mercoledì
27 Agosto 2025

Operaio morto al polo chimico Lascia una figlia di 13 anni

Nunzio Pizzardi lavorava alla Cam Impianti. Stava sostituendo
un tubo all’interno della Cfs Europa. La rabbia dei sindacati

Lavorava alla Cam Impianti di Ravenna Nunzio Pizzardi, l’operaio di 43 anni morto in un incidente alle 14.30 di martedì (19 aprile) nello stabilimento della Cfs Europe, all’interno del polo chimico di Ravenna, schiacciato da un serbatoio dopo la deflagrazione del tubo a cui stava lavorando. L’uomo – originario di Gela e trasferitosi a Ravenna per lavoro – è morto durante il trasporto in ospedale.

La sua azienda (di manutenzione) presta i propri servizi da più di un decennio per la Cfs Europe, che in una nota inviata alla stampa esprime «le più sentite condoglianze» alla famiglia del lavoratore, che lascia una figlia di 13 anni.

Cfs Europe Spa è controllata al 100 percento da Camlin Fine Sciences Ltd., società indiana che nel marzo 2011 ha deciso di investire nella produzione di catecolo e idrochinone nel distretto chimico di Ravenna rilevando la società e riassumendo il personale appena dismesso dalla precedente gestione. Cfs Europe occupa 44 dipendenti e – assicura la società nella nota – non ha mai registrato nella sua storia produttiva infortuni gravi o decessi».

Il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare la vittima, così come faranno i sindacati durante il presidio di fronte a Confindustria già programmato per la mattinata di mercoledì, nell’ambito dello sciopero dei metalmeccanici.

«Saranno le indagini in corso a chiarire le dinamiche dei fatti accaduti – si legge in una nota congiunta dei sindacati dei metalmeccanici – ma di certo resta che ancora una volta il lavoro si trasforma in tragedia e questo non è altro che uno dei tanti episodi che portano all’interruzione della vita dei lavoratori. Troppe volte nella nostra città abbiamo sentito dire “Mai più”, eppure ancora una volta siamo qui. Fim-Fiom-Uilm della provincia di Ravenna esprimono le condoglianze alla famiglia del lavoratore».

Anche i sindacati del comparto della chimica si uniscono al dolore: «Le indagini accerteranno certo come possa essere accaduto un episodio tanto devastante, ma è nostro dovere rilevare come la sequenza di incidenti gravi o mortali all’interno dei petrolchimici italiani inizi a configurarsi come intollerabile. I sentimenti di rabbia e tristezza uniscono oggi tutti i lavoratori della Cfs Europe e del polo chimico ravennate che, assieme alle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, si stringono nel più profondo cordoglio alla famiglia della vittima».

Operaio morto al polo chimico Lascia una figlia di 13 anni

Nunzio Pizzardi lavorava alla Cam Impianti. Stava sostituendo
un tubo all’interno della Cfs Europa. La rabbia dei sindacati

Lavorava alla Cam Impianti di Ravenna Nunzio Pizzardi, l’operaio di 43 anni morto in un incidente alle 14.30 di martedì (19 aprile) nello stabilimento della Cfs Europe, all’interno del polo chimico di Ravenna, schiacciato da un serbatoio dopo la deflagrazione del tubo a cui stava lavorando. L’uomo – originario di Gela e trasferitosi a Ravenna per lavoro – è morto durante il trasporto in ospedale.

La sua azienda (di manutenzione) presta i propri servizi da più di un decennio per la Cfs Europe, che in una nota inviata alla stampa esprime «le più sentite condoglianze» alla famiglia del lavoratore, che lascia una figlia di 13 anni.

Cfs Europe Spa è controllata al 100 percento da Camlin Fine Sciences Ltd., società indiana che nel marzo 2011 ha deciso di investire nella produzione di catecolo e idrochinone nel distretto chimico di Ravenna rilevando la società e riassumendo il personale appena dismesso dalla precedente gestione. Cfs Europe occupa 44 dipendenti e – assicura la società nella nota – non ha mai registrato nella sua storia produttiva infortuni gravi o decessi».

