista per Ravenna, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Un’occasione quindi per incontrare di persona il candidato sindaco del centrodestra che si pone l’obiettivo di sconfiggere il Pd alle elezioni, conoscerlo meglio e saperne di più della sua proposta per la città.

Come sempre, durante l’incontro ai presenti il Caffè del Teatro offrirà un aperitivo a un prezzo d’eccezione.

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