Il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare la vittima, così come faranno i sindacati durante il presidio di fronte a Confindustria già programmato per la mattinata di mercoledì, nell’ambito dello sciopero dei metalmeccanici.

«Saranno le indagini in corso a chiarire le dinamiche dei fatti accaduti – si legge in una nota congiunta dei sindacati dei metalmeccanici – ma di certo resta che ancora una volta il lavoro si trasforma in tragedia e questo non è altro che uno dei tanti episodi che portano all’interruzione della vita dei lavoratori. Troppe volte nella nostra città abbiamo sentito dire “Mai più”, eppure ancora una volta siamo qui. Fim-Fiom-Uilm della provincia di Ravenna esprimono le condoglianze alla famiglia del lavoratore».

Anche i sindacati del comparto della chimica si uniscono al dolore: «Le indagini accerteranno certo come possa essere accaduto un episodio tanto devastante, ma è nostro dovere rilevare come la sequenza di incidenti gravi o mortali all’interno dei petrolchimici italiani inizi a configurarsi come intollerabile. I sentimenti di rabbia e tristezza uniscono oggi tutti i lavoratori della Cfs Europe e del polo chimico ravennate che, assieme alle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, si stringono nel più profondo cordoglio alla famiglia della vittima».

Operaio morto al polo chimico Lascia una figlia di 13 anni

Nunzio Pizzardi lavorava alla Cam Impianti. Stava sostituendo un tubo all’interno della Cfs Europa. La rabbia dei sindacati

Lavorava alla Cam Impianti di Ravenna Nunzio Pizzardi, l’operaio di 43 anni morto in un incidente alle 14.30 di martedì (19 aprile) nello stabilimento della Cfs Europe, all’interno del polo chimico di Ravenna, schiacciato da un serbatoio dopo la deflagrazione del tubo a cui stava lavorando. L’uomo – originario di Gela e trasferitosi a Ravenna per lavoro – è morto durante il trasporto in ospedale.

La sua azienda (di manutenzione) presta i propri servizi da più di un decennio per la Cfs Europe, che in una nota inviata alla stampa esprime «le più sentite condoglianze» alla famiglia del lavoratore, che lascia una figlia di 13 anni.

Cfs Europe Spa è controllata al 100 percento da Camlin Fine Sciences Ltd., società indiana che nel marzo 2011 ha deciso di investire nella produzione di catecolo e idrochinone nel distretto chimico di Ravenna rilevando la società e riassumendo il personale appena dismesso dalla precedente gestione. Cfs Europe occupa 44 dipendenti e – assicura la società nella nota – non ha mai registrato nella sua storia produttiva infortuni gravi o decessi».

Il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare la vittima, così come faranno i sindacati durante il presidio di fronte a Confindustria già programmato per la mattinata di mercoledì, nell’ambito dello sciopero dei metalmeccanici.

«Saranno le indagini in corso a chiarire le dinamiche dei fatti accaduti – si legge in una nota congiunta dei sindacati dei metalmeccanici – ma di certo resta che ancora una volta il lavoro si trasforma in tragedia e questo non è altro che uno dei tanti episodi che portano all’interruzione della vita dei lavoratori. Troppe volte nella nostra città abbiamo sentito dire “Mai più”, eppure ancora una volta siamo qui. Fim-Fiom-Uilm della provincia di Ravenna esprimono le condoglianze alla famiglia del lavoratore».

Anche i sindacati del comparto della chimica si uniscono al dolore: «Le indagini accerteranno certo come possa essere accaduto un episodio tanto devastante, ma è nostro dovere rilevare come la sequenza di incidenti gravi o mortali all’interno dei petrolchimici italiani inizi a configurarsi come intollerabile. I sentimenti di rabbia e tristezza uniscono oggi tutti i lavoratori della Cfs Europe e del polo chimico ravennate che, assieme alle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, si stringono nel più profondo cordoglio alla famiglia della vittima».

Hera: «Strade pulite entro mercoledì» Sindaco: «No, prima. E sconti in bolletta»

Matteucci durissimo: «Andranno individuate responsabilità certe
dei dirigenti». La multiutility: «Carenza di mezzi della nuova azienda»

Alle 18, come richiesto, il sindaco Fabrizio Matteucci rivela di aver ricevuto il rapporto di Hera sulla situazione del servizio della raccolta dei rifiuti. «La nota – scrive il Primo cittadino – contiene l’ammissione di significative carenze in termini di mezzi per quantità e tipologie nonchè di professionalità e competenze del personale della azienda che è subentrata nel servizio. Ribadisco: è Hera che deve rispondere a me di queste carenze che mi segnala in questa nota». La nota, però, secondo il sindaco «contiene informazioni sommarie e insufficienti sulle situazioni in cui sarebbero stati superati i disservizi, con una generica assicurazione che la situazione tornerà alla normalità entro la giornata di domani mercoledì».

La verità, sottolinea Matteucci, «è che la situazione è lontana dall’essere tornata alla normalità, come mi documentano i rapporti della Polizia Municipale che ho disposto proseguano in serata e nella mattina di domani. Ribadisco la richiesta di qualche ora fa: entro le 8 di domani mattina, mercoledì, il servizio di raccolta rifiuti deve tornare ai livelli previsti dal contratto di servizio che abbiamo con Hera. È un compito, un dovere, una responsabilità a cui Hera non può sottrarsi. È chiaro che il disservizio senza precedenti che si è manifestato in queste ore andrà scontato dalle bollette della Tari. Oltre agli intollerabili danni alle famiglie e alle imprese, c’è il danno di immagine alla nostra città, per di più alla vigilia di un ponte festivo importante per le nostre località turistiche. È ovvio che nei prossimi giorni, risolta l’emergenza, andranno individuate le indubitabili responsabilità di settori dirigenziali di Hera. Esprimo infine il mio forte disappunto per il fatto che la direzione di Hera non abbia fino ad ora avvertito l’esigenza di scusarsi con tutti i cittadini di Ravenna».

Hera: «Strade pulite entro mercoledì» Sindaco: «No, prima. E sconti in bolletta»

Matteucci durissimo: «Andranno individuate responsabilità certe dei dirigenti». La multiutility: «Carenza di mezzi della nuova azienda»

Alle 18, come richiesto, il sindaco Fabrizio Matteucci rivela di aver ricevuto il rapporto di Hera sulla situazione del servizio della raccolta dei rifiuti. «La nota – scrive il Primo cittadino – contiene l’ammissione di significative carenze in termini di mezzi per quantità e tipologie nonchè di professionalità e competenze del personale della azienda che è subentrata nel servizio. Ribadisco: è Hera che deve rispondere a me di queste carenze che mi segnala in questa nota». La nota, però, secondo il sindaco «contiene informazioni sommarie e insufficienti sulle situazioni in cui sarebbero stati superati i disservizi, con una generica assicurazione che la situazione tornerà alla normalità entro la giornata di domani mercoledì».

La verità, sottolinea Matteucci, «è che la situazione è lontana dall’essere tornata alla normalità, come mi documentano i rapporti della Polizia Municipale che ho disposto proseguano in serata e nella mattina di domani. Ribadisco la richiesta di qualche ora fa: entro le 8 di domani mattina, mercoledì, il servizio di raccolta rifiuti deve tornare ai livelli previsti dal contratto di servizio che abbiamo con Hera. È un compito, un dovere, una responsabilità a cui Hera non può sottrarsi. È chiaro che il disservizio senza precedenti che si è manifestato in queste ore andrà scontato dalle bollette della Tari. Oltre agli intollerabili danni alle famiglie e alle imprese, c’è il danno di immagine alla nostra città, per di più alla vigilia di un ponte festivo importante per le nostre località turistiche. È ovvio che nei prossimi giorni, risolta l’emergenza, andranno individuate le indubitabili responsabilità di settori dirigenziali di Hera. Esprimo infine il mio forte disappunto per il fatto che la direzione di Hera non abbia fino ad ora avvertito l’esigenza di scusarsi con tutti i cittadini di Ravenna».

Emergenza raccolta rifiuti: Hera invia a Ravenna cinque automezzi extra da Bologna

Affiancheranno quelli del consorzio Ambiente 2.0 per ripulire le strade. Disagi e cumuli iniziati dal 16 aprile con l’entrata in servizio del nuovo gestore appaltato dalla multiutility

Per intervenire sull’emergenza rifiuti che dal 16 aprile interessa diverse zone della provincia di Ravenna, dove la raccolta in strada sta avvenendo a rilento dopo il passaggio del servizio al nuovo appaltatore con diversi cumuli sui marciapiedi a ridosso dei cassonetti pieni, Hera ha dirottato sul territorio ravennate cinque suoi automezzi attualmente operativi a Bologna. I veicoli sono in viaggio in queste ore (nel pomeriggio di martedì 19 aprile) per poter affiancare da subito quelli di proprietà del consorzio Ambiente 2.0 che ha in appalto il servizio dalla multiutility.

Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, in mattnata ha annunciato di aver ricevuto un rapporto della polizia municipale sui disservizi che si sono registrati ieri, 18 aprile, e ha disposto analoghi controlli per la giornata di oggi, per fare una verifica incrociata con il rapporto di Hera richiesto entro le 18 di oggi. «Quanto sta accadendo in queste ore è  in palese difformità con il contratto di servizio in essere. Ho appena scritto all’Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti perché richiami con tempestività il gestore all’adempimento dei propri compiti. Ho anche chiesto ad Atersir di avviare tutte le forme e procedure di tutela previste dal contratto di servizio in merito alla lacunosa erogazione del servizio stesso».

Esplosione nello stabilimento Camlin Muore un operaio della manutenzione

Dinamica da accertare: il lavoratore pare stesse saldando una tubatura. Subito circoscritta l’area dell’incidente

Un operaio di 43 anni è morto in un incidente sul lavoro avvenuto oggi a Ravenna verso le 14.30 nello stabilimento della ditta Cfs-Camlin (ex Borregard), nell’area del petrolchimico in via Baiona, dove lavorava per conto di una ditta esterna. Secondo quanto si è appreso l’uomo stava eseguendo dei lavori di manutenzione, probabilmente opere di saldatura o taglio, quando c’è stata una deflagrazione sulla cui origine si stanno ancora facendo accertamenti.

Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118 ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del lavoratore. Nello stabilimento anche i carabinieri e i tecnici della medicina del lavoro impegnati nella ricostruzione dell’esatta dinamica per risalire alle eventuali responsabilità dell’accaduto. L’area interessata dall’incidente è stata immediatamente circoscritta e non ci sono sono state ripercussioni sul resto dello stabilimento rimasto in sicurezza.

E a Marina ci pensa il Comune: nuova caserma carabinieri all’ex circoscrizione

Investimento da mezzo milione di euro, ripagato dall’affitto. Pronta
nel 2017. invariate le altre funzioni in piazzale Marinai d’Italia

La giunta del Comune di Ravenna ha dato il via libera al progetto preliminare per la realizzazione di una stazione dei carabinieri a Marina di Ravenna, nell’ex sede della Circoscrizione di piazzale Marinai d’Italia, riqualificata pochi anni fa.

Il progetto, come ha sottolineato il sindaco Fabrizio Matteucci, non solo risolve «in modo soddisfacente e definitivo» il problema della presenza stabile di un presidio dell’Arma nella località, ma mantiene tutti i servizi che si trovano attualmente nell’edificio di piazza Marinai d’Italia e, nello stesso tempo, «lascia aperta la possibilità di ampliamento del centro sociale per anziani».

«Quella di una sede definitiva per la stazione dei carabinieri a Marina di Ravenna è una storia che dura da oltre dieci anni – ricorda Matteucci –. Questo progetto è frutto della convinzione che la presenza della caserma dell’Arma a Marina è fondamentale e che la soluzione attuale che vede la stazione alloggiata presso un privato non poteva durare a lungo».

Dopo avere individuato nell’edificio di piazza Marinai d’Italia una possibile soluzione., ha proseguito il sindaco, «è partito un lungo lavoro preparatorio che ci ha portato via via a incontrare tutti i titolari dei vari servizi e degli uffici presenti nell’ex sede della Circoscrizione. Un percorso terminato ieri sera (lunedì 18 aprile, ndr) con la presentazione del progetto nell’assemblea del Consiglio territoriale».

A illustrare i contenuti del progetto preliminare che prevede interventi per circa 530.000 euro complessivi, a carico del Comune (che incasserà a sua volta un affitto dallo Stato di circa 50mila euro all’anno) è stato nel corso di una conferenza stampa il Capo area delle infrastrutture civili del Comune, l’ingegnere Massimo Camprini.

L’edificio, che si articola su due piani oltre al piano terra, ospita attualmente: gli uffici dell’Anagrafe, la sede della Pro Loco, l’ufficio Turismo, il Museo delle Attività subacquee e una zona ancora da destinare (piano terra); gli uffici dell’ex Circoscrizione, gli assistenti sociali, la sala del presidente territoriale, gli ambulatori dell’Ausl e dell’Asp, la biblioteca del Coni (primo piano) e infine la biblioteca comunale, la Polizia municipale, l’auditorium e il centro ricreativo anziani (secondo piano).

In conseguenza alla soppressione delle Circoscrizioni, molti degli uffici al primo piano sono rimasti inutilizzati. Di qui la decisione di rendere più razionale l’utilizzo dell’edificio con la realizzazione in questa sede della stazione dei Carabinieri e la conseguente redistribuzione degli spazi attualmente occupati dai vari servizi.

Il nuovo “assetto” dell’edificio di piazza Marinai d’Italia, prevede che l’ala sud del primo e del secondo piano attualmente occupata dall’Ausl e dalla Biblioteca comunale, sia destinata alla caserma dei carabinieri per una superficie lorda complessiva pari a 717 metri quadrati ripartiti fra zona operativa, zona logistica e alloggi. Ausl e Asp saranno sempre al primo piano, ma nell’ala nord per una superficie complessiva di 243,24 metri quadrati. Al primo piano e al piano terra troveranno spazio gli uffici del decentramento e anagrafe; infine la biblioteca comunale sarà al primo e al secondo piano. Le altre destinazioni d’uso rimarranno invariate.
Nel parcheggio che si trova dietro all’edificio sarà inoltre ricavato uno spazio opportunamente recintato per le auto dei carabinieri.
L’importo complessivo dell’intervento ammonterà a 407.390 euro, ai quali vanno aggiunti Iva e spese tecniche per un totale, come detto di circa 530mila euro.

L’intervento, ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici Roberto Fagnani, sarà finanziato attraverso gli avanzi di bilancio con l’assestamento che a luglio sarà votato in consiglio comunale.
I tempi per i lavori sono 180 giorni. «Concretamente – assicura in una nota il Comune – i Carabinieri potranno prendere possesso della nuova Caserma entro il 2017».

E a Marina ci pensa il Comune: nuova caserma carabinieri all’ex circoscrizione

Investimento da mezzo milione di euro, ripagato dall’affitto. Pronta nel 2017. invariate le altre funzioni in piazzale Marinai d’Italia

La giunta del Comune di Ravenna ha dato il via libera al progetto preliminare per la realizzazione di una stazione dei carabinieri a Marina di Ravenna, nell’ex sede della Circoscrizione di piazzale Marinai d’Italia, riqualificata pochi anni fa.

Il progetto, come ha sottolineato il sindaco Fabrizio Matteucci, non solo risolve «in modo soddisfacente e definitivo» il problema della presenza stabile di un presidio dell’Arma nella località, ma mantiene tutti i servizi che si trovano attualmente nell’edificio di piazza Marinai d’Italia e, nello stesso tempo, «lascia aperta la possibilità di ampliamento del centro sociale per anziani».

«Quella di una sede definitiva per la stazione dei carabinieri a Marina di Ravenna è una storia che dura da oltre dieci anni – ricorda Matteucci –. Questo progetto è frutto della convinzione che la presenza della caserma dell’Arma a Marina è fondamentale e che la soluzione attuale che vede la stazione alloggiata presso un privato non poteva durare a lungo».

Dopo avere individuato nell’edificio di piazza Marinai d’Italia una possibile soluzione., ha proseguito il sindaco, «è partito un lungo lavoro preparatorio che ci ha portato via via a incontrare tutti i titolari dei vari servizi e degli uffici presenti nell’ex sede della Circoscrizione. Un percorso terminato ieri sera (lunedì 18 aprile, ndr) con la presentazione del progetto nell’assemblea del Consiglio territoriale».

A illustrare i contenuti del progetto preliminare che prevede interventi per circa 530.000 euro complessivi, a carico del Comune (che incasserà a sua volta un affitto dallo Stato di circa 50mila euro all’anno) è stato nel corso di una conferenza stampa il Capo area delle infrastrutture civili del Comune, l’ingegnere Massimo Camprini.

L’edificio, che si articola su due piani oltre al piano terra, ospita attualmente: gli uffici dell’Anagrafe, la sede della Pro Loco, l’ufficio Turismo, il Museo delle Attività subacquee e una zona ancora da destinare (piano terra); gli uffici dell’ex Circoscrizione, gli assistenti sociali, la sala del presidente territoriale, gli ambulatori dell’Ausl e dell’Asp, la biblioteca del Coni (primo piano) e infine la biblioteca comunale, la Polizia municipale, l’auditorium e il centro ricreativo anziani (secondo piano).

In conseguenza alla soppressione delle Circoscrizioni, molti degli uffici al primo piano sono rimasti inutilizzati. Di qui la decisione di rendere più razionale l’utilizzo dell’edificio con la realizzazione in questa sede della stazione dei Carabinieri e la conseguente redistribuzione degli spazi attualmente occupati dai vari servizi.

Il nuovo “assetto” dell’edificio di piazza Marinai d’Italia, prevede che l’ala sud del primo e del secondo piano attualmente occupata dall’Ausl e dalla Biblioteca comunale, sia destinata alla caserma dei carabinieri per una superficie lorda complessiva pari a 717 metri quadrati ripartiti fra zona operativa, zona logistica e alloggi. Ausl e Asp saranno sempre al primo piano, ma nell’ala nord per una superficie complessiva di 243,24 metri quadrati. Al primo piano e al piano terra troveranno spazio gli uffici del decentramento e anagrafe; infine la biblioteca comunale sarà al primo e al secondo piano. Le altre destinazioni d’uso rimarranno invariate.
Nel parcheggio che si trova dietro all’edificio sarà inoltre ricavato uno spazio opportunamente recintato per le auto dei carabinieri.
L’importo complessivo dell’intervento ammonterà a 407.390 euro, ai quali vanno aggiunti Iva e spese tecniche per un totale, come detto di circa 530mila euro.

L’intervento, ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici Roberto Fagnani, sarà finanziato attraverso gli avanzi di bilancio con l’assestamento che a luglio sarà votato in consiglio comunale.
I tempi per i lavori sono 180 giorni. «Concretamente – assicura in una nota il Comune – i Carabinieri potranno prendere possesso della nuova Caserma entro il 2017».

L’idolo delle teenager Lorenzo Fragola sarà venerdì all’Ovs di Ravenna

Il vincitore di X Factor atteso il 22 aprile nel negozio di via Diaz

Per festeggiare la recente apertura, Ovs porta nel suo nuovo negozio di via Diaz, in centro a Ravenna, il vincitore di X Factor 2015. Si tratta del cantautore Lorenzo Fragola, che ha partecipato quest’anno per la seconda volta anche al Festival di Sanremo.

Vera e propria star tra i giovani appassionati – e in particolare le teenager, ribattezzate “fragoline” – sarà a disposizione dei fan all’Ovs di via Diaz venerdì 22 aprile, dalle 16 alle 18.

